" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

30 novembre 2009

IL DONO PIU' BELLO

In Provenza, tra le molte statuine del presepio, se ne vede una curiosa. Rappresenta un uomo con le mani vuote, ma con il viso carico di meraviglia.
Lo chiamano "Stupìto".
La leggenda racconta che un giorno tutte le statuine del presepio se la presero con lui, perchè non portava nessun dono a Gesù:
- Non hai vergogna? Vieni da Gesù e non Gli porti proprio niente?!
Al che "Stupìto" non badava: era tutto assorto nel guardare il Bambino Gesù.
Poichè i rimproveri continuavano, Maria prese le sue difese e disse:
- Sembra che "Stupìto" venga a mani vuote da Gesù e invece Gli porta la cosa più bella: la sua meraviglia! Questo vuol dire che l'immenso Amore di Dio lo incanta!
E concluse:
- Il mondo sarà meraviglioso fin quando ci saranno persone, come "Stupìto", capaci di meravigliarsi!
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( R. Voillaume)

NOVENA ALL'IMMACOLATA: 3° GIORNO

PER SINGOLARE PRIVILEGIO
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"Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli".
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La prima e inevitabile imperfezione che contrae l'anima di ogni misero figlio di Adamo è il peccato originale. Solo Maria ne fu esente: Ella è l’Immacolata Concezione.
Il peccato originale non è altro che il peccato di superbia commesso dai nostri progenitori fin dalle origini e questo peccato portò ad Adamo e ai suoi discendenti innumerevoli mali.
Anche Maria come discendente di Adamo avrebbe dovuto contrarre il peccato originale; avrebbe dovuto apparire in questo mondo priva, come noi, dei doni preternaturali e soprannaturali, priva specialmente della grazia di Dio. Ma non fu così.
Ella per singolare privilegio a Lei concesso da Dio, in previsione dei meriti dei Figlio Redentore, fin dal primo istante della Sua Concezione fu preservata dalla colpa originale.
La verità dell'Immacolata Concezione fu proposta implicitamente dai Padri della Chiesa con quelle innumerevoli espressioni che esaltano l'assoluta purezza e santità di Maria. In seguito questa verità venne insegnata e professata in modo più esplicito finché il Papa Pio IX, il giorno 8 dicembre 1854, la definì solennemente come dogma della fede cattolica.
La stessa Vergine Santa a Lourdes facendo eco alla voce del Papa si presentò a Bernardetta dicendo: "Io sono l'Immacolata Concezione".
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Santa Maria, Madre di Dio,
conservami un cuore di fanciullo,
puro e limpido come acqua di sorgente.
Ottienimi un cuore semplice
che non ripieghi ad assaporare le proprie tristezze:
un cuore magnanimo nel donarsi,
facile alla compassione.
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Un cuore fedele e generoso,
che non dimentichi alcun bene
e non serbi rancore di alcun male.
Formami un cuore dolce e umile
che ami senza esigere di essere riamato.
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Un cuore grande e indomabile
così che nessuna ingratitudine
lo possa chiudere
e nessuna indifferenza lo possa stancare.
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Un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo,
ferito dal Suo grande Amore
con una piaga che non rimargini se non in Cielo.
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(P. Grandmaison)
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3 Ave Maria...

DIO SOSTIENE I DEBOLI

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“DIO AMA SCEGLIERE STRUMENTI DEBOLI ”
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Stiamo volentieri, Signore, nella Tua mano piagata. Stringici forte! Spremici! Fa' che perdiamo tutta la miseria terrena!, che ci purifichiamo, che ci infiammiamo, che ci sentiamo imbevuti del Tuo Sangue! — E poi, gettaci lontano!, lontano, con fame di messe, in una semina ogni giorno più feconda, per Amore di Te. (Forgia, 5)

Senza troppa fatica potremmo trovare nella nostra famiglia, tra i nostri amici e i nostri colleghi, per non parlare dell'immenso panorama del mondo, tante persone più degne di ricevere la chiamata di Cristo. Persone più semplici, più sagge, più influenti, più importanti, più riconoscenti, più generose.

Quando ci penso, ne sento vergogna. Però mi rendo anche conto che la nostra logica umana non serve per spiegare le realtà della grazia. Dio ama scegliere strumenti deboli perché appaia con maggiore evidenza che l'opera è Sua. (…)
Vi dicevo che tutto è avvenuto senza alcun merito da parte nostra, perché alla base della vocazione c'è la consapevolezza della nostra miseria, la certezza che la luce che illumina l'anima — la fede —, l'amore con cui amiamo — la carità —, e lo slancio che ci sostiene — la speranza — sono doni gratuiti di Dio.
Pertanto, se non cresciamo in umiltà, perdiamo di vista lo scopo della scelta divina: ut essemus sancti, la santità personale.

È con questa umiltà che possiamo comprendere le meraviglie della chiamata divina. La mano di Cristo ci raccoglie dal granaio: il Seminatore stringe nella Sua mano piagata il pugno di frumento; il Sangue di Cristo imbeve il seme, lo impregna. Poi il Signore lo getta nel solco, perché morendo sia vita e, affondando nella terra, sia capace di moltiplicarsi in spighe dorate. (E' Gesù che passa, 3)

29 novembre 2009

DOV'E' NASCOSTO DIO?

Il maestro divenne famoso mentr'era ancora in vita. Raccontavano che Dio stesso una volta avesse cercato il suo consiglio:
"Voglio giocare a nascondino con l'umanità. Ho chiesto ai Miei angeli quale sia il posto migliore per nascondersi. Alcuni dicono le profondità dell'oceano. Altri la vetta della montagna più alta. Altri ancora la faccia nascosta della luna o una stella lontana. Tu cosa mi consigli?".
Rispose il maestro: " NascondiTi nel cuore umano. E' l'ultimo posto a cui penseranno".
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(Anthony De Mello)

NOVENA ALL'IMMACOLATA: 2° GIORNO

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PIENA Di GRAZIA
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Il Signore Dio disse al serpente:
"Poiché tu hai fatto questo, sii maledetto... Io porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tua stirpe e la Sua Stirpe: Questa ti schiaccerà la testa e tu Le insidierai il calcagno".
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Con Maria inizia la lotta tra la Stirpe della Donna e la stirpe del serpente; lotta dichiarata fin dalla prima origine della Vergine, essendo Questa concepita senza alcuna macchia di peccato e quindi in completa opposizione a Satana. L'ostilità si farà poi gigantesca e si risolverà in vittoria quando Gesù, "la Stirpe" di Maria, apparirà nel mondo e con la Sua morte distruggerà il peccato.
Il privilegio dell'Immacolata non consiste però soltanto nell'assenza del peccato di origine, ma più ancora nella pienezza di grazia.
"La Madre di Gesù, La quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova...da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio...adornata fin dal primo istante della Sua Concezione dagli splendori di una santità tutta singolare"
Il saluto di Gabriele: "Salve, Piena di grazia, il Signore è con Te" (Lc 1,28) è la più valida testimonianza dell'immacolata Concezione di Maria, la quale non sarebbe in senso totale "piena di grazia" se anche per un solo istante fosse stata sfiorata dal peccato.
La Vergine ha cominciato così la Sua esistenza con una ricchezza di grazia che supera immensamente quella che i più grandi Santi conseguono alla fine della loro vita.
Se poi si considera la Sua assoluta fedeltà, la Sua totale disponibilità a Dio, si può intuire a quali altezze di amore e di comunione con l'altissimo, Maria sia giunta, precedendo
"di gran lunga tutte le altre creature celesti e terrestri"
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(P. Gabriele di Santa M. Maddalena)
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Ti saluto, o Maria,
Tutta Pura, Tutta Irreprensibile e degna di lode.
Tu sei la Corredentrice,
la Rugiada dei mio arido cuore,
la serena Luce
della mia mente confusa,
la Riparatrice di tutti i miei mali.
Compatisci, o Purissima,
l'infermità dell'anima mia.
Tu puoi ogni cosa,
perché sei la Madre di Dio;
a Te nulla si nega, perché sei la Regina.
Non disprezzare la mia preghiera
e il mio pianto,
non deludere la mia attesa.
Piega il Figlio Tuo in mio favore e,
finché durerà questa vita,
difendimi, proteggimi, custodiscimi.
Amen.
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3 Ave Maria...

SEMPLICITA' E SCHIETTEZZA

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“ MAGARI NON TI MANCASSE SEMPLICITA' ”
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Guarda: gli apostoli, con tutte le loro miserie palesi e innegabili, erano sinceri, semplici..., trasparenti. Anche tu hai miserie palesi e innegabili. —Magari non ti mancasse semplicità! (Cammino, 932)
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Quei primi apostoli, per i quali ho grande devozione e affetto, se li giudichiamo secondo i criteri umani erano ben poca cosa. Per quanto riguarda la posizione sociale — fatta eccezione di Matteo, che certamente se la cavava bene, ma lasciò tutto quando Gesù glielo chiese — erano pescatori: vivevano alla giornata, faticando di notte per provvedere al loro sostentamento.
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Ma la posizione sociale è un dato secondario. Non erano colti, e neppure molto intelligenti, almeno per ciò che si riferisce alla comprensione delle realtà soprannaturali. Perfino gli esempi e i paragoni più semplici risultavano loro incomprensibili e dovevano ricorrere al Maestro: Domine, edissere nobis parabolam, Signore, spiegaci la parabola. Quando Gesù con una metafora allude al lievito dei farisei, credono che li stia rimproverando per non aver comprato del pane.

Sono poveri e ignoranti. Tuttavia non sono né semplici né schietti. Pur nella loro ristrettezza di vedute, sono ambiziosi. Li troviamo più volte a discutere su chi sarà il maggiore quando Gesù — secondo la loro mentalità — avrà instaurato sulla terra il regno definitivo di Israele. Discutono e si accalorano nel momento sublime in cui Gesù sta per immolarSi per l'umanità: nel raccoglimento del cenacolo.

Di fede ne hanno poca. Gesù stesso lo afferma. Lo hanno visto risuscitare i morti, guarire ogni genere di malattia, moltiplicare il pane e i pesci, placare le tempeste, scacciare i demoni. (…)

Questi uomini di poca fede eccellevano forse nell'amare Gesù? Lo amavano, senza dubbio, almeno a parole. (…) Sono uomini comuni, con i loro difetti, le loro debolezze, la loro parola più lunga delle opere. E tuttavia Gesù li chiama per farne dei pescatori di uomini, i corredentori e amministratori della grazia di Dio. (E' Gesù che passa, 2)

28 novembre 2009

STO ALLA PORTA E BUSSO

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Holman Hunt aveva terminato un suo quadro.
Rappresentava Gesù davanti ad una porta.
Prima di esporlo, l'ottimo pittore volle sentire il parere di alcuni amici.
Tutti ammirarono la bellezza della figura divina di Gesù, solenne e rispettosa presso la casa oscura. Nessuno trovava difetti ed errori; ma finalmente uno osservò:
- Maestro, mi pare che manchi qualcosa alla porta di casa. Come si può entrare se non c'è la maniglia?
Il pittore rispose:
- Amico, hai ragione, non ho dipinto la maniglia alla porta della casa. Però ricordati che la porta cui Cristo bussa, si apre soltanto dall'interno!
Sì, siamo solamente noi che possiamo spalancare il nostro cuore al Signore.
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(Fr. Remo)

29 NOVEMBRE: INIZIO NOVENA ALL'IMMACOLATA - 1° GIORNO

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INVOCAZIONE D’AIUTO A MARIA
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"Chi è Costei che sorge come l'aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?"
"Affrettiamoci a conoscere il Signore, la Sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia di primavera che feconda la terra".
All'aurora c'è un momento stupendo: quello che precede immediatamente il sorgere del sole. All'inizio un lieve impallidire del cielo a oriente, appena visibile nella notte. In seguito il chiarore va crescendo lentamente, poi più in fretta, sempre più in fretta.
Ed ecco infine un momento in cui il nascere della luce è così vittorioso e ardente, lo splendore così accecante per gli occhi abituati alla notte, che ci si potrebbe credere davanti al sole stesso: appena un istante dopo, come una fiammata, la sua luce divamperà sul filo dell'orizzonte.
Ed ecco finalmente il sole... Così l'Immacolata Concezione.
Prima, nella lunga serie dei secoli precedenti, si poteva intravedere l'alba di Cristo, un lontano preludio della Sua purezza e santità, già del resto meraviglioso se si considera che veniva realizzato nella natura umana, ma ancora tanto oscuro rispetto a Lui. Maria, invece, appare come culmine dell'aurora, il sorgere del giorno...nella Vergine che tutto si riunisce per poi passare da Lei al Figlio... Così l'Antico Testamento e tutto quello che vi è di storia sacra nell'umanità, come ha prefigurato Cristo, ha anche prefigurato la Vergine.
Le donne e le cose sante dell'antica alleanza la rappresentano; il tempio e l'altare, il Sinai e l'arcobaleno, il roveto ardente ne sono un simbolo; è la Vergine che viene attraverso tutti questi segni, perché attraverso di lei viene "Colui che viene".
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O Vergine Immacolata,
primo e soave frutto di salvezza,
noi Ti ammiriamo
e con Te celebriamo le grandezze del Signore
che ha fatto in Te mirabili prodigi.

Guardando Te,
noi possiamo capire ed apprezzare
l'opera sublime della Redenzione
e possiamo vedere nel loro risultato esemplare
le ricchezze infinite che Cristo,
con il suo Sangue, ci ha donato.

Aiutaci, o Maria,
ad essere, come Te,
salvatori insieme con Gesù
di tutti i nostri fratelli.
Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto,
ad essere "segni" di Cristo
sulle strade di questo nostro mondo
assetato di verità e di gloria,
bisognoso di redenzione e di salvezza.
Amen.
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3 Ave Maria...

GESU' TI CHIAMA A SEGUIRLO

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“ECCOMI, PERCHE' MI HAI CHIAMATO”
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È giunto per noi un giorno di salvezza, di eternità. Una volta ancora si odono i richiami del Pastore Divino, le Sue Parole affettuose: “Vocavi te nomine tuo” — ti ho chiamato per nome. Come nostra madre, Egli ci invita per nome. Anzi: con il nomignolo affettuoso, familiare. — Laggiù, nell'intimità dell'anima, chiama, e bisogna rispondere: “Ecce ego, quia vocasti me” — eccomi, perché mi hai chiamato, deciso stavolta a non permettere che il tempo passi come l'acqua sui ciottoli, senza lasciare traccia. (Forgia, 7)
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Forse un giorno — non voglio generalizzare, apri il tuo cuore al Signore e raccontaGli la tua storia — un amico, un comune cristiano come te, ti svelò un panorama profondo e nuovo, eppure vecchio come il Vangelo. Ti suggerì la possibilità di impegnarti seriamente a seguire Cristo, a essere apostolo di apostoli. Forse in quel momento hai perduto la tranquillità, per ritrovarla trasformata in pace, quando liberamente, perché ti andava di farlo — è questo il motivo più soprannaturale — rispondesti di sì a Dio. Sopraggiunse allora una gioia forte, incessante, che può scomparire soltanto se ti allontani da Lui.
Non mi piace parlare di eletti o di privilegiati. Eppure il Signore chiama e sceglie. Sono parole della Scrittura: Elegit nos in ipso ante mundi constitutionem — dice san Paolo — ut essemus sancti. Ci ha scelti prima della creazione del mondo perché fossimo santi. So che questo non ti riempie di orgoglio né ti fa considerare superiore agli altri.
Questa scelta, radice della tua chiamata, deve essere la base della tua umiltà. Si innalza forse un monumento ai pennelli di un grande pittore? Sono serviti per dipingere dei capolavori, ma il merito è dell'artista. Noi cristiani siamo soltanto strumenti del Creatore del mondo, del Redentore di tutti gli uomini. (E' Gesù che passa, 1)

27 novembre 2009

UNA LOURDES NEL CUORE DELL'AFRICA NERA

NOSTRA SIGNORA DEL DOLORE DI KIBEHO
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Le riconosciute apparizioni della Vergine a Kibeho (28 novembre 1981-28 novembre 1989) sono le prime che si sono verificate in Africa.
Alphonsine, Nathalie e Marie-Claire ricevettero le apparizioni e i messaggi della Madonna che non riguardavano solo la popolazione rwandese: " Quando Io Mi faccio vedere a parlo a qualcuno, intendo rivolgerMi al mondo intero".
Un messaggio universale: il mondo vive senza Dio, ignorando i valori dello spirito e la Vergine è venuta a consolare i Suoi figli, invitandoli all'unità ed alla pace, attraverso la conversione, la preghiera, la penitenza e la partecipazione alla Passione di Cristo. Ecco perchè si presenta come la "Vergine della sofferenza" o "dei dolori" o "Addolorata".
Il messaggio fondamentale è l'invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno. Nei Loro messaggi, Gesù e la Vergine Maria, sottolineano l'importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario.
In alcune visioni i ragazzi ebbero modo di vedere in anticipo avvenimenti che si sarebbero puntualmente realizzati da lì a qualche anno nel più spietato e sanguinoso olocausto della storia dell'Africa: la guerra del Rwanda.
Il 31 maggio 2003, durante la consacrazione del Santuario di Nostra Signora del Dolore a Kibeho, ebbe luogo, dinanzi ai fedeli lì radunati, il fenomeno della danza del sole, come a Fatima, il 13 ottobre 1917.

PREGHIERA A DIO PER IL RIPOSO NOTTURNO


O Dio,
benedicimi prima che cada nel sonno.
Perdonami tutti i peccati,
tutte le colpe di questo giorno
in offesa della Tua bontà e del mio prossimo.
Incomincio questa notte
con l'aiuto e la protezione della Tua grazia.
Amen.

UNA VITA IN CRISTO E PER CRISTO

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"DOBBIAMO SPENDERE LA VITA OGNI GIORNO CON LUI”
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Come si deve morire contenti, quando si sono vissuti eroicamente tutti i minuti della vita! Te lo posso assicurare, perché ho presenziato alla gioia di chi, con serena impazienza, per molti anni, si è preparato a questo incontro. (Solco, 893)
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Il Signore ci ha regalato la vita, i sensi, le facoltà, innumerevoli grazie: e noi non abbiamo il diritto di dimenticare che siamo degli operai fra i tanti, nel podere in cui Egli ci ha collocati, per collaborare nel compito di procurare alimento agli altri. Il nostro posto è questo, entro questi limiti; qui dobbiamo spendere la vita ogni giorno con Lui, aiutandoLo nella Sua Opera di Redenzione [Cfr Col 1, 24].
Permettetemi di insistere: il tuo tempo è per te? Il tuo tempo è per Dio! Può darsi che, per misericordia del Signore, l'egoismo non sia penetrato per ora nella tua anima. Ti parlo per l'eventualità che tu debba sentire il tuo cuore vacillare nella fede di Cristo. Perciò ti chiedo — te lo chiede Dio — di essere fedele al tuo impegno, di dominare la superbia, di assoggettare l'immaginazione, di non permetterti la leggerezza di allontanarti, di non disertare. (Amici di Dio, 49)

26 novembre 2009

PREGHIERA A MARIA RICORDANDOCI CHE IL 27 NOVEMBRE ALLE ORE 17.00 E' IMPORTANTISSIMO RECITARE LA SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

Rimani, Maria,
accanto a tutti gli ammalati del mondo,
di colo­ro che in questo momento,
hanno perso conoscenza
e stanno per morire;
di coloro che stanno iniziando una lunga agonia,
di coloro che hanno perso
ogni speranza di guarigione;
di coloro che gridano e piangono per la sofferenza;
di coloro che non possono curarsi per­ché poveri;
di quelli che vorrebbero camminare
e devono restare immobili;
di quelli che vorrebbero riposare
e la miseria costringe a lavorare ancora.
Di quelli che cercano una sistemazione
meno dolorosa nella loro vita e non la trovano;
di quelli che sono tormentati
dal pensiero di una famiglia in miseria;
di quanti devono rinunciare
ai loro proget­ti più cari per il futuro;
di quanti soprattutto
non credono in una vita migliore;
di quanti si ribellano e bestemmiano Dio;
di quanti non sanno o non ricordano
che il Cristo ha sofferto come loro.

27 NOVEMBRE: FESTA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

"Alzati subito e vai nella cappella, la Santissima Vergine ti aspetta"
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LA PRIMA APPARIZIONE: SVENTURE PER LA FRANCIA E PER LA CHIESA
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La notte tra il 18 e il 19 luglio 1830, verso le undici e mezzo, Caterina udì una voce che la chiamava per nome. Vide un misterioso bambino vestito di bianco che le disse:
"Alzati subito e vai nella cappella, la Santissima Vergine ti aspetta".
Questo bambino che era il suo angelo custode, la condusse alla cappella, nella quale tutte le candele e le lampade erano accese. Improvvisamente il bambino esclamò:
"Ecco la Beatissima Vergine!".
Apparve allora una meravigliosa Signora, seduta su una poltrona posta nel presbiterio. Caterina accorse da Lei e s’inginocchiò sui gradini dell’altare; restò in questa posizione ad ascoltare, tenendo le mani familiarmente appoggiate sulle ginocchia della Madonna.
"Quel momento fu il più dolce della mia vita e mi è impossibile descrivere tutto ciò che ho provato", affermerà poi la veggente.
Durante l’apparizione che durò circa un ora e mezza, Maria le disse:
" Figlia Mia, il buon Dio vuole affidarti una missione. Avrai molte sofferenze da patire, ma le supererai pensando che le ricevi per glorificare il buon Dio. Conoscerai il messaggio che ti viene da Lui. Verrai contrastata, ma la grazia ti aiuterà. Abbi fiducia e non temere! Rendi conto di ciò che vedrai e udirai."
A questo punto la Madonna aggiunse con un espressione molto triste:
"I tempi sono malvagi. Sciagure si abbatteranno sulla Francia, il trono verrà rovesciato, il mondo intero verrà sconvolto da sventure di ogni genere. Ma venite pure ai piedi di questo altare; qui grazie verranno diffuse su tutti coloro, grandi e piccoli, che le chiederanno con fiducia e fervore."
Dopo averle parlato del futuro della sua congregazione, la Madonna riprese l’argomento:
"Ci saranno morti, il clero di Parigi avrà vittime, monsignore l’arcivescovo morirà. Figlia Mia, la Croce verrà disprezzata, la getteranno per terra, e allora scorrerà il sangue per le strade. Verrà nuovamente aperta la ferita al costato di Nostro Signore. Verrà il momento in cui il pericolo sarà talmente grave, da far credere che tutto sia perduto. Figlia Mia, tutto il mondo sarà nella tristezza. Ma abbiate fiducia! Proprio allora Io sarò con voi; avrete modo di riconoscere la Mia visita".
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LA SECONDA APPARIZIONE: LA PROMESSA DELLA PROTEZIONE DI MARIA
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Sabato 27 novembre 1830, verso le ore diciassette, santa Caterina pregava nella cappella, quando le apparve la Beatissima Vergine all’altezza del quadro di San Giuseppe.
Il Suo volto con gli occhi rivolti al cielo, era magnificamente bello. Era vestita di seta bianca e teneva nelle mani una sfera dorata, che rappresentava il mondo e che offriva a Dio. I Suoi piedi erano appoggiati su una semisfera.
Alle mani aveva anelli con pietre preziose di varie dimensioni; quasi tutte sfavillavano e mandavano verso il basso raggi luminosi di varia intensità. Caterina capì che i raggi rappresentavano le grazie sparse dalla Madonna sulle anime devote, mentre le gemme che restavano spente simboleggiavano le grazie che gli uomini trascuravano di chiederLe.
Durante questa apparizione si formò attorno ad Essa come una cornice ovale, nella quale era scritta in caratteri dorati questa frase:
"O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGATE PER NOI CHE RICORRIAMO A VOI".
Allora si udì una voce che diceva:
"Fai coniare una medaglia su questo modello. Tutti coloro che la terranno al collo riceveranno grandi grazie, ed esse saranno abbondanti per le persone che la terranno con fiducia".
In quel momento l’immagine parve voltarsi facendone vedere il rovescio. Apparve allora la lettera M sormontata dalla Croce, con sotto raffigurati il Sacro Cuore fiammeggiante di Gesù, incoronato di spine, e quello di Maria trapassato da una spada; l’insieme era circondato da una corona di dodici stelle che ricordavano il passo dell’Apocalisse:
"Una Donna vestita di sole, con la luna sotto i Suoi piedi e una corona di dodici stelle sul capo".
Qual è il significato dell’immagine?
I teologi ritengono che esso sia assai semplice: M = Maria Madre; I = Iesus; + = Crocifisso. Il risultato è evidente: Maria, Madre di Gesù Cristo, Crocifisso Salvatore.

27 NOVEMBRE: FESTA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

Cari amici,
vi invito a celebrare con gioia la festa in onore della Vergine della Medaglia Miracolosa, come figli devoti e fiduciosi nella Sua materna protezione.
Con questo spirito desideriamo vivere testimoniando la nostra fede con la parola e con l'esempio, sempre nella luce di Maria, nostra Stella e Guida sicura nel cammino verso Dio.
Buona festa a tutti!
Dio e Sua Madre vi benedicano!
Scarlet
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SUPPLICA ALLA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
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(Da recitarsi alle ore 17 del 27 Novembre, Festa della Medaglia, ogni 27 del mese ed in ogni urgente necessità)

O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei Tuoi figli esuli in questa valle di lacrime, ma sappiamo pure che vi sono giorni in cui Ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle Tue grazie.

Ebbene, o Madre, eccoci qui prostrati davanti a Te, proprio in quello stesso giorno benedetto, da Te prescelto per la manifestazione della Tua Medaglia.

Noi veniamo a Te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in questo giorno a Te così caro, per ringraziarTi del gran dono che ci hai fatto dandoci la Tua Immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi Ti promettiamo che la santa Medaglia sarà il segno della Tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il Tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici Tuoi e del Tuo divin Figlio. Sì, il Tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro cuore e lo farà palpitare all'unìsono col Tuo, lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà, per portar ogni giorno la nostra croce dietro di Lui.

Ave, Maria...
O Maria concepita ..

Questa è l'ora, o Maria, della Tua bontà inesauribile, della Tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della Tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra.

Fa', o Madre, che quest'ora, che ricorda la dolce commozione del Tuo Cuore, la quale Ti spinse a portarci il rimedio di tanti mali, sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.

Tu, che hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia, volgi benigno il Tuo sguardo su di noi. Confessiamo di non meritare le Tue grazie. Ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a Te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le Sue grazie? Abbi, dunque, pietà di noi. Te lo domandiamo per la Tua Immacolata Concezione e per l'amore che Ti spinse a darci la Tua preziosa Medaglia.

Ave, Maria...
O Maria concepita ..

O Consolatrice degli afflitti, che già Ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la Tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i suoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo.

Porti la Tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. Ma specialmente permetti, o Maria, che, in quest'ora solenne, Ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli che sono più bisognosi della Tua misericordia.

Ricordati che anch'essi sono Tuoi figli, per i quali hai sofferto, pregato e pianto. Salva tutti i Tuoi figli per poterTi un giorno ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Amen.

Salve, Regina...
O Maria concepita ...


INVOCAZIONE A MARIA SS.MA CONTRO LE INVADENZE DIABOLICHE


O Immacolata Vergine,
Madre di Dio e Madre nostra,
Regina degli Angeli,
accogli le mie accorate suppliche
e presentale al trono dell'Altissimo.
Tu hai ricevuto da Dio
la missione di schiacciare la testa di Satana.
Perciò ti ha reso IMMACOLATA
fin dalla Tua Concezione
e Ti ha riempito di grazia.
Così Tu puoi facilitare in noi
l'azione redentrice del Cristo
e la discesa del Suo Sangue Prezioso nelle anime nostre.
Ti supplichiamo ora
che Tu ci ottenga da Dio l'invio dei santi Angeli
perchè respingano i demoni tentatori,
ne sveglino gli inganni,
ne reprimano l'audacia
e li riccacino nell' inferno.
Ottienici dalla Misericordia Divina
che possiamo sentire nel nostro animo
la risonanza del grido di adesione al nostro Dio,
che segnò il vittorioso intervento di S. Michele:
"Chi è come Dio?"
Aiutaci, o Madre amorosa,
a diventare più umili
al cospetto di Dio e degli uomini.
Aiutaci a divenire sempre più decisi
a respingere gli assalti dell'impurità e della cupidigia.
Aiutaci a mantenerci fedeli e solleciti nelle preghiere.
Aiutaci ad accrescere
il desiderio alla Santa Messa e S. Comunione.
Aiutaci ad amare il nostro prossimo,
a vivere in pace con tutti,
a perdonare le offese e le incomprensioni,
così da offrire al Cuore del Tuo Gesù
la gioia di vederci attuare il Suo messaggio evangelico.
Sotto il Tuo Manto di misericordia ci rifugiamo,
o Santa Madre di Dio,
sicuri di essere da Te difesi
dalle molteplici insidie del diavolo.
Custodisci in noi la fede, l'amore di Dio,
lo zelo per la Sua gloria,
l'osservanza della Sua santa Legge
e delle direttive evangeliche.
Infine,o Madre dolcissima, Ti supplichiamo
di assisterci nel momento estremo della vita,
per difenderci dalle maligne insinuazioni
del nemico infernale
e farci restare fiduciosi nella Paterna bontà di Dio.
Confidiamo di poter entrare nel gaudio eterno del Cielo
per cantare in eterno la Divina Misericordia.

AGIRE CON AMORE

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"LE COSE DI SEMPRE, MA COMPLETATE MEGLIO, CON UN TOCCO FINALE DI AMORE"
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La santità è intessuta di eroismi. Pertanto, nel lavoro ci si chiede l'eroismo di «portare a compimento» i lavori che ci spettano, giorno dopo giorno, anche se si ripetono le stesse occupazioni. Altrimenti, non vogliamo essere santi! (Solco, 529)
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Mi hai domandato che cosa puoi offrire al Signore. Non ho bisogno di stare a pensare la risposta: le cose di sempre, ma completate meglio, con un tocco finale di amore, che ti porti a pensare di più a Lui e meno a te. (Solco, 495)
Nel riprendere il tuo consueto lavoro, ti sfuggì come un grido di protesta: sempre la stessa cosa!
E io ti dissi: Sì, sempre la stessa cosa. Ma questo lavoro ordinario uguale a quello dei tuoi colleghi deve essere per te una continua orazione, con le stesse parole appassionate, ma ogni giorno con una musica diversa.
È missione molto nostra trasformare la prosa di questa vita in endecasillabi, in poesia eroica. (Solco, 500)
Metti sul tuo tavolo di lavoro, nella stanza, nel tuo portafoglio..., un'immagine della Madonna, e rivolgiLe lo sguardo quando cominci il tuo lavoro, mentre lo svolgi e quando lo finisci. Lei ti otterrà te l'assicuro! la forza per fare della tua occupazione un dialogo amoroso con Dio. (Solco, 531)

25 novembre 2009

PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO proposta da Lilly

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Ho corso fin al fiume alberato
e davanti all'acqua mi sono specchiato.
Ansimavo e il cuore batteva forte,
ma non ero stanco,
sorrideva ogni cosa attorno perchè
riuscivo a vedere la bellezza
del creato fuori e dentro me
la semplicità, l'umiltà e la purezza.
La mia anima era così serena
perchè ora vedevo tutto quell'Amore
offerto gratuitamente per la gioia piena
di ogni uomo, da Nostro Signore.
La mia preghiera si alzò
in un ringraziamento commosso
verso quel tramonto tinto di rosso
e con ali di speranza volò!

AUMENTA LA NOSTRA FEDE

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“TI ADORO, TI AMO, AUMENTA LA MIA FEDE”
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Quando Lo ricevi, diGli: Signore, spero in Te; Ti adoro, Ti amo, aumenta la mia fede. Sii il sostegno della mia debolezza, Tu che sei rimasto nell'Eucaristia, inerme, per porre rimedio alla debolezza delle creature. (Forgia, 832)
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Assistendo alla Santa Messa imparerete a trattare ciascuna delle Tre Persone Divine: il Padre che genera il Figlio; il Figlio, generato dal Padre; lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. Trattando una qualunque delle Tre Persone trattiamo un Unico Dio; e trattandoLe Tutte e Tre, la Trinità, trattiamo ugualmente un solo Dio Unico e Vero. Amate la Messa, figli miei, amate la Messa. Fate la comunione con fame, anche se siete freddi e pieni di aridità: fate la comunione con fede, con speranza, con ardente carità.
Non ama Cristo chi non ama la Santa Messa, chi non si sforza di viverla con calma e serenità, con devozione, con amore. L'amore affina gli innamorati, li rende più delicati; li porta a scoprire e curare tanti particolari, magari minimi, ma sempre significativi della vibrazione di un cuore appassionato. È in questo modo che dobbiamo assistere alla Santa Messa.
Penso perciò che coloro che vogliono ascoltare una Messa corta e frettolosa dimostrano, con un contegno per giunta poco elegante, di non avere compreso il senso e il valore del Sacrificio dell'altare. L'amore per Cristo, che Si offre per noi, ci fa trovare, al termine della Messa, alcuni minuti per un ringraziamento personale, intimo, che prolunghi nel silenzio del cuore l'azione di grazie dell'Eucaristia. (E' Gesù che passa, nn. 91-92)

L'ANIMA CHE NON E' DIMORA DI CRISTO E' INFELICE

Gesù e l'anima
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Dalle «Omelie» attribuite a San Macario, vescovo
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Una volta Dio, adirato contro i Giudei, diede Gerusalemme in balia dei loro nemici.
Così caddero proprio sotto il dominio di coloro che essi odiavano e si trovarono nell'impossibilità di celebrare i giorni festivi e di offrire sacrifici. Nello stesso modo, Dio, adirato contro un'anima che trasgredisce i Suoi precetti, la consegna ai suoi nemici, i quali, dopo averla indotta a fare il male, la devastano completamente.
Una casa, non più abitata dal padrone, rimane chiusa e oscura, cadendo in abbandono; di conseguenza si riempie di polvere e di sporcizia. Nella stessa condizione é l'anima che rimane priva del suo Signore. Prima tutta luminosa della Sua presenza e del giubilo degli angeli, poi si immerge nelle tenebre del peccato, di sentimenti iniqui e di ogni cattiveria.
Povera quella strada che non é percorsa da alcuno e non é rallegrata da alcuna voce d'uomo! Essa finisce per essere il ritrovo preferito di ogni genere di bestie. Povera quell'anima in cui non cammina il Signore, che con la Sua Voce ne allontani le bestie spirituali della malvagità!
Guai alla terra priva del contadino che la lavori! Guai alla nave senza timoniere! Sbattuta dai marosi e travolta dalla tempesta, andrà in rovina. Guai all'anima che non ha in sé il vero timoniere, Cristo! Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli affetti malsani, sconquassata dagli spiriti maligni come da un uragano invernale, andrà miseramente in rovina.
Guai all'anima priva di Cristo, l'Unico che possa coltivarla diligentemente perché produca i buoni frutti dello Spirito! Infatti, una volta abbandonata, sarà tutta invasa da spine e da rovi e, invece di produrre frutti, finirà nel fuoco.
Guai a quell'anima che non avrà Cristo in Sé! Lasciata sola, comincerà ad essere terreno fertile di inclinazioni malsane e finirà per diventare una sentina di vizi. Il contadino, quando si accinge a lavorare la terra, sceglie gli strumenti più adatti e veste anche l'abito più acconcio al genere di lavoro. Così Cristo, Re dei cieli e vero agricoltore, venendo verso l'umanità, devastata dal peccato, prese un Corpo umano, e, portando la Croce come strumento di lavoro, dissodò l'anima arida e incolta, ne strappò via le spine e i rovi degli spiriti malvagi, divelse il loglio del male e gettò al fuoco tutta la paglia dei peccati. La lavorò così col legno della Croce e piantò in lei il giardino amenissimo dello Spirito. Esso produce ogni genere di frutti soavi e squisiti per Dio, che ne é il Padrone.

PREGARE LAVORANDO

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"IL TUO LAVORO DEV'ESSERE ORAZIONE ”
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Prima di cominciare a lavorare, metti sul tavolo o accanto al tuoi attrezzi di lavoro, un Crocifisso. Ogni tanto, lanciaGli uno sguardo... Quando giungerà la fatica, i tuoi occhi si volgeranno a Gesù, e troverai nuova forza per proseguire nel tuo impegno. Perché quel Crocifisso è più che il ritratto di una persona amata —i genitori, i figli, la moglie, la fidanzata...—; Egli è tutto: tuo Padre, il tuo Fratello, il tuo Amico, il tuo Dio, è l'Amore dei tuoi amori. (Via Crucis, Stazione XI. n. 5)
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Vi ripeto spesso che, in questi momenti di conversazione con Gesù, che ci vede e che ci ascolta dal Tabernacolo, non possiamo cadere in un'orazione impersonale; e aggiungo che, per meditare in modo da istaurare immediatamente un dialogo con il Signore — non occorre il suono delle parole —, dobbiamo uscire dall'anonimato, metterci alla Sua presenza così come siamo, senza imboscarci nella folla che riempie la chiesa, né disperderci in una sequela di parole vuote, che non sgorga dal cuore, ma, tutt'al più, da abitudini spoglie di contenuto.

Adesso preciso che anche il tuo lavoro dev'essere orazione personale, deve trasformarsi in una splendida conversazione con il nostro Padre celeste. Se cerchi la santificazione nella tua attività professionale, e per mezzo della tua attività professionale, dovrai necessariamente sforzarti di fare in modo che essa diventi preghiera personale, non anonima. Pertanto questi tuoi sforzi non possono cadere nell'oscurità amorfa di un compito abitudinario, impersonale, perché in quel preciso momento verrebbe meno l'attrattiva divina che anima le tue attività quotidiane. (Amici di Dio, n. 64)

23 novembre 2009

"OCCUPARSI DEGLI ALTRI E DIMENTICARSI DI SE' STESSI "

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I veri ostacoli che ti separano da Cristo — la superbia, la sensualità... —, si superano con la preghiera e la penitenza. E pregare e mortificarsi è anche occuparsi degli altri e dimenticarsi di sè stessi. Se vivi così, vedrai che la maggior parte dei tuoi contrattempi spariranno. (Via Crucis, Stazione X. n. 4).
Parli e non ti ascoltano. E se ti ascoltano, non ti capiscono. Sei un incompreso!... D'accordo. In ogni caso, affinché la tua croce abbia tutto il rilievo della Croce di Cristo, è necessario che tu ora lavori così, senza esser preso in considerazione. Altri ti capiranno. (Via Crucis, Stazione III. n. 4).
Come amare veramente la. Croce Santa di Gesù?... Desiderala!... Chiedi forza al Signore per impiantarla in tutti i cuori, in lungo e in largo per il mondo! E poi... offrigli riparazione con gioia; cerca di amarLo anche coi battiti di tutti i cuori che ancora non lo amano. (Via Crucis, Stazione V. n. 5).
Per quanto tu ami, non amerai mai abbastanza.
Il cuore umano ha un enorme coefficiente di dilatazione. Quando ama si allarga in un crescendo di affetto che supera tutti gli ostacoli.
Se tu ami il Signore, non ci sarà creatura che non trovi spazio nel tuo cuore. (Via Crucis, Stazione VIII. n. 5).

22 novembre 2009

" VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE GESU' ! "


SE ATTORNO A TE TUTTO VACILLA

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Se senti vacillare la fede
per la violenza della tempesta,
CALMATI: DIO TI GUARDA.

Se ogni cosa che passa cade nel nulla
senza più ritornare,
CALMATI: DIO RIMANE.

Se il tuo cuore è agitato
e in preda alla tristezza,
CALMATI: DIO PERDONA.

Se la morte ti spaventa
e temi il mistero e l'ombra del sonno notturno,
CALMATI:DIO RISVEGLIA.

Dio ci ascolta
quando nulla ci risponde;
è con noi, quando ci crediamo soli;
ci ama, quando pare che ci abbandona.
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(S. Agostino)

" TE LO DICO IN NOME DI DIO: NON DISPERARE "

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Sono santi coloro che lottano fino alla fine della loro vita: coloro che sanno sempre rialzarsi dopo ogni inciampo, dopo ogni caduta, per proseguire coraggiosamente il cammino con umiltà, con amore, con speranza. (Forgia, 186)

Il Signore Si è avvicinato tanto alle creature, che tutti conserviamo in cuore aneliti di altezza, ansia di salire in alto, di fare il bene. Se ora ridesto in te tali aspirazioni, è perché voglio che ti convinca della sicurezza che Egli ha posto nella tua anima: se Lo lasci operare, servirai — dal tuo posto — come strumento utile, dall'efficacia insospettata. E affinché tu non ti allontani, per viltà, dalla fiducia che Dio ripone in te, evita la presunzione di disprezzare ingenuamente le difficoltà che appariranno sul tuo cammino di cristiano.

Non dobbiamo stupircene. Trasciniamo in noi stessi — conseguenza della natura caduta — un principio di opposizione, di resistenza alla grazia: sono le ferite del peccato originale, esacerbate dai nostri peccati personali. Pertanto, dobbiamo intraprendere quelle ascensioni, quei compiti divini e umani di ogni giorno — che sempre sfociano nell'Amore di Dio —, con umiltà, con cuore contrito, fiduciosi nell'assistenza divina, e tuttavia dedicando ad essi le nostre migliori energie, come se tutto dipendesse da noi.

Mentre lotti — una lotta che durerà fino alla morte —, non escludere la possibilità che insorgano, violenti, i nemici di dentro e di fuori. E, come se questo peso non bastasse, a volte faranno ressa nella tua mente gli errori commessi, forse abbondanti. Te lo dico in nome di Dio: non disperare. Se ciò avviene — non deve succedere necessariamente, né sarà cosa abituale —, trasforma la prova in un'occasione per unirti maggiormente al Signore, perché Lui, che ti ha scelto come figlio, non ti abbandonerà. Permette la prova, per spingerti ad amare di più e farti scoprire con maggiore chiarezza la Sua continua protezione, il Suo Amore.

Ti ripeto, fatti coraggio, perché Cristo, che ci ha perdonato sulla Croce, continua a offrire il Suo perdono nel sacramento della Penitenza, e sempre, per giungere alla vittoria abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto; Egli è Vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo [1 Gv 2, 1-2]. (Amici di Dio, 214)

LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO

Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni ormai spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano così stanchi che si limitavano ad agitarsi inquieti nel sonno.
Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino marrone; era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i Suoi Genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neppure per tutto l'oro del mondo.
Quando anche le ultime braci stavano per spegnersi, pensò al freddo che avrebbe patito il Bambino messo a dormire sulla paglia della mangiatoia. Spiccò il volo e si posò su un coccio accanto all'ultima brace.
Cominciò a battere le ali facendo aria sui tizzoni perché riprendessero ad ardere. Il piccolo petto bruno dell'uccellino diventò rosso per il calore che proveniva dal fuoco, ma il pettirosso non abbandonò il suo posto. Scintille roventi volarono via dalla brace e gli bruciarono le piume del petto ma egli continuò a battere le ali finché alla fine tutti i tizzoni arsero in una bella fiammata.
Il piccolo cuore del pettirosso si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il bambino Gesù sorrise sentendoSi avvolto dal calore.
Da allora il petto del pettirosso è rimasto rosso, come segno della sua devozione al Bambino di Betlemme.

" E' TEMPO DI SPERANZA "

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«È tempo di speranza mi dici , e vivo di questo tesoro. Non è una bella frase, Padre, è una realtà». Allora..., il mondo intero, tutti i valori umani che ti attraggono con una forza enorme amicizia, arte, scienza, filosofia, teologia, sport, natura, cultura, anime... , tutto questo riponilo nella speranza: nella speranza di Cristo. (Solco, 293)

Lì, dove già siamo, il Signore ci esorta: «Vigilate!». Di fronte a questa richiesta di Dio, alimentiamo nelle nostre coscienze — traducendoli in opere — desideri pieni di speranza di santità. Figlio Mio, daMMi il tuo cuore [Pro 23, 26], ci suggerisce all'orecchio. Smetti di costruire castelli in aria e deciditi ad aprire la tua anima a Dio, perché solo nel Signore troverai un fondamento reale per la tua speranza e per fare del bene agli altri.
Quando non si lotta contro sè stessi, quando non si respingono con vigore i nemici che si annidano nel nostro castello interiore — orgoglio, invidia, concupiscenza della carne e degli occhi, spirito di autosufficienza, stolta avidità di libertinaggio —, quando non esiste la lotta interiore, i più nobili ideali inaridiscono come fiore d'erba. Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l'erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce [Gc 1, 10-11]. Allora, alla minima occasione, germoglieranno lo sconforto e la tristezza, come piante nocive e invadenti.

Gesù non si accontenta di un'adesione titubante. Esige — ne ha il diritto — che noi camminiamo con decisione, senza tentennare davanti alle difficoltà. Chiede passi fermi, concreti; infatti, ordinariamente, i propositi generici servono poco. Quei propositi poco definiti mi sembrano illusioni fallaci, con cui cerchiamo di mettere a tacere le chiamate divine che arrivano al cuore; fuochi fatui che non bruciano né danno calore, e che scompaiono con la stessa fugacità con cui sono sorti.

Perciò, mi persuaderò che le tue intenzioni di raggiungere la mèta sono sincere se ti vedo camminare con decisione.
Opera il bene, rivedendo il tuo atteggiamento abituale di fronte ai compiti di ogni momento; pratica la giustizia, proprio negli ambienti che frequenti, anche se lo sforzo ti fa barcollare; alimenta la felicità di coloro che ti circondano, servendoli con gioia — dal tuo posto, nel lavoro che ti sforzerai di portare a termine con la maggior perfezione possibile —, con spirito di comprensione, col sorriso, col contegno cristiano. E tutto per Dio, pensando alla Sua gloria, con lo sguardo in alto, anelando alla Patria definitiva, perché è questo il solo fine che valga la pena perseguire. (Amici di Dio, 211)

20 novembre 2009

CHE COS'E' LA " MEDAGLIA MIRACOLOSA " ?


E' una piccola medaglia dell'Immacolata, già conosciuta in quasi tutto il mondo, chiamata "miracolosa" per le grazie, i prodigi e i miracoli che le vengono attribuiti.
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E' la medaglia della Madonna per eccellenza, perchè è stata voluta personalmente da Lei. Fu una suora, Figlia della Carità, Santa Caterina Labourè, che ricevette direttamente da Maria SS.ma l'incarico di far coniare una medaglia come le appariva nella visione (apparizione avvenuta a Parigi in Rue du Bac, sabato 27 Novembre 1830), con questa promessa:
" Fai, fai coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia".
Sulla medaglia si vede impressa l'immagine dell' Immacolata con le mani aperte da cui escono fasci di luce.
Attorno c'è la scritta: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi".
Dietro la medaglia si vede la lettera M, l'iniziale del nome Maria, sormontata da una Croce; sotto, due Cuori, uno circondato di spine, l'altro trafitto da una spada; tutt'intorno, dodici stelle.
La Medaglia è un dono di Maria, un segno del Suo amore, un pegno della Sua protezione. Essa si propagò immediatamente in modo prodigioso e, per suo mezzo, si ottennero innumerevoli grazie di conversione, di protezione e di guarigione.
Tra i prodigi più celebri operati da questa medaglia, ricordiamo quello della conversione di un ebreo incredulo, Alfonso Ratisbonne. Aveva messo la medaglia al collo solo per compiacere un amico. Entrò per caso nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte, a Roma, e qui gli apparve, stupenda, la Madonna della medaglia; folgorato e commosso, divenne cattolico, sacerdote e apostolo ardente.
Immensa fu la fiducia dei Santi nella medaglia miracolosa. S. Caterina Labourè la distribuivs a tutti, specialmente agli ammalati e ai peccatori.
S. Teresina di Lisieux, da piccola, metteva le medaglie nelle tasche delle giacche degli operai. S.Massimiliano Maria Kolbe chiamava le medaglie miracolose "munizioni", "proiettili", e ottenne molte grazie e conversioni prodigiose. San Pio da Pietrelcina teneva sempre in tasca un pugno di medaglie miracolose da distribuire, e morì con queste medaglie in tasca.
Concludendo dobbiamo affermare che la Medaglia Miracolosa non è una medaglia come tutte le altre (che restano sempre "opera di uomini" sia pure ispirati da Dio); la Medaglia Miracolosa è opera di Maria SS.ma, è l'unica medaglia voluta da Lei, espressione e pegno del Suo amore per noi.
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- A te che hai letto: porta anche tu con fiducia questa celeste medaglia, fatti apostolo anche tu di questa "Medaglia Miracolosa".
- Avrai grazie e conforti celesti.

A MARIA


O Donna da tutti e sopra tutti benedetta!
Tu sei l'Onore e la Difesa del genere umano;
Tu sei la Madre di Dio;
Tu la Signora dell'universo,
la Regina del mondo,
Tu sei la Perfezione dell'universo
e il Decoro della santa Chiesa;
Tu Tempio di Dio;
Tu Giardino di delizie;
Tu Porta del Cielo,
Letizia del Paradiso
e Gloria ineffabile del Sommo Dio;
veramente è balbettando
che cantiamo le Tue lodi e le Tue bellezze.
Supplisci con la Tua bontà
alle nostre insufficienze.
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(S. Bernardino da Siena)

" QUANDO PENSATE CHE LA RAGIONE SIA TUTTA DALLA VOSTRA PARTE... "

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Ricorri alla direzione spirituale con sempre maggiore umiltà, e con puntualità, che è pure umiltà. Pensa e non sbagli, perché lì è Dio che ti parla che sei come un bambino piccolo, sincero!, al quale a poco a poco insegnano a parlare, a leggere, a riconoscere i fiori e gli uccelli, a vivere le gioie e le pene, a badare dove cammina. (Solco, 270)
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Torno a dire che tutti abbiamo miserie. Ma le nostre miserie non devono mai allontanarci dall'Amore di Dio, anzi, ci faranno trovare rifugio nell'Amore, ci introdurranno in seno alla bontà divina, come i guerrieri antichi si introducevano nella loro armatura. Quel grido: Ecce ego, quia vocasti me [1 Sam 3, 6 e 8] — mi hai chiamato, eccomi! —, è la nostra difesa. Non dobbiamo allontanarci da Dio quando scopriamo le nostre fragilità; possiamo combattere le nostre miserie, proprio perché Dio confida in noi.
Perdonate la mia insistenza, ma ritengo imprescindibile che si incida a fuoco nella vostra intelligenza che l'umiltà e — sua conseguenza immediata — la sincerità uniscono fra loro tutti gli altri mezzi e sono fondamento di efficacia per la vittoria. Se il demonio muto entra in un'anima, manda tutto in rovina; invece, se lo si getta fuori immediatamente, tutto riesce bene, la vita procede rettamente. Cerchiamo allora di essere sempre 'brutalmente' sinceri, senza essere imprudenti o maleducati.
Voglio che sia chiara una cosa: il cuore e la carne non mi preoccupano tanto quanto mi preoccupa la superbia. Siate umili. Quando pensate che la ragione sia tutta dalla vostra parte, significa che non ne avete nemmeno un briciolo. Andate alla direzione spirituale con l'anima aperta; non chiudetela, perché — ripeto — vi entrerebbe il demonio muto, che è difficile poi da sloggiare. (Amici di Dio, nn. 187-188)

" DIO RESISTE AI SUPERBI "

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Cammino sicuro di umiltà è meditare che, pur mancando di talento, di rinomanza e di beni di fortuna, possiamo essere strumenti efficaci, se ricorriamo allo Spirito Santo affinché ci conceda i Suoi doni. Gli Apostoli, nonostante fossero stati istruiti da Gesù per tre anni, fuggirono spaventati dinanzi ai nemici di Cristo. Tuttavia, dopo la Pentecoste, si lasciarono flagellare e incarcerare, e finirono col dare la vita in testimonianza della loro fede. (Solco, 283)
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Gesù, nostro Signore, ci propone con frequenza l'esempio della Sua umiltà: "Imparate da Me, che sono Mite ed Umile di Cuore" [Mt 11, 29]. Così tu e io impariamo che non c'è un altro cammino, perché solo la sincera conoscenza del nostro nulla ha la forza di attirare su di noi la grazia divina. Per noi Gesù venne a soffrire la fame e a dare cibo, venne a soffrire la sete e a dare da bere, venne rivestito della nostra mortalità e a rivestirci dell'immortalità, venne povero per farci ricchi.

"Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili" [1 Pt 5, 5], insegna l'Apostolo Pietro. In ogni epoca, in ogni situazione umana, non esiste altra via — per vivere una vita divina — che quella dell'umiltà. Forse il Signore si compiace della nostra umiliazione? No. Che cosa guadagnerebbe con la nostra prostrazione Colui che tutto ha creato, e regge e governa ciò che esiste? Dio desidera la nostra umiltà, lo svuotarci di noi stessi, unicamente perché Lui possa riempirci; vuole che non Gli poniamo ostacoli e che — per dirla in modo umano — ci sia più posto per la Sua grazia nel nostro povero cuore. Perché il Dio che ci ispira l'umiltà è lo Stesso che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al Suo Corpo glorioso, "in virtù del potere che ha di sottomettere a Sé tutte le cose" [Fil 3, 21]. Il Signore ci fa Suoi, ci riempie di Sé; è Lui che ci ottiene la 'divinizzazione buona'. (Amici di Dio, nn. 97-98)

19 novembre 2009

ABBI PAZIENZA!

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"CALMA: LASCIA CORRERE IL TEMPO"
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Sei inquieto. —Ascolta: succeda quel che succeda nella tua vita interiore o nel mondo che ti circonda, non dimenticare mai che l'importanza degli avvenimenti o delle persone è assai relativa. —Calma: lascia correre il tempo; e poi, vedrai da lontano e senza passione i fatti e la gente, acquisterai il senso della prospettiva, metterai ogni cosa al suo posto secondo la sua vera dimensione. Se agisci in questo modo, sarai più giusto e ti risparmierai molte preoccupazioni. (Cammino, 702)

Non intimoritevi e non temete alcun male, anche se le circostanze in cui realizzate il vostro lavoro sono tremende, peggiori forse di quelle di Daniele nella fossa delle belve voraci. La mano di Dio è sempre possente e, se fosse necessario, opererebbe meraviglie. Siate fedeli! Vivete con amore, con consapevolezza e allegria la vostra fedeltà alla dottrina di Cristo, persuasi che i nostri anni non sono peggiori di quelli dei tempi passati e che il Signore è lo Stesso, oggi e sempre.

Ho conosciuto un anziano sacerdote che diceva di se sorridendo: «lo sono sempre tranquillo, tranquillo». Così anche noi, in mezzo al mondo, circondati da leoni affamati, non dobbiamo perdere la pace: tranquilli. Con amore, con fede, con speranza, senza dimenticare mai che, se fosse necessario, il Signore opererebbe miracoli (Amici di Dio, 105)

PREGHIERA AGLI ANGELI


Possano gli angeli custodirti fin dal mattino,
possano loro guidarti attraverso la notte,
possano loro consolarti dalle afflizioni,
possano loro aiutarti a vincere la fatica.

Possano custodirti ora nella loro anima,
possano loro mantenerti migliore,
possano loro vegliare il tuo sonno,
possano loro guardarti attraverso il giorno.

Possano loro manifestarti dandoti nuova fiducia,
possano loro toglierti ogni dubbio,
possano loro darti la pace e toglierti ogni paura,
possano loro sentirti in ogni tua richiesta.

Possano gli angeli custodirti sempre.
Se le tue preghiere non fossero sentite
e se l'angelo non si accorgesse di te
che possa Dio essere sempre lì presente.

IL SACERDOTE SANTO ENTRA NEL CUORE DEL POPOLO

Ascoltiamo Don Dolindo Ruotolo:
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Il vero segreto della formazione del popolo cristiano al cento per cento, sta nei sacerdoti, eredi privilegiati delle promesse di Dio; e perciò, se ogni cristiano deve purificarsi da ogni bruttura di carne e di spirito, e deve santificarsi, molto più questo devono farlo un sacerdote e un religioso.
Bisogna riconoscere francamente, per la nostra salvezza, che il decadimento delle nazioni cattoliche è cominciato sempre col decadimento della santità sacerdotale. Le sette e gli eretici non avrebbero potuto far nulla se non avessero trovato il terreno preparato già dai cattivi sacerdoti, o anche semplicemente da sacerdoti non santi. Anzi è un fatto storico che la quasi totalità delle eresie è sorta da sacerdoti o da frati cattivi, tristi germogli di più o meno latenti strati di immoralità e di peccati.
È un segreto che dolorosamente è ignorato e trascurato dalla maggior parte dei sacerdoti.
La carità e lo zelo si manifestano prima di tutto con le buone maniere nel trattare, e con una grande dolcezza di carattere.
È proprio questo, e possiamo dire è solo questo che risulta innanzi al popolo. Non risulta al popolo lo spirito di preghiera del sacerdote, benché se ne accorga spesso dal modo come tratta i divini misteri; non risulta il suo spirito di penitenza, benché lo argomenti dallo stato del suo corpo e dei suoi abiti; non risulta sempre il suo zelo, benché traspaia dalle sue attività; quello che risulta chiarissimamente è il suo modo di trattare, perché è quello il contatto diretto che egli ha col popolo.

IL CRISTIANO TROVA LA FORTEZZA NEL CREATORE

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Non essere così fiacco, molle. — È ormai ora di respingere quella strana compassione che senti di te stesso.(Cammino, 193)
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Stavamo parlando di lotta. Sappiamo che essa richiede allenamento, alimentazione adeguata, medicine urgenti in caso di infermità, di contusioni, di ferite. I Sacramenti, medicina principale della Chiesa, non sono superflui: quando vengono abbandonati volontariamente, non è possibile fare un solo passo nel cammino al seguito di Gesù. Ne abbiamo bisogno come abbiamo bisogno della respirazione, della circolazione del sangue, della luce. Ne abbiamo bisogno per saper cogliere in ogni istante ciò che il Signore vuole da noi.

L'ascetica esige fortezza, e il cristiano trova la fortezza nel Creatore. Siamo oscurità, ed Egli è vivissimo splendore; siamo infermità, ed Egli è vigorosa salute; siamo miseria, ed Egli è infinita ricchezza; siamo debolezza, ed Egli ci sostiene, quia tu es, Deus, fortitudo mea: Tu sei sempre, mio Dio, la nostra fortezza. Non c'è nulla quaggiù che possa opporsi allo sgorgare impaziente del Sangue Redentore di Cristo. Ma la nostra piccolezza può offuscarci lo sguardo al punto di non avvertire più la grandezza divina. Ecco dunque la responsabilità di tutti i fedeli, specialmente di coloro che hanno il compito di guidare spiritualmente — di servire — il Popolo di Dio, di non soffocare le fonti della grazia, di non vergognarsi della Croce di Cristo. (E' Gesù che passa, 80)