" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

26 agosto 2012

SE VUOI CONOSCERE DIO....

Non vi è altro modo per conoscere Dio,
 se non vivere di Lui.
(Gregorio Nazianzeno)

QUANDO TI TROVI IN UNA "VALLE OSCURA"...


Dio non risolve sempre immediatamente i nostri problemi.
A volte permette che camminiamo in una "valle oscura"....
Ma Lui è là, accanto a noi quando il cammino è più duro e le ore più buie.
Non possiamo mai sfuggire al Suo infinito amore.

22 agosto 2012

SIA FATTA LA TUA VOLONTA'


"Non tanto perché faccia Dio ciò che vuole, ma perché possiamo fare noi ciò che Dio vuole.
Infatti chi è capace di impedire a Dio di fare ciò che vuole? 
Siamo noi invece che non facciamo ciò che Dio vuole. 
Per questo preghiamo e chiediamo che si faccia in noi la volontà di Dio.
E perché questa si faccia in noi abbiamo bisogno della volontà di Dio, cioè della Sua potenza e protezione, perché nessuno è forte per le proprie forze, ma lo diviene per la benevolenza e la misericordia di Dio: "Però non come voglio io, ma come vuoi Tu". 
(S. Cipriano)

20 agosto 2012

COMMENTO AL MESSAGGIO STRAORDINARIO DEL 17 AGOSTO 2012


Nel messaggio dato ad un veggente di Medjugorje due giorni fa, il 17 agosto, per la prima volta dal 2005 la Madonna chiede con forza preghiere per i Vescovi e per il Papa. L’ultima volta che la Madonna ha chiesto preghiere per i Vescovi e il Papa fu il 13 agosto 2004, quando era vivo Papa Giovanni Paolo II. Cari figli in questo tempo, vi prego pregate per i vostri Sacerdoti, i Vescovi e il Santo Padre”. Dal 13 agosto 2004 non aveva mai più chiesto preghiere per il nuovo Papa.
Dalla ricerca fatta non mi risulta nessun messaggio di richiesta di preghiere per il Papa Benedetto XVI dal giorno della elezione al soglio pontificio, il 19 aprile 2005. La Madonna non aveva mai invitato a pregare espressamente per il Papa ma lui veniva sempre inserito nelle preghiere che la Madonna ha sempre chiesto per tutti i Sacerdoti. E lui è ovviamente un Sacerdote. Quindi, è stato sempre inserito nelle preghiere.
La Madonna chiedendo sempre preghiere per i Sacerdoti ha pensato anche al Papa, ma il 17 agosto scorso per la prima volta ha detto di pregare per lui e per tutti i Vescovi. Non è un fatto trascurabile o da sottovalutare, qui c’è qualcosa di molto preoccupante che si muove subdolamente nelle tenebre nere proprio contro la Chiesa, magari colpendo in qualche modo proprio il Santo Padre. Ci sono tenebre e tenebre, queste sono tenebre nere…
D’altronde, a febbraio 2012 si conobbe in tutto il mondo la lettera inviata dal Cardinale Castrillon al Papa in cui lo avvisava di avere saputo da amici cinesi che un altro Cardinale italiano aveva detto nel suo viaggio in Cina a novembre 2011 che entro un anno il Papa morirà. L’intrigo oltre che internazionale è inquietante per noi cattolici.
Neanche a novembre 2011 la Madonna aveva chiesto espressamente preghiere per il Papa, né a febbraio 2012 quando la notizia si diffuse nel mondo.
Chiaramente la Madre di Dio conosce perfettamente tutto e non chiede preghiere seguendo le pubblicazioni dei quotidiani, chiede preghiere quando il pericolo subdolo e tenebroso diventa concreto. E la Madonna per dono e volontà di Dio vede e conosce tutto, partecipa alla conoscenza della Santissima Trinità anche se subordinata e dipendente. Le notizie apparse sui quotidiani nei mesi scorsi anche se hanno preoccupato la Madonna per quanto Lei conosceva nel segreto delle coscienze dei Prelati, non provocavano allora quel tumulto che invece potrebbe avvenire da un momento all’altro all’interno della Chiesa.
Il 17 agosto la Madonna ha chiesto di pregare per il Santo Padre e per i Vescovi con molta probabilità a causa di una situazione allarmante che si sta sviluppando dietro le quinte. Muoversi dietro le quinte significa manovrare una situazione buona o cattiva per mezzo di altri, in questo caso di tratta di un pericolo serio dentro la Chiesa.
Leggiamo il messaggio completo del 17 agosto 2012: Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito a pregare per i miei Sacerdoti, per i miei diletti, a pregare per i Vescovi e per il Santo Padre. Pregate, cari figli, per i miei Pastori, pregate più che mai. La Madre prega insieme con voi ed è con voi. Perciò perseverate nella preghiera e pregate insieme con me per le mie intenzioni. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata”.
È un appello urgente e che richiama tutti i suoi devoti a pregare Corone del Rosario per le sue intenzioni, a pregare per la Chiesa, dal Santo Padre in giù. Tra le righe di queste parole scorgo una grande preoccupazione da parte della Madonna sul momento presente della Chiesa, il significato più profondo che se ne scorge è che la Chiesa è sottoposta ad una durissima prova proprio a causa dei suoi figli. Questo messaggio di Medjugorje è sicuramente inquietante.  
È vero che soprattutto negli ultimi mesi si sono accentuate le diffamazioni su Medjugorje e sui veggenti, ma sono proprio queste diffamazioni ad attestare l’assoluta autenticità della presenza della Madonna a Medjugorje.Nelle false apparizioni i diavoli non agitano nulla, non ci sono diffamazioni e non c’è alcun ostacolo posto dal Vescovo locale e dai parroci. Tutti sono d’accordo perché i diavoli non agitano nessuno e tutto fila via liscio.
La Madonna è presente a Medjugorje per dare grandi messaggi spirituali per l’umanità, la prova arriva anche da satana e da tutti i diavoli, perché essi non si scatenerebbero così violentemente con accuse miope, assurde, stupide ed insensate, se Medjugorje fosse falsa. Lascerebbero andare tutto tranquillamente. Ricordate bene questa distinzione.
Ricordate che dove sono fortemente presente Gesù e la Madonna, ci sono inevitabilmente diffamazioni, persecuzioni e soprusi.
È pure vero che in alcuni casi i veggenti di Medjugorje hanno dato occasione per suscitare dubbi e lamentele. Per esempio, qualcuno mi chiede spiegazioni sulle mani che Viska poggia sulle teste dei pellegrini e c’è sicuramente sconcerto e perplessità. Precisando che ognuno è libero di credere o meno alle apparizioni private, non c’è stato finora lì qualcosa anche piccolo che sia contro la sana dottrina della Chiesa e la morale. Nessuno può attaccare Medjugorje su questi argomenti. Vediamo invece il gesto che compie Viska.
Imporre le mani da parte dei veggenti di Medjugorje è sbagliato se lo fanno sostituendosi ai Sacerdoti, ma loro non sono Sacerdoti, sarebbe preferibile non farlo, ma lo spiego meglio. Con questo dimostro anche il mio sereno giudizio e l’obiettività sui fatti che lì avvengono. Essi non impongono le mani considerandosi Sacerdoti, la Madonna non lo permetterebbe, sarebbe una vera tragedia spirituale, perché non ne verrebbe mai nulla di buono. Come spiegare allora l’imposizione che fanno?
Spiego quello che penso, lo considero giusto partendo dal significato dell’intenzione. Qual è l’intenzione di una data azione? Tutto verte sull’intenzione che può essere retta o malvagia. L’intenzione dei sei veggenti nessuno la può conoscere come nessuno conosce la vostra, però è stupido pensare che dopo trent’anni di apparizioni della Madonna siano presi dal desiderio di benedire al posto dei Sacerdoti. Non sarebbe normale e non potrebbero farlo perché non Sacerdoti.
La spiegazione è più semplice: la loro imposizione delle mani non vuole essere una benedizione sacerdotale perché è impossibile, è invece un contatto fisico che vuole trasferire quello di buono che i veggenti hanno accumulato di spirituale in questi trent’anni di incontri con la Madonna. E non è cosa di poco conto! Vuole essere un contatto fisico per comunicare spiritualmente la Fede che posseggono essi, vogliono veicolare qualcosa di buono agli altri.
Se la preghiera recitata per persone che vivono anche a 10mila chilometri può essere potente ed ottenere miracoli, figuriamoci la forza che può emanare con il contatto fisico una persona impregnata di forte spiritualità.
Non posso accettare né credere che i veggenti impongano le mani al posto dei Sacerdoti o diano benedizioni sacerdotali.
Quindi, viene a cadere anche l’accusa dell’imposizioni delle mani sulle teste che fanno i veggenti, perché nessun laico può imporre le mani e benedire altri credenti. Lo insegna la Chiesa e nessuno deve compiere manipolazioni per affermare le sue tesi moderniste e che stanno portando il paganesimo all’interno della Chiesa.
La Madonna per questo ci chiede di pregare molto ogni giorno per il Santo Padre, i Vescovi e i Sacerdoti.
(padre Giulio Maria Scozzaro)

IL MATRIMONIO CRISTIANO


Il 14 aprile 1982  in un messaggio straordinario a Medjugorje la Madonna disse: “Dovete sapere che satana esiste. Egli un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l'intenzione di distruggerla.
Dio ha permesso a satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: Non la distruggerai!
Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere e perciò è diventato ancora più aggressivo:
distrugge i matrimoni,
solleva discordie anche tra le anime consacrate,
causa ossessioni,
provoca omicidi.
Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case. E riprendete l'uso dell'acqua benedetta!”.
L’approfondimento di queste parole potrebbe cambiare la vita di molti di voi che state leggendo, nel messaggio della Madonna si trovano molte verità che si vivono giornalmente, indicazioni precise per superare fasi di stanchezza e di incomprensione tra gli sposi, la conoscenza che satana e tutti i diavoli sono scatenati in questo periodo storico e che oltre i Sacramenti e la preghiera, dobbiamo portare addosso oggetti benedetti ed utilizzare giornalmente l’acqua benedetta, sia per segnarci spesso con il segno della Croce sia per aspergere la casa dove si vive.
Santa Teresa d’Avila utilizzava moltissimo l’acqua benedetta ed aspergeva ogni sera il letto. Anche Padre Pio la usava sempre.
Se vi spiego la grandiosità dell'acqua benedetta, molti di voi rispondono che non hanno la possibilità di trovarla perché molti Sacerdoti si rifiutano di benedire l’acqua. Come dire ad un ammalato di non utilizzare la giusta medicina. Come fare per trovare l'acqua benedetta? È un problema per molti, me lo dite spesso, e ripeto che il modo migliore è di spostarvi e di recarvi presso un Sacerdote disponibile e, soprattutto, convinto della potenza dell'acqua benedetta.
Lo stress mentale o il senso di confusione può essere causato da un reale affaticamento oppure da un ordinario attacco di satana. Ci vuole poco per capirlo, basta segnare sulla fronte un piccolo segno di Croce oppure fare il normale segno di Croce, se lo stato di confusione, di agitazione, di abbattimento, veniva da un attacco diabolico, subito scompare. Se ritorna occorre utilizzare nuovamente l'acqua benedetta e recitare il Padre Nostro e l’Ave Maria. La Corona del Rosario è ancora più potente.
Pregate sempre anche con brevi invocazioni e suppliche quando si sentite confusi ed incapaci di realizzare qualcosa.
Per esempio, molte separazioni e divorzi avvengono perché satana riesce a insidiare nella mente di chi vuole colpire, pensieri negativi sul coniuge, insinua giudizi negativi per distruggere il matrimonio: fa vedere nella mente il coniuge pieno di difetti, non è il marito o la moglie che si desiderava, che non prova più nulla, hanno caratteri diversi, non vanno d’accordo, il futuro lo vedono oscuro, ecc.
Ai diavoli basta pochissimo per distruggere la psiche di una persona, marito o moglie, inviando ispirazioni negative e martellanti che non lasciano pace, schiacciano continuamente ed aumentano perché la persona non prega e forse non è in Grazia di Dio. In questi casi quasi sempre satana riesce a distruggere il matrimonio. Ma non può fare nulla dove c’è la preghiera giornaliera, soprattutto il Santo Rosario e la Santa Messa festiva, non può riuscire a distruggere il matrimonio consacrato al Cuore Immacolato di Maria.
La Madonna ha detto a Medjugorje il 5 settembre 1988: “Voglio mettervi in guardia perché in questo tempo satana vi tenta e vi cerca. A satana è sufficiente un vostro piccolo vuoto interiore per poter operare dentro di voi. Perciò, come vostra Madre, Io vi invito a pregare. Che la vostra arma sia la preghiera! Con la preghiera del cuore vincerete sata-na”.
Per la mia esperienza con molte coppie che sono arrivati quasi al punto della separazione, oltre al tradimento o adulterio di uno dei due, la causa principale comunque è sempre rappresentata da nuovi e strani pensieri che martellano la mente e che sono ispirazioni di satana per distruggere quel matrimonio. Ho incontrato molti casi di coppie quasi scoppiate, sul punto quantomeno della separazione, ma le mani benedette poggiate sulle loro teste e le preghiere di invocazione a Gesù e a Maria, hanno incredibilmente allontanato dalla mente della persona disturbata, quei pensieri di separazione e tanti inutili pretesti o ragionamenti capziosi che non avevano alcun fondamento concreto.
Ho provato moltissime volte che le benedizioni alla persona disturbata da continui assalti satanici che spingono alla separazione dal proprio coniuge, spariscono e si interrompe la tentazione contro il coniuge, lasciando la persona con la mente leggera, serena, nella pace. E con una nuova disposizione interiore per ricominciare e salvare il matrimonio.
Queste benedizioni possono darle tutti i Sacerdoti, mentre gli esorcisti incaricati dai loro Vescovi si occupano di casi di possessione demoniaca. Ma rimane assai strano vedere che in moltissime diocesi non ci sono esorcisti oppure solamente uno e pieno di impegni. Il Vescovo che conosce bene la spiritualità e che rimane fedele al Vangelo, conosce benissimo il danno che riescono a provocare i diavoli non solamente in tutti coloro che non pregano, anche ai credenti che però vivono nella tiepidezza.
Un Vescovo che crede al Vangelo di Gesù e lo vive nella fedeltà, inevitabilmente istituisce un buon numero di esorcisti nella sua diocesi ed esorta di continuo i suoi parroci a rendersi disponibili in ogni ora del giorno per dare brevi, semplici, efficaci e potenti benedizioni a quanti le richiedono! Invece, sappiamo di pochi esorcisti e nessuno invita i parroci a benedire le persone che supplicano aiuto… Cosa c’è che non và?
Molti cattolici si rivolgono alla magia occulta perché si lamentano di non ricevere ascolto dal parroco oppure non lo trovano mai, non vengono creduti né sostenuti dal parroco, trovano le Chiese chiuse, non hanno la possibilità di trovare anche poca acqua benedetta. Considerandosi abbandonati si rivolgono al mago o alla fattucchiera, peggiorando drasticamente la situazione.
Addirittura il diavolo potrebbe fare riappacificare la coppia, dato che era lui che istigava con brutti pensieri per la separazione, ma è una pace falsa e poco duratura, serve a satana a legare definitivamente quelle persone a sé e allontanarle per sempre da Gesù e dalla Madonna.
Ogni volta che si pratica la magia o si fanno le carte e altre pratiche occulte, ci si lega a satana e il suo spirito inonda sempre più la persona!
Preciso che sappiamo anche della disponibilità di molti parroci alle confessioni e a benedire quanti necessitano di aiuti spirituali.
Le separazioni e i divorzi aumentano un po’ ovunque, la situazione è davvero preoccupante dal punto di vista cristiano, mentre per quanti ignorano il Vangelo tutto è diventato lecito, anche quelle cose che oggettivamente sono illecite. Se molti cristiani manipolano il Vangelo per estrapolare solo quello che illusoriamente possa giustificare i loro adulteri e vari peccati, cosa combineranno di peggio i non credenti?
Ma Gesù ha donato a tutti la libertà di scegliere, ognuno diventa responsabile delle sue scelte. Vivere da peccatore è una scelta personale!
Aumentano le separazioni e i divorzi anche perché si è perduto il pudore, non c’è più una legge morale da osservare, si vuole soddisfare ogni pensiero che arriva alla mente pur di appagare i sensi, in qualsiasi modo e con qualsiasi partner. L’onestà intellettuale è vista come qualcosa di assolutamente sconosciuta, la moralità che indica la correttezza e una vita integerrima ed irreprensibile è letteralmente spenta sia alla giovane generazione sia in moltissimi trentenni e quarantenni.  
Nei luoghi di lavoro avvengono adulteri ininterrotti, questo afferma l’indagine di un quotidiano. I coniugi adùlteri lasciano a casa i loro presunti problemi e trovano il collega o la collega nella stessa condizione: ha lasciato a casa i suoi presunti problemi, quindi… si illudono di avere trovato il vero amore e molti lasciano le rispettive famiglie per formare una nuova famiglia.
Però passati alcuni anni molti si accorgono che i presunti problemi del passato non sono stati superati con il nuovo partner, li hanno portati con loro e li porteranno in ogni luogo. Perché spesso il vero problema non è l’altro coniuge… Basterebbe una santa confessione prima di decidere per il divorzio!
Pensiamo ai bambini che patiscono una vera disgrazia in questa situazione.
Si conoscono moltissime persone apparentemente felici dopo avere divorziato e avere contratto un altro matrimonio civile, e le loro scelte vanno rispettate. Risulta che molte persone vorrebbero ritornare indietro, eliminare ogni attrito avvenuto con il primo coniuge e ritornare a crescere i figli nella famiglia e nella pace interiore. Spesso un colpo di testa momentaneo distrugge tantissime cose buone, anche l’onorabilità di una persona che passa da amante in amante dopo avere abbandonato il coniuge.
Chi non prega e lascia sviluppare nella mente pensieri di tradimento o di divorzio, è già stato sconfitto da satana.
Ma nessuno di quanti hanno commesso grandi peccati si abbatta, Gesù vuole aiutare tutti ed è sempre pronto a perdonare i penitenti. Chi non può usufruire dei Sacramenti, continui a pregare e a chiedere aiuto a Gesù e alla Madonna. La speranza della salvezza è sempre disponibile per la misericordia di Gesù, partecipando alla Santa Messa e chiedendo la migliore soluzione possibile per poter ritornare a praticare i Sacramenti dopo avere risolto la piaga. Ma ognuno è libero di fare le scelte che desidera.
Esistono matrimoni che stanno in piedi per la sopportazione eroica da parte di uno dei coniugi, altri ancora per amore dei figli o per interessi egoistici. Ma non per Grazia di Dio, nel senso che la coppia ha escluso Gesù e non chiede l’intervento della Madonna. Le coppie di sposi che consacrano ogni giorno il matrimonio, la famiglia, i figli, tutto quello che hanno al Cuore Immacolato di Maria, non arrivano mai alla separazione e i figli crescono con virtù morali poco conosciute dalla società.
È vero che in qualche caso la tolleranza verso il coniuge agitato non è più accettabile, soprattutto quando c’è il rischio di perdere la vita. Una donna diceva di aver vissuto con il marito per tutta la vita nel terrore ma pregava molto la Madonna per non morire ammazzata dal marito, proprio perché l’uomo dormiva tenendo sotto il suo cuscino un’ascia… Cosa doveva farci? La follia e le stranezze di certe persone…
Ecco, se improvvisamente nella vita ti ritrovi con un coniuge che commette stranezze, cosa fai chiedi il divorzio? Ma nel matrimonio gli sposi dicono di restare insieme nella buona e nella cattiva sorte, il matrimonio è indissolubile, però và valutata la situazione del coniuge che commette atti che attentano alla vita dell’altro coniuge e diventa squilibrato. Occorrerà fare qualcosa. È previsto l’allontanamento dalla casa per un certo periodo ma non si tratta di separazione né di divorzio. Occorre valutare caso per caso con il Padre spirituale o con il parroco.
Gesù nel Vangelo eleva il matrimonio ad una nobiltà principesca, lo ha adornato di una sacramentalità di Grazia. Egli sa pure molto bene che non è facile per due persone andare sempre d’accordo o non accusare momenti di stanchezza. Gesù comprende anche i caratteri un po’ difficili e aiuta tutti, però non comprende gli sposi che incontrano difficoltà e non pregano.
Perché non pregare se solo con la preghiera si salvano i matrimoni e le famiglie?
Io non condanno i divorziati o quelle coppie separate per capricci passeggeri, io prego per tutti loro e chiedo ogni giorno a Gesù nella Santa Messa di salvare le loro anime, di toccare i loro cuori e liberare la mente da ogni tentazione. Gesù e la Madonna pur vedendo lo stato peccaminoso di quanti vivono nell’adulterio, non abbandonano quanti chiedono aiuti e rimangono nella Chiesa pur non potendo accedere ai Sacramenti. Gesù è venuto per salvare i peccatori, i Santi sono già salvi.
“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2,17).
(padre Giulio Maria Scozzaro)

IL MISTERO DELLA CHIESA DI SAN PIO



(dal Corriere del Mezzogiorno)
BARI - La nuova stimmata di Padre Pio si chiama massoneria. Il francescano è stato discusso in vita, in morte, da Beato e ora anche da Santo, le cui spoglie sono state appena traslate nella nuova «casa» firmata da un archistar. Nel libro «Il mistero della Chiesa di San Pio» fresco di stampa per le edizioni Settecolori (pp. 216 - 15 euro) di Francesco Colafemmina, laureato in filologia classica, esperto di arte sacra e titolare del blog «Fides et Forma»setaccia la nuova basilica di San Giovanni Rotondo e ne rinviene una mappa di simboli esoterici e massonici.
LA CONCHIGLIA MASSONICA - Intervistato da «Il Giornale» racconta che tutto comincia dalla forma della Chiesa una conchiglia, il Nautilus «che ha un significato pregnante per la massoneria, dato che simboleggia il percorso iniziatico e la perfezione del Gadu, cioè il Grande Architetto dell’Universo, la “divinità” massonica».
E poi: «Nell’arazzo dell’Apocalisse di Rauschenberg, la Gerusalemme celeste è già scesa in terra mentre su di essa incombe il Drago a sette teste, che appare vincitore, e da nessuna parte c’è Cristo vittorioso. Nel portale di Mimmo Paladino c’è un capretto con le gambe spezzate che potrebbe indicare l’iniziato che è entrato in loggia, e ha una stella a cinque punte.
L’altare di Arnaldo Pomodoro ha la forma di piramide rovesciata e nell’alchimia la piramide rovesciata indica il luogo in cui è custodita la pietra filosofale. Mentre nella formella del Tabernacolo Cristo ha le mani rivolte verso il basso. Un chiaro segnale massonico che in questo caso simboleggia il materialismo della Chiesa».
L'accusa non nuova -ne avevano già parlato altre fonti- qui, come si vede, diventa sempre più dettagliata. E la responsabilità è affidata al curatore delle scelte artistiche, quel Mario Codognato, dice Colafemmina «che nella famosa mostra “Barock” al museo Madre di Napoli, ha fatto esporre la donna crocifissa di Cattelan».
UN PERCORSO DI INIZIAZIONE - Al settimanale «Tempi», Colafemmina spiega anche che «Il viale che conduce al santuario non collega all'ingresso della chiesa, che è invece sul retro del santuario. Il fedele viene indotto a entrare in chiesa in modo nuovo, inusuale, a mo' di percorso di iniziazione».



Il Santuario dedicato a San Pio da Pietrelcina, progettato da Renzo Piano e aperto al culto nel 2004, non ha mai suscitato l’apprezzamento dei fedeli.
L’analisi sviluppata dal filologo e saggista Francesco Colafemmina parte dal giudizio critico comune ai tanti pellegrini che ogni anno affollano San Giovanni Rotondo, per porre degli inquietanti interrogativi: è possibile che l’intero complesso del santuario, la sua struttura architettonica, le opere d’arte in esso contenute, siano espressione di un vero e proprio culto massonico? Dietro la Chiesa dedicata a San Pio si cela un intrigo di messaggi esoterici e simbolismi massonici?
Come è stato possibile commissionare ad artisti atei o agnostici la realizzazione di altari, crocifissi, portali della chiesa dedicata a Padre Pio?
A questi interrogativi Colafemmina risponde affiancando lo studio dettagliato dell’iconografia e della struttura architettonica del santuario, all’inchiesta giornalistica sui fatti più recenti relativi alla riesumazione e alla conseguente traslazione del corpo di Padre Pio nell’opulenta cripta rivestita d’oro della nuova Chiesa.
Illuminato dal Magistero dei Papi sull’arte sacra, ma anche dalle loro strenue condanne delle derive simbolistiche ed esoteriche, il libro apre uno squarcio di luce sui tanti interrogativi che circondano la nuova dimora delle spoglie di San Pio.
Un racconto impietoso della decadenza delle arti sacre, una indagine sorprendente sulle aderenze fra una parte della Chiesa Cattolica e la libera massoneria muratoria.



«PADRE PIO SEPOLTO FRA SIMBOLI MASSONICI»
di Andrea Tornielli

Padre Pio da Pietrelcina, il Santo stimmatizzato che nel 1913 si lamentava per quei «disgraziati fratelli» che «corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria», sarebbe statotraslato e sepolto in una Chiesa zeppa di simbologie massoniche: il nuovo santuario di San Giovanni Rotondo progettato da Renzo Piano.
L’accusa non è nuova, già nel 2006 la rivista ultra-tradizionalista «Chiesa Viva» lanciò l’allarme con un polemico studio dell’ingegner Franco Adessa. Più cauto, ma ugualmente severo, anche il fascicolo «L’oltraggio a Padre Pio», pubblicato tre anni dopo da Angelo Maria Mischitelli, autore di vari libri storici sul Santo del Gargano.
Ora è destinato a far discutere il primo volume che tratta diffusamente l’argomento, «Il mistero della Chiesa di San Pio» (edizioni Settecolori, pp. 216, 15 euro), nelle librerie italiane. L’autore è Francesco Colafemmina, un giovane studioso, laureato in filologia classica, esperto di arte sacra, tra i promotori di un appello a Benedetto XVI per il «ritorno ad un’arte sacra autenticamente cattolica».
Davvero il nuovo santuario di Padre Pio contiene simboli massonici?
«Dalla mia analisi sembrerebbe proprio di sì. Ad ogni modo, credo che l’aspetto più interessante sia valutare l’effetto che la vista di quel santuario fa sui fedeli, dato che la mia ricerca è nata dopo una visita che ho fatto da semplice devoto del Santo».
E quale effetto fa, secondo lei?
«Sicuramente molti fedeli rimangono sconcertati dall’assenza di chiari segni cristiani, a partire dalla forma stessa del santuario, che è un Nautilus, una conchiglia fossile».
Ma la conchiglia non è un simbolo cristiano?
«La conchiglia di San Giacomo sì, ma il Nautilus no. Quest’ultimo però ha un significato pregnante per la massoneria, dato che simboleggia il percorso iniziatico e la perfezione del Gadu, cioè il Grande Architetto dell’Universo, la “divinità” massonica».
Non potrebbe trattarsi di coincidenze?
«Anche se così fosse, il problema resta. Non si ha la sensazione di entrare in una Chiesa. E per di più quel santuario è diventato un modello per la nuova arte sacra, concentrata più sulla notorietà dell’architetto che sull’aderenza allo spirito della liturgia e al messaggio evangelico».
Ma chi ha curato il progetto artistico e gli arredi sacri?
«Secondo quanto riportato nelle memorie di padre Gerardo Saldutto, Renzo Piano sin dal 1991 si era prefissato di fare di quell’area di San Giovanni Rotondo “un luogo magico” e “una chiesa aperta”. A scegliere gli artisti è stato un suo collaboratore, Mario Codognato. Lo stesso Codognato che nella famosa mostra “Barock” al museo Madre di Napoli, ha fatto esporre la donna crocifissa di Cattelan».
Eppure il Vaticano ha supervisionato la realizzazione della Chiesa.
«Sì, certo, il consulente liturgico è stato monsignor Crispino Valenziano, che fin dal 1994 aveva sancito la necessità di realizzare una Chiesa senza inginocchiatoi e nella quale ci fosse sull’altare una croce assolutamente priva del Crocifisso, richiamando a giustificazione di queste scelte presunte norme liturgiche post-conciliari».
Perché le definisce presunte?
«Perché non si trovano scritte da nessuna parte e oggi appaiono non in sintonia con il Magistero liturgico di Papa Benedetto. Mi riesce perciò difficile capire la ragione per la quale ora si è deciso di traslare nella cripta di quel santuario il corpo di San Padre Pio».
Non era nell’ordine delle cose che il corpo venisse custodito lì?
«La decisione era già stata presa nel 2002. Ma vorrei ricordare che due anni fa venne pubblicamente smentita dai frati di San Giovanni Rotondo per non suscitare le ire del fedeli. Ora purtroppo è stata messa in atto».

L'EUCARISTIA: COMUNIONE CON CRISTO E TRA NOI

Signore, quando sento che i miei problemi personali mi sconvolgono la vita e uccidono la speranza, vienimi incontro e donami il Tuo amore; rinnova le mie forze per proseguire nel cammino.
Signore, solo Tu sei la mia Speranza!
(padre Antonio Genziani)

TU ESORTI CHI TI AMA AD ESSERE PERFETTO


Tu esorti chi Ti ama ad essere perfetto come il Padre celeste. 
Fa' che il nostro amore per i beni materiali non diventi mai un ostacolo a seguire Te, che dai tanto valore alla povertà. Fa' che, come celebriamo il Mistero della Tua Morte, così imitiamo il Tuo amore perfetto, perché il nostro cuore sarà là dove è il nostro tesoro.

COME UN BAMBINO...


Signore, insegnami a diventare simile ad un bambino di fronte a Te, perdendo ogni mia arroganza e ogni mia durezza, ogni mio rancore e ogni mio complesso.
Aiutami ad avere fiducia, ad essere dolce e sempre riconoscente per la formazione che ricevo dalla santa Madre Chiesa. Fa' che la mia fanciullezza d'animo si rinnovi sempre e che il mio spirito non invecchi mai.
Possa io essere sempre desideroso di ascoltare la Tua Parola e di compiere tutti i miei doveri e le mie missioni alla Tua presenza, avvolto dal Tuo sguardo amoroso.

IL PERDONO CRISTIANO


Quando si parla di perdono anche molti cristiani si irrigidiscono e non vogliono accogliere questo gesto di riconciliazione. In molti casi veramente c’è da rabbrividire quando si sentono storie di odio e di vendette, con sofferenze patite da persone che diventano vittime davanti a Gesù. Per tutto il male ricevuto da familiari, parenti, amici e nemici, ci sono persone che continuano a versare lacrime di sangue…
Gesù ci invita però al perdono almeno del cuore; anche se non si incontrano più questi carnefici, occorre perdonarli nel proprio cuore e desiderare tutto il bene possibile per loro. E spesso è preferibile non incontrare chi ci odia per evitare ulteriore male a quello già ricevuto. Invece occorre dare la massima disponibilità all’incontro con familiari e parenti se mostrano vero pentimento e chiedono perdono per il male arrecato.
È facile pretendere il perdono dagli altri e non mostrarlo mai quando si commettono errori anche gravi!
Il perdono cristiano è un momento di grande gioia interiore e di pace impareggiabile per chi lo concede a quanti hanno causato sofferenze. Persone che non meritano alcun perdono quando ci vedono disponibili ad abbracciarli e a mostrare di avere dimenticato ogni ingiustizia e diffamazione, rimangono sbigottiti e credono che noi veramente abbiamo incontrato il Signore Gesù.
Il cristiano è colui che sempre ama, perdona e prega per tutti!
Non è un perdono come lo intende il mondo pagano, non si tratta solamente di sorvolare sul male che una persona ci ha procurato, perché questo può avvenire per interessi personali o per vantaggi affettivi.
Anche un pagano/ateo può dimenticare il male subito da un familiare o da un parente, ma è un perdono carnale, passionale, opportunistico. Due persone atee che si stimavano e si riconciliano dopo un litigio, lo fanno per egoismo affettivo, decidono di dimenticare l’incomprensione o quanto avvenuto anche se si è trattato di qualcosa di grave. Non c’è amore in questa dimenticanza, non c’è quel perdono interiore e gioioso che desidera il bene dell’altro, c’è solo il vantaggio egoistico di ritornare a divertirsi tra di loro.
Il perdono cristiano è un’altra cosa: è interiore, sincero, gioioso, altruistico, pieno di bontà e disponibilità. Questo perdono il cristiano lo deve concedere sempre, a tutti, incondizionatamente, con amore, dimenticando i contrasti e le parole fuori luogo, pregando soprattutto per la persona che ha causato molte sofferenze con le sue cattiverie o con altri attacchi maliziosi.
Noi cristiani siamo chiamati a perdonare sempre, quantomeno nel nostro cuore, e a pregare per quanti ci hanno arrecato sofferenze.
Gesù chiede ad ognuno di noi di vivere con una mentalità nuova, non più quella del mondo, non più quella dell’occhio per occhio, ci chiede di vedere in tutte le persone che conosciamo ed incontriamo, fratelli e sorelle, perché tutti siamo figli di Dio. E se ci calpestano e ci diffamano, continuiamo a perdonare, perché solo chi perdona è grande nello spirito e dimostra di avere incontrare veramente Gesù Cristo.
La persona offesa deve essere la prima a rendersi disponibile a perdonare i suoi diffamatori, soprattutto se sono familiari e persone che condividono qualcosa. Ma tutti meritano il perdono come tutti noi veniamo perdonati continuamente da Gesù. Quando il confessore alza la mano per assolvere, in quel momento è Gesù che perdona, il Sacerdote dice al posto del Signore: “Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
Gesù perdona tutti i peccati che umilmente si confessano, tranne la bestemmia contro lo Spirito Santo.
Bisogna chiarire due cose: il peccato della bestemmia può essere perdonato, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata. Separiamo la bestemmia come tale e l’atteggiamento peccaminoso che è un oltraggio allo Spirito Santo.
“La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”: si spiega che con molta difficoltà si otterrà il perdono, non per mancanza di amore o di potenza di Dio (è dogma di Fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione) ma per la chiusura all’azione della Grazia da parte di chi commette i peccati.
Non è Gesù a rifiutare il perdono, è il peccatore incorreggibile a rifiutare il perdono.
La maggior parte senza pensarci -tanto è ottenebrato l’intelletto-, non ha alcun desiderio di chiedere perdono a Gesù. E questo succede anche a tutti coloro che pur pregando (!?), hanno una condotta di vita spregiudicata e insensibili alle cose di Dio. Non si tratta del classico peccatore come lo intendiamo, che può, senza limiti e alcun problema, convertirsi, confessarsi e cominciare una vita santa.
Riguarda chi riconosce che determinate opere sono di Gesù e nella sua follia le attribuisce al diavolo. Perché non è interessato a Gesù né alla vita di Grazia. Succede anche a Sacerdoti e Vescovi. Nessuno è escluso.
Quindi, la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, e respingono ostinatamente le Sue opere, addirittura attribuendole al diavolo, identificando così lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei.
Vediamo i sei peccati contro lo Spirito Santo indicati dal Catechismo: 1) l’impugnazione della verità conosciuta; 2) l’invidia della Grazia altrui; 3) la disperazione della salvezza; 4) la presunzione di salvarsi senza merito; 5) l’ostinazione nel peccato; 6) l’impenitenza finale.
Si tratta di ostinazione nel peccato, e viene commessa sapendo di andare contro Dio; è un’irriverenza ribelle, arrecando umiliazione intenzionale alle cose legate a Dio, sapendo quindi con precisione a chi dichiara guerra: Gesù Cristo.
Una malattia viene dichiarata insanabile quando l’ammalato rifiuta la medicina, allo stesso modo c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona, perché il peccatore rifugge dalla Grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio. Rifugge perché rifiuta la Grazia, non ha alcuna capacità di andare verso Dio perché ripieno di spirito demoniaco che lo ha reso per sua colpevolezza, come un demonio incarnato. Potrà mai chiedere perdono a Dio?
Addirittura avversa la Grazia di Dio, la combatte nelle persone oneste, la vuole eliminare dal mondo.
Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo e non può essere perdonata, perché il peccatore non riuscirà più a tornare indietro.
 Perché molti cristiani non vogliono perdonare quelli che hanno commesso cattiverie verso loro? Perdonare non comporta necessariamente mangiare insieme o festeggiare insieme qualcosa, il perdono almeno del cuore è quello indispensabile per non nutrire odio verso nessuno ed amare chi ci ha fatto soffrire.
Chi vuole essere perdonato da Dio deve principalmente perdonare tutte le persone con cui ha avuto problemi.
È vero che difficilmente si ritornerà come prima, ma noi come cristiani avremo mostrato l’Amore di Gesù e il Suo Vangelo.
(padre Giulio Maria Scozzaro)

TUTTO VIENE DA DIO

Che cosa posso fare io?
Tutto viene da Dio. 
Io sono ricco di una sola cosa, 
d'una infinita miseria.

16 agosto 2012

INSEGNAMI AD AMARTI CON TUTTO IL CUORE


Signore, 
insegnami ad amarTi con tutto il cuore e, poiché desidero osservare i Tuoi comandamenti, fa' che sia sempre pronto ad assumere su di me il fardello degli altri e a perdonare coloro che, per una ragione o per un'altra, fanno o dicono qualcosa contro di me.
Possa io sempre ricordarmi di offrire un tale comportamento in espiazione delle offese commesse contro il Tuo Sacro Cuore.

SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE


San Massimiliano Maria Kolbe
Sacerdote e martire
Zdunska-Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941

Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell'Ordine dei Francescani e, mentre l'Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di Sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte. (Avvenire)
Etimologia: Massimiliano = composto di Massimo e Emiliano (dal latino)
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Memoria di San Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, Sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, fondatore della Milizia di Maria Immacolata, fu deportato in diversi luoghi di prigionia e, giunto infine nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, si consegnò ai carnefici al posto di un compagno di prigionia, offrendo il suo ministero come olocausto di carità e modello di fedeltà a Dio e agli uomini.

Se non è il primo è senz’altro fra i primi ad essere stato beatificato e poi canonizzato fra le vittime dei campi di concentramento tedeschi. Il Papa Giovanni Paolo II ha detto di lui, che con il suo martirio egli ha riportato “la vittoria mediante l’amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell’uomo”.
Massimiliano Kolbe nacque il 7 gennaio 1894 a Zdunska-Wola in Polonia, da genitori ferventi cristiani; il suo nome al Battesimo fu quello di Raimondo. Papà Giulio, operaio tessile era un patriota che non sopportava la divisione della Polonia di allora in tre parti, dominate da Russia, Germania ed Austria; dei cinque figli avuti, rimasero in vita ai Kolbe solo tre, Francesco, Raimondo e Giuseppe.
A causa delle scarse risorse finanziarie solo il primogenito poté frequentare la scuola, mentre Raimondo cercò di imparare qualcosa tramite un Prete e poi con il farmacista del paese; nella zona austriaca, a Leopoli, si stabilirono i Francescani, i quali conosciuti i Kolbe, proposero ai genitori di accogliere nel loro collegio i primi due fratelli più grandi; essi consci che nella zona russa dove risiedevano non avrebbero potuto dare un indirizzo e una formazione intellettuale e cristiana ai propri figli, a causa del regime imperante, accondiscesero; anzi liberi ormai della cura dei figli, il 9 luglio 1908, decisero di entrare loro stessi in convento, Giulio nei Terziari Francescani di Cracovia, ma morì ucciso non si sa bene se dai tedeschi o dai russi, per il suo patriottismo, mentre la madre Maria divenne Francescana a Leopoli.
Anche il terzo figlio Giuseppe dopo un periodo in un pensionamento benedettino, entrò fra i Francescani. I due fratelli Francesco e Raimondo dal collegio passarono entrambi nel noviziato francescano, ma il primo, in seguito ne uscì dedicandosi alla carriera militare, prendendo parte alla Prima Guerra Mondiale e scomparendo in un campo di concentramento.
Raimondo divenuto Massimiliano, dopo il noviziato fu inviato a Roma, dove restò sei anni, laureandosi in filosofia all’Università Gregoriana e in teologia al Collegio Serafico, venendo ordinato Sacerdote il 28 aprile 1918. Nel suo soggiorno romano avvennero due fatti particolari, uno riguardo la sua salute, un giorno mentre giocava a palla in aperta campagna, cominciò a perdere sangue dalla bocca, fu l’inizio di una malattia che con alti e bassi l’accompagnò per tutta la vita.
Poi in quei tempi influenzati dal Modernismo e forieri di totalitarismi sia di destra che di sinistra, che avanzavano a grandi passi, mentre l’Europa si avviava ad un secondo conflitto mondiale, Massimiliano Kolbe non ancora Sacerdote, fondava con il permesso dei superiori la “Milizia dell’Immacolata”, associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria.
Ritornato in Polonia a Cracovia, pur essendo laureato a pieni voti, a causa della malferma salute, era praticamente inutilizzabile nell’insegnamento o nella predicazione, non potendo parlare a lungo; per cui con i permessi dei superiori e del Vescovo, si dedicò a quella sua invenzione di devozione mariana, la “Milizia dell’Immacolata”, raccogliendo numerose adesioni fra i religiosi del suo Ordine, professori e studenti dell’Università, professionisti e contadini.
Alternando periodi di riposo a causa della tubercolosi che avanzava, Padre Kolbe fondò a Cracovia verso il Natale del 1921, un giornale di poche pagine “Il Cavaliere dell’Immacolata” per alimentare lo spirito e la diffusione della “Milizia”.
A Grodno a 600 km da Cracovia, dove era stato trasferito, impiantò l’officina per la stampa del giornale, con vecchi macchinari, ma che con stupore attirava molti giovani, desiderosi di condividere quella vita francescana e nel contempo la tiratura della stampa aumentava sempre più. A Varsavia con la donazione di un terreno da parte del conte Lubecki, fondò “Niepokalanow”, la ‘Città di Maria’; quello che avvenne negli anni successivi, ha del miracoloso, dalle prime capanne si passò ad edifici in mattoni, dalla vecchia stampatrice, si passò alle moderne tecniche di stampa e composizione, dai pochi operai ai 762 religiosi di dieci anni dopo, il “Cavaliere dell’Immacolata” raggiunse la tiratura di milioni di copie, a cui si aggiunsero altri sette periodici.
Con il suo ardente desiderio di espandere il suo Movimento mariano oltre i confini polacchi, sempre con il permesso dei superiori si recò in Giappone, dove dopo le prime incertezze, poté fondare la “Città di Maria” a Nagasaki; il 24 maggio 1930 aveva già una tipografia e si spedivano le prime diecimila copie de “Il Cavaliere” in lingua giapponese.
In questa città si rifugeranno gli orfani di Nagasaki, dopo l’esplosione della prima bomba atomica; aprì una Casa anche ad Ernakulam in India sulla costa occidentale. Per poterlo curare della malattia, fu richiamato in Polonia a Niepokalanow, che era diventata nel frattempo una vera cittadina operosa intorno alla stampa dei vari periodici, tutti di elevata tiratura, con i 762 religiosi, vi erano anche 127 seminaristi.
Ma ormai la Seconda Guerra Mondiale era alle porte e Padre Kolbe, presagiva la sua fine e quella della sua Opera, preparando per questo i suoi confratelli; infatti dopo l’invasione del 1° settembre 1939, i nazisti ordinarono lo scioglimento di Niepokalanow; a tutti i religiosi che partivano spargendosi per il mondo, egli raccomandava “Non dimenticate l’amore”, rimasero circa 40 frati, che trasformarono la ‘Città’ in un luogo di accoglienza per feriti, ammalati e profughi.
Il 19 settembre 1939, i tedeschi prelevarono Padre Kolbe e gli altri Frati, portandoli in un campo di concentramento, da dove furono inaspettatamente liberati l’8 dicembre; ritornati a Niepokalanow, ripresero la loro attività di assistenza per circa 3500 rifugiati di cui 1500 erano ebrei, ma durò solo qualche mese, poi i rifugiati furono dispersi o catturati e lo stesso Kolbe, dopo un rifiuto di prendere la cittadinanza tedesca per salvarsi, visto l’origine del suo cognome, il 17 febbraio 1941 insieme a quattro Frati, venne imprigionato.
Dopo aver subito maltrattamenti dalle guardie del carcere, indossò un abito civile, perché il saio francescano li adirava moltissimo. Il 28 maggio fu trasferito ad Auschwitz, tristemente famoso come campo di sterminio, i suoi quattro confratelli l’avevano preceduto un mese prima; fu messo insieme agli ebrei perché Sacerdote, con il numero 16670 e addetto ai lavori più umilianti come il trasporto dei cadaveri al crematorio.
La sua dignità di Sacerdote e uomo retto primeggiava fra i prigionieri, un testimone disse: “Kolbe era un principe in mezzo a noi”. Alla fine di luglio fu trasferito al Blocco 14, dove i prigionieri erano addetti alla mietitura nei campi; uno di loro riuscì a fuggire e secondo l’inesorabile legge del campo, dieci prigionieri vennero destinati al bunker della morte. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti, un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.
La disperazione che s’impadronì di quei poveri disgraziati, venne attenuata e trasformata in preghiera comune, guidata da Padre Kolbe e un po’ alla volta essi si rassegnarono alla loro sorte; morirono man mano e le loro voci oranti si ridussero ad un sussurro; dopo 14 giorni non tutti erano morti, rimanevano solo quattro ancora in vita, fra cui Padre Massimiliano, allora le SS decisero, che giacché la cosa andava troppo per le lunghe, di abbreviare la loro fine con una iniezione di acido fenico; il francescano martire volontario, tese il braccio dicendo “Ave Maria”, furono le sue ultime parole, era il 14 agosto 1941.
Le sue ceneri si mescolarono insieme a quelle di tanti altri condannati, nel forno crematorio; così finiva la vita terrena di una delle più belle figure del francescanesimo della Chiesa polacca. Il suo fulgido martirio gli ha aperto la strada della beatificazione, avvenuta il 17 ottobre 1971 con Papa Paolo VI e poi è stato canonizzato il 10 ottobre 1982 da Papa Giovanni Paolo II, suo concittadino.


L'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


« Era conveniente che Colei che nel parto aveva conservato integra la Sua verginità conservasse integro da corruzione il Suo corpo dopo la morte. 
Era conveniente che Colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto Bambino abitasse nella Dimora Divina. 
Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella Casa celeste. 
Era conveniente che Colei che aveva visto il proprio Figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che Le era stato risparmiato nel parto, Lo contemplasse seduto alla destra del Padre. 
Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che Le era dovuto a motivo di Suo Figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e Schiava di Dio».
(san Giovanni Damasceno)

BUONA FESTA DELL'ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA A TUTTI!


Maria ci rivela che la bellezza e la luminosità della volta celeste è già dentro di noi perché noi siamo fatti di cielo. 
Sta a noi camminare sulle vie della povertà spirituale insieme a Maria, per diradare tutte le nubi della superbia e dell'egoismo che si addensano nel nostro cuore e lasciare che il Sole dell'Amore di Dio risplenda in noi.
Alziamo gli occhi al cielo e cantiamo con gioia, assieme a Maria, l'Amore di Dio. 
Ave Maria!

14 agosto 2012

SIGNORE, CHE COSA AMI NEI BAMBINI?


Signore, quando infine capirò che cosa ami nei bambini? 
Come posso contribuire a mantenere in me e negli altri le qualità che, nei bambini, Ti sono care?
Devo resistere alla tendenza di assumere quei modi "mondani", indipendenti, "adulti" che non sono altro che vanità ed egoismo e devo, invece, rivolgermi docilmente verso la Madre Chiesa perché mi sostenga e mi guidi, affinché io continui a nutrirmi dei suoi sacramenti e ad apprendere il suo insegnamento.

L'IMPORTANZA DELL'EUCARISTIA NELLA VITA DEL CRISTIANO


In vaste zone della Chiesa, l’Eucaristia è considerata esclusivamente un pezzo di pane, forse neanche questo per il mancato sapore del pane, comunque c’è una grande indifferenza verso il Tabernacolo dove Gesù rimane per amarci da vicino.
Basta osservare se il Tabernacolo è ornato di fiori, di luci, di tovaglie pregiate, di pulizia, per capire se lì c’è amore o indifferenza.
Noi oggi vogliamo comprendere meglio cosa dona Gesù presente nell’Eucaristia, quali effetti si sviluppano rimanendo in adorazione, cosa avviene alla persona che fa adorazione all’Eucaristia, perché è determinante per la vera crescita spirituale nutrire una grande devozione al Santissimo Sacramento. 
Come insegna il Magistero autentico, “l’Eucaristia è il centro, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”.
Senza Eucaristia non c’è nulla e si possono organizzare grandi eventi in diocesi o in parrocchia, ma se Gesù Eucaristia non è al centro e il centro di tutto l’interesse dei Vescovi e dei Sacerdoti, ai credenti non viene donato assolutamente nulla. Rimane solo l’illusione di avere organizzato incontri di catechesi o eventi pastorali, di Divino non rimane niente.
Possiamo affermare che soprattutto in questi tempi l’Eucaristia è il grande Dono di Dio non compreso.
Gesù, per tutta la Sua vita terrena fu l’Incompreso; continua ad essere ancora ai giorni nostri Dio sconosciuto, ignoto, nascosto alla stragrande maggioranza dei cattolici. Se Gesù si identifica con il Pane disceso dal Cielo ci vuole dire che solo Lui riesce a sfamare ogni forma di fame dell’uomo, solo Lui ci dona la pace e la gioia che il mondo non può conoscere perché si oppone a Lui.
Quando si mangia l’Eucaristia, quindi si prende la Comunione non in stato di peccato mortale, essendo veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo di Dio, l’Eucaristia trasmette una forza spirituale che varia dalle disposizioni interiori del credente. 
Chi è fervoroso e si è preparato bene prima della Messa ed è rimasto attento durante, senza parlare con i vicini o pensare al cellulare e ad altre incombenze irrilevanti in quel momento, riceve senza dubbio molta Grazia dal Signore Gesù. La sua vita cambia in meglio, ha più lucidità e l’intelletto è più libero nel ragionare, si sente spinto ad amare tutti, ad esprimere sempre la verità e ad avere un grande senso di onestà e di rettitudine.
Chi prende parte in stato di Grazia alla Messa, partecipa alla Vita Divina che Gesù trasmette nel Sacrificio dell’altare, partecipa ai frutti che ne scaturiscono e ottiene benefici propri e specifici della Comunione eucaristica. 
La presenza reale di Gesù nell’Eucaristia dà a questo Sacramento un’efficacia soprannaturale infinita. Sotto le specie eucaristiche Gesù Si dona a noi per intero, e la Sua presenza si sviluppa se l’anima è in Grazia, si spegne se invece l’anima si trova in peccato mortale. Commettendo anche sacrilegio.
Al contrario, chi partecipa senza interesse e sbadatamente alla Messa, non si prepara spiritualmente prima e non rimane attento al Mistero che si svolge sotto gli occhi della Fede, riceve pochissimo e sicuramente nessuna Grazia. Non è la presenza fisica in Chiesa a garantirci i doni Divini, non è il ruolo che possiamo ricoprire in quell’assemblea e neanche l’autorità ecclesiale; è l’amore a Gesù e la vita onesta a garantirci abbondanti Grazie durante la Santa Messa.
Se molti comprendessero lo 0,1% del valore del Sacrificio Eucaristico, resterebbero raccolti come Angeli.
Chi più ama Gesù durante la Messa e si immerge nel Mistero del Sacrificio Eucaristico, più Grazie riceve, anche miracoli!
L’Eucaristia è il Sacramento più grande, centro e culmine di tutti gli altri Sacramenti. Gesù è il Sacramento del Padre, Si fa Uno di noi per trasformarci in Lui. Senza la Sua presenza eucaristica e senza l’adorazione dell’Eucaristia, il credente non potrà mai compiere un vero cammino spirituale. È impossibile!
Gesù Si è fatto per ognuno di noi Cibo di verità e di amore, e quando afferma che ha donato la Sua Vita per noi e che Lui è il Pane che ci sfama, dichiara che “chi mangia di questo Pane vivrà in eterno. Colui che mangia di Me, vivrà per Me”. 
Chi si nutre degnamente dell’Eucaristia nel tempo diventa anima eucaristica, assorbe le virtù di Gesù e la sua vita si trasforma giorno dopo giorno. Così si sono formati i Santi, così vogliamo fare noi per proseguire questo santo cammino e arrivare alla trasfigurazione spirituale.
(padre Giulio Maria Scozzaro)