" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

27 settembre 2010

LOTTA CONTRO QUELLA FIACCHEZZA

Sei tiepido se fai pigramente e di malavoglia le cose che si riferiscono al Signore; se vai cercando con calcolo o con furbizia il modo di diminuire i tuoi doveri; se non pensi che a te stesso e alla tua comodità; se le tue conversazioni sono oziose e vane; se non aborrisci il peccato veniale; se agisci per motivi umani. (Cammino, 331)

Lotta contro quella fiacchezza che ti fa pigro e rilassato nella vita spirituale. —Bada che può essere il principio della tiepidezza..., e, come dice la Scrittura, i tiepidi Dio li vomiterà. (Cammino, 325)

Che poco Amore di Dio hai quando cedi senza lottare perché non è un peccato grave! (Cammino, 328)

Come farai a venir fuori da questo stato di tiepidezza, di deplorevole languore, se non impieghi i mezzi? Lotti molto poco e, quando ti applichi, lo fai come per dispetto e di malavoglia, quasi desiderando che i tuoi deboli sforzi non abbiano effetto, per poterti così autogiustificare: per non essere esigente con te stesso e perché gli altri non esigano di più da te.
Stai facendo la tua volontà; non quella di Dio. Finché non cambi, sul serio, non sarai felice, né raggiungerai la pace che adesso ti manca.
Umìliati davanti a Dio, e cerca di VOLERE per davvero. (Solco, 146)

LE LUCI DEGLI ANGELI


Le stelle che brillano in cielo

sono le Luci degli Angeli.

26 settembre 2010

IL MONACO POVERO ED IL MONACO RICCO


In una città c'erano due monasteri. Uno era molto ricco, mentre l'altro era poverissimo. Un giorno, uno dei monaci poveri si presentò nel monastero dei ricchi per salutare un amico monaco che aveva là.
"Per un po' non ci vedremo più, amico mio", disse il monaco povero.

"Ho deciso di partire per un lungo pellegrinaggio e visitare i cento grandi santuari:accompagnami con la tua preghiera perché dovrò valicare tante montagne e guadare pericolosi fiumi".
"Che cosa porti con te, per un viaggio così lungo e rischioso?",
chiese il monaco ricco.
"Solo una tazza per l'acqua e una ciotola per il riso", sorrise il monaco povero.
L'altro si meravigliò molto e lo guardò severamente:

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"Tu semplifichi un po' troppo le cose, caro mio! Non bisogna essere così sventati e sprovveduti. Anch'io sto per partire per il pellegrinaggio ai cento santuari, ma non partirò di certo finché non sarò sicuro di avere con me tutto quello che mi può servire".
Un anno dopo, il monaco povero tornò a casa e si affrettò a visitare l'amico ricco per raccontargli la grande e ricca esperienza spirituale che aveva potuto fare durante il pellegrinaggio.
Il monaco ricco dimostrò solo un'ombra di disappunto quando dovette confessare:


"Purtroppo io non sono ancora riuscito a terminare i miei preparativi".
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.
Un uomo sedeva nel mio stesso scompartimento in treno. Ad ogni stazione si alzava e guardava fuori del finestrino ansiosamente, poi si risiedeva e sospirava dopo aver brontolato il nome della stazione.
Dopo quattro o cinque stazioni il vicino di posto gli chiese preoccupato:

"C'è qualcosa che non va? Mi sembra così terribilmente agitato".
L 'uomo lo guardò e rispose:

"Veramente avrei dovuto cambiare da un bel po' di tempo. Sto andando nella direzione sbagliata. Ma sto così comodo e al caldo, qui...".

CHI AMA DIO DA' TUTTO SE STESSO



Il tempo è il nostro tesoro, il «denaro» per comprare l'eternità. (Solco, 882)

Che brutta cosa vivere avendo come occupazione l'ammazzare il tempo, che è un tesoro di Dio! Non ci sono scuse ammissibili per giustificare questo modo di agire. Nessuno dica: dispongo solo di un talento, non posso guadagnarci nulla. Anche con un solo talento puoi operare in modo meritorio [San Giovanni Crisostomo, In Matthaeum homiliae, 78, 3].
Che tristezza non trarre partito, il frutto legittimo, da tutte le facoltà, poche o molte, che Dio concede all'uomo perché si dedichi al servizio delle anime e della società!

Quando il cristiano ammazza il suo tempo sulla terra, si mette in pericolo di ammazzare il suo Cielo: quando per egoismo si tira indietro, si nasconde, si disinteressa. Chi ama Dio non solo offre ciò che possiede — qualunque cosa sia — al servizio di Cristo: dà tutto sè stesso. Non vede — come chi guarda con occhi miopi — il proprio io nella salute, nel prestigio, nella carriera. (Amici di Dio, 46)

C'ERA UN UOMO RICCO E UN POVERO ALLA SUA PORTA

"Un giorno il povero morì
e fu portato dagli angeli
accanto ad Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto..."
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Signore, ci conosci, siamo Tuoi, non ciechi nella carità, ma solidali con chi bussa alla porta della nostra umanità.
Non lasceremo cadere dalla nostra mensa le briciole di speranza, consumeremo con i fratelli il Pane della Vita, condividendo insieme le ansie e le gioie.
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(Lucia Giallorenzo)


25 settembre 2010

UN SORRISO AIUTA A VIVERE


"Un giorno senza sorriso e' un giorno perso".
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(C. Chaplin)

NON CI DEVE AVANZARE NEMMENO UN SECONDO DI TEMPO

Ti sei consolato all'idea che la vita è uno spendersi, un bruciarla al servizio di Dio. Così, spendendoci interamente per Lui, arriverà la liberazione della morte, che ci porterà il possesso della Vita. (Solco, 883)

Non ci deve avanzare nemmeno un secondo di tempo: non sto esagerando. Lavoro ce n'è; il mondo è grande e si contano a milioni le anime che ancora non hanno ascoltato con chiarezza la dottrina di Cristo. Mi rivolgo a ciascuno di voi. Se ti avanza tempo, rifletti un momento: è quasi certo che sei caduto nella tiepidezza, o che, soprannaturalmente parlando, sei un paralitico. Immobile, inerte, sterile, non sviluppi tutto il bene che dovresti comunicare a coloro che ti stanno accanto, nel tuo ambiente, nel tuo lavoro, nella tua famiglia.

Pensiamo coraggiosamente alla nostra vita. Perché a volte non troviamo quei pochi minuti per portare a termine con amore il lavoro che ci aspetta e che è lo strumento della nostra santificazione? Perché trascuriamo i doveri familiari? Perché si insinua la precipitazione al momento di pregare, di assistere al Santo Sacrificio della Messa? Perché ci manca serenità e calma nel compiere i doveri del nostro stato, e ci intratteniamo senza alcuna fretta dietro ai nostri capricci personali? Mi direte: sono piccolezze. Sì, è vero: ma queste piccolezze sono l'olio, il nostro olio, che tiene viva la fiamma e accesa la luce. (Amici di Dio, 41-42)

24 settembre 2010

METTI TUTTO NELLE MANI DI DIO: LUI VEDE E PROVVEDE!

Oltre alla Sua Grazia copiosa ed efficace, il Signore ti ha dato la testa, le mani, le facoltà intellettuali, per far fruttare i tuoi talenti. Dio vuole costantemente operare miracoli — risuscitare i morti, dare l'udito ai sordi, la vista ai ciechi, la capacità di camminare agli storpi... —, per mezzo della tua attività professionale santificata, trasformata in olocausto gradito a Dio e utile alle anime. (Forgia, 984)

La tua barca — i tuoi talenti, le tue aspirazioni, i tuoi successi — non vale niente se non la metti a disposizione di Gesù Cristo, se non lasci che Egli vi salga dentro liberamente, se la trasformi in idolo. Tu da solo, con la tua barca, se fai a meno del Maestro, soprannaturalmente parlando, viaggi dritto al naufragio. Soltanto se accetti, se cerchi la presenza e la guida del Signore, sarai al riparo dalle tempeste e dai frangenti della vita. Metti tutto nelle mani di Dio: i tuoi pensieri, le belle avventure della tua fantasia, le tue nobili ambizioni umane, i tuoi amori puliti, devono passare per il Cuore di Cristo. Altrimenti, presto o tardi, coleranno a picco col tuo egoismo. (Amici di Dio, 21)

GRAZIE PER GLI AUGURI!

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Cari Roberto e Dina,
grazie per i vostri auguri e per le vostre parole: mi avete davvero commosso! Non dimenticatevi di me nelle vostre preghiere: io vi ricorderò nelle mie! Gesù e Maria vi benedicano e vi colmino di ogni bene! Grazie di cuore!
Scarlet
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Carissima Scarlet, BUON COMPLEANNO! Che Dio, Maria SS.ma e Padre Pio benedicano anche te. Grazie per le bellissime preghiere che ci doni, per il tuo lavoro e l'affetto che ogni giorno ci regali con tanto amore. Leggere il tuo blog è diventato per me un momento di serenità e benessere e TU sei un angelo che il Signore ha voluto donarci sulla terra. Grazie.
Roberto
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Cara Scarlet, anch'io ti faccio gli auguri di un FELICE COMPLEANNO!
Dio ti benedica, Maria Santissima ti protegga e gli Angeli veglino sempre su di te, per custodirti aiutarti in ogni momento della tua vita.
Grazie di quanto fai per noi.
Dina

IL SIGNORE HA INCONTRATO VOI E ME SULLA NOSTRA STESSA STRADA

La donazione è il primo passo di un itinerario di sacrificio, di gioia, di amore, di unione con Dio. E così, tutta la vita si riempie di una benedetta pazzia, che fa trovare felicità dove la logica umana non vede altro che rinuncia, sofferenza, dolore. (Solco,2)

Anche a me, come al Signore, piace molto parlare di barche e di reti, per far sì che tutti ricaviamo dalle scene evangeliche propositi fermi e ben precisi. San Luca ci racconta di certi pescatori che lavavano e rammendavano le reti lungo le rive del lago di Genezaret. Gesù si avvicina alle barche attraccate lungo la riva ed entra in una di esse, quella di Simone. Con quanta naturalezza il Maestro entra nella barca di ciascuno di noi! Per complicarci la vita, come si sente commentare in tono di lamento. Il Signore ha incontrato voi e me sulla nostra stessa strada, per complicarci l'esistenza delicatamente, amorosamente.

Dopo aver predicato dalla barca di Pietro, si rivolge ai pescatori: Duc in altum, et laxate retia vestra in capturam! [Lc 5,4], prendete il largo, e gettate le reti. Fiduciosi nella Parola di Cristo, obbediscono, e ottengono quella pesca prodigiosa.

E guardando Pietro che, come Giacomo e Giovanni, non riusciva a capacitarsi, Il Signore spiega: "Non temere; da ora in poi sarai pescatore di uomini". Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e Lo seguirono. (Amici di Dio, 21)

HAI DEGLI ERRORI...E CHE ERRORI!

Non spaventarti, non scoraggiarti, nello scoprire che hai degli errori... e che errori! — Lotta per strapparli. E, finché lotti, convinciti che è bene sperimentare tutte queste debolezze, perché, altrimenti, saresti un superbo: e la superbia allontana da Dio. (Forgia, 181).

Gesù, se tutti noi riuniti nel Tuo Amore fossimo perseveranti! Se riuscissimo a tradurre in opere gli slanci che Tu stesso accendi nei nostri cuori! Domandatevi molto spesso: perché sono su questa terra? E in questo modo otterrete di portare a perfetto compimento — pieno di carità — gli impegni giornalmente intrapresi e la cura delle cose piccole. Faremo tesoro dell'esempio dei santi: persone come noi, di carne e ossa, con fragilità e debolezze, ma che seppero vincere e vincersi per amore di Dio; considereremo il loro comportamento e — come le api che estraggono da ogni fiore il nettare migliore — metteremo a frutto il loro modo di lottare. Voi e io impareremo anche a scoprire tante virtù in quanti ci circondano — ci danno lezioni di lavoro, di abnegazione, di allegria... —, e non indugeremo troppo sui loro difetti; soltanto lo stretto imprescindibile, per poterli aiutare con la correzione fraterna. (Amici di Dio, 20)

22 settembre 2010

" SONO FIGLIO DELL'UBBIDIENZA "

Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina (BN) il 25 maggio 1887. A 16 anni, entrò nei Cappuccini e prese il nome di Pio. Divenne sacerdote il 10 agosto 1910.
Nel 1916 fu trasferito a San Giovanni Rotondo, nel convento di Santa Maria delle Grazie. La sera del 5 agosto 1918 subì la "trasverberazione" del cuore e nella mattina di venerdì 20 settembre, nel coretto della chiesa, ricevette le stimmate che portò fino alla morte con sofferenza fisica e morale, in quanto quei segni esterni gli erano di "una confusione e di una umiliazione insostenibile", perchè non si riteneva degno di tale somiglianza al Redentore.
San Giovanni Rotondo divenne ben presto mèta di pellegrinaggi: i fedeli accorrevano al convento per avere dal frate aiuto, consiglio, guida spirituale. Padre Pio confessava fino a 16 ore al giorno! Dal 1923 al 1933 fu sottoposto ad una serie di restrizioni. Venne privato dei direttori spirituali, gli fu ordinato di non confessare e di non celebrare la Messa in pubblico. Egli accettò umilmente dicendo: "Sono figlio dell'ubbidienza".
A marzo del 1934 riprese a confessare i fedeli. Nel frattempo aveva maturato la decisione di realizzare un innovativo centro ospedaliero proprio a San Giovanni Rotondo. Tanto sconfinato era l'amore di Padre Pio per la Madre Celeste, che trascorse la vita stringendo fra le mani la corona del Rosario e raccomandando tale preghiera ai suoi figli spirituali quale arma infallibile contro il male.
Il 22 settembre 1968, al termine della celebrazione della Santa Messa per il cinquantenario del dono delle stimmate, venne colto da malore e durante la notte del 23 settembre, cessò di vivere.
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O Dio,
che a San Pio da Pietrelcina,
sacerdote cappuccino,
hai donato l'insigne privilegio
di partecipare, in modo mirabile,
alla Passione del Tuo Figlio,
concedimi, per sua intercessione
la grazia...che ardentemente desidero;
e soprattutto donami
di essere conforme alla Morte di Gesù
per giungere poi
alla gloria della Risurrezione.
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3 Gloria

20 settembre 2010

RENDERGLI GLORIA, LODARLO ED ESTENDERE IL SUO REGNO

Nel servizio di Dio, non ci sono mansioni di scarso rilievo: tutte sono molto importanti. — L'importanza della mansione dipende dal livello spirituale di chi la svolge. (Forgia, 618)

Capite dunque perché l'anima non ritrova il sapore della pace e della serenità quando si allontana dal suo fine, quando dimentica che Dio l'ha creata per la santità? Sforzatevi di non perdere mai il punto di mira soprannaturale, neppure nei momenti di riposo e di distensione, necessari quanto il lavoro alla vita di ciascuno.

Potete arrivare al vertice della vostra professione, potete ottenere i trionfi più clamorosi, come frutto della vostra liberissima iniziativa nelle attività temporali; ma se perdete il senso soprannaturale che deve presiedere ogni nostra occupazione umana, avete deplorevolmente sbagliato strada.

Al cospetto di Dio, e questo, in definitiva, è ciò che conta, è vittorioso colui che lotta per comportarsi da cristiano autentico: non ci può essere una soluzione intermedia. Per questo conoscete persone che, giudicando umanamente la loro situazione, dovrebbero essere molto felici, e invece trascinano un'esistenza inquieta, amara; sembra che vendano allegria a profusione, ma appena si gratta la loro anima affiora un gusto aspro, più amaro del fiele. Questo non capiterà a nessuno di noi, se davvero cerchiamo di compiere in ogni momento la Volontà di Dio, di renderGli gloria, di lodarLo e di estendere il Suo Regno a tutte le creature. (Amici di Dio, nn. 10-12)

19 settembre 2010

NELLE MANI DI DIO


Nessuno ci porterà via dalle mani di Dio.
.
Il nostro destino è inseparabile
.
da quello di Dio.
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La Vita Eterna è un posto fra le mani di Dio.
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(padre Ermes Ronchi)

CHE CIASCUNO DI VOI SIA UN ALTRO CRISTO

Ti è costato molto allontanare e dimenticare le tue piccole preoccupazioni, le tue ambizioni personali: povere e scarse, però ben radicate. In cambio, adesso sei ben convinto che la tua ambizione e la tua occupazione sono i tuoi fratelli, e soltanto loro, perché nel prossimo hai imparato a scoprire Gesù Cristo. (Solco, 765)

Se non vogliamo sprecare inutilmente il tempo — e non valgono le false scuse delle difficoltà dell'ambiente esterno, che non sono mai mancate fin dai primi tempi del cristianesimo —, dobbiamo tenere ben presente che Cristo, in via ordinaria, ha vincolato alla vita interiore l'efficacia del la nostra azione per attirare chi ci circonda. Come condizione per l'influsso dell'attività apostolica, Cristo ha posto la santità; o meglio, il nostro sforzo per essere fedeli, dato che santi, finché siamo sulla terra, non lo saremo. Sembra incredibile, ma Dio e gli uomini hanno bisogno, per parte nostra, di una fedeltà senza palliativi, senza eufemismi, che giunga alle estreme conseguenze, senza mediocrità e senza compromessi, nella pienezza di una vocazione cristiana assunta e praticata con grande cura.

Forse qualcuno di voi sta pensando che io alluda esclusivamente a gruppi scelti di persone. Non lasciatevi ingannare tanto facilmente dalla codardia o dalla comodità. Sentite, invece, l'urgenza divina che ciascuno di voi sia un altro Cristo, ipse Christus, lo stesso Cristo; in poche parole, l'urgenza che il vostro comportamento si svolga in coerenza alle norme della fede, perché la nostra santità — la santità a cui aspiriamo — non è una santità di seconda categoria, che non può esistere. (Amici di Dio, 6)

17 settembre 2010

CERCARLO, TROVARLO, FREQUENTARLO, AMARLO

La vita interiore si irrobustisce con la lotta nelle pratiche quotidiane di pietà, che devi compiere — anzi: che devi vivere! — amorosamente, perché il nostro cammino di figli di Dio è cammino d'Amore. (Forgia, 83)

Nello sforzo di identificarci con Cristo, mi piace distinguere quattro gradini: cercarLo, trovarLo, frequentarLo, amarLo. Forse vi rendete conto di trovarvi solo nella prima tappa. CercateLo con fame, cercateLo in voi stessi con tutte le vostre forze. Se agite con tale impegno, oso garantirvi che Lo avete già trovato, e che avete incominciato a frequentarLo e ad amarLo, ad avere la vostra conversazione nei cieli.

Cerca di attenerti a un piano di vita, con costanza: alcuni minuti di orazione mentale, assistere alla Santa Messa — ogni giorno se ti è possibile — e ricevere la Comunione, ricorrere con regolarità al Santo Sacramento del perdono — anche se la tua coscienza non ti accusa di peccato mortale —, la visita a Gesù nel Tabernacolo, la recita del Santo Rosario con la contemplazione dei misteri, e tante altre pratiche stupende che già conosci o puoi imparare.

Non dimenticare che quello che conta non è fare molte cose; limitati a compiere, con generosità, quelle cose che puoi fare ogni giorno, sia che ne abbia o no la voglia. Quelle pratiche ti condurranno, quasi senza che te ne avveda, all'orazione contemplativa. Germoglieranno sempre di più dalla tua anima gli atti di amore, le giaculatorie, gli atti di ringraziamento e di riparazione, le comunioni spirituali. E tutto ciò mentre assolvi i tuoi obblighi: mentre prendi il telefono o sali su un mezzo di trasporto, mentre chiudi o apri una porta, quando passi davanti a una chiesa, quando inizi un nuovo compito, o mentre lo svolgi o quando lo concludi; farai tutto alla presenza di Dio, tuo Padre. (Amici di Dio, 300 e 149)

MARIA, MAESTRA DEL SACRIFICIO NASCOSTO E SILENZIOSO!


Maria, Maestra del sacrificio nascosto e silenzioso! —OsservàteLa, quasi sempre nascosta, mentre collabora con Suo Figlio: sa e tace. (Cammino, 509)

La Vergine Addolorata. Nel contemplarLa, guarda il Suo Cuore: è una Madre con due figli, faccia a faccia: Lui... e te. (Cammino, 506)

Quant'è grande l'umiltà di mia Madre, Maria! —Non La vedrete tra le palme di Gerusalemme, né —tranne la primizia di Cana— al momento dei grandi miracoli.

—Però non fugge il disprezzo del Golgota: lì, “iuxta Crucem Iesu” —, accanto alla croce di Gesù, c'è Sua Madre. (Cammino, 507)

Nell'ora dell'abominio della Croce, la Vergine è lì, vicina a Suo Figlio, decisa a seguire la stessa sorte. Dobbiamo perdere la paura di comportarci da cristiani responsabili, quando ciò risulta scomodo nell'ambiente in cui ci muoviamo: Lei ci aiuterà. (Solco, 977)

14 settembre 2010

" ECCO TUA MADRE! "

Gesù Crocifisso, oltre a darci la vita, ci dà ciò che ha di più caro: la Madre.
RivolgendoSi a Giovanni si rivolge a tutti gli uomini, a ciascuno di noi e ci dice, anche oggi:
"Ecco tua Madre".
Anche noi, come Giovanni, proviamo a dilatare il nostro cuore all'accoglienza.
" Egli La prese nella sua casa ".
.
"O Madre mia dolcissima,
anch'io Ti prendo nella mia casa:
il mio cuore Ti accoglie
perchè Tu sei la Guida alla Dimora di Dio.
Maria,
la Tua fortezza nella sofferenza,
nel dolore, mi sprona ad essere
sempre generoso per amore di Colui
che mi amò fino a sacrificare
la Sua vita per me.
Perciò, Ti prego:
o mia dolce Madre,
unisci la mia anima a Gesù,
poichè solo allora potrò superare la prove".

15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

STABAT MATER
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Addolorata, in pianto
la Madre sta presso la Croce
da cui pende Suo Figlio.
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Immersa in angoscia mortale,
geme nell'intimo del Cuore
trafitto da spada.
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Quanto grande è il dolore
della Benedetta fra le donne,
Madre dell'Unigenito!
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Piange la Madre pietosa
contemplando le Piaghe
del Divino Suo Figlio.
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Chi può trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?
.
Chi non può provare dolore
davanti alla Madre
che porta la Morte del Figlio?
.
Per i peccati del popolo Suo,
Ella vede Gesù nei tormenti
del duro supplizio.
.
Per noi Ella vede morire
il dolce Suo Figlio,
solo, nell'ultima ora.
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O Madre, Sorgente di amore,
fa' ch'io viva il Tuo martirio,
fa' ch'io pianga le Tue lacrime.
.
Fa' che arda il mio cuore
nell'amare il Cristo-Dio,
per esserGli gradito.

"LA CROCE, LA SANTA CROCE!, PESA"

Santificare il proprio lavoro non è una chimera, bensì è missione di ogni cristiano...: tua e mia. Lo aveva ben scoperto quel meccanico, che diceva: «Mi fa impazzire di gioia la certezza che io, maneggiando il tornio e cantando, cantando molto di dentro e di fuori , posso farmi santo...: com'è Buono il nostro Dio!». (Solco, 517)
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La Croce, la Santa Croce!, pesa. — Da una parte, i miei peccati. Dall'altra, la triste realtà delle sofferenze della Chiesa nostra Madre; l'apatia di tanti cattolici che hanno “un volere senza volere”; la separazione — per motivi diversi — da persone care; le malattie e le afflizioni, proprie e altrui...
La Croce, la Santa Croce!, pesa: “Fiat, adimpleatur...!”. — Si faccia, si compia, sia lodata ed eternamente glorificata la giustissima e amabilissima Volontà di Dio su tutte le cose! Amen, Amen. (Forgia, 769)
La Croce non è la pena, né il dispiacere, né l'amarezza... È il legno santo su cui Gesù Cristo trionfa... e su cui trionfiamo noi quando riceviamo con gioia e con generosità ciò che Egli ci manda. (Forgia, 788)
Non sei solo. — Né tu né io possiamo trovarci soli. E meno che mai se andiamo da Gesù attraverso Maria, poiché è una Madre che non ci abbandonerà mai. (Forgia, 249)

13 settembre 2010

14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

" Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a Me. "
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In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell'Esaltazione della Santa Croce, siamo tutti invitati a sostare in silenzio davanti a Cristo Crocifisso e a pregare con tutti i cristiani di tutti i secoli:
Noi Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo perchè con la Tua Croce hai redento il mondo.

IL GRANDE AMICO, CHE NON TRADISCE MAI

Cerchi la compagnia di amici che, con la loro conversazione e il loro affetto, con la loro frequentazione, ti rendano più sopportabile l'esilio di questo mondo..., sebbene gli amici a volte tradiscano. —Non mi sembra male. Però..., perché non frequenti ogni giorno, con maggiore intensità, la compagnia, la conversazione del Grande Amico, che non tradisce mai? (Cammino, 88)

La nostra vita è di Dio e dobbiamo consumarla al Suo servizio, preoccupandoci generosamente delle anime; dimostrando, con la parola e l'esempio, la profondità delle esigenze della vita cristiana.

Gesù aspetta che noi Gli manifestiamo il desiderio di acquisire questa scienza, per dirci: Chi ha sete, venga a Me e beva. Gli rispondiamo: insegnaci a dimenticarci di noi stessi, per pensare a Te e a tutte le anime. Così il Signore ci porterà, con la Sua grazia, sempre avanti, come quando facevamo i primi esercizi per imparare a scrivere — ricordate le aste che tracciavamo nella nostra infanzia sotto la guida della mano del maestro? — e così assaporeremo la gioia di manifestare la nostra fede, altro dono di Dio, anche per mezzo di un'autentica vita cristiana, nella quale tutti possano riconoscere chiaramente le meraviglie divine.

Egli è Amico; è l'Amico! Vos autem dixi amicos. Ci chiama amici ed è stato Lui a fare il primo passo; ci ha amati per primo. Non impone tuttavia il Suo amore: ce lo offre. Ce lo dimostra con il segno più evidente dell'amicizia: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Era amico di Lazzaro e pianse per lui, quando lo vide morto: e lo risuscitò. Se ci vede freddi, svogliati, forse con quella rigidità che è propria di una vita interiore che vien meno, il Suo pianto sarà per noi vita: Io te lo comando, amico Mio, alzati e cammina, vieni fuori da questa vita angusta, che non è vita. (E' Gesù che passa, 93)

12 settembre 2010

O REGINA DEL CIELO

O augusta Regina del Cielo
e Sovrana degli angeli,
a Te che hai ricevuto da Dio
il potere e la missione di
schiacciare la testa di satana,
noi chiediamo umilmente
di mandarci legioni celesti,
perchè al Tuo comando
inseguano i demoni,
li combattano dappertutto,
reprimano la loro audacia
e li respingano nell'abisso.
Amen.

L'ABBRACCIO DEL PADRE MISERICORDIOSO

O Signore,
Tu ci hai offerto delle parabole
che descrivono la gioia in Cielo
per il ritorno del peccatore pentito
tra le braccia del Padre.
Fa' cha anche noi,
ogni volta che cadiamo nel peccato,
troviamo il coraggio di rialzarci
e di non dubitare mai della Tua Misericordia.
Aiutaci a capire che il Tuo Amore
supera qualsiasi nostra colpa
e che il dolore più grande
sarebbe quello di non aver fiducia in Te
e nel Tuo perdono.

LASCIAMOCI AMARE E CERCARE DA DIO !


" ...Io vi dico,
vi è gioia davanti agli angeli di Dio
per un solo peccatore che si converte... "
(Gesù)
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N. B.: quando hai paura di Dio, o del Suo giudizio, rileggi la pagina del Vangelo di questa 24° Domenica del Tempo Ordinario. Troverai in essa ispirazione per capire chi è veramente Dio per te.

IMPARARE NELLA MESSA A METTERSI IN RAPPORTO CON DIO

Umiltà di Gesù: a Betlemme, a Nazaret, sul Calvario... —Ma la Sua umiliazione e il Suo annichilimento sono maggiori nell'Ostia Santissima: più che nella stalla, che a Nazaret, che sulla Croce. Perciò, quanto sono obbligato ad amare la Messa! (Cammino, 533)

Forse qualche volta ci siamo domandati come poter corrispondere a tanto amor di Dio, e forse vorremmo vedere esposto chiaramente un programma di vita cristiana. La soluzione è facile ed è alla portata di tutti i fedeli: partecipare con amore alla Santa Messa, imparare nella Messa a mettersi in rapporto con Dio, perché in questo Sacrificio è contenuto tutto ciò che il Signore vuole da noi.

Permettetemi di ricordarvi ciò che tante volte voi stessi avete osservato: lo svolgimento delle cerimonie liturgiche. Seguendole con attenzione è molto probabile che il Signore faccia scoprire a ciascuno di noi dove dobbiamo migliorare, quali vizi sradicare, come impostare il nostro rapporto fraterno con tutti gli uomini.

Il sacerdote si dirige verso l'altare di Dio, del Dio che allieta la nostra giovinezza. La Santa Messa inizia con un canto di gioia, perché Dio è lì. Questa gioia, fatta di gratitudine e di amore, si manifesta nel bacio dell'altare, simbolo di Cristo e ricordo dei santi: un piccolo spazio santificato, perché su quest'ara si realizza il Sacramento dall'efficacia infinita. (E' Gesù che passa, 88)

11 settembre 2010

12 SETTEMBRE: ONOMASTICO DELLA MADONNA

Cari amici,
la Chiesa consacra il 12 settembre ad onorare il Santo Nome di Maria, per insegnarci tutto quello che questo Nome contiene per noi di ricchezze spirituali, perchè, come Quello di Gesù, Lo abbiamo sulle labbra e nel cuore.
Dio e Sua Madre vi benedicano tutti!
Scarlet
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PREGHIERA AL NOME SANTO DI MARIA
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1. O adorabile Trinità, per l'amore con cui scegliesti ed eternamente Ti compiacesti del Santissimo Nome di Maria, per il potere che gli desti, per le grazie che riservasti ai Suoi devoti, fa' che esso sia anche per me fonte di grazia e di felicità.
Ave Maria...
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Benedetto sempre sia il Santo Nome di Maria.
Lodato, onorato e invocato sempre sia, l'amabile e potente Nome di Maria.
O Santo, soave e potente Nome di Maria, possa sempre invocarTi durante la vita e nell'agonia.
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2. O amabile Gesù, per l'amore con cui pronunziasti tante volte il Nome della Tua cara Madre e per la consolazione che a Lei procuravi nel chiamarLa per Nome, raccomanda alle Sue speciali cure questo povero Tuo e Suo servo.
Ave Maria...
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Benedetto sempre sia...
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3. O Angeli Santi, per la gioia che vi procurò la rivelazione del Nome della vostra Regina, per le lodi con cui Lo celebraste, svelatene anche a me tutta la bellezza, la potenza e la dolcezza e fate che io Lo invochi in ogni mio bisogno e specialmente in punto di morte.
Ave Maria...
.
Benedetto sempre sia...
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4. O cara Sant'Anna, buona mamma della Madre mia, per la gioia da te provata nel pronunciare tante volte con devoto rispetto il Nome della tua piccola Maria o nel parlarne con il tuo buon Gioacchino, fa' che il dolce Nome di Maria sia continuamente anche sulle mie labbra.
Ave Maria...
.
Benedetto sempre sia...
.
5. E Tu, o dolcissima Maria, per il favore che Dio Ti fece nel donarTi Egli Stesso il Nome, coma a Sua diletta Figlia; per l'amore che Tu sempre ad Esso mostrasti concedendo grandi grazie ai Suoi devoti, concedi anche a me di rispettare, amare ed invocare questo soavissimo Nome.
Fa' che Esso sia il mio respiro, il mio riposo, il mio cibo, la mia difesa, il mio rifugio, il mio scudo, il mio canto, la mia musica, la mia preghiera, il mio pianto, il mio tutto, con quello di Gesù, affinchè dopo essere stato pace del mio cuore e dolcezza delle mie labbra durante la vita, sia la mia gioia in Cielo. Amen.
Ave Maria...
.
Benedetto sempre sia...

A GESU' SALVATORE

O Gesù Salvatore,
Signore mio e Dio mio,
mio Dio e mio tutto,
che con il sacrificio della Croce
ci hai redenti
e hai sconfitto il potere di satana,
Ti prego di liberarmi
da ogni presenza malefica
e da ogni influenza del maligno.
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Te lo chiedo nel Tuo Nome;
Te lo chiedo per le Tue Piaghe;
Te lo chiedo per il Tuo Sangue;
Te lo chiedo per la Tua Croce;
Te lo chiedo per l'intercessione
di Maria Immacolata e Addolorata.
.
Il Sangue e l'Acqua
che scaturiscono dal Tuo costato
scendano su di me a purificarmi,
a liberarmi, a guarirmi.
Amen.

LA PACE DI CRISTO NEL REGNO DI CRISTO

Un segreto. —Un segreto a gran voce: queste crisi mondiali sono crisi di santi. —Dio vuole un pugno di uomini “Suoi” in ogni attività umana. —Poi... pax Christi in Regno Christi —la pace di Cristo nel Regno di Cristo. (Cammino, 301)

Sforzati, se è necessario, di perdonare sempre coloro che ti offendono, fin dal primo istante, perché, per quanto grande sia il danno o l'offesa che ti fanno, molto di più ti ha perdonato Iddio.(Cammino, 452)

Caratteristica evidente di un uomo di Dio, di una donna di Dio, è la pace della sua anima: ha “la pace” e dà la pace alle persone che frequenta. (Forgia, 649)

Abìtuati a rispondere alle sassate dei poveri “odiatori” con una sassaiola di Avemarie. (Forgia, 650)

La Madonna, così L'invoca la Chiesa, è la Regina della Pace. Per questo quando la tua anima, l'ambiente familiare o professionale, la convivenza nella società o tra i popoli sono agitati, non cessare di acclamarLa con questo titolo:
«Regina Pacis, ora pro nobis!» Regina della Pace, prega per noi!

Hai provato, almeno, quando perdi la serenità?... La sua immediata efficacia ti sorprenderà.(Solco, 874)

L'UMILTA' VERA PORTA...A CHIEDERE PERDONO!


Se qualche volta cadi, figlio mio, ricorri subito alla Confessione e alla direzione spirituale: mostra la ferita!, perché te la curino a fondo, perché eliminino tutte le possibilità di infezione, anche se ti fa male come in un'operazione chirurgica. (Forgia, 192)

La sincerità è indispensabile per progredire nell'unione con Dio.

— Se dentro di te, figlio mio, c'è un “rospo”, sputalo! Di' subito, come ti consiglio sempre, ciò che non vorresti che si sapesse. Dopo aver sputato il “rospo” nella Confessione, come si sta bene! (Forgia, 193)

Dio sia benedetto!, ti dicevi subito dopo la Confessione sacramentale. E pensavi: è come se fossi tornato a nascere.

Poi, hai proseguito con serenità: “Domine, quid me vis facere?” — Signore, che cosa vuoi che io faccia?

— E tu stesso ti sei dato la risposta: con la Tua grazia, al di sopra di tutto e di tutti, compirò la Tua Santissima Volontà: “Serviam!” — Ti servirò senza condizioni! (Forgia, 238)

L'umiltà porta ogni anima a non scoraggiarsi davanti ai propri errori.

— L'umiltà vera porta... a chiedere perdono! (Forgia, 189)

Se io fossi lebbroso, mia madre mi abbraccerebbe. Senza paura e senza alcuna esitazione, mi bacerebbe le piaghe.

— E allora, la Vergine Santissima? Quando sentiamo di avere la lebbra, di essere piagati, dobbiamo gridare: Madre! E la protezione di nostra Madre è come un bacio sulle ferite, che ci ottiene la guarigione. (Forgia, 190)

9 settembre 2010

IL PERDONO CI VIENE DALLA MISERICORDIA DI DIO

Mi scrivi che sei arrivato, finalmente, al confessionale, e che hai provato l'umiliazione di dover aprire la cloaca dici proprio così della tua vita davanti a un «uomo». Quando sradicherai questa vana stima che hai di te stesso? Allora andrai alla confessione contento di mostrarti quale sei, davanti a «quell'uomo» consacrato altro Cristo, lo stesso Cristo! che ti dà l'assoluzione, il perdono di Dio. (Solco, 45)

Padre: come può sopportare tutta questa spazzatura? —mi dicesti—, dopo una confessione contrita.

—Tacqui, pensando che se la tua umiltà ti porta a sentirti così —spazzatura, un mucchio di spazzatura— potremo ancora fare qualcosa di grande di tutta la tua miseria. (Cammino, 605)

Che poco Amore di Dio hai quando cedi senza lottare perché non è un peccato grave! (Cammino, 328)

Ancora una volta alle tue vecchie follie!... E poi, quando torni, ti ritrovi con poca allegria, perché ti manca umiltà.

Sembra che ti ostini a ignorare la seconda parte della parabola del figliol prodigo, e continui a essere attaccato alla povera felicità delle ghiande. Orgogliosamente ferito dalla tua fragilità, non ti decidi a chiedere perdono, e non consideri che, se ti umìli, ti attende la calorosa accoglienza di tuo Padre Dio, la festa per il tuo ritorno e per il tuo ricominciare. (Solco, 65)

8 settembre 2010

MARIA, FIGLIA DI DIO PADRE

Quanta bassezza nella mia condotta, e quanta infedeltà alla grazia! — Madre mia, Rifugio dei peccatori, prega per me; che mai più io ostacoli l'opera di Dio nella mia anima. (Forgia, 178)

Madre nostra, Speranza nostra!, come si sta sicuri, ben stretti a Te, anche se tutto vacilla!(Forgia, 474)

Come piace agli uomini sentirsi ricordare la loro parentela con personaggi della letteratura, della politica, delle armi, della Chiesa...!

— Canta davanti alla Vergine Immacolata e ricordaLe: ave Maria, Figlia di Dio Padre: ave Maria, Madre di Dio Figlio: ave Maria, Sposa di Dio Spirito Santo... Più di Te, soltanto Dio! (Cammino, 496)

Di': Madre mia —tua, perché sei Suo per molti titoli—, il Tuo amore mi leghi alla Croce di Tuo Figlio: non mi manchi la Fede, né il coraggio, né l'audacia, per compiere la Volontà del nostro Gesù. (Cammino, 497)

8 SETTEMBRE: LA CHIESA FESTEGGIA LA NATIVITA' DI MARIA

Gesù Bambino è conosciuto in tutto il mondo, anche dai non cristiani, mentre raramente si pensa che...
...anche la Madonna è stata bambina!
L'attenzione e l'amore per l'infanzia di Maria nascono molto presto, ma bisogna aspettare parecchi secoli perché il "compleanno di Maria" sia ricordato con una vera e propria celebrazione liturgica: prima a Gerusalemme (secolo V), poi a Costantinopoli (secolo VI) e finalmente a Roma (secolo VII) e Milano (sec. XI).


Ma la grande fioritura della devozione popolare verso la Madonna Bambina arriva nel '700 e si sviluppa specialmente nel secolo successivo.
Ascolta la bella storia di questa dolce devozione...
Nella prima metà del secolo XVIII (e precisamente fra il 1720 e il 1730), una monaca francescana di Todi (Umbria) modella con la cera un visetto dolcissimo di bimba: la Madonna appena nata!

La bellissima testina in cera viene appoggiata su un corpo molto semplice (una specie di cilindro) e avvolta tutta di fasce: sì, come si faceva con i neonati di una volta, che venivano completamente immobilizzati nelle fasce perché - si pensava - in questo modo sarebbero cresciuti meglio!

Però... per la Madre Neonata di Dio le fasce devono essere speciali: e così nasce la tradizione di avvolgere Maria Bambina in fasce di pizzo candido, come a manifestare la Sua preziosissima purezza!
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Ave Maria!

7 settembre 2010

IL PIU' GRANDE DONO CHE DIO POTESSE FARE AGLI UOMINI

Quando Lo ricevi, diGli: Signore, spero in Te; Ti adoro, Ti amo, aumenta la mia fede. Sii il sostegno della mia debolezza, Tu che sei rimasto nell'Eucaristia, inerme, per porre rimedio alla debolezza delle creature. (Forgia, 832)

Non faccio davvero una scoperta se dico che alcuni cristiani hanno un'idea assai povera della Santa Messa, e che altri la vedono solo come un rito esteriore, se non addirittura come una forma di convenzionalismo.
È la meschinità del nostro cuore che ci fa accogliere come per abitudine il più grande dono che Dio potesse fare agli uomini. Nella Messa — in questa Messa che stiamo celebrando adesso — interviene in modo particolare, ripeto, la Santissima Trinità.
Per corrispondere a tanto amore ci si richiede una totale donazione, del corpo e dell'anima: noi infatti ascoltiamo Dio, Gli parliamo, Lo vediamo, Lo gustiamo. E quando le parole non ci sembrano sufficienti cantiamo, incitando la nostra lingua — Pange,lingua! — a proclamare davanti a tutta l'umanità le meraviglie del Signore.

Vivere la Santa Messa significa rimanere in preghiera continua, con la convinzione che per ciascuno di noi si tratta di un incontro personale con Dio: Lo adoriamo, Lo lodiamo, Gli chiediamo tante cose, Lo ringraziamo, facciamo atti di riparazione per i nostri peccati, ci purifichiamo, ci sentiamo una cosa sola, in Cristo, con tutti i cristiani. (E' Gesù che passa, nn. 87-88)

6 settembre 2010

LO SPIRITO SANTO CI CONFIGURA A CRISTO

La Messa è lunga, tu dici; e io aggiungo: perché il tuo amore è corto. (Cammino, 529).

La Santa Messa ci pone così di fronte ai misteri principali della fede, in quanto è il dono che la Trinità fa di Sè Stessa alla Chiesa. Si comprende allora come la Messa sia il centro e la radice della vita spirituale del cristiano, e come sia anche il fine di tutti i Sacramenti.
La vita della grazia, generata in noi dal Battesimo, fortificata e accresciuta dalla Confermazione, si avvia nella Messa verso la sua pienezza. Quando partecipiamo dell'Eucaristia — scrive San Cirillo di Gerusalemme — sperimentiamo la spiritualizzazione deificante dello Spirito Santo che non solo ci configura con Cristo, come avviene nel Battesimo, ma ci cristifica per intero, associandoci alla pienezza di Cristo Gesù.

L'effusione dello Spirito Santo, facendoci divenire simili a Cristo, ci porta a riconoscerci come figli di Dio.
Il Paraclito, che è Carità, ci insegna a impregnare di questa virtù tutta la nostra vita; e consummati in unum, fatti una cosa sola con Cristo, possiamo diventare tra gli uomini quel che Sant'Agostino afferma dell'Eucaristia: Segno di unità, vincolo dell'Amore.

IL GRILLO E LA MONETA


Un saggio indiano aveva un caro amico che abitava a Milano. Si erano conosciuti in India, dove l'italiano era andato con la famiglia per fare un viaggio turistico. L'indiano aveva fatto da guida agli italiani, portandoli a esplorare gli angoli più caratteristici della sua patria.
Riconoscente, l'amico milanese aveva invitato l'indiano a casa sua. Voleva ricambiare il favore e fargli conoscere la sua città. L'indiano era molto restio a partire, ma poi cedette all'insistenza dell'amico italiano e un bel giorno sbarcò da un aereo alla Malpensa.
Il giorno dopo, il milanese e l'indiano passeggiavano per il centro della città. L'indiano, con il suo viso color cioccolato, la barba nera e il turbante giallo attirava gli sguardi dei passanti e il milanese camminava tutto fiero d'avere un amico così esotico.
Ad un tratto, in piazza San Babila, l'indiano si fermò e disse: "Senti anche tu quel che sento io?".
Il milanese, un po' sconcertato, tese le orecchie più che poteva, ma ammise di non sentire nient'altro che il gran rumore del traffico cittadino.
"Qui vicino c'è un grillo che canta", continuò, sicuro di sé, l'indiano.
"Ti sbagli", replicò il milanese "io sento solo il chiasso della città. E poi, figurati se ci sono grilli da queste parti".
"Non mi sbaglio. Sento il canto di un grillo", ribattè l'indiano e decisamente si mise a cercare tra le foglie di alcuni alberelli striminziti. Dopo un po' indicò all'amico che lo osservava scettico un piccolo insetto, uno splendido grillo canterino che si rintanava brontolando contro i disturbatori del suo concerto.
"Hai visto che c'era un grillo?", disse l'indiano.
"E' vero", ammise il milanese. "Voi indiani avete l'udito molto più acuto di noi bianchi...".
"Questa volta ti sbagli tu",
sorrise il saggio indiano. "Stai attento...". L'indiano tirò fuori dalla tasca una monetina e facendo finta di niente la lasciò cadere sul marciapiede.
Immediatamente quattro o cinque persone si voltarono a guardare.
"Hai visto?", spiegò l'indiano. "Questa monetina ha fatto un tintinnio più esile e fievole del trillare del grillo. Eppure hai notato quanti bianchi lo hanno udito?".

Queste piccole storie sono come il canto del grillo in città. Vogliono solo chiederti un momento di attenzione per quelle voci che abbiamo dimenticato di ascoltare. Quelle voci e quei canti che abbiamo dentro e che ci parlano di cieli azzurri e aria pulita, di sogni e di batticuori, di voglia di abbracciarsi e piangere insieme, di un Dio sconvolgente che è venuto a chiederci di lasciarci salvare da Lui.

5 settembre 2010

LA MESSA E' AZIONE DIVINA, TRINITARIA, NON UMANA

Non è strano che molti cristiani, posati e persino solenni nella vita di relazione (non hanno fretta), nelle loro poco attive attività professionali, a tavola, nel riposo (neanche in ciò hanno fretta), si sentano incalzati dalla fretta e incalzino il Sacerdote, nella loro ansia di abbreviare, di affrettare il tempo dedicato al Sacrificio Santissimo dell'Altare? (Cammino, 530)

La Messa — ripeto — è azione divina, trinitaria, non umana. Il sacerdote che celebra, collabora al progetto del Signore, prestando il suo corpo e la sua voce; ma non agisce in nome proprio, bensì in Persona et in Nomine Christi, nella Persona di Cristo e nel Nome di Cristo.

L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il sacrificio predetto da Malachia:
"Dall'oriente all'occidente grande è il Mio Nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al Mio Nome una oblazione pura".

È il Sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare. (E' Gesù che passa, 86)

VI INVITO A RECITARE IL ROSARIO TUTTI I GIORNI

Un invito a recitare il Rosario tutti i giorni perchè la Madonna ci ottenga dal Suo Divin Figlio la soluzione per i grandi mali che ci affliggono.
Ecco cosa ha detto sulla preghiera del Rosario Suor Lucia, l'ultima veggente di Fatima:
"La Santissima Vergine ha dato una nuova efficacia alla recita del Rosario tale che non c'è nessun problema, non importa quanto difficile possa essere, o temporale o soprattutto spirituale che non possa essere risolto con il Rosario. Non c'è nessun problema, vi dico, che noi non possiamo risolvere con la preghiera del Rosario".
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- 1 Vi chiedo di pregare il Rosario ogni giorno perchè la Madonna ci ottenga dal Suo Divin Figlio la soluzione per i grandi mali che affliggono:

--- la disgregazione della famiglia,
--- la crisi morale e religiosa...,
---gli attacchi alla Chiesa e al Santo Padre.

-2 Vi invito a diventare apostoli del Rosario, affinchè possiamo portare questa devozione salvifica a tanti che ne hanno bisogno.

La verità è che, se sono tanti i pericoli che incombono su di noi e sulle nostre famiglie, ancora maggiore è il potere di intercessione della Madre di Dio.
Maria è la Soluzione per tutte le nostre necessità. A Maria, tramite la preghiera, specialmente quella del Rosario possiamo affidare tutti i nostri affanni!
Già a Fatima, nel 1917, la Madonna come Madre amorevole, mentre da un lato ci ammoniva, dall'altro ci presentava la soluzione per evitare all'umanità flagelli terribili: la devozione al Suo Cuore Immacolato, principalmente mediante la recita del Rosario.

Oggi Satana e i suoi seguaci si sono scatenati nell'attaccare quello che abbiamo di più sacro.
Non c'è giorno che passa senza che la religione sia ridicolizzata, il Papa oltraggiato, la famiglia e l'istituzione del matrimonio vittime dei più insidiosi attacchi...
...ed ai nostri figli e nipoti vengono spudoratamente presentati modelli di comportamento ingannevoli e tutt'altro che cristiani.

Il fatto è che pregando il Rosario, pregandolo di più, pregandolo meglio, possiamo ottenere qualsiasi cosa, se utile per il nostro bene e la nostra salvezza.

Anche il nostro Santo Padre ci invita a "riscoprire questa preghiera, così semplice e tanto profonda", e a pregare il Rosario "per le intenzioni del Papa, per la missione della Chiesa e per la pace nel mondo".
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Ave Maria!

4 settembre 2010

L'ASSEDIO


Un uomo d'affari stressato e logorato dai troppi impegni si presentò ad un maestro di vita spirituale a chiedere un consiglio. Gli disse il maestro:
"Quando un pesce finisce al secco comincia a morire. Anche tu cominci a morire quando ti lasci prendere dalle cose del mondo. Il pesce può salvarsi se torna subito nell'acqua. Tu devi tornare subito nella solitudine".
L'uomo d'affari si spaventò
"Devo lasciare tutti i miei affari e rifugiarmi in un convento?".
"No, no. Conserva i tuoi affari e rifugiati nel tuo cuore".
Nel vocabolario della spiritualità c'è una bellissima parola: "raccoglimento". Esprime il momento in cui ci si ferma per "raccogliere" i pezzi di noi che la giornata ha disperso.

SII ANIMA DI EUCARISTIA!

Sii anima di Eucaristia! — Se il centro dei tuoi pensieri e delle tue speranze è il Tabernacolo, come saranno abbondanti, figlio mio, i frutti di santità e di apostolato! (Forgia, 835)

Gesù è rimasto nell'Eucaristia per amore..., per te.

— È rimasto, pur sapendo come L'avrebbero ricevuto gli uomini..., e come Lo ricevi tu.

— È rimasto, affinché te ne cibi, affinché tu Gli faccia visita e Gli racconti le tue cose e, frequentandoLo nell'orazione accanto al Tabernacolo e nella ricezione del Sacramento, ti innamori ogni giorno di più, e faccia in modo che altre anime — molte! — seguano lo stesso cammino. (Forgia, 887)

Quando ricevi il Signore nell'Eucaristia, siiGli grato con tutte le fibre dell'anima per la Sua Bontà di stare con te.

— Non ti sei soffermato a considerare che sono dovuti passare secoli e secoli, prima che venisse il Messia? I patriarchi e i profeti a implorare, con tutto il popolo di Israele: la terra è assetata, Signore, vieni!

— Magari fosse così la tua attesa d'amore. (Forgia, 991)

Ingigantisci la tua fede nella Sacra Eucaristia. Riémpiti di stupore davanti a questa Ineffabile Realtà!: abbiamo Dio con noi, possiamo riceverLo ogni giorno e, se Lo vogliamo, parliamo intimamente con Lui, come si parla con l'Amico, come si parla con il Fratello, come si parla con il Padre, come si parla con l'Amore. (Forgia, 268)

3 settembre 2010

ADESSO E' LI', CON LA SUA CARNE E CON IL SUO SANGUE...

"Questo è il Mio Corpo"..., e Gesù Si immolò, occultandoSi sotto le specie del Pane. Adesso è lì, con la Sua Carne e con il Suo Sangue, con la Sua Anima e con la Sua Divinità: così come nel giorno in cui Tommaso mise le dita nelle Sue Piaghe gloriose. Tuttavia, in molte occasioni, tu giri al largo, senza nemmeno abbozzare un breve saluto di mera cortesia, come fai con qualsiasi persona conosciuta che incontri per strada. Hai molta meno fede di Tommaso! (Solco, 684)

Il Creatore Si è prodigato per amore delle Sue creature. Nostro Signore Gesù Cristo, come se non bastassero tutte le altre prove della Sua Misericordia, istituisce l'Eucaristia perché possiamo averLo sempre vicino, dal momento che Egli — per quanto ci è dato di capire — pur non abbisognando di nulla, mosso dal Suo Amore, non vuole fare a meno di noi.

La Trinità Si è innamorata dell'uomo elevato all'ordine della grazia e fatto a Sua immagine e somiglianza; lo ha redento dal peccato — dal peccato di Adamo, che ricadde su tutta la sua discendenza, e dai peccati personali di ciascuno — e desidera ardentemente dimorare nella nostra anima:
"Se uno Mi ama osserverà la Mia Parola, e il Padre Mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui".

Questo flusso trinitario di amore per gli uomini si perpetua in maniera sublime nell'Eucaristia. Noi tutti, anni fa, abbiamo imparato dal catechismo che la Santa Eucaristia può essere considerata come Sacrificio e come Sacramento, e che il Sacramento è per noi Comunione e insieme tesoro sull'altare, nel tabernacolo.


La Chiesa dedica un'altra festa al Mistero Eucaristico, al Corpo del Signore — Corpus Domini — presente in tutti i tabernacoli del mondo. (E' Gesù che passa, nn. 84-85)

IL DIO DELLA NOSTRA FEDE NON E' UN ESSERE LONTANO


Considera ciò che di più bello e di più grande c'è sulla terra..., ciò che piace all'intelletto e alle altre facoltà..., e ciò che è godimento della carne e dei sensi... Considera il mondo, e gli altri mondi che brillano nella notte: tutto l'Universo. —Ebbene, tutto ciò, unito a tutte le follie del cuore soddisfatte..., non vale niente, è niente e meno di niente, a confronto di questo Dio, mio! —tuo!—, Tesoro infinito, Perla preziosissima, umiliato, fatto schiavo, annichilito in forma di servo nella grotta dove volle nascere, nella bottega di Giuseppe, nella Passione e nella Morte ignominiosa... e nella pazzia d'Amore della Santa Eucaristia. (Cammino, 432)

Bisogna adorare devotamente questo Dio nascosto: è lo stesso Gesù nato da Maria Vergine, lo Stesso che realmente patì e fu immolato in Croce per noi, lo Stesso dal cui fianco trafitto uscirono sangue e acqua.

Questo è il sacro convito, in cui Cristo è nostro Cibo, si perpetua il memoriale della Sua Passione, l'anima è ricolma di grazia e a noi viene dato il pegno della gloria futura.

La liturgia della Chiesa ha riassunto in queste brevi strofe i momenti culminanti della storia di ardente carità che il Signore ci dona.

Il Dio della nostra fede non è un essere lontano, che contempla impassibile la sorte degli uomini: le loro fatiche, le loro lotte, le loro angosce.

È un Padre che ama i Suoi figli fino al punto di inviare il Verbo, Seconda Persona della Santissima Trinità, affinché Si incarni, muoia per noi e ci redima.

È lo stesso Padre affettuoso che adesso ci attrae dolcemente a Sè con l'azione dello Spirito Santo che abita nei nostri cuori.

La gioia del Giovedì Santo procede da questo: dal comprendere che il Creatore Si è prodigato per amore delle Sue creature.

Nostro Signore Gesù Cristo, come se non bastassero tutte le altre prove della Sua Misericordia, istituisce l'Eucaristia perché possiamo averLo sempre vicino, dal momento che Egli — per quanto ci è dato di capire — pur non abbisognando di nulla, mosso dal Suo Amore, non vuole fare a meno di noi.

La Trinità si è innamorata dell'uomo elevato all'ordine della grazia e fatto a Sua immagine e somiglianza; lo ha redento dal peccato — dal peccato di Adamo, che ricadde su tutta la sua discendenza, e dai peccati personali di ciascuno — e desidera ardentemente dimorare nella nostra anima: "Se uno Mi ama osserverà la Mia Parola, e il Padre Mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui". (E' Gesù che passa, 84)