" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

11 gennaio 2011

AFFIDIAMO AL SIGNORE LE NOSTRE DEBOLEZZE

La nostra società è spesso messa a dura prova, e fa esperienza di tutti i fallimenti e gli insuccessi che possono capitare.
Bisogna accettare la propria condizione di piccolezza e nullità umana aprendosi a Dio, nostra forza. E' da Lui che riceviamo ogni cosa, e grazie a Lui la nostra vita trova la luce necessaria per non smarrire la sua strada.
Il Suo Figlio Gesù ha voluto assumere la nostra fragile natura per esserci solidale in tutto e per insegnarci a porre in Dio Padre la nostra fiducia.
E' dunque necessario riconoscere le proprie debolezze; questo ci aiuterà ad aprirci verso gli altri e di provare sentimenti di compassione e di comprensione. Non sempre, comunque, siamo liberati da queste debolezze; spesso Dio vuole che conviviamo con esse affinchè raggiungiamo un profitto maggiore.
E' bello guardare l'esempio del lebbroso che si avvicina a Gesù, e consapevole del suo male, non chiede necessariamente la guarigione, ma lascia a Cristo la piena libertà di decidere cosa sia più conveniente per lui in quel momento (Marco 1,40-45).
Anche San Paolo, nel suo lavoro apostolico e nella sua santità, fa esperienza di questa fragilità umana tanto da chiedere al Signore per ben tre volte di essere liberato da quella "spina" che lo tormentava (2 Corinzi 12,1-10).
Con grande stupore constatiamo che la sua richiesta, per quanto sia stata valida e insistente, non viene esaudita.
La speranza cristiana ci insegna dunque ad abbandonarci al Volere di Dio, che sa cosa è giusto o sbagliato per ognuno di noi. La nostra fragilità non dobbiamo nasconderla, o stimmatizzarla; il Signore non ci chiede questo, ma piuttosto di accoglierla con discrezione offrendola a Dio e pregandoLo che ci renda migliori.

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