" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

31 maggio 2010

" TU SEI BENEDETTA FRA LE DONNE "

Volgi i tuoi occhi alla Vergine e contempla come vive la virtù della lealtà. Quando Elisabetta ha bisogno di Lei, il Vangelo dice che accorre "cum festinatione", con gioiosa sollecitudine. Impara! (Solco, 371)

Mio piccolo amico, ormai sai cavartela da solo. Accompagna con gioia Giuseppe e Maria Santissima e ascolterai le tradizioni della casa di Davide.

Sentirai parlare di Elisabetta e di Zaccaria, t'intenerirai per l'amore purissimo di Giuseppe; e il tuo cuore batterà forte ogni volta che verrà nominato il Bambino che nascerà a Betlemme.

Camminiamo in fretta verso le montagne, fino a un villaggio della tribù di Giuda (Lc 1, 39)

Siamo giunti. E' la casa in cui deve nascere Giovanni, il Battista. Elisabetta, riconoscente, rende lode alla Madre del suo Redentore: "Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno! E donde a me tanto bene, che la Madre del mio Signore venga a visitarmi?" (Lc 1, 42-43).

Il Battista sussulta nel seno di sua madre ( Lc 1, 41). L'umiltà di Maria trabocca nel Magnificat - E tu e io, che siamo anzi, eravamo dei superbi promettiamo di essere umili. (Santo Rosario, 2º mistero gaudioso)

30 maggio 2010

TESTIMONIANZA DI UN' ESORCISTA, DON GABRIELE AMORTH

.
Ero nell’ufficio parrocchiale quando sono entrate due donne: la prima la conoscevo bene, ma l’altra non l’avevo mai vista. Quella che conoscevo mi ha detto:
“ Padre, questa donna ha bisogno di lei”.
Mi sono rivolto alla nuova venuta e le ho chiesto per quale motivo si era rivolta a me. La fissavo in faccia; faceva strani segni con gli occhi e con le mani. Già mi era venuto in mente chi potesse essere e le ho detto:
“Signora, di chi ha paura? Qui non c’è il demonio, qui c’è Cristo Signore”.
E le ho messo davanti agli occhi il Crocifisso che tengo sulla scrivania. A quel punto l’agitazione della donna si è fatta violenta, ma ero preparato al peggio e le ho gridato:
“Ma tu sei una maga! Che cosa vuoi da Dio?”.
Dapprima è rimasta sorpresa, e poi mi ha detto :
“Voglio essere liberata dal demonio perché il mio uomo sta morendo”.
Le ho risposto in tono perentorio:
“Di che cosa sta morendo il tuo uomo? Forse gli hai fatto una fattura o gli hai mandato una maledizione?”.

E lei tra le lacrime mi ha risposto che gli aveva gridato, con cattiveria:
“Ti pigliasse una cancrena!”.
Quella maledizione era giunta a segno e il suo uomo stava in ospedale morente, in camera di rianimazione.

Con voce severa le ho detto:
“Io non sono un santo e non faccio miracoli; sono un esorcista che, con l’aiuto e nel nome di Dio, scaccio i demoni. Ma la vita al tuo uomo non posso restituirla”.
A questo punto la donna ha fatto un balzo tale da salire in ginocchio sulla scrivania e ha allungato le braccia con l’intenzione di afferrarlo per il collo. Ero preparato a quella reazione del demonio e ho fatto in tempo a gridare:
“satana, in nome di Dio, fermati!”.
Ella, con gli occhi sbarrati e con la bocca spalancata, pur tenendo ancora le braccia tese verso il mio collo, è rimasta immobile: Dio mi aveva protetto. Allora ho gridato al demonio:
”In Nome di Dio, satana, ti ordino di non muoverti da questa posizione”.
Sono andato in Chiesa, ho messo la teca sul petto. Quando sono tornato nell’ufficio parrocchiale la donna era ancora nella posizione in cui l’avevo lasciata. Le ho ordinato di scendere dalla scrivania, di non tentare di avvicinarsi a me più di quella distanza di quando stava seduta. Con l’Ostia consacrata ero più tranquillo e con voce risoluta le ho detto:
“Invece di piangere per il tuo uomo, dovresti piangere per le tante persone alle quali in vent’anni di carriera hai fatto del male”.
Ella con voce cavernosa mi ha gridato:
“Se il mio uomo muore farò del male a tutta la città”.
Io mi sono alzato di scatto, l’ho afferrata per le spalle e l’ho spinta fuori dall’ufficio e dalla chiesa gridandole:
“Con l’odio che hai nel cuore non sei degna di stare qui”.
Allora la donna che l’accompagnava mi ha detto:
“Padre, lei tratta tutti con gentilezza e non manda via quelli che sono posseduti dal demonio. Come mai quella lì l’ha cacciata via in malo modo?”.
Le ho risposto:
“Noi esorcisti possiamo aiutare a liberarsi dalla possessione demoniaca solo quelli che lo desiderano. Ma chi ha l’odio nel cuore non desidera essere liberato. E poi sta certa che entro un’ora la maga verrà di nuovo qui”.
Infatti poco dopo ella è ritornata e le ho detto che se voleva che le facessi l’esorcismo doveva darmi la dimostrazione che voleva essere liberata, portandomi tutto quello che aveva di magico. Alle 15 ho riaperto la Chiesa e ho visto che le due donne stavano lì ad aspettarmi; avevano due grosse borse mi ha fatto rabbrividire: oltre ad attrezzi vari, come vassoi per bruciare l’incenso, c’erano candele rosse e nere, chiodi, spilli, limoni, fotografie da cui ritagliare il ritratto di una persona; e poi decine e decine di fatture già fatte. C’erano inoltre libri sulla magia, sulla stregoneria, sulle fatture, sulle messe nere, sulle orge sataniche e tante altre cose. Dopo aver cosparso il tutto per bene con l’acqua benedetta e dopo aver invocato Dio perché annullasse ogni maleficio, ho chiuso tutta quella roba in un armadio affinché nessuno la potesse trovare. Poi ho inviato la maga a tornare la sera con quattro uomini, quando la chiesa era chiusa. Sono arrivati puntuali. Mi ero reso conto che non era necessario consultare uno psichiatra, tanto era chiara la presenza demoniaca . Ho indossato i paramenti sacri e ho cominciato l’esorcismo. Ho subito comandato al demonio di non fare del male ad alcuno dei presenti, di non avvicinarsi a nessuno, di star lontano almeno mezzo metro da ognuno. Poi ho iniziato il rito. Ogni tanto la maga scattava in piedi, urlava, bestemmiava; io facevo finta di non sentirla. Ella allungava le mani intorno a sé, ma non toccava nessuno, tanto che il demonio ha urlato:
“Che avete messo qui davanti? Non riesco a passare!”.
Il demonio interrompeva spesso la preghiera; diceva che loro erano in tredici, mentre io ero solo e non sarei mai riuscito a cacciarli via. Gli comandavo in nome di Dio di tacere; e a quest’ordine si infuriava, e una volta mi ha gridato:
“Ma che cosa hai messo fra te e me? Una lastra di cristallo?”
Alla fine mi ha detto :
“Ma smettila! Lei non vuole essere liberata; altrimenti ti avrebbe portato tutto; invece nell’armadio della sua camera ha due borse di fattura già fatte e pronte per essere spedite”.
A questo punto la donna ha affermato di essere stanca, di non poter resistere più. Ho colto l’occasione per troncare l’esorcismo dicendole:
“Con i demoni stanchi io non combatto. Proseguiremo domani, ma a condizione che tu domani mattina mi porti le due buste di fatture che, a quanto mi ha detto il demonio, tieni nascoste nell’armadio. Ti aspetto domani alle sette”. L’indomani alle sette precise era davanti alla porta della chiesa con le borse; e piangendo mi ha detto:
“Il mio uomo sta morendo. Lo hanno messo nel polmone d’acciaio”.
Io le ho detto:
“Ora vai in ospedale a trovare il tuo uomo; ma a lui ci penserà Dio. Ritornerai questa sera alle 20, con gli uomini che ti hanno accompagnata ieri”.
Alle 19 erano già tutti in chiesa. Ho chiuso le porte, ho indossato i paramenti e mi sono preparato per la lotta. La maga non faceva altro che ripetermi di fare presto, perché i dottori avevano dato al suo uomo un’ora di vita. Ho recitato poche preghiere, poi ho ripreso subito l’esorcismo imperativo. A un certo punto, urlando, la donna ha cominciato a vomitare; dalla bocca è uscito un grumo di terra marrone e saliva. Mentre lo aspergevo con acqua benedetta, contavo; questo è il primo demonio. Seguitavo a pregare, a dare ordini, e uno dopo l’altro sono usciti altri dodici demoni. Allora una voce cavernosa mi ha gridato:
“io sono satana; non riuscirai a cacciarmi”.
Ho guardato l’orologio e ho visto che mezzanotte era passata da una decina di minuti. Ho detto:
“Già siamo nella festa dell’Immacolata Concezione. Satana, in Nome di Maria Santissima Immacolata ti ordino di uscire da questa donna e di andare dove Dio ti ha comandato di andare”.
Ho ripetuto questo comando una decina di volte, fino a quando la rauca voce del demone si è fatta di nuovo sentire:
“Basta con quel Nome, Non lo voglio più sentire!”. Ho risposto:
“demonio, quel Nome lo ripeterò per tutta la notte; se non vuoi sentirmi nominare il Nome di Maria Santissima Immacolata, Madre di Gesù, esci da questa donna e vattene via”.
Allora la maga ha ricominciato a vomitare, e dopo un urlo è caduta a terra svenuta. Era finalmente libera da tutti i demoni. Ci siamo messi a fare pulizia, mentre la maga dormiva. Usavo acqua benedetta, con molto alcool nel secchio; poi ho dato fuoco a un foglio e l’ho buttato sui residui vomitati con l’uscita dei tredici diavoli. Solo quando tutto era pulito ho ordinato alla maga, in nome di Dio, di alzarsi. Si è alzata molto lentamente, come se il demonio l’avesse fatta a pezzi. Le ho detto che quella mattina l’aspettavo in chiesa; si doveva confessare e comunicare. Così fu fatto.
Dopo pochi giorni, mentre mi trovavo in una casa per una preghiera di liberazione, ha squillato il telefono. La padrona è andata a rispondere e poi è venuta di corsa a riferirmi:
“Quella signora (che era una maga) mi ha detto di riferirle che suo marito sta bene. I medici, il giorno dell’Immacolata, sono rimasti stupiti: credevano di trovare il paziente morto e invece l’hanno trovato che stava meglio e voleva mangiare. Poi l’hanno riportato in corsia; migliorava a vista d’occhio e mangiava regolarmente. Prima di Natale è tornato a casa guarito”.

Il giorno di Natale marito e moglie erano in chiesa. Poi sono venuti nell’ufficio parrocchiale a ringraziarmi, si sono confessati e hanno fatto la comunione.

Dio è Grande!

" FATE QUELLO CHE VI DIRA' "

In mezzo al giubilo della festa, a Cana, soltanto Maria si accorge che manca il vino... L'anima giunge fino ai minimi dettagli di servizio se, come Lei, vive appassionatamente intenta ai bisogni del prossimo, per il Signore. (Solco, 631)

Dei tanti invitati a quelle vivaci nozze di paese, soltanto Maria si avvede che manca il vino (cfr Gv 2, 3). Se ne accorge Lei sola, e tempestivamente. Come ci risultano familiari le scene della vita di Cristo! In esse la grandezza di Dio si intreccia con la vita più comune e quotidiana. È tipico della donna di casa avveduta e prudente notare una manchevolezza, badare ai piccoli dettagli che rendono amabile la vita: tale è il comportamento di Maria.

Fate quello che vi dirà (Gv 2, 5).

Implete hydrias (Gv 2, 7), riempite d’acqua le giare, e il miracolo avviene. Così, con questa semplicità. Tutto normale. Quei servi facevano il loro mestiere. L’acqua era a portata di mano. Ed è la prima manifestazione della divinità del Signore. La cosa più banale diventa straordinaria, soprannaturale, quando abbiamo la buona volontà di dar retta a quello che Dio ci chiede.

Voglio, Signore, abbandonare nelle Tue mani generose la cura di tutto ciò che è mio. Nostra Madre – Tua Madre! – Ti ha già fatto risuonare all’orecchio, come a Cana: non hanno!...

Se la nostra fede è debole, ricorriamo a Maria. Per il miracolo delle nozze di Cana, compiuto da Cristo per la preghiera di Sua Madre, i Suoi discepoli credettero in Lui (Gv 2, 11). Maria, nostra Madre, intercede continuamente presso Suo Figlio perché ci ascolti e Si manifesti anche a noi, cosicché possiamo proclamare: 'Tu sei il Figlio di Dio'.

– Dammi, o Gesù, questa fede, che desidero davvero! Madre mia e Signora mia, Maria Santissima, fa’ che io creda! (Santo Rosario, 2º Mistero luminoso).

29 maggio 2010

DOLCE E IMMACOLATO CUORE DI MARIA

Abìtuati a mettere il tuo povero cuore nel Dolce e Immacolato Cuore di Maria, affinché te lo purifichi da tante scorie, e ti conduca al Cuore Sacratissimo e Misericordioso di Gesù... (Solco, 830)

Compiuto il tempo della purificazione della Madre, secondo la legge di Mosè, bisogna andare col Bambino a Gerusalemme per presentarLo al Signore (Lc 2, 22).

E questa volta sarai tu, piccolo amico, a portare la gabbia delle tortore. Vedi? Lei l'Immacolata!- si sottomette alla Legge come se fosse impura.

Amico mio, imparerai anche tu da questo esempio a non essere sciocco e a compiere la Santa Legge di Dio nonostante tutti i sacrifici che richiede?

Purificarsi! Noi due sì che abbiamo bisogno di purificazione! Espiare, per trovare aldilà dell'espiazione, l'Amore. Un amore che cauterizzi, che bruci le scorie della nostra anima, che sia fuoco che accende di fiamma divina la miseria del nostro cuore. (Santo Rosario. 4º mistero gaudioso)

28 maggio 2010

RACCONTALE TUTTO QUELLO CHE TI SUCCEDE

Vuoi amare la Vergine? E allora parla con Lei, cerca di conoscerLa. Come? Recitando bene il Suo Rosario. - Ma nel Rosario diciamo sempre le stesse cose! Le stesse cose? Non si dicono sempre le stesse cose coloro che si amano? (Prologo al Santo Rosario)

Come crescerebbero in noi le virtù soprannaturali se riuscissimo a frequentare davvero Maria, che è nostra Madre! Non esitiamo a ripeterLe lungo la giornata — con il cuore, senza bisogno di parole — piccole preghiere, giaculatorie. La devozione cristiana ha raccolto molte di queste lodi ardenti nelle Litanie che accompagnano il Santo Rosario. Ma ciascuno è libero di aumentarle, rivolgendo alla Madonna altri elogi, dicendoLe dal nostro intimo ciò che — per un santo pudore che Lei capisce e approva — non oseremmo pronunciare ad alta voce.

Ti consiglio — per concludere — di fare, se non l'hai ancora fatta, la tua esperienza personale dell'amore materno di Maria. Non basta sapere che Ella è Madre, considerarLa tale, e parlare di Lei come tale. È tua Madre, e tu sei Suo figlio; ti vuole bene come se tu fossi il Suo figlio unico sulla terra. TrattaLa di conseguenza: raccontaLe tutto ciò che ti succede, rendiLe onore, amaLa. Nessuno può farlo al tuo posto, né come tu lo faresti, se non sei tu stesso a farlo.

Ti assicuro che se ti avvierai per questo cammino, troverai subito tutto l'amore di Cristo: e ti vedrai inserito nella vita ineffabile di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Troverai la forza per compiere fino in fondo la Volontà di Dio, ti riempirai di aneliti di servire tutti gli uomini. Sarai il cristiano che ogni tanto sogni di essere: pieno di opere di carità e di giustizia, felice e forte, comprensivo con gli altri ed esigente verso te stesso.

Questo, non altro, è il nerbo della nostra fede. Ricorriamo a Maria, che ci accompagnerà con passo sereno e costante. (Amici di Dio, 293)

SANTISSIMA TRINITA'

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Ti adoro profondamente e Ti offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi che Ti offendono.

Per i meriti infiniti del Suo Cuore Santissimo e per l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Ti prego di concedermi la sincera conversione del cuore. Amen.

NESSUNA GUERRA E' SANTA...

Abbiate la consapevolezza
che soltanto uomini nuovi
possono far nuove tutte le cose.
Non si può chiedere all'economia,
alla politica, alle istituzioni sociali
ciò che esse non possono dare.
Ogni vera novità nasce dal cuore,
da una coscienza riscattata,
illuminata e abilitata a vera libertà
dall'incontro vivo con Colui che ha detto:
''Io sono la Via e la Verità''
e ''Senza di Me non potete far nulla''.
.
(Giovanni Paolo II)

REGINA DELLA PACE, PREGA PER NOI

La Madonna così L'invoca la Chiesa è la Regina della Pace. Per questo quando la tua anima, l'ambiente familiare o professionale, la convivenza nella società o tra i popoli sono agitati, non cessare di acclamarLa con questo titolo: "Regina Pacis, ora pro nobis!" Regina della Pace, prega per noi! Hai provato, almeno, quando perdi la serenità?... La sua immediata efficacia ti sorprenderà. (Solco, 874)

Non c'è pace in tanti cuori che tentano invano di compensare l'inquietudine dell'anima con un'attività incessante, con la minuscola soddisfazione di beni che non saziano, perché lasciano dietro di sè il sapore amaro della tristezza. (...)

Cristo, nostra Pace, è anche Via. Se vogliamo la pace, dobbiamo seguire i suoi passi. La pace è la conseguenza della guerra, della lotta. Lotta ascetica, intima, che ogni cristiano è tenuto a sostenere contro tutto ciò che nella sua vita non viene da Dio: la superbia, la sensualità, l'egoismo, la superficialità, la meschinità del cuore. È inutile reclamare la serenità esteriore quando manca la tranquillità nella coscienza, nell'intimo dell'anima, perché dal cuore provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. (E' Gesù che passa, 73)

26 maggio 2010

PIU' DI TUTTO L'AMORE


“ E' l'amore
che converte i cuori
e dona la pace ”
.
(Giovanni Paolo II)

MARIA, REGINA DEGLI APOSTOLI

Che lezione straordinaria in ciascuno degli insegnamenti del Nuovo Testamento! Dopo che il Maestro, nell'ascendere alla destra di Dio Padre, ha detto loro: 'Andate e predicate a tutte le genti', i discepoli sono stati pervasi da un senso di pace. Ma hanno ancora dei dubbi: non sanno che fare, e si riuniscono con Maria, Regina degli Apostoli, per trasformarsi in zelanti banditori della Verità che salverà il mondo. (Solco, 232)

Se meditiamo con criterio spirituale quel testo di San Paolo, comprenderemo di non avere altra scelta che di lavorare al servizio di tutte le anime. Fare diversamente sarebbe egoismo. Se consideriamo con umiltà la nostra vita, vedremo chiaramente che il Signore, oltre alla grazia della fede, ci ha concesso dei talenti, delle qualità. Nessuno di noi è un esemplare ripetuto in serie: Dio nostro Padre ci ha creati a uno a uno, distribuendo tra i Suoi figli un diverso numero di beni. Dobbiamo mettere quei talenti, quelle qualità, al servizio di tutti, utilizzando i doni di Dio come strumenti per aiutare gli altri a scoprire Cristo.

(…) È compito dei figli di Dio far sì che tutti gli uomini entrino — liberamente — nella rete divina, e così giungano ad amarsi. Se siamo cristiani, dobbiamo trasformarci in pescatori, come quelli descritti dal profeta Geremia, con la metafora che anche Gesù ha impiegato spesso: 'Seguitemi — dice a Pietro e ad Andrea —, vi farò pescatori di uomini' [Mt 4, 19]. (Amici di Dio, 258-26)

25 maggio 2010

UNO STRANO GIOVANE

Il padrone di una grossa fattoria aveva bisogno di un aiutante che badasse alle stalle e al fienile. Come voleva la tradizione, il giorno della festa del paese, cominciò a cercare. Scorse un ragazzo di 16-17 anni che si aggirava tra i baracconi. Era un tipo alto e magro, che non sembrava molto forte.
"Come ti chiami giovanotto?".
"Alfredo, signore".
"Sto cercando qualcuno che voglia lavorare nella mia fattoria.. Ti intendi di lavori agricoli?".
"Sissignore. Io so dormire in una notte ventosa!".
"Che cosa?"
chiese il contadino sorpreso.
"Io so dormire in una notte ventosa".
Il contadino scosse la testa e se ne andò.
.
Nel tardo pomeriggio, incontrò nuovamente Alfredo e gli rifece la proposta. La risposta di Alfredo fu la medesima: "Io so dormire in una notte ventosa!".
Al contadino serviva un aiutante non un giovanotto che si vantava di dormire nelle notti ventose.
Provò ancora a cercare, ma non trovò nessuno disposto a lavorare nella sua fattoria. Così decise di assumere Alfredo che gli ripeté:
"Stia tranquillo, padrone, io so dormire in una notte ventosa".
"D'accordo. Vedremo quello che sai fare".

.
Alfredo lavorò nella fattoria per diverse settimane. Il padrone era molto occupato e non faceva molta attenzione a quello che faceva il giovane.
Poi una notte fu svegliato dal vento. Il vento ululava tra gli alberi, ruggiva giù per i camini, scuoteva le finestre. Il contadino saltò giù dal letto. La bufera avrebbe potuto spalancare le porte della stalla, spaventare cavalli e mucche, sparpagliare il fieno e la paglia, combinare ogni sorta di guai.
Corse a bussare alla porta di Alfredo, ma non ebbe risposta. Bussò più forte.
"Alfredo, alzati! Vieni a darmi una mano, prima che il vento distrugga tutto!".
Ma Alfredo continuò a dormire.
Il contadino non aveva tempo da perdere. Si precipitò giù per le scale, attraversò di corsa l'aia e raggiunse la cascina.
.
Ed ebbe una bella sorpresa.
Le porte delle stalle erano saldamente chiuse e le finestre erano bloccate. Il fieno e la paglia erano coperti e legati in modo tale da non poter essere soffiati via. I cavalli erano al sicuro, e i maiali e le galline erano quieti. All'esterno il vento soffiava con impeto. Dentro la cascina, gli animali erano calmi e tutto era al sicuro.
D'improvviso il contadino scoppiò in una sonora risata. Aveva capito che cosa intendeva dire Alfredo quando affermava di saper dormire in una notte ventosa.
Il giovane faceva bene il suo lavoro ogni giorno. Si assicurava che tutto fosse a posto. Chiudeva accuratamente porte e finestre e si prendeva cura degli animali. Si preparava alla bufera ogni giorno. Per questo non la temeva più.

Tu, riesci a dormire in questa lunga notte di vento che è la tua vita?

CI BUTTANO TERRA ADDOSSO?


Cari amici,
voglio raccontarvi una storiella molto carina che ho pensato possa essere utile per farci superare alcune difficoltà della vita d tutti i giorni. Dio benedica tutti voi!
Scarlet
.
Un giorno, il cavallo di un contadino cadde in un pozzo. Non riportò alcuna ferita, ma non poteva uscire da lì con le sue proprie forze. Per molte ore l’animale nitrì fortemente, disperato, mentre il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare.
Finalmente, il contadino prese una decisione crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente, e anche il pozzo ormai era secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera.
Così non valeva la pena sprecare energie per tirar fuori il cavallo dal pozzo. Allora chiamò i suoi vicini perchè lo aiutassero a interrare vivo il cavallo.
Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della terra dentro il pozzo. Il cavallo non tardò a rendersi conto di quello che stavano facendo, e pianse disperatamente. Tuttavia, con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettato molte palate di terra, il cavallo si calmò.
Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che ad ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena, il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra che cadeva ai suoi piedi.
Così, in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice.

Abbiamo la sensazione di essere in un pozzo senza possibilità di risalita e che invece di aiutarci, gli altri, ci stiano gettando addosso molta terra?

Dalla lettura di questo piccolo, ma veritiero, episodio possiamo trarre una lezione di vita e carpire il segreto per uscire dal pozzo: scrolliamoci la terra che questa società ci butta sulle spalle e saliamo sopra di essa.
Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima. Possiamo uscire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti. Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l’alto!
Ricordiamoci sempre che le uniche due regole da seguire per essere felici sono: la pace e l’amore.
Liberiamo, quindi, il nostro cuore e la nostra mente dall’odio e dalle eccessive preoccupazioni.
Semplifichiamo la nostra vita dando in misura maggiore il nostro amore e cerchiamo di coltivare meno aspettative.
Amiamo di più nostro Dio, preghiamo con sempre maggiore vigore ed....accettiamo “la terra” che ci tirano addosso, poiché essa può essere la soluzione e non il problema per risalire dal pozzo.
CHE DOMANI SIA UN GIORNO MIGLIORE DI OGGI PER TUTTI NOI!

DOV'E' LA FELICITA' ?


La tua Felicità sta nel Bene che fai ♥
nella Gioia che diffondi ♥
nelle Lacrime che asciughi ♥
nel Sorriso che fai fiorire.

LA SFIDA DELLA VITA

"Quando meno ce lo aspettiamo,
la vita ci pone davanti a una sfida,
per provare il nostro coraggio
e la nostra volontà di cambiamento.
In quel momento,
non serve fingere
che non stia accadendo nulla,
o scusarci dicendo
che non siamo ancora pronti"

(Paulo Gelho)

APRIAMO LA NOSTRA ANIMA A MARIA

"Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in Te!" Sei tutta bella, o Maria, e la macchia originale non è in Te!, canta giubilante la liturgia.
Non c'è in Lei la minima ombra di doppiezza: ogni giorno chiedo a nostra Madre che sappiamo aprire l'anima nella direzione spirituale, affinché la luce della grazia illumini tutta la nostra condotta! Se La supplichiamo così, Maria ci otterrà il coraggio della sincerità, per essere più uniti alla Trinità Beatissima. (Solco, 339)

Non mi abbandonare, Signore mio: non vedi in che abisso senza fondo andrebbe a finire questo tuo povero figlio?

— Madre mia: sono anche figlio Tuo. (Forgia, 314)

Affàcciati molte volte in oratorio, per dire a Gesù:... mi abbandono nelle Tue braccia.

— Lascia ai Suoi piedi ciò che hai: le tue miserie!

— In questo modo, nonostante il turbinìo di cose che ti porti dietro, non mi perderai mai la pace.(Forgia, 306)

"Nunc coepi!" adesso comincio!: è il grido dell'anima innamorata che, in ogni momento, tanto se è stata fedele quanto se le è mancata generosità, rinnova il suo desiderio di servire, di amare! con tutta lealtà il nostro Dio. (Solco, 161)

24 maggio 2010

PREGARE CON FEDE

Il monaco viveva lungo il fiume, dove pensava di fondare un convento che presto si sarebbe riempito di discepoli. Fu così con stupore che vide la fanciulla, figlia del contadino, portargli l'omaggio di un secchio di latte camminando sulle acque. Chiamò la fanciulla e le chiese:
"Pensi che io possa fare altrettanto?"
"Certo!" rispose la ragazza "Devi solo gridare ad alta voce il Nome di Dio, e attraverserai senza pericolo le acque".
Il monaco decise di provare: la ragazza di fronte e lui la seguiva, ripetendo fedelmente il Nome di Dio.
Ma, preoccupato che il suo saio si bagnasse, lo alzava a mano a mano che entrava nell'acqua. E, ovviamente, più avanzava e più affondava nell'acqua.
La fanciulla si girò, vide la scena e sbottò in una innocente risata:
"Non così, padre, non così! Il Nome di Dio nella tua bocca e la tonaca alzata nelle tue mani... non è questo il modo di attraversare il fiume!"
E se ne andò avanti felice, mentre il monaco tornò indietro umiliato.
Preghiera senza il cuore non è preghiera. Preghiera è fede, e fede è coraggio. Lascia andare il tuo saio e cammina tra le correnti della vita confidando nella forza del Nome di Dio!

L'UNICA TRISTEZZA NEL MONDO

"Al mondo vi è una sola tristezza:
non essere vicini a Dio".

(Benedetto XVI)

MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI


O Maria, Vergine potente,
Tu grande ed illustre presidio della Chiesa;
.
Tu aiuto meraviglioso dei cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
.
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
.
difendici dal nemico, e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso! Così sia.

UNA STRADA NEL DESERTO

Dio aprirà una via dove sembra non ci sia...
traccerà una strada nel deserto.
.

(Don Moen)

BENEDETTA MONOTONIA DI AVEMARIE!

Capisco che ogni "Ave Maria", ogni saluto alla Vergine, è un nuovo palpito di un cuore innamorato. (Forgia, 615)

"Vergine Immacolata, so bene di essere un povero miserabile, che non fa altro che aumentare tutti i giorni il numero dei propri peccati...". Mi hai detto che parlavi così con nostra Madre, l'altro giorno.

E ti ho consigliato, con sicurezza, di recitare il Santo Rosario: benedetta monotonia di avemarie che purifica la monotonia dei tuoi peccati! (Solco, 475)

Il Rosario non lo si recita solo con le labbra, biascicando una dietro l'altra le avemarie. Questo è il borbottìo delle bigotte e dei bigotti. Per un cristiano, l'orazione vocale deve radicarsi nel cuore, in modo che, durante la recita del Rosario, la mente possa addentrarsi nella contemplazione di ciascuno dei misteri. (Solco, 477)

Rimandi sempre il Rosario a più tardi, e finisci per ometterlo a motivo del sonno. Se non disponi di altri momenti, recitalo per la strada e senza che nessuno se ne accorga. Per di più, ti aiuterà ad avere presenza di Dio. (Solco, 478)

INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

Vieni Santo Spirito,
che procedi dal Padre e dal Figlio!

Vieni Spirito Santo,
Alfa e Omega dell'Universo!

Vieni Spirito Santo
che con Maria ci hai dato Gesù Cristo!

Vieni Spirito Santo,
Soffio che genera la vita!

Vieni Spirito Santo,
Sposo di Maria!
.
Vieni Spirito Santo,
Voce della Chiesa!

Vieni Spirito Santo,
Guida della barca di Pietro.

Vieni Spirito Santo,
Luce del Sommo Pastore.

Viene Spirito Santo,
che conduci ai sentieri divini.

Vieni Spirito Santo,
Anima della Chiesa,
sposa bella di Cristo.

Viene Spirito Santo,
Custode e Guida
della Chiesa, madre dei Santi.

Vieni Spirito Santo,
Anima di chi abiti!

So che se Ti chiamo,
Tu vieni a me,
perché... Sei ...
Colui che soffia dove vuole;
Colui che non ha
né spazio né tempo;
Colui che abita in ogni luogo e in ogni cuore!

Perché sei...ogni moto d'Amore!
Sei...l'Aurora! Sei...Il Presente e il Tuo futuro!

Perché prima che il mondo fosse Tu eri!
Perché Tu sei..."Persona" con il Padre e il Figlio!

Vieni Spirito Santo,
donami Sapienza e Scienza,
fammi comprendere la verità tutta intera...

Donami la Tua Luce...
Vieni Spirito Santo, scendi dentro di me,
illumina le tenebre del cuore mio...

Vieni e prometto
che questo mio povero cuore
diventerà il tempio del Tuo riposo.

Amen, Amen, Amen.

23 maggio 2010

IL DONO DELLO SPIRITO SANTO

GRAZIE, SIGNORE
PER IL DONO DELLO SPIRITO SANTO.
SENZA IL SUO FUOCO PURIFICATORE
NON SAREI LO STESSO.
SENZA IL SUO SOFFIO LEGGERO
LE MIE PAROLE VANE.
SENZA IL SUO ROMBO DI TUONO
NESSUNO SENTIREBBE.
SENZA IL SUO INTERVENTO
VANA LA CARITA' .
...
SENZA DI TE, SPIRITO D'AMORE,
IL MIO CUORE RESTEREBBE ARIDO.
GRAZIE, SOFFIO DIVINO,
CHE MI HAI FATTO INNAMORARE DI TE.

VIENI, SPIRITO SANTO!


Vieni, o Spirito Santo, vieni per la potente intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Tua Sposa amatissima.
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Vieni, o Spirito d'Amore, e rinnova la faccia della Terra; fa' che torni tutta ad essere un nuovo giardino di grazia e di santità, di giustizia e di amore, di comunione e di pace così che la SS. Trinità possa ancora riflettersi compiaciuta e glorificata.
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Vieni, o Spirito d'Amore, e rinnova tutta la Chiesa, portala alla perfezione della carità, dell'unità e della santità, perchè diventi oggi la più grande luce che a tutti risplende nella grande tenebra che si è ovunque diffusa.
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Vieni, o Spirito di Sapienza e di Intelligenza, e apri la via dei cuori alla comprensione della verità tutta intera. Con la forza bruciante del Tuo divino fuoco, sradica ogni errore, spazza via ogni eresia, affinchè risplenda a tutti, nella sua integrità, la luce della verità che Gesù ha rivelato.
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Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Sostieni chi è perseguitato, incoraggia chi è emarginato, dona forza a chi è imprigionato, concedi perseveranza a chi è calpestato e torturato, ottieni la palma della vittoria a chi, ancora oggi, viene condotto al martirio.

CHI HA TEMPO, NON ASPETTI TEMPO!

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Quando gli uomini diventano virtuosi in vecchiaia,
semplicemente sacrificano a Dio
gli avanzi del diavolo.
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(A. Pope)

MARIA, INSEGNAMI A TRATTARE TUO FIGLIO!

Se non frequenti Cristo nell'orazione e nel Pane, come potrai farLo conoscere? (Cammino, 105)

Cerca di ringraziare Gesù nell'Eucaristia, cantando lodi alla Madonna, la Vergine pura, senza macchia, Colei che ha messo al mondo il Signore.

— E, con audacia di bambino, azzàrdati a dire a Gesù: mio dolce Amore, sia benedetta la Madre che Ti ha messo al mondo!

Sii certo che Gli farai piacere, ed Egli infonderà nella tua anima un amore ancora più grande. (Forgia, 70)

Cerca Dio nel fondo del tuo cuore pulito, puro; nel fondo della tua anima quando Gli sei fedele, e non perdere mai questa intimità!

— E se qualche volta non sai come parlarGli, o che cosa dire, o non osi cercare Gesù dentro di te, rivolgiti a Maria, “tota pulchra” — tutta pura, meravigliosa —, per confidarLe: Maria, Madre nostra, il Signore ha voluto che fossi Tu, con le Tue mani, a prenderti cura di Dio: insegnami — insegna a tutti noi — a trattare Tuo Figlio! (Forgia, 84)

22 maggio 2010

SE VUOI CAMBIARE IL MONDO, PRIMA CAMBIA TE STESSO

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Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo"
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(Mahatma Gandhi)

PARTECIPIAMO ALLA MATERNITA' SPIRITUALE DI MARIA

Ricorri costantemente alla Santissima Vergine, Madre di Dio e Madre dell'umanità: ed Ella porterà, con soavità di Madre, l'amore di Dio alle anime che frequenti, perché si decidano a essere — nel loro lavoro ordinario, nella loro professione — testimoni di Cristo. (Forgia, 911)

Se ci identifichiamo con Maria, se imitiamo le Sue virtù, potremo far sì che Cristo nasca, per virtù della grazia, nell'anima di molti che si identificheranno con Lui per opera dello Spirito Santo. Se imitiamo Maria, in qualche modo parteciperemo alla Sua maternità spirituale. In silenzio, come la Madonna; senza farlo notare, quasi senza parole, con la testimonianza di un comportamento cristiano, integro e coerente, con la generosità di ripetere senza sosta un fiat che rinnovi costantemente la nostra intimità con Dio. (Amici di Dio, 281)

RITA DA CASCIA, LA SANTA DELL'IMPOSSIBILE E DEI CASI DISPERATI

Rita nacque a Roccaporena, una piccola frazione del comune di Cascia, in un giorno imprecisato di un anno che la maggior parte degli studiosi indica nel 1381. La tradizione presenta i genitori, Antonio Lotti ed Amata Ferri, come una coppia unita, avanti negli anni, profondamente religiosa e con un solo cruccio: la mancanza di figli. Ma una notte ad Amata apparve in sogno un angelo per annunciarle che sarebbe diventata madre di una bimba alla quale sarebbe stato imposto il nome di Margherita : il sogno diventò realtà.

Il miracolo “delle api bianche” potrebbe aiutarci a collocare l'evento nel periodo estivo o prossimo all'estate: Rita infatti aveva pochi giorni quando esso accade e gli insetti, che le ronzavano vicino al volto senza pungerla, furono scacciati da un mietitore che stava lavorando in un campo di grano vicino. La mano dell'uomo, feritasi con la falce, fu guarita dalle api bianche nel momento che vi si posarono sopra.

L'adolescenza di Margherita trascorse in un clima di profonda religiosità. Accanto alla cura della casa, sicuramente le fu insegnato a leggere e a scrivere. Nell'istruzione religiosa i genitori furono probabilmente aiutati dai frati e dalle suore dell'ordine agostiniano presenti a Cascia.

La tradizione insiste in particolar modo sulla volontà dell'adolescente di farsi suora per dedicare la sua vita a Cristo. Ma il destino di Margherita era diverso: nel 1393 Paolo di Ferdinando Mancini la chiese in moglie e il padre, nonostante la vocazione religiosa della figlia, acconsentì. Una decisione che appare strana se si presta fede alla tradizione che descrive il giovane pretendente come un violento, appartenente alla fazione Ghibellina (contraria al potere temporale del papa), implicato in quelle faide che i genitori della ragazza s'impegnavano a far cessare favorendo la pacificazione tra le famiglie o i gruppi che vi erano coinvolti.
Il matrimonio fu probabilmente celebrato nel 1395-1396 quando la ragazza aveva sedici o diciassette anni. La vita di Rita al fianco di Paolo non dovette essere facile, ma l'amore che gli portava le diede la forza di sopportare la sua irascibilità. Nacquero due figli: Gian Giacomo e Paolo Maria, che ebbero tutto l'amore, la tenerezza e le cure dalla mamma. Rita riuscì con il suo tenero amore e tanta pazienza a trasformare il carattere del marito e a renderlo più docile tanto che Paolo abbandonò le vecchie compagnie, le lotte, gli agguati e la vita rissosa per dedicare il suo tempo alla famiglia. Ma questo cambiamento non fu gradito ai suoi vecchi compagni che una notte, tra il 1413-1414, gli tesero un mortale agguato: lo attesero nei pressi di Collegiacone, lungo la strada che da Cascia porta a Roccaporena, e lì l'uccisero a pugnalate.

Rita fu molto afflitta per l'atrocità dell'avvenimento, cercò dunque rifugio e conforto nell'orazione con assidue e infuocate preghiere nel chiedere a Dio il perdono degli assassini di suo marito. Contemporaneamente intraprese un'azione per giungere alla pacificazione, a partire dai suoi figlioli, che sentivano, nonostante i suoi insegnamenti, come un dovere la vendetta per la morte del padre. Ma, forse per le preghiere che lei stessa elevò al cielo affinché non si macchiassero di altro sangue, Gian Giacomo e Paolo Maria morirono di malattia circa un anno dopo il padre, tra il 1414-1415.

Ora Rita era veramente rimasta sola e nulla più la legava ad una vita fuori dal convento. Ma le monache agostiniane, che pure accoglievano tra loro delle vedove, non potevano accettare di ammettere nell'ordine una donna implicata, suo malgrado, in una faida. Rita s'impegnò, quindi, nel pacificare la famiglia del marito con quelle dei suoi assassini e a mettere fine a quell'odio che l'aveva privata di tutti i suoi affetti. Un compito difficilissimo, quasi impossibile, ma che alla fine ella riuscì brillantemente a portare a termine.

La leggenda narra che, in una delle tante notti di preghiera in cima allo “Scoglio”, che domina Roccaporena, Rita sarebbe stata portata in volo e depositata all'interno del convento dai suoi tre santi protettori: Giovanni Battista, Agostino e Nicola da Tolentino. Le monache del convento di S. Maria Maddalena non poterono far altro che accoglierla nella comunità, riconoscendo nell'avvenimento una Volontà Divina. Finalmente la sua vita poteva essere dedicata interamente a Cristo e alla meditazione sulla Sua Passione e Morte. Le testimonianze che sono giunte sulla vita di Rita, negli anni trascorsi tra le suore agostiniane, mostrano la figura di una donna che praticò, sopra tutte le altre, le virtù dell'umiltà e dell'obbedienza.

Il Venerdì Santo del 1432, Rita tornò in Convento profondamente turbata, dopo aver sentito un predicatore rievocare con ardore le sofferenze della morte di Gesù e rimase a pregare davanti al Crocefisso in contemplazione. In uno slancio di amore chiese a Gesù di condividere, almeno in parte, le Sue sofferenze. Avvenne allora il prodigio: fu trafitta da una delle spine della corona di Gesù, che la colpì alla fronte. Fu uno spasimo senza fine : portò in fronte la piaga per i restanti 15 anni come sigillo di amore.

Per Rita furono anni di sofferenza senza tregua; la sua perseveranza nella preghiera la portava a trascorrere anche 15 giorni di seguito nella sua cella “senza parlare con nessuno se non con Dio”. Inoltre portava anche il cilicio che le procurava sofferenza, per di più sottoponeva il suo corpo a molte mortificazioni: dormiva per terra fino a quando si ammalò e fu costretta a rimanere a letto negli ultimi anni della sua vita.

A circa 5 mesi dal trapasso, un giorno d’inverno con la temperatura rigida e un manto nevoso che copriva ogni cosa, una parente le fece visita e, nel congedarsi, chiese a Rita se desiderava qualche cosa : lei rispose che avrebbe voluto una rosa del suo orto. Tornata a Roccaporena la parente si recò nell'orticello e grande fu la meraviglia quando vide una bellissima rosa sbocciata : la colse e la portò a Rita. Così Rita divenne la Santa della “Spina” e la Santa della
“Rosa”.

Era il 22 Maggio del 1447 : Rita, prima di chiudere gli occhi per sempre, ebbe la visione di Gesù e della Vergine Maria che la invitavano in Paradiso. Una sua consorella vide la sua anima salire al cielo accompagnata dagli Angeli mentre le campane di S. Maria Maddalena e di tutte le altre chiese si misero a suonare da sole; un profumo soavissimo si spanse per tutto il Monastero e dalla sua camera si vide risplendere una luce luminosa come se vi fosse entrato il sole.

Il suo corpo, esposto nella chiesa del convento, fu mèta di una folla commossa: tra di essa una parente di Roccaporena che, nell'abbracciare la salma, fu guarita da un’infermità al braccio ed il falegname Cecco Barbari da Cascia che vide risanate le sue mani.

La venerazione di Rita da Cascia da parte dei fedeli iniziò subito dopo la sua morte e fu caratterizzata dal numero e dalla qualità di eventi prodigiosi riferiti alla sua intercessione, tanto che divenne “la santa degli impossibili”.

Rita fu beatificata da Papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) nel 1627 e canonizzata da Papa Leone XIII (Gioacchino Pecci) nel 1900, a 453 anni dalla sua morte.

Il culto per S. Rita è senza dubbio uno dei più diffusi al mondo, raccogliendo fedeli in ogni angolo della terra. Il corpo di S. Rita è custodito all'interno di una teca in vetro, in un ambiente del convento annesso alla Basilica: da essa si può osservare, attraverso un'ampia grata, che il corpo stesso risulta essere mummificato. Recenti ricognizioni mediche hanno affermato che sulla fronte a sinistra vi sono tracce di una piaga ossea aperta (osteomielite). Il piede destro ha segni di una malattia sofferta negli ultimi anni, forse una sciatalgia, mentre la sua statura era di cm 157.

PREGHIERA A SANTA RITA
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O santa Rita da Cascia, tu sei stata nostra sorella nella vita terrena voluta dall' amore del Padre, per la quale siamo tutti uniti sotto la stessa Provvidenza da un reciproco dovere di giustizia, e nella vita della grazia del Signore Gesù Crocifisso e Risorto, per la quale ci chiamiamo e siamo figli di Dio; tu hai accolto con riconoscenza la opera santificatrice dello Spirito Santo, e la Chiesa ora ti afferma glorificata nella eterna visione di Dio. Supplica la Trinità Santissima affinché diventiamo saldi nella fede, perseveranti nella carità e sempre confortati dalla speranza nelle promesse divine.
Intercedi per la Chiesa, affinché tutti e ovunque siamo fedeli testimoni del Vangelo e troviamo nella fede e nella carità le risposte sicure per noi stessi e per tutti gli uomini.
Intercedi per il Papa e i Vescovi, ai quali il Signore ha affidato il compito di dirigere e governare la Chiesa, affinché lo Spirito Santo sempre li assista nel insegnamento della verità e siano testimoni di fede e di carità davanti ai popoli ed alle nazioni. Intercedi per tutti i sacerdoti, i religiosi, e le religiose, affinchè, in unione con il Papa e i Vescovi, rispondano con perseverante fedeltà alla loro particolare vocazione alla santità e ai loro impegni missionari nel mondo. Intercedi per le vocazioni sacerdotali e religiose, affinchè aumenti il numero e la santità di coloro che si donano al servizio di Dio nei fratelli. Intercedi per le nostre famiglie, turbate dagli insegnamenti di tanti maestri, affinchè riconoscano un unico Maestro, Cristo, e una unica guida a Cristo, la Chiesa, e possano formarsi e crescere in vicendevole amore cristiano, unite, anche nel sacrificio, come Cristo è unito alla Chiesa.
Intercedi per i fanciulli e i giovani, affinchè imparino la vera libertà nella verità del Cristo e sappiano crescere anche nella vita sociale con piena responsabilità cristiana, sorretti da una formazione forte e sicura, consapevoli del dono e del impegno battesimale. Intercedi per la pace, tu che hai patito le conseguenze del odio e hai dimostrato che la mansuetudine ed il perdono conquistano la terra nella vera giustizia. Intercedi per tutti i cristiani, affinchè si chiamino e siano fratelli, e, per il dono della stessa fede e della stessa Eucaristia, formino un solo ovile sotto un solo Pastore, adunati nella unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

COMBATTIMENTO SPIRITUALE

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La vita dell’uomo è milizia sopra la terra. Egli, come un soldato, non ha una casa stabile, ma provvisoria e deve andare là dove lo chiama la Volontà di Dio.
Il primo tuo combattimento dev’essere quello fatto per la difesa della Fede. Ti troverai spesso fra gente che non crede, o che è tanto fiacca nella fede, che cede al più piccolo ostacolo, spesso anche alla derisione degli stolti. Tu devi combattere, mostrando la tua illimitata sottomissione alla Sapienza di Dio, che è unica e suprema Verità, stimandola e apprezzandola sopra tutte le teorie umane.

Se ti fai affascinare o vacilli quando un piccolo scienziato della terra contraddice alla eterna Verità, tu non sei soldato di Gesù Cristo, sei rea di diserzione. La fede è la più alta scienza; non è l’assenso cieco o tradizionale a cose incomprensibili, ma è la rivelazione superiore di verità altissime, che tu ammetti perché le ha rivelate Dio; Dio che merita più fede di qualunque scienziato della terra. Tu, dunque, devi affermare la tua fede contro tutte le insidie e le affermazioni contrarie della misera sapienza umana, apòstata da Dio.

Affermando la tua fede, tu, per necessità, devi mostrarti figlia della Chiesa Cattolica, che ha il sacro deposito delle Verità rivelate; devi, perciò, combattere arditamente contro ogni corrente che vuol sottrarti alla Chiesa, e devi affermare la tua sottomissione alla sua autorità, al Papa, ai vescovi, ai sacerdoti.

Devi combattere contro la sfiducia, e mostrare che tu confidi in Dio e adori le Sue disposizioni, uniformandoti alla Sua Divina Volontà. Non è degno di Dio chi si preoccupa eccessivamente delle cose terrene, chi dispera, chi ripone la fiducia negli uomini, dimenticando Dio. Devi combattere contro le illusioni del mondo e mostrarti cristiana nella vita: tu non seguirai mai quello che si oppone alla Volontà di Dio, non seguirai gli usi e le mode del mondo, anche a costo di essere derisa, anche a costo della sofferenza e del martirio.

Un cristiano combatte energicamente quando vive da cristiano, quando mostra in sè stesso vivente la Legge di Dio e della Chiesa, quando zela la salvezza dei propri fratelli. È la vita il combattimento più bello, e perciò la tua vita è una milizia qui in terra.

L’arma del tuo combattimento spirituale è la preghiera.

Prega, perché non devi combattere per distruggere soltanto il male, ma per diffondere il bene; prega perché, per combattere, hai bisogno prima di vincere te stessa e di vivere tutta unita con Dio.

Come cristiana, tu devi nutrire l’anima tua con i Sacramenti, devi illuminarla con la conoscenza e la meditazione delle verità eterne, devi vivificarla con una costante unione con Dio, fuggendo come morte il peccato, e umiliandoti alla Sua Presenza.

NON PENSIAMO SOLO A NOI STESSI

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"Sulla terra c'è abbastanza
per soddisfare i bisogni di tutti
ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi".

(Ghandi)

IL TRONO DI MARIA E' LA CROCE

Ammira la fortezza della Madonna: ai piedi della Croce, con il più grande dei dolori umani —non c'è dolore come il Suo dolore— piena di fortezza. —ChiediLe questo vigore, per saper stare anche tu presso la Croce. (Cammino, 508)

Maestra di speranza. Maria annuncia che tutte le generazioni La chiameranno beata [Cfr Lc 1, 48]. Umanamente parlando, su quali motivi poggiava questa speranza? Chi era Lei, per gli uomini e per le donne del Suo tempo?
Le grandi eroine del Vecchio Testamento — Giuditta, Ester, Debora — ebbero già su questa terra una gloria umana, furono acclamate dal popolo, esaltate. Il trono di Maria, come quello di Suo Figlio, è la Croce. E per tutto il resto della Sua vita, fino a quando è assunta in Cielo in corpo e anima, è la Sua silenziosa presenza a impressionarci. San Luca, che La conosceva bene, annota che la Madonna è accanto ai primi discepoli, in preghiera. Così conclude i Suoi giorni terreni Colei che doveva essere lodata da tutte le creature per l'eternità.

Quale contrasto tra la speranza della Madonna e la nostra impazienza! Spesso reclamiamo a Dio l'immediato pagamento del poco bene che abbiamo compiuto. Appena sorge la prima difficoltà, ci lamentiamo. Siamo, molto sovente, incapaci di reggere lo sforzo, di mantenere la speranza. Perché non abbiamo fede: Beata Colei che ha creduto! Perché si compiranno le cose predette dal Signore [Lc 1, 45]. (Amici di Dio, 286)

20 maggio 2010

LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA

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Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà. E per questo, bisognerà che tu la perdoni.

Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.

Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.

Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
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Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.

Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.

Che la pazienza richiede molta pratica.

Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.

Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.

Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto sè stesso.

Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze : sarebbe una tragedia se lo credesse.

Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.

Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.

Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.

Quando la porta della felicità si chiude, spesso un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quell'altra che si è appena aperta per noi.

La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico o camminarci insieme, senza dire una parola, e alla fine quando vai via senti come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.

E' vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.

Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.

Non cercare le apparenze, possono ingannare.

Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.

Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.

Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.

Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!

Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.

Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.

Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.

Le più felici delle persone non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.

La felicità è ingannevole per quelli che piangono, quelli che fanno male, quelli che hanno provato, solo così possono apprezzare l'importanza delle persone che hanno toccato le loro vite.

Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori.

Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico a sorridere e ognuno intorno a te a piangere.

RACCONTALE TUTTO CIO' CHE TI SUCCEDE, RENDILE ONORE, AMALA

Abbi una devozione intensa per nostra Madre. Ella sa corrispondere con finezza agli omaggi che Le rivolgiamo. Inoltre, se reciti tutti i giorni, con spirito di fede e di amore, il Santo Rosario, la Madonna provvederà a condurti molto avanti nel cammino di Suo Figlio. (Solco, 691)

Come crescerebbero in noi le virtù soprannaturali se riuscissimo a frequentare davvero Maria, che è nostra Madre! Non esitiamo a ripeterLe lungo la giornata — con il cuore, senza bisogno di parole — piccole preghiere, giaculatorie. La devozione cristiana ha raccolto molte di queste lodi ardenti nelle Litanie che accompagnano il Santo Rosario. Ma ciascuno è libero di aumentarle, rivolgendo alla Madonna altri elogi, dicendoLe dal nostro intimo ciò che — per un santo pudore che Lei capisce e approva — non oseremmo pronunciare ad alta voce.

Ti consiglio — per concludere — di fare, se non l'hai ancora fatta, la tua esperienza personale dell'amore materno di Maria. Non basta sapere che Ella è Madre, considerarLa tale, e parlare di Lei come tale. È tua Madre, e tu sei Suo figlio; ti vuole bene come se tu fossi il Suo figlio unico sulla terra. TrattaLa di conseguenza: raccontaLe tutto ciò che ti succede, rendiLe onore, amaLa. Nessuno può farlo al tuo posto, né come tu lo faresti, se non sei tu stesso a farlo. (Amici di Dio, 293)

PENSIERO AGOSTINIANO

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Se Dio è Sapienza,
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mediante la quale è stato creato l'universo,
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il vero filosofo è colui che ama Dio.
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(De civ. Dei VIII, 1)

L'AMORE DI UNA MADRE


Oceano d’amore
è il cuore d’una madre.

Solo lei capisce
il figlio che soffre.

Sovente le sue labbra
sono silenti,
ma il cuore non tace:
è molto eloquente.

Un uomo che soffre
ricorre alla madre:
lo ascolta, lo capisce,
lo consola.

Un padre dimentica
il proprio figlio,
ma una madre giammai.

Se è atroce
perdere il padre,
tragedia è
perdere la madre.

IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO


In Sicilia, il monaco Epifanio un giorno scoprì in sé un dono del Signore: sapeva dipingere bellissime icone.

Voleva dipingerne una che fosse il suo capolavoro: voleva ritrarre il Volto di Cristo. Ma dove trovare un modello adatto che esprimesse insieme sofferenza e gioia, morte e risurrezione, divinità e umanità? Epifanio non si dette più pace: si mise in viaggio; percorse l'Europa scrutando ogni volto. Nulla. Il volto adatto per rappresentare Cristo non c'era.

Una sera si addormentò ripetendo le parole del salmo: "Il Tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il Tuo volto".
Fece un sogno: un angelo lo riportava dalle persone incontrate e gli indicava un particolare che rendeva quel volto simile a quello di Cristo: la gioia di una giovane sposa, l'innocenza di un bambino, la forza di un contadino, la sofferenza di un malato, la paura di un condannato, la bontà di una madre, lo sgomento di un orfano, la severità di un giudice, l'allegria di un giullare, la misericordia di un confessore, il volto bendato di un lebbroso. Epifanio tornò al suo convento e si mise al lavoro.

Dopo un anno l'icona di Cristo era pronta e la presentò all'Abate e ai confratelli, che rimasero attoniti e piombarono in ginocchio. Il Volto di Cristo era meraviglioso, commovente, scrutava nell'intimo e interrogava. Invano chiesero a Epifanio chi gli era servito da modello.

DA MEDITARE E ... PREGARE, PREGARE, PREGARE ....


DAI MESSAGGI DELLA REGINA DELLA PACE DI MEDJUGORJE:
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Come essere vicini a Maria:
“Vi amo, perciò figlioli non dovete dimenticare che senza preghiera non potete esserMi vicini” (25 gennaio 1994).

Come appartenere a Gesù e a Maria:
“Quanto più pregate tanto più sarete Miei e di Mio Figlio Gesù” (25 giugno 1994).

Come essere guidati dallo Spirito Santo:
“Figlioli non dimenticate, se non pregate non siete vicini né a Me, né allo Spirito Santo che vi guida sulla via della santità” (25 luglio 1994).

Come scoprire Dio:
“Avvicinatevi, figlioli, al Mio Cuore Immacolato e scoprirete Dio” (25 novembre 1994).

Come scoprire l’amore:
"Se prima non amate Dio, non potrete amare il prossimo né colui che odiate. Perciò, figlioli, pregate e attraverso la preghiera scoprirete l’amore” (25 aprile 1995).

Come avvicinare i cuori al Cuore Immacolato di Maria:
“Vi invito, figlioli, aiutateMi con le vostre preghiere, ad avvicinare quanto più cuori possibili al Mio Cuore Immacolato” (25 maggio 1995).

Come avere Gesù per amico:
“Oggi vi invito ad innamorarvi del Santissimo Sacramento dell’altare. AdorateLo, figlioli, nelle vostre parrocchie e così sarete uniti con tutto il mondo. Gesù vi diventerà Amico e non parlerete di Lui come di qualcuno che appena conoscete” (25 settembre 1995).

Come fare per avere un cuore di carne e non di pietra:
“I vostri cuori, figlioli, non sono completamente aperti a Me, per questo vi invito di nuovo ad aprirvi alla preghiera, perché lo Spirito Santo vi aiuti nella preghiera, affinché i vostri cuori diventino di carne e non di pietra” (25 giugno 1996).

Come diventare semplici come un bambino:
“Figlioli, vi invito di nuovo a decidervi per la preghiera, perché nella preghiera potrete vivere la conversione. Ognuno di voi diventerà, nella semplicità, simile ad un bambino che è aperto all’amore del Padre” (5 luglio 1996).

Come conoscere il senso della nostra vita:
“Figlioli, vi invito a lasciare il peccato ed ad accettare la preghiera in ogni tempo, affinché nella preghiera possiate riconoscere il senso della vostra vita” (25 aprile 1997).

Come scoprire la volontà di Dio:
“In modo speciale vi invito: pregate, perché soltanto con la preghiera potrete vincere la vostra volontà e scoprire la volontà di Dio anche nelle cose più piccole” (25 marzo 1998).

Come avere i cuori riempiti d’amore:
“Figlioli, voi cercate la pace e pregate in diversi modi, ma non avete ancora dati i vostri cuori a Dio affinché li riempia del Suo Amore” (25 maggio 1999).
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Amatissimi, vi esorto a vivere i messaggi del Cielo e fare tesoro di tutto quello che la Madonna ci invita a fare.

Ave Maria!

LA MADONNA CI APRE LA STRADA DEL REGNO DEI CIELI

Rendi più vivo, più soprannaturale il tuo amore per la Vergine. — Non andare da Maria soltanto per chiedere. Va' anche a dare!, a darLe affetto; a darLe amore per il Suo Figlio Divino; a manifestarLe questo affetto con opere di servizio nei rapporti con gli altri, che sono essi pure figli Suoi. (Forgia, 137)

Ritorniamo all'esperienza quotidiana, alla consuetudine con le nostre madri terrene. Che cosa desiderano più di tutto le mamme dai loro figli, da coloro che sono carne della loro carne e sangue del loro sangue? La loro massima aspirazione è di averli vicino. Quando i figli crescono e non è più possibile averli accanto, attendono con impazienza le loro notizie, si emozionano per tutto ciò che succede loro: dal più piccolo malessere agli avvenimenti più importanti.

Guardate: per Maria, nostra Madre, saremo sempre piccoli, perché la Madonna ci apre la strada del Regno dei Cieli, che sarà donato a chi si fa bambino [Cfr Mt 19, 14]. Dalla Madonna non ci dobbiamo mai separare.
E come Le renderemo onore? FrequentandoLa, parlandoLe, esprimendoLe il nostro affetto, meditando nel nostro cuore le scene della Sua vita terrena, raccontandoLe le nostre lotte, i nostri successi e i nostri insuccessi. (Amici di Dio, 289-290)

18 maggio 2010

MI AFFIDO A TE ...

Quando non sappiamo dove andare,
quando non sappiamo su chi contare,
quando il mondo sembra che vada da tutt'altra parte,
guardiamo bene dentro di noi:
c'è Gesù che veglia su di noi!
Non disperiamo allora,
ma affidiamoci al Suo volere,
dal momento che tutto ciò che Lui desidera per noi
è la nostra felicità!
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(Claudia Pantano)