" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

30 aprile 2010

APRIAMO LE PORTE A MARIA


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CONSACRAZIONE ALLA MADONNA

O Maria,
Madre del Verbo Incarnato
e Madre nostra dolcissima,
siamo qui ai Tuoi piedi,
mentre sorge un nuovo giorno,
un altro grande dono del Signore.
Deponiamo nelle Tue mani e nel Tuo Cuore
tutto il nostro essere.
Noi saremo Tuoi nella volontà,
nel pensiero, nel cuore, nel corpo.
Tu forma in noi, con materna bontà,
una vita nuova,la vita del Tuo Gesù.
Amen.

PADRE LIVIO SCRIVE... SUL MESE DI MAGGIO

Cari amici,

il mese di Maggio è per eccellenza il mese di Maria. Nel messaggio del 25 Aprile la Madonna ci ha invitato a chiedere la Sua intercessione. E' un invito da non lasciar cadere. Presentiamo al Suo Cuore materno, con insistenza e fiducia tutte le grazie di cui abbiamo bisogno.

La Madonna ha detto che la preghiera opera miracoli nei cuori e nel mondo. Non c'è grazia che la Madre non possa ottenere per i Suoi figli, purchè corrisponda alla Volontà di Dio. Non mettiamo limiti alla Sua onnipotenza di amore.

La Madonna ci invita anche a pregare per le Sue intenzioni. In questo mese di Maggio Lei desidera che quanti più cuori possibili si aprano ai Suoi mesaggi. Offriamo il Rosario quotidiano e i nostri fioretti per questa Sua intenzione. Invitiamo anche i bambini a farli.

Se preghiamo per le Sue intenzioni, la Madonna ci assicura la Sua intercessione: "Io sono con voi e intercedo per ognuno di voi".
La protezione della Madonna è la vera sicurezza nella pericolosa navigazione della vita. Sotto il Suo manto siamo sempre al sicuro.

Viviamo questo mese di Maggio con Maria. Stiamo vicini al Suo Cuore, attingiamo al Suo amore e portiamolo a chi è lontano e non lo conosce. La Madre non abbandona nessuno dei Suoi figli. Li segue uno ad uno perché non si perdano. AiutiamoLa a salvare le anime.

Vostro Padre Livio

IL MESE DI MAGGIO


Inizia il mese di Maggio, mese dedicato in modo particolare alla nostra Mamma Celeste.
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I migliori auguri per un mese di Maggio denso di preghiera, ricco di grazia e ricolmo della pace del fuoco vivo dell'amore che solo Dio sa donare, e vissuto sotto lo Sguardo amoroso della nostra buona Mamma del Cielo. Un fortissimo ed affettuoso abbraccio.
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Scarlet



AMA LA VERITA'

"Ama la verità,
mostrati qual sei, e senza infingimenti
e senza paure e senza riguardi.
E se la verità ti costa la persecuzione,
e tu accettala;
e se il tormento, e tu sopportalo.
E se per la verità dovessi sacrificare te stesso
e la tua vita,
e tu sii forte nel sacrificio."

(San Giuseppe Moscati
)

AMARE DIO


Chi vuole amare Dio, già Lo ama.

(S. Margherita Maria Alacoque)

CHE IO MAI PIU' TORNI A VOLARE RASOTERRA!



Signore mio Gesù: fa' che io senta, che assecondi a tal punto la Tua grazia da svuotare il mio cuore..., perché lo possa riempire Tu, il mio Amico, il mio Fratello, il mio Re, il mio Dio, il mio Amore! (Forgia, 913)

Mi vedo come un povero uccellino che, abituato a volare soltanto da albero ad albero o, al più, fino al balcone di un terzo piano..., una sola volta ebbe l'ardire di arrivare fino al tetto di una casetta, che non era proprio un grattacielo...

Ma ecco che un'aquila afferra il nostro eroe — lo aveva scambiato per un pulcino della sua razza — e, fra i suoi artigli poderosi, l'uccellino sale, sale molto in alto, oltre le montagne della terra e le vette innevate, oltre le nubi bianche e azzurre e rosa, ancora più su, fino a guardare in faccia il sole... E allora l'aquila, liberando l'uccellino, gli dice: — Forza, vola!

— Signore, che io mai più torni a volare rasoterra! Che sia sempre illuminato dai raggi del Sole Divino — Cristo — nell'Eucaristia!, Che il mio volo non si interrompa, fino a trovare il riposo del Tuo Cuore! (Forgia, 39)

29 aprile 2010

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO DI S. CATERINA DA SIENA

" Spirito Santo,
vieni nel mio cuore,
per la Tua potenza tiralo a Te, Dio Vero.
Concedimi carità e timore.
Custodiscimi o Dio da ogni mal pensiero.
Inflammami e riscladami del Tuo dolcissimo amore,
acciò ogni travaglio mi sembri leggero.
Assistenza chiedo ed aiuto in ogni mio ministero.
Cristo Amore, Cristo Amore. "

IL CRISTIANO E LA VITA ETERNA


“Solo la Vita Eterna è importante.

Il cristiano è al mondo per dire questa parola.

Solo la speranza di non morire

giustifica l’esistenza della Chiesa

e la predicazione del Vangelo”.

(L. Accattoli)

" IO SONO LA LUCE DEL MONDO "

I nostri peccati sono stati la causa della Passione: della tortura che deformava la fisionomia amabilissima di Gesù, perfectus Deus, perfectus Homo. E sono ancora le nostre miserie a impedirci ora di contemplare il Signore, presentandoci opaca e contraffatta la Sua figura. Quando la vista ci si intorbidisce, quando gli occhi si annebbiano, dobbiamo rivolgerci alla Luce. E Cristo ha detto: "Ego sum lux mundi!" (Gv 8, 12) "lo sono la luce del mondo". E aggiunge: "Chi segue Me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Via Crucis, VI, n.1).

...La Risurrezione è il fondamento della nostra fede, come scrive San Paolo. Tuttavia non dobbiamo dirigerci troppo in fretta verso questa mèta; non dimentichiamo una verità elementare, ma che tanto spesso ci sfugge: noi non potremo partecipare alla Risurrezione del Signore se non ci uniamo alla Sua Passione e alla Sua Morte. Per essere con Cristo nella Sua gloria, bisogna che prima aderiamo al Suo olocausto per sentirci una sola cosa con Lui, morto sul Calvario (...).

Meditiamo su questo Signore, coperto di ferite per amor nostro. Usando un'espressione che si avvicina alla realtà, anche se non arriva a dire tutto, potremmo ripetere con un autore antico:

" Il corpo di Gesù è un grande quadro di dolori ". La scena che ci presenta questo Cristo ridotto a uno straccio, un corpo martoriato e inerte deposto dalla Croce e affidato a Sua Madre, è come il ritratto di una disfatta. Dove sono le folle che Lo seguivano? Dov'è il Regno di cui annunciava l'avvento? Ma non è una sconfitta; è una vittoria: ora Egli è più che mai vicino al momento della Risurrezione, della manifestazione della gloria che ha conquistato con la Sua obbedienza. (È Gesù che passa, 95).

28 aprile 2010

PER VIVERE MEGLIO SU QUESTA NOSTRA TERRA...

“Su questa terra
ci sarebbe un posto dignitoso
per tutti gli uomini
se le nostre mani fossero meno egoiste e rapaci,
se i nostri piedi non pestassero più terra
di quella che è necessaria”.

(Don Primo Mazzolari)

CHIEDI VERA UMILTA'

L'umiltà nasce come frutto della conoscenza di Dio e della conoscenza di sé stesso. (Forgia, 184)

Queste depressioni, perché vedi o perché scoprono i tuoi difetti, non hanno fondamento...
Chiedi vera umiltà. (Solco, 262)

Rifuggiamo da quella falsa umiltà che si chiama comodità. (Solco, 265)

Signore, Ti chiedo un regalo: Amore..., un Amore che mi conservi puro. — E un altro regalo ancora: la conoscenza di me, per riempirmi di umiltà. (Forgia, 185)

Sono santi coloro che lottano fino alla fine della loro vita: coloro che sanno sempre rialzarsi dopo ogni inciampo, dopo ogni caduta, per proseguire coraggiosamente il cammino con umiltà, con amore, con speranza. (Forgia, 186)

Se i tuoi errori ti rendono più umile, se ti portano a cercare con più forza l'appiglio della Mano Divina, allora sono cammino di santità: “Felix culpa!”colpa benedetta!, canta la Chiesa. (Forgia, 187)

L'umiltà porta ogni anima a non scoraggiarsi davanti ai propri errori.
— L'umiltà vera porta... a chiedere perdono! (Forgia, 189)

LA GRANDEZZA DEL CRISTIANESIMO

“La grandezza suprema del cristianesimo
viene dal fatto che esso non cerca
un rimedio soprannaturale contro la sofferenza,
ma un impiego soprannaturale della sofferenza”.

(San Giovanni della Croce)

LA SAGGEZZA E' PRESSO GLI UMILI

"Quia respexit humilitatem Ancillae Suae" perché vide la bassezza della Sua Schiava... Ogni giorno di più mi persuado che l'umiltà autentica è la base soprannaturale di tutte le virtù! Parla con la Madonna, perché ci addestri a camminare per questo sentiero. (Solco, 289)

Se meditiamo la Sacra Scrittura, vedremo come l'umiltà è il requisito indispensabile per disporsi ad ascoltare Dio. La saggezza è presso gli umili [Pro 11, 2], dice il libro dei Proverbi. Umiltà significa vederci come siamo, senza palliativi, secondo verità. Costatando la nostra pochezza, ci apriremo alla grandezza di Dio: è questa la nostra grandezza.

Lo comprendeva bene la Madonna, la Santa Madre di Gesù, la creatura più eccelsa tra quante sono esistite ed esisteranno sulla terra. Maria glorifica il potere di Dio che ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili [Lc 1 , 52]. E aggiunge che in Lei si è realizzata ancora una volta questa Divina Volontà: 'Perché ha guardato l'umiltà della Sua Serva, d'ora in poi tutte le generazioni Mi chiameranno Beata' [Lc 1, 48].

Maria Si mostra santamente trasformata, nel Suo Cuore Purissimo, di fronte all'umiltà di Dio: "Lo Spirito Santo scenderà su di Te, su Te stenderà la Sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio" [Lc 1, 35]. L'umiltà della Vergine è conseguenza dell'insondabile abisso di grazia che si opera con l'incarnazione della Seconda Persona della Trinità Beatissima nel seno di Sua Madre sempre Immacolata. (Amici di Dio, nn. 96)

LA SANTITA' E' PER TUTTI


“La santità è proposta a tutti,
grandi e piccoli, uomini e donne;
è proposta come realmente possibile.
Anzi, come doverosa.
La santità è per tutti”.
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(Paolo VI)

SAPERSI NULLA DAVANTI A DIO

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È cosa molto grande sapersi nulla davanti a Dio, perché è proprio così. (Solco, 260)
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Lascia che ti ricordi, tra gli altri, alcuni sintomi evidenti di mancanza di umiltà:
pensare che ciò che fai o dici è fatto o detto meglio di quanto dicano o facciano gli altri;
volerla avere sempre vinta;
discutere senza ragione o, quando ce l'hai, insistere caparbiamente e in malo modo;
dare il tuo parere senza esserne richiesto, e senza che la carità lo esiga;
disprezzare il punto di vista degli altri;
non ritenere tutti i tuoi doni e le tue qualità come ricevuti in prestito;
non riconoscere di essere indegno di qualunque onore e stima, persino della terra che calpesti e delle cose che possiedi;
citarti come esempio nelle conversazioni;
parlar male di te, perché si formino un buon giudizio su di te o ti contraddicano;
scusarti quando ti si riprende;
occultare al Direttore qualche mancanza umiliante, perché non perda il buon concetto che ha di te;
ascoltare con compiacenza le lodi, o rallegrarti perché hanno parlato bene di te;
dolerti che altri siano più stimati di te;
rifiutarti di svolgere compiti inferiori;
cercare o desiderare di distinguerti;
insinuare nelle conversazioni parole di autoelogio o che lascino intendere la tua onestà, il tuo ingegno o la tua abilità, il tuo prestigio professionale...;
vergognarti perché manchi di certi beni... (Solco, 263).

25 aprile 2010

CUORI APERTI ALLA VOCE DI DIO

ABBASSO L'EGOISMO!

“Seminando egoismo, si raccoglie disperazione”.
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(Anonimo)

NON DOLERTI SE VEDONO LE TUE MANCANZE

Quanto più mi esaltano, Gesù mio, tanto più umiliami nel mio cuore, facendomi comprendere quello che sono stato e quello che sarei se Tu mi lasciassi. (Cammino, 591)

Non dimenticare che sei... il bidone della spazzatura. —Perciò, se il Giardiniere Divino ti utilizza, ti pulisce, ti lustra... e ti riempie di magnifici fiori..., né il profumo, né i colori che abbelliscono la tua bruttezza devono renderti orgoglioso.

—Umìliati: non sai che sei il secchio dei rifiuti? (Cammino, 592)

Non sei umile quando ti umilii, bensì quando ti umiliano e lo sopporti per Cristo.
(Cammino, 594)

Non dolerti se vedono le tue mancanze; l'offesa a Dio e lo scandalo che tu potresti cagionare: questo deve addolorarti.

—Quanto al resto, lascia che sappiano come sei e ti disprezzino. —Non ti dia pena essere niente, perché così è Gesù che dovrà darti tutto. (Cammino, 596)

EFFETTI DELL'ATEISMO

“L’ateismo, escludendo Dio, esclude una mèta alla vita e quindi condanna la persona a una vita senza significato”.

(Laibniz)

SERVITORE DI TUTTI GLI UOMINI

Quando si vive davvero la carità, non rimane tempo per cercare sé stessi; non c'è spazio per la superbia; non avremo in mente altro che occasioni di servire(Forgia, 683)

Pensate un po', alle caratteristiche di un somaro, ora che ne restano così pochi. Non pensate all'animale vecchio e cocciuto, che sfoga i suoi rancori tirando calci a tradimento, ma all'asinello giovane, dalle orecchie tese come antenne, austero nel cibo, tenace nel lavoro, che trotta lieto e sicuro. Vi sono centinaia di animali più belli, più abili, più crudeli. Ma Cristo, per presentarsi come Re al popolo che Lo acclamava, ha scelto lui. Perché Gesù non sa che farsene dell'astuzia calcolatrice, della crudeltà dei cuori aridi, della bellezza appariscente ma vuota. Il Signore apprezza la gioia di un cuore giovane, il passo semplice, la voce non manierata, gli occhi limpidi, l'orecchio attento alla Sua Parola d'amore. Così regna nell'anima.

Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini. Servizio: come mi piace questa parola! Servire il mio Re e, per Lui, tutti coloro che sono stati redenti dal Suo Sangue. (E' Gesù che passa, nn. 181-182)

PREGHIERA A MARIA

Madre della Chiesa,
e Madre nostra Maria,
raccogliamo nelle nostre mani
quanto un popolo è capace di offrirTi;
l'innocenza dei bambini,
la generosità e l'entusiasmo dei giovani,
la sofferenza dei malati,
gli affetti più veri coltivati nelle famiglie,
la fatica dei lavoratori,
le angustie dei disoccupati,
la solitudine degli anziani,
l'angoscia di chi ricerca il senso vero dell'esistenza,
il pentimento sincero di chi si è smarrito nel peccato,
i propositi e le speranze
di chi scopre l'amore del Padre,
la fedeltà e la dedizione
di chi spende le proprie energie nell'apostolato
e nelle opere di misericordia.
E Tu, o Vergine Santa, fa' di noi
altrettanti coraggiosi testimoni di Cristo.
Vogliamo che la nostra carità sia autentica,
così da ricondurre alla fede gli increduli,
conquistare i dubbiosi, raggiungere tutti.
Concedi, o Maria,
alla comunità civile
di progredire nella solidarietà,
di operare con vivo senso della giustizia,
di crescere sempre nella fraternità.
Aiuta tutti noi ad elevare gli orizzonti della speranza
fino alle realtà eterne del Cielo.
Vergine Santissima, noi ci affidiamo a Te
e Ti invochiamo, perché ottenga alla Chiesa
di testimoniare in ogni sua scelta il Vangelo,
per far risplendere davanti al mondo
il volto del Tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo.
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(Giovanni Paolo II)

23 aprile 2010

L'AMICIZIA

MANDAMI QUALCUNO DA AMARE

Signore,
quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo;
quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda;
quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare;
quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro;
quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno;
quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento;
quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare;
quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare;
quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia;
quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi;
quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona.

(Madre Teresa di Calcutta)

LA VITA E'...

“La vita non è aspettare che la tempesta passi...
ma imparare a ballare sotto la pioggia.
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( Pensieri)

SERENI NELLA SEMPLICITA'

Se sarete bambini non avrete dispiaceri: i bambini dimenticano subito i loro guai per tornare ai giochi abituali. —Pertanto, abbandonandovi, non avrete di che preoccuparvi, giacché riposerete nel Padre. (Cammino, 864)

All'inizio degli anni quaranta, mi recavo spesso a Valenza. Non avevo alcun mezzo umano, e con coloro che — come ora voi — si riunivano col povero sacerdote che vi parla, facevo orazione ovunque si potesse, qualche sera sulla spiaggia deserta. Come i primi amici del Maestro, ricordi? San Luca scrive che, alla partenza da Tiro, diretti con Paolo a Gerusalemme, tutti ci accompagnarono con le mogli e i figli sin fuori dalla città, e inginocchiati sulla spiaggia pregammo [Cfr. At 21,5.].

Un giorno, a sera inoltrata, durante un meraviglioso tramonto valenziano, vedemmo avvicinarsi una barca alla riva: ne balzarono fuori degli uomini bruni, forti come rocce, bagnati, a torso nudo, bruciati dal vento da sembrare di bronzo. Incominciarono a tirar fuori dall'acqua la rete tesa in mare dalla barca per la pesca a strascico: era piena di pesci lucenti, d'argento. Tiravano vivacemente, affondando i piedi nella sabbia, con sorprendente energia. D'improvviso sopraggiunse un bimbo, anche lui abbronzato: si avvicinò alla corda, l'afferrò con le sue manine e incominciò a tirare con evidente imperizia. Quei pescatori rudi, per nulla raffinati, certamente si sentirono intenerire il cuore, e consentirono al bambino di collaborare; non lo allontanarono, anche se più che altro era d'intralcio.

Pensai a voi e a me; a voi, che ancora non conoscevo, e a me; a questo nostro tirare le reti tutti i giorni, in tanti aspetti. Se ci presentiamo davanti a Dio nostro Signore come quel bambino, convinti della nostra debolezza, ma disposti ad assecondare i Suoi progetti, raggiungeremo la mèta più facilmente: porteremo a riva la rete, piena di frutti abbondanti, perché dove le nostre forze vengono meno, interviene la potenza di Dio. (Amici di Dio, 14)

DEDICATO A BENEDETTO XVI

Cari amici,

domenica 16 Maggio la Chiesa italiana si raccoglierà in preghiera in piazza S. Pietro col S. Padre, in occasione del 5° anniversario della sua elezione. E' un momento forte al quale, se possibile, sarebbe bene partecipare anche di persona.

I giornali in questi giorni hanno ricordato il momento del tardo pomeriggio quando, dalla loggia della Basilica di S. Pietro, è stato dato l'annuncio del nuovo Papa che avrebbe preso il nome di Benedetto XVI.

Erano esattamente le h. 18.43, momento dell'apparizione della Madonna a Medjugorje. Benedetto XVI è il Papa scelto da Maria. Sarà anche il Papa dei Dieci Segreti?
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DEDICATO A BENEDETTO XVI

Papa Benedetto
sei di Maria
il figlio prediletto.

Nell'ora dell'apparizione
sei stato annunciato
dal regale balcone.

Era di Maria l'accento
quando ti sei professato
insufficiente strumento

di quella vigna del Signore
dove da tutta la vita
sei umile lavoratore.

Per venticinque anni hai servito
a fianco del nocchiero
che in cielo è partito.

Ora sei tu la guida
nella quale la Chiesa tutta
fermamente confida

Il tuo sorriso paterno
riscalda i cuori
nel gelo dell'inverno.

La tua mano forte
non ci fa temere
le minacce della morte.

La tua dottrina sicura
sarà una grande luce
nella notte oscura.

Tu, buon Pastore,
sei il grande dono
che ci ha fatto il Signore.

(vostro Padre Livio)

QUALE BELLEZZA SALVERA' IL MONDO?

“La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva”.

(Hume)

NESSUNO DA' CIO' CHE NON HA

Convìnciti: il tuo apostolato consiste nel diffondere bontà, luce, entusiasmo, generosità, spirito di sacrificio, costanza nel lavoro, profondità nello studio, magnanimità nella donazione, aggiornamento, obbedienza assoluta e gioiosa alla Chiesa, carità perfetta... Nessuno dà ciò che non ha. (Solco, 927)

Non dimenticarlo: siamo tanto più convincenti quanto più siamo convinti. (Solco, 929)

"Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli".

E, al termine del suo passaggio sulla terra, comanda: 'Euntes, docete' andate e insegnate. Vuole che la Sua luce brilli nella condotta e nelle parole dei Suoi discepoli, te compreso (Solco, 930)

È vecchia questa idea del cattolicesimo, e per questo è inaccettabile?... Ancor più antico è il sole, e non ha perso la sua luce; più arcaica è l'acqua, e ancora toglie la sete e rinfresca. (Solco, 937)

Alcuni non sanno nulla di Dio..., perché nessuno gliene ha parlato in termini comprensibili. (Solco, 941)

Credimi, l'apostolato, la catechesi, di solito dev'essere capillare: a uno a uno. Ciascun credente con il suo compagno più vicino.
A noi, figli di Dio, interessano tutte le anime, perché ci interessa ogni singola anima. (Solco, 943)

VIENI SIGNORE GESU', E DONACI LA TUA PACE!

Venga il Tuo Regno, o Gesù, e da un capo all’altro del mondo rifulga la Tua gloria! Ti chiamiamo con tutte le forze dell’anima, perché siamo stanchi di questo mondo scellerato che non conosce più limiti nei suoi delitti.
Vieni su questa immane tempesta! Tu solo puoi levarTi e imporre la pace, la Tua pace, perché qualunque altra pace è solo un armistizio di guerra.
Vieni! La Chiesa, la Tua sposa, Ti chiama a gran voce nella sua preghiera liturgica, e Tu non puoi non ascoltarla. Chiama le pecorelle smarrite nell’unico Tuo ovile, prendi nelle Tue mani il vincastro amoroso, guidale ai pascoli sempre ubertosi e sempre freschi nella Tua Chiesa!
Vieni! Prepara la Tua Mensa eucaristica alle anime affamate, e manda i Tuoi angeli e i Tuoi servi fedeli a forzare le anime restìe: Compelle entrare, spingile ad
entrare.
Vieni! Donaci il latte del Tuo amore, affinché siamo saziati di Te, e Ti seguiamo fino ai pascoli eterni!
Vieni da grande Trionfatore, trionfando nel Tuo dolcissimo amore, e la terra, esilio penoso, si muterà in un’oasi di pace!
O Re Divino che ascendesti sui cieli nel trionfo della Tua vittoria, vieni a liberarci dalla confusione delle apostasie che credono di avanzare trionfanti; arrestale con mano potente, stritola i loro idoli, rovescia i loro altari, spegni i loro fuochi, dissipa le loro infami libagioni; avànzaTi, procedi, regna Tu solo, o Re della gloria. Amen!

(Don Dolindo Ruotolo)

21 aprile 2010

GESU', DONATORE DI VITA

“Le lacrime di Gesù furono come la pioggia, e Lazzaro come il grano e il sepolcro come la terra.
Lazzaro si alzò come il grano, uscì e adorò il Signore che l’aveva richiamato alla vita… .
Gesù rese la vita a Lazzaro e morì al suo posto. Perché quando l’ebbe tratto dal sepolcro ed ebbe preso posto alla sua tavola, ricevette la propria sepoltura attraverso il simbolo dell’olio che Maria versò sul Suo Capo”.
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(Sant’Efrem)

SERENO DAVANTI ALLE PREOCCUPAZIONI

Se avendo fissato lo sguardo in Dio sai mantenerti sereno davanti alle preoccupazioni, se impari a dimenticare le piccolezze, i rancori e le invidie, ti risparmierai la perdita di molte energie, di cui hai bisogno per lavorare con efficacia, al servizio degli uomini. (Solco, 856)

Lotta contro le asprezze del tuo carattere, contro il tuo egoismo, contro la tua comodità, contro le tue antipatie... Oltre al fatto che dobbiamo essere corredentori, il premio che riceverai pensaci bene sarà in strettissima relazione con la semina che avrai fatto. (Solco, 863)

Compito del cristiano: annegare il male nella sovrabbondanza del bene. Non si tratta di far campagne negative, né di essere antiqualcosa. Al contrario: si tratta di vivere di affermazioni, pieni di ottimismo, con gioventù, allegria e pace; di guardare tutti con comprensione: quelli che seguono Cristo e quelli che Lo abbandonano o non Lo conoscono.
Ma comprensione non significa astensionismo, né indifferenza, bensì azione.
(Solco, 864)

Paradosso: da quando mi sono deciso a seguire il consiglio del Salmo: "Getta sul Signore il tuo affanno, ed Egli ti darà sostegno", di giorno in giorno ho meno preoccupazioni per la testa... E al tempo stesso, con il lavoro opportuno, si risolve ogni cosa con più chiarezza! (Solco, 873)

20 aprile 2010

DIO LO SA

Nei trambusti della vita
sosteniamoci con questi pensieri:
Dio lo sa,
Dio mi vuole bene,
Dio mi aiuterà.

L'UOMO E LA VOLONTA' DI DIO


“La Volontà di Dio è il Suo infinito Amore per noi. L’uomo che fa la Volontà di Dio non è un debole, ma un uomo che ha il coraggio di vivere in armonia con Dio e con sè stesso e il coraggio di amare gli altri come Cristo li ama.

La via del male è la via dei deboli. La via del bene invece è la via di coloro che ricevono da Dio la forza di amare sempre tutti, anche i nemici”.

TU TI PUOI CHIAMARE FIGLIO DI DIO

Ringrazia molto Gesù, poiché per Lui, con Lui e in Lui, tu ti puoi chiamare figlio di Dio. (Forgia, 265)
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Se ci sentiamo figli prediletti del Padre nostro che sta nei Cieli, e lo siamo!, come non essere sempre allegri? — Pensaci. (Forgia, 266)
Com'è bella la nostra vocazione di cristiani — di figli di Dio! — che ci arreca sulla terra la gioia e la pace che il mondo non può dare! (Forgia, 269)
Ut in gratiarum semper actione maneamus! Dio mio, grazie, grazie di tutto: delle contrarietà, di ciò che non capisco, di ciò che mi fa soffrire.
I colpi sono necessari per togliere il superfluo dal grande blocco di marmo. In questo modo Dio scolpisce nelle anime l'immagine di Suo Figlio. Ringrazia il Signore per queste delicatezze. (Via Crucis, Stazione VI, n. 4)
Quando noi cristiani ce la passiamo male, è perché non diamo a questa vita tutto il suo significato divino.
Dove la mano sente la puntura delle spine, gli occhi scoprono un mazzo di splendide rose, piene di profumo. (Via Crucis, Stazione VI, n. 5)

19 aprile 2010

APPARIZIONE DELLA MADONNA A MARIJA DEL 18 APRILE 2010 AL PALASHARP DI MILANO

Carissimi,
ieri, 18 Aprile 2010, ha avuto luogo l’incontro di preghiera al Palasharp di Milano e voglio condividere con voi ciò che Marija ha detto circa l’apparizione che ha avuto ieri sera:
“Quando la Madonna è apparsa, ha pregato su di noi. Io ho raccomandato tutti noi, tutte le nostre intenzioni e Lei ci ha benedetto. Non ha dato messaggio, ma io penso che il messaggio più bello è la Sua presenza”.
Dopo aver detto questo, Marija ha concluso dicendo:
“Andate in pace e portate la pace alle vostre famiglie e la benedizione della Madonna! Siate la benedizione della Madonna per tutto il mondo!”
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Preghiamo perchè molti non spengano la luce della fede. Non c'è che unica povertà: la morte di chi non ha fede.
Preghiamo affinchè tutti gli uomini vivano nella Luce della fede di Cristo Risorto questa breve esistenza che ci è data sulla terra.
Ave Maria!

Regina della Pace, Madre nostra dolcissima, donaci che, contemplando la Morte di Gesù, sentiamo in noi i frutti della Sua Redenzione e la testimoniamo con la santità ai nostri fratelli.
Ave Maria!

L'UOMO SENZA CRISTO

“Senza Cristo non si capisce chi siamo e dove andiamo;
non si capisce né la vita, né la morte”.

UNIONE COL PAPA, E' UNIONE CON PIETRO

Amalo, veneralo, prega, mortìficati — ogni giorno con più affetto — per il Romano Pontefice, pietra basilare della Chiesa, che prolunga tra tutti gli uomini, nel corso dei secoli e sino alla fine dei tempi, il lavoro di santificazione e di governo che Gesù ha affidato a Pietro. (Forgia, 134)

Il supremo potere del Romano Pontefice e la sua infallibilità, quando parla ex cathedra, non sono un'invenzione umana: si basano sull'esplicita volontà fondazionale di Cristo. Non ha alcun senso perciò opporre il governo del Papa a quello dei vescovi o ridurre la validità del Magistero pontificio all'assenso dei fedeli! Non c'è nulla di più estraneo alla Chiesa dell'equilibrio dei poteri; non ci servono gli schemi umani, per quanto possano essere attraenti e funzionali. Nessuno nella Chiesa gode di per sé, in quanto uomo, della potestà assoluta; nella Chiesa non c'è altro capo che Cristo; e Cristo ha voluto affidare a un Suo Vicario — il Romano Pontefice — la Sua Sposa pellegrina in questa terra. (…)

Contribuiamo a rendere più evidente agli occhi di tutti questa apostolicità, manifestando con squisita fedeltà l'unione al Papa, che è unione a Pietro. L'amore al Romano Pontefice deve essere in noi vibrante e appassionato, perché in lui vediamo Cristo. Se parliamo col Signore nella preghiera, acquisteremo uno sguardo limpido, che ci farà distinguere, anche negli avvenimenti che a volte non capiamo e che ci causano lacrime e dolore, l'azione dello Spirito Santo.
(Lealtà alla Chiesa; La Chiesa nostra Madre, 1993, pp.63-64).

18 aprile 2010

CHI AMA DIO, VUOL BENE AL PROSSIMO; CHI AMA DIO, AIUTA IL SUO PROSSIMO!

Con quanta insistenza l'Apostolo San Giovanni predicava il “mandatum novum”! — “Amatevi gli uni gli altri!”. — Mi metterei in ginocchio, senza far scena — me lo grida il cuore —, per chiedervi per amor di Dio di volervi bene, di aiutarvi, di darvi la mano, di sapervi perdonare. — Pertanto, respingete la superbia, siate compassionevoli, abbiate carità; prestatevi mutuamente l'aiuto della preghiera e dell'amicizia sincera. (Forgia, 454)

Soltanto perché suo figlio — che l'aveva tradito — è ritornato, Egli prepara una festa: che cosa ci concederà, se ci siamo sforzati di restare sempre accanto a Lui?

Non lasciamoci influenzare, quindi, dal ricordo delle offese che possiamo aver ricevuto, delle umiliazioni che abbiamo sofferto — per quanto ingiuste, incivili e aspre possano essere state —, perché non è da figlio di Dio tener preparato un registro con l'elenco dei danni. Non possiamo dimenticare l'esempio di Cristo, e la nostra fede cristiana non si può cambiare come un vestito: può indebolirsi, o rafforzarsi, o perdersi. Grazie a questa vita soprannaturale, la fede si rinvigorisce, e l'anima si spaventa nel considerare la miserabile indigenza umana quando ci separiamo dal Divino. E perdona, e ringrazia:
"Mio Dio, se contemplo la mia povera vita, non trovo alcun motivo di vanità, e tanto meno di superbia; trovo soltanto molti motivi per vivere sempre in umiltà e compunzione. So bene che la più alta dignità è servire".

Mi leverò e andrò attorno per la città: per le vie e per le piazze cercherò Colui che amo [Ct 3, 2] ... E non solo per la città: percorrerò tutto il mondo — attraverserò tutte le nazioni, tutti i popoli, per sentieri e tratturi — per ottenere la pace dell'anima. E la scopro nelle occupazioni quotidiane, che non mi sono di ostacolo; anzi, sono guida e occasione per amare sempre più, per unirmi sempre più al mio Dio. (Amici di Dio, nn. 309-310)

IL MIO CREDO NELLA PREGHIERA

Credo che la preghiera non è tutto,
ma che tutto deve cominciare dalla preghiera:
perché l'intelligenza umana è troppo debole;
perché l'uomo che agisce senza Dio
non dà mai il meglio di sè stesso.

Credo che Gesù Cristo, dandoci il ''Padre Nostro''
ci ha voluto insegnare che la preghiera è amore.

Credo che la preghiera non ha bisogno di parole,
perché l'amore non ha bisogno di parole.

Credo che si può pregare
tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama.

Credo che non sapremo mai con esattezza
se la nostra è preghiera o non lo è.
Ma esiste un test infallibile della preghiera:
se cresciamo nell'amore,
se cresciamo nel distacco dal male,
se cresciamo nella fedeltà alla Volontà di Dio.

Credo che impara a pregare
solo chi impara a tacere davanti a Dio.

Credo che impara a pregare solo
chi impara a resistere al silenzio di Dio.

Credo che tutti i giorni dobbiamo
chiedere al Signore il dono della preghiera,
perché chi impara a pregare impara a vivere.

DIO E' PERDONO


Dio è Perdono:
se l’uomo perdona,
il cuore gli batte all’unisono con quello di Dio;
ma se l’uomo vive la vendetta,
si separa dal Mistero di Dio”.
.
(Anonimo)

E, FREQUENTANDOLO, SI GENERERA' L'AMORE!

.
L'unico mezzo per conoscere Gesù: frequentarLo! In Lui troverai sempre un Padre, un Amico, un Consigliere e un Collaboratore per tutte le attività nobili della tua vita quotidiana... E, frequentandoLo, si genererà l'Amore. (Solco, 662)

Se tu cerchi di meditare, il Signore non ti negherà la Sua assistenza. Fede e opere di fede: fatti, perché il Signore — l'hai verificato fin dall'inizio, e te l'ho già sottolineato — è sempre più esigente. Questo è già contemplazione, è unione; questa deve essere la vita di molti cristiani, che procedono lungo la propria via spirituale — le vie sono infinite — in mezzo alle occupazioni del mondo, magari senza neppure rendersene conto.

Un'orazione e una condotta che non ci separano dalle nostre attività abituali, che ci conducono a Dio in mezzo agli impegni nobilmente terreni. Elevando a Dio tutto l'agire, la creatura divinizza il mondo. Vi ho parlato tante volte del mito del re Mida che trasformava in oro tutto ciò che toccava! Nonostante i nostri personali errori, possiamo trasformare tutto ciò che tocchiamo in oro di meriti soprannaturali.

Il Signore agisce così. Quando quel figlio ritorna, dopo aver dissipato il suo denaro in dissolutezze e, soprattutto, dopo essersi dimenticato di suo padre, il padre dice: 'Presto, portate la veste più bella e fategliela indossare; ponetegli un anello al dito e calzari ai piedi; prendete il vitello ingrassato, ammazzatelo, e si mangi e si banchetti' [Lc 15, 22-23].
Il Signore, nostro Padre, quando accorriamo a Lui con pentimento, trae ricchezza dalla nostra indigenza; forza dalla nostra debolezza. Che cosa ci preparerà se non Lo abbandoniamo, se Lo frequentiamo incessantemente, se Gli rivolgiamo parole d'affetto confermato dalle opere, se Gli chiediamo tutto, fiduciosi nella Sua onnipotenza e nella Sua misericordia? (Amici di Dio, nn. 308-309)

FORZA, VOLA!

Mi vedo come un povero uccellino che, abituato a volare soltanto da albero ad albero o, al più, fino al balcone di un terzo piano..., una sola volta ebbe l'ardire di arrivare fino al tetto di una casetta, che non era proprio un grattacielo... Ma ecco che un'aquila afferra il nostro eroe — lo aveva scambiato per un pulcino della sua razza — e, fra i suoi artigli poderosi, l'uccellino sale, sale molto in alto, oltre le montagne della terra e le vette innevate, oltre le nubi bianche e azzurre e rosa, ancora più su, fino a guardare in faccia il sole... E allora l'aquila, liberando l'uccellino, gli dice: — Forza, vola! — Signore, che io mai più torni a volare rasoterra! Che sia sempre illuminato dai raggi del Sole Divino — Cristo — nell'Eucaristia! Che il mio volo non si interrompa, fino a trovare il riposo del Tuo Cuore! (Forgia, 39)

Il cuore sente il bisogno, allora, di distinguere le Persone Divine e di adorarLe a una a una. In un certo senso, questa scoperta che l'anima fa nella vita soprannaturale è simile a quella di un infante che apre gli occhi all'esistenza. L'anima si intrattiene amorosamente con il Padre, con il Figlio, con lo Spirito Santo; e si sottomette agevolmente all'attività del Paraclito Vivificante, che ci viene dato senza nostro merito: i doni e le virtù soprannaturali!

Abbiamo corso come il cervo, che anela le fonti delle acque [Sal 41,2]; assetati, con la bocca riarsa, come inariditi. Vogliamo bere a questa sorgente di acqua viva. Senza fare cose strane, nelle nostre giornate ci lasciamo portare da questa corrente generosa e chiara di fresche acque che zampillano nella Vita Eterna [Cfr Gv 4, 14]. Le parole vengono meno, la lingua non riesce ad esprimersi; anche l'intelletto si acquieta. Non si discorre, si ammira. E l'anima erompe ancora una volta in un cantico nuovo, perché si sente e si sa ricambiata dallo Sguardo Amoroso di Dio, in ogni istante della giornata.

Non alludo a situazioni straordinarie. Sono, possono benissimo essere fenomeni ordinari della nostra anima: come una pazzia di amore che, senza spettacolo, senza stravaganze, ci insegna a soffrire e a vivere, perché Dio ci concede la Sapienza. Incamminati sullo stretto sentiero che conduce alla vita [Mt 7, 14], quanta serenità, allora, e quanta pace! (Amici di Dio, nn. 306-307)

15 aprile 2010

DOVE ABITA DIO?


“ Tu, o Dio,
abiti per sempre nell’anima di coloro
che non Ti domandano mai nulla
e Ti amano con tutto il cuore:
è lì la Tua vera dimora ”.
.
(Tulsidas)

IL MIO IO ORMAI VUOTO, RIEMPILO DI TE!

Chiedi al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e a tua Madre, che ti aiutino a conoscerti e a piangere per tutte quelle cose sporche che ti hanno attraversato e che hanno lasciato — ahimè — tante incrostazioni... — E nel contempo, senza allontanarti da questa considerazione, diGli: "Dammi, Gesù, un Amore che sia fuoco di purificazione, nel quale la mia povera carne, il mio povero cuore, la mia povera anima, il mio povero corpo si consumino, ripulendosi di tutte le miserie terrene... Poi, il mio io ormai vuoto, riempilo di Te: che non mi attacchi a nulla qui sulla terra; che mi sostenga sempre l'Amore". (Forgia, 41)

È il momento di gridare: rammentati delle promesse che mi hai fatto, con le quali mi hai dato speranza; è questo il conforto nel mio nulla, che riempie la mia vita di fortezza [Cfr Sal 118, 49-50]. Il Signore vuole che contiamo su di Lui, in tutto: vediamo chiaramente che senza di Lui nulla possiamo [Cfr Gv 15, 5], e che con Lui possiamo tutto [Cfr Fil 4, 13]. Si rafforza la nostra decisione di camminare sempre alla Sua Presenza [Cfr Sal 118, 168].

Con la chiarezza di Dio nell'intelletto, che pur sembra inattivo, ci appare indubbio che, se il Creatore prende cura di tutti — anche dei suoi nemici —, quanto più si curerà degli amici! Ci convinciamo che non vi è male né contrarietà che non vengano per il bene: così si consolidano ulteriormente nel nostro spirito la gioia e la pace che nessun motivo umano potrà mai strapparci, perché queste 'visitazioni' ci lasciano sempre qualcosa di Suo, qualcosa di divino. Loderemo il Signore Dio nostro che ha compiuto in noi opere mirabili [Cfr Gb 5, 9], e comprenderemo di essere stati creati con la capacità di possedere un tesoro infinito [Cfr Sap 7, 14].

Avevamo incominciato con invocazioni vocali, semplici, incantevoli, imparate nell'infanzia e che non vorremmo mai abbandonare. L'orazione, iniziata con questa ingenuità da bambini, procede ora come un fiume ampio, calmo e sicuro, perché segue il cammino dell'amicizia con Colui che disse: "Io sono la Via" [Gv 14, 6]. Se amiamo Cristo in questo modo, se con divina audacia ci rifugiamo nella ferita aperta dalla lancia nel Suo Costato, si compirà la promessa del Maestro: "Se uno Mi ama, osserverà la Mia Parola, e il Padre Mio l'amerà e verremo a lui e faremo dimora dentro di lui" [Gv 14,23]. (Amici di Dio, nn. 305-306)

14 aprile 2010

"...DALL'ALTO DELLA SUA DIMORA, DIO SCRUTA TUTTI GLI ABITANTI DELLA TERRA..."


"Se gli occhi del Signore scrutano i malvagi e i buoni,
se dall’alto del Cielo il Signore
guarda continuamente ai figli degli uomini,
per “vedere” se esista un saggio,
se c’è uno che cerchi Dio,
bisogna concludere, fratelli,
che ogni ora dobbiamo essere vigilanti."

(Regola di San Benedetto, 7)

LO SEGUIRAI IN TUTTO CIO' CHE TI VORRA' CHIEDERE

Se davvero vuoi che il tuo cuore reagisca sicuramente, ti consiglio di metterti in una Piaga del Signore: così ne diverrai intimo, Ti aggrapperai a Lui, sentirai palpitare il Suo Cuore..., e Lo seguirai in tutto ciò che Ti vorrà chiedere. (Forgia, 755)

Coloro che sostengono una teologia incerta e una morale rilassata, senza freni, coloro che impiegano a capriccio una dubbia liturgia, con una disciplina da hippies e metodi di governo irresponsabili, non è strano che promuovano invidie, sospetti, false denunce, offese, maltrattamenti, umiliazioni, dicerie e vessazioni di ogni genere, contro chi parla soltanto di Gesù Cristo.

Nell'ammirare e nell'amare davvero la Santissima Umanità del Signore, scopriremo a una a una le Sue Piaghe. E in questi tempi di purificazione passiva, dolorosi, forti, di lacrime dolci e amare che cerchiamo di nascondere, sentiremo il bisogno di metterci in ciascuna delle Sue Santissime Ferite: per purificarci, per godere del Suo Sangue Redentore, per fortificarci.

Accorreremo come le colombe che, come dice la Scrittura [Cfr Ct 2, 14], si rifugiano nelle fessure della roccia quando giunge la tempesta. Ci nascondiamo in questo rifugio, per trovare l'intimità di Cristo: e ci accorgiamo che il Suo Parlare è dolce e il Suo Volto è leggiadro [Cfr Ct 2, 14], perché coloro che sanno che la Sua Voce è soave e gradita, sono quelli che hanno ricevuto la grazia del Vangelo, che fa loro dire: "Tu solo hai parole di Vita Eterna" [San Gregorio Nisseno, In Canticum homiliae, 5].

Se volete accettare l'esperienza di un povero sacerdote che non ha altra pretesa che di parlare di Dio, vi consiglio, quando la carne vuole recuperare i privilegi perduti, o la superbia — il che è ancora peggio — si ribella e si impunta, di affrettarvi a trovare rifugio nelle Divine Fenditure che, nel Corpo di Cristo, hanno aperto i chiodi che Lo confissero al legno della Croce e la lancia che Gli trapassò il petto. Andateci nel modo che più vi commuova: riversate nelle Piaghe del Signore tutto l'amore umano... e tutto l'amore divino. Questo è bramare l'unione, sentirsi fratelli di Cristo, Suoi consanguinei, figli della Stessa Madre, perché è Lei a condurci a Gesù. (Amici di Dio, nn. 301-303)

PERCHE' AVERE PAURA?


Era una famiglia felice e viveva in una casetta di periferia.
Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio. Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori.

In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni.
Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore.
Che fare?
Il papà e la mamma si guardarono disperati, le due sorelline cominciarono a gridare. Avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile...E i vigili del fuoco tardavano.
.
Ma ecco che lassù, in alto, si aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò urlando disperatamente: "Papà! Papà!".
Il padre accorse e gridò:"Salta giù!"
Sotto di sè il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma sentì la voce e rispose:"Papà, non ti vedo...".
"Ti vedo io, e basta. Salta giù!" - urlò l''uomo.
Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papà, che lo aveva afferrato al volo.

Non vedi Dio. Ma Lui vede te.

COSA VUOL DIRE: DIO E' ONNIPOTENTE?


“L’Onnipotenza di Dio non è potere: è Amore.

L’Onnipotenza di Dio non è dominio: è servizio”.

SIGNORE, AIUTAMI!

Segni certi della vera Croce di Cristo: la serenità, un profondo senso di pace, un amore disposto a qualunque sacrificio, un'efficacia grande che sgorga dal Costato stesso di Gesù, e sempre — in modo evidente — la gioia: una gioia che proviene dal sapere che chi si dona davvero è vicino alla Croce e, di conseguenza, è vicino a nostro Signore. (Forgia, 772)

Se volete accettare l'esperienza di un povero sacerdote che non ha altra pretesa che di parlare di Dio, vi consiglio, quando la carne vuole recuperare i privilegi perduti, o la superbia — il che è ancora peggio — si ribella e si impunta, di affrettarvi a trovare rifugio nelle divine fenditure che, nel Corpo di Cristo, hanno aperto i chiodi che Lo confissero al legno della Croce e la lancia che Gli trapassò il petto. Andateci nel modo che più vi commuova: riversate nelle Piaghe del Signore tutto l'amore umano... e tutto l'amore divino. Questo è bramare l'unione, sentirsi fratelli di Cristo, Suoi consanguinei, figli della stessa Madre, perché è Lei a condurci a Gesù.

Desiderio di adorazione, ansia di riparazione in soave quiete e nella sofferenza. Diventerà vita della vostra vita l'affermazione di Gesù: "Chi non prende la sua croce e Mi segue, non è degno di Me" [Mt 10, 38]. E il Signore si dimostra sempre più esigente, ci chiede riparazione e penitenza, fino a spingerci a sperimentare il fervido anelito di voler vivere per Iddio, inchiodati sulla Croce insieme a Cristo [Cfr Gal 2, 19]. Ma questo tesoro lo portiamo in vasi d'argilla, fragili e caduchi, affinché si riconosca che la straordinaria sua forza è di Dio e non viene da noi [cfr.2 Cor 4, 7].

In tutto siamo tribolati, senza però essere ridotti agli estremi; angustiati senza essere disperati o privi di risorse; perseguitati ma non abbandonati; abbattuti ma non perduti; sempre portiamo con noi rappresentata nel nostro corpo la morte di Gesù [cfr.2 Cor 4, 8-10].

Immaginiamo perfino che il Signore non ci ascolti, che ci stiamo ingannando, che si oda soltanto il monologo della nostra voce. Ci troviamo come senza appoggio sulla terra e abbandonati dal Cielo. Però il nostro orrore al peccato, anche veniale, è vero e concreto. Con l'ostinazione della cananea, ci prostriamo umilmente come lei, che Lo adorò implorando: "Signore, aiutami" [Mt 15, 25]. Allora scomparirà la tenebra, vinta dalla luce dell'Amore. (Amici di Dio, nn. 303-304)

13 aprile 2010

SINDONE: LE PROVE DELLA RISURREZIONE DI GESU'

“Tutta la terra desidera il Tuo Volto”. In questa frase della liturgia sta il segreto della Sindone che continua ad attrarre milioni di persone. E’ l’attrazione per colui che la Bibbia definiva “il più bello tra i figli dell’uomo”. E che qui è “fotografato” come un uomo macellato con ferocia.

La Sindone non è solo “una” notizia oggi, perché inizia la sua ostensione. E’ “la” notizia sempre. Perché documenta – direi scientificamente – la sola notizia che – dalla notte dei tempi alla fine del mondo – sia veramente importante: la Morte del Figlio di Dio e la Sua Resurrezione cioè la sconfitta della morte stessa.

Sì, avete letto bene. Perché la Sindone non illustra soltanto la feroce macellazione che Gesù subì, quel 7 aprile dell’anno 30, con tutti i minimi dettagli perfettamente coincidenti con il resoconto dei Vangeli, ma documenta anche la Sua Resurrezione: il fatto storico più importante di tutti i tempi, avvenuta la mattina del 9 aprile dell’anno 30 in quel sepolcro appena fuori le mura di Gerusalemme.

Che Gesù sia veramente vivo lo si può sperimentare – da duemila anni – nell’esperienza cristiana. Attraverso mille segni e una vita nuova. Ma la Sindone porta traccia proprio dell’evento della Sua Resurrezione.

Ce lo dicono la medicina legale e le scoperte scientifiche fatte con lo studio dettagliato del Lenzuolo per mezzo di sofisticate apparecchiature. Cosicché questo Misterioso Lino diventa una speciale “lettera” inviata soprattutto agli uomini della nostra generazione, perché è per la prima volta oggi, grazie alla moderna tecnologia, che è possibile scoprire le prove di tutto questo.

Cosa hanno potuto appurare infatti gli specialisti? In sintesi tre cose.

1) Che questo lenzuolo – la cui fattura rimanda al Medio oriente del I secolo e in particolare a tessitori ebrei (perché non c’è commistione del lino con tessuti di origine animale, secondo i dettami del Deuteronomio) – ha sicuramente avvolto il corpo di un trentenne ucciso (morto tramite il supplizio della crocifissione con un supplemento di tormenti che è documentato solo per Gesù di Nazaret).

Che ha avvolto un cadavere ce lo dicono con certezza il “rigor mortis” del corpo, le tracce di sangue del costato (sangue di morto) e la ferita stessa del costato che ha aperto il cuore.

2) Sappiamo con eguale certezza che questo corpo morto non è stato avvolto nel lenzuolo per più di 36-40 ore perché, al microscopio, non risulta vi sia, sulla Sindone, alcuna traccia di putrefazione (la quale comincia appunto dopo quel termine): in effetti Gesù – secondo i Vangeli – è rimasto nel sepolcro dalle 18 circa del venerdì, all’aurora della domenica. Circa 35 ore.

3) E' un'acquisizione certa, la più impressionante. Quel corpo – dopo quelle 36 ore – si è sottratto alla fasciatura della sindone, ma questo è avvenuto senza alcun movimento fisico del corpo stesso, che non è stato mosso da alcuno né si è mosso: è come se fosse letteralmente passato attraverso il lenzuolo.

Come fa la sindone a provare questo? Semplice. Lo dice l’osservazione al microscopio dei coaguli di sangue.

Scrive Barbara Frale in un suo libro recente:
“enormi fiotti di sangue erano penetrati nelle fibre del lino in vari punti, formando tanti grossi coaguli, e una volta secchi tutti questi coaguli erano diventati grossi grumi di un materiale duro, ma anche molto fragile, che incollava la carne al tessuto proprio come farebbero dei sigilli di ceralacca. Nessuno di questi coaguli risulta spezzato e la loro forma è integra proprio come se la carne incollata al lino fosse rimasta esattamente al suo posto”.

Lo studio dei coaguli al microscopio rivela che quel corpo si è sottratto al lenzuolo senza alcun movimento, come passandogli attraverso. Ma questa non è una qualità fisica dei corpi naturali: corrisponde alle caratteristiche fisiche di un solo caso storico, ancora una volta quello documentato nei Vangeli.

In essi infatti si riferisce che il corpo di Gesù che appare dopo la Resurrezione è il Suo stesso Corpo, che ha ancora le ferite delle mani e dei piedi, è un Corpo di carne tanto che Gesù, per convincere i Suoi che non è un fantasma, mangia con loro del pesce, solo che il Suo Corpo ha acquisito qualità fisiche nuove, non più definite dal tempo e dallo spazio.

Può apparire e scomparire quando e dove vuole, può passare attraverso i muri: è il Corpo glorificato, come saranno anche i nostri corpi divinizzati dopo la resurrezione.

Si tratta quindi di un caso molto diverso dalla resurrezione di Lazzaro che Gesù semplicemente riportò in vita. La Resurrezione di Gesù – com’è riferita dai Vangeli e documentata dalla Sindone – è la glorificazione della carne non più sottoposta ai limiti fisici delle tre dimensioni, l’inizio di
“cieli nuovi e terra nuova”.

La “prova” sperimentale di questa presenza misteriosa di Gesù è propriamente l’esperienza cristiana: Gesù continua a manifestare la Sua presenza fra i Suoi continuando a compiere i prodigi che compiva duemila anni fa e facendone pure di più grandi.

Ma la Sindone documenta in modo scientificamente accertabile l’unico caso di morto che – anziché andare in putrefazione – torna in vita sottraendoSi alla fasciatura senza movimento, grazie all’acquisizione di qualità fisiche nuove e misteriose, che Gli permettono di smaterializzarsi improvvisamente e oltrepassare le barriere fisiche (come quella del Lenzuolo stesso).

E’ esattamente ciò che si riferisce nel Vangelo di Giovanni: quando Pietro e Giovanni entrano nel sepolcro dove erano corsi per le notizie arrivate dalle donne, si rendono conto che è accaduto qualcosa di enorme proprio perché trovano il Lenzuolo esattamente com’era, legato attorno al corpo, ma come afflosciato su di sé perché il Corpo dentro non c’era più.

Più tardi, aprendo quel Lenzuolo, scopriranno un’altra cosa misteriosa: quell’immagine. Ancora oggi, dopo duemila anni, la scienza e la tecnica non sanno dirci come abbia potuto formarsi. E non sanno riprodurla.

Infatti non c’è traccia di colore o pigmento, è la bruciatura superficiale del lino, ma sembra derivare dallo sprigionarsi istantaneo di una formidabile e sconosciuta fonte di luce proveniente dal Corpo Stesso, in ortogonale rispetto al lenzuolo (fatto anch’esso inspiegabile).

La “non direzionalità” dell’immagine esclude che si siano applicate sostanze con pennelli o altro che implichi un gesto direzionale. E ci svela che l’irradiazione è stata trasmessa da tutto il Corpo (tuttavia il volto ha valori più alti di luminanza, come se avesse sprigionato più energia o più luce).

Quello che è successo non è un fenomeno naturale e non è riproducibile. Non deriva dal contatto perché altrimenti non sarebbe tridimensionale e non si sarebbe formata l’immagine anche in zone del Corpo che sicuramente non erano in contatto col telo (come la zona fra la guancia e il naso).

Oggi poi i computer hanno permesso di rintracciare altri dettagli racchiusi nella Sindone che tutti portano a Lui:
Gesù di Nazaret.

Dai 77 pollini, alcuni dei quali tipici dell’area di Gerusalemme (quello dello Zygophillum dumosum, si trova esclusivamente nei dintorni di Gerusalemme e al Sinai), alle tracce (sul ginocchio, il calcagno e il naso) di un terriccio tipico anch’esso di Gerusalemme. Ai segni di aloe e mirra usate dagli ebrei per le sepolture.

Infine le tracce di scritte in greco, latino ed ebraico impresse per sovrapposizione sul Lenzuolo.

Barbara Frale ha dedicato un libro al loro studio, “La Sindone di Gesù Nazareno”. Da quelle lettere emerge il Nome di Gesù, la parola Nazareno, l’espressione latina “innecem” relativa ai condannati a morte e pure il mese in cui il corpo poteva essere restituito alla famiglia.

La Frale, dopo accuratissimi esami, mostra che doveva trattarsi dei documenti burocratici dell’esecuzione e della sepoltura di Gesù di Nazaret. Un fatto storico. Un avvenimento accaduto che ha cambiato tutto.
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Antonio Socci
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(da “Libero”, 11 aprile 2010)

DIO C'E'...ANCHE SE, A VOLTE, SEMBRA LONTANO


Non perché lo sogno Dio esiste, ma poiché esiste io Lo sogno.

(Auguste Valensin)