" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

31 luglio 2011

2 AGOSTO: PERDONO DI ASSISI


All'origine della «Festa del Perdono» c'é un episodio della vita di San Francesco. Una notte del 1216, era immerso nella preghiera alla Porziuncola. All'improvviso entrò una luce fortissima e Francesco vide sopra l'altare il Cristo e alla Sua destra la Madonna e gli Angeli. Gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta fu immediata:

«Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego di concedere ampio e generoso perdono». La sua richiesta fu esaudita così da quell'anno, dopo aver ricevuto il permesso dal Pontefice Onorio III, il 2 Agosto si celebra la «Festa del Perdono» a Santa Maria degli Angeli ma anche in tutte le parrocchie e le chiese francescane. E' concessa l'indulgenza a chi si comunica, si confessa e prega per il Papa.
Dal mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno seguente si può ottenere, una sola volta l’indulgenza plenaria della Porziuncola.

CONDIZIONI PER RICEVERE L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI (per sé o per i defunti):
· Confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti);
· Partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica;
· Visita alla chiesa della Porziuncola in Assisi, o ad una chiesa parrocchiale, o ad una chiesa francescana dove si rinnova la professione di fede, mediante la recita del CREDO, per riaffermare la propria identità cristiana;
· La recita del PADRE NOSTRO, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo;
· Una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
· Una preghiera per il Papa.

VOLONTA', ENERGIA, ESEMPIO


Volontà. —Energia. —Esempio. —Ciò che si deve fare, si fa... Senza tentennare... Senza riguardi. Altrimenti, né Cisneros sarebbe stato Cisneros; né Teresa de Ahumada, Santa Teresa...; né Iñigo de Loyola, Sant'Ignazio... Dio e audacia! —“Regnare Christum volumus!”. (Cammino, 11)
«Miles» soldato, chiama l'Apostolo il cristiano.
Ebbene, in questa benedetta e cristiana guerra di amore e di pace per la felicità di tutte le anime, vi sono, nelle schiere di Dio, soldati stanchi, affamati, esausti per le ferite..., ma contenti: portano nel cuore le luci sicure della vittoria.
(Solco, 75)
Non sai se quel che si è impadronito di te è esaurimento fisico oppure una specie di stanchezza interiore, o tutte e due le cose insieme...: lotti senza lotta, senza l'anelito di un autentico e concreto miglioramento, per appiccare la gioia e l'amore di Cristo alle anime.
Voglio ricordarti le chiare parole dello Spirito Santo: sarà incoronato soltanto chi avrà combattuto legitime veramente, nonostante tutto.
(Solco, 163)

UNA BELLA PREGHIERA


Preservaci, Signore, dalle speranze che ingannano e donaci la certezza del Tuo aiuto. Ridesta in noi la passione per il Tuo Regno e il gusto di lavorare con Te per edificarlo. Ci sorregga la compagnia dei Tuoi amici, perché la lotta contro il male sia anche una festa fra noi. Donaci la fedeltà nel proseguire il lavoro e la coscienza che ogni opera è feconda soltanto in Te.

27 luglio 2011

LE PREGHIERE DI SANTA BRIGIDA DA RECITARSI PER 12 ANNI



Promesse di Gesù per coloro che reciteranno questa preghiera per 12 anni:

Attraverso S. Brigida, Gesù ha fatto meravigliose promesse alle anime che reciteranno queste orazioni per 12 anni. In particolare, Gesù promette:
1. L'ANIMA CHE LE RECITA NON ANDRA' IN PURGATORIO.
2. L'ANIMA CHE LE RECITA SARA' ACCETTATA TRA I MARTIRI COME SE AVESSE VERSATO IL SUO SANGUE PER LA FEDE.
3. L'ANIMA CHE LE RECITA PUO' SCEGLIERE ALTRE TRE PERSONE CHE GESU' MANTERRA IN UNO STATO DI GRAZIA SUFFICIENTE PER DIVENTARE SANTE.
4. NESSUNO DELLE QUATTRO GENERAZIONI SUCCESSIVE ALL'ANIMA CHE LE RECITA SI DANNERA'.
5. L'ANIMA CHE LE RECITA SARA' RESA EDOTTA DELLA PROPRIA MORTE UN MESE PRIMA.

Qualcuno può pensare che gli potrebbe capitare di concludere la sua vita terrena prima del termine dei 12 anni di preghiere. In questo caso Gesù ha assicurato, sempre attraverso Santa Brigida, che le riterrebbe valide come se le avesse completate.
Se invece si dovesse saltare uno o più giorni per qualche motivo, è possibile recuperare le preghiere mancanti in seguito. E' palese che coloro che si assumono questo impegno non devono pensare che queste preghiere siano il lasciapassare automatico per il Paradiso e di poter quindi continuare a vivere secondo i propri desideri.
Sappiamo che dobbiamo vivere con Dio in tutta coerenza e sincerità non solo quando si recitano queste preghiere, ma durante tutta la vita. Sono però certo che se una persona riceve la Grazia di perseverare per 12 anni in questo tipo di orazione, sicuramente vive già in un buon grado di comunione con Gesù e Maria e sa come deve comportarsi.

PREGHIERA INIZIALE
O Gesù, desidero rivolgere al Padre questa tua orazione unendomi all'Amore con cui la santificasti nel tuo Cuore. Portala dalle mie labbra nel tuo Cuore. Migliorala e completala in modo perfetto così che possa portare alla Santissima Trinità tutto l'onore e la gioia che Tu Le tributasti quando elevasti questa orazione sulla terra; possano l'onore e la gioia scorrere sulla tua Sacra Umanità in glorificazione delle tue dolorosissime Piaghe e del Preziosissimo Sangue che da esse sgorgò.

1. LA CIRCONCISIONE DI GESU'
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le prime ferite, i primi dolori e il primo sangue che Egli ha versato in espiazione di tutti i giovani, quale protezione contro il primo peccato mortale, in particolare dei miei consanguinei. Pater...Ave...

2. LE SOFFERENZE DI GESU' SUL MONTE DEGLI ULIVI
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le terribili sofferenze del Cuore Divino di Gesù sul Monte degli Ulivi e Ti offro ogni goccia del suo sudore di Sangue in espiazione di tutti i miei peccati del cuore e di tutti quelli dell'umanità, quale protezione contro tali peccati e per la diffusione dell'Amore divino e fraterno. Pater...Ave...

3. LA FLAGELLAZIONE DI GESU'
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro i mille e mille colpi, i dolori atroci e il Prezioso Sangue della Flagellazione in espiazione di tutti i miei peccati della carne e di tutti quelli dell'umanità, quale protezione contro di essi e per la salvaguardia dell'innocenza, in particolare tra i miei consanguinei. Pater... Ave...

4. LA CORONAZIONE DI SPINE DI GESU'
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le ferite, i dolori e il Preziosissimo Sangue sceso dal Capo di Gesù quando fu coronato di spine, in espiazione dei miei peccati dello spirito e di quelli di tutta l'umanità, quale protezione contro di essi e per la costruzione del Regno di Dio su questa terra. Pater... Ave...

5. LA SALITA DI GESU' SOTTO IL PESO DELLA CROCE
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro le sofferenze patite da Gesù lungo la salita al monte Calvario e, in particolare, la Santa Piaga della Spalla e il Prezioso Sangue che da essa uscì, in espiazione dei miei ed altrui peccati di ribellione alla croce, di rifiuto dei tuoi santi disegni e di ogni altro peccato della lingua, quale protezione contro di essi e per un amore autentico alla Santa Croce. Pater... Ave...

6. LA CROCIFISSIONE DI GESU'
Eterno Padre, per le mani purissime di Maria e per il Cuore Divino di Gesù, Ti offro tuo Figlio inchiodato sulla Croce e innalzato su di essa, le sue ferite alle mani e ai piedi e il Prezioso Sangue che da essa uscì per noi, i suoi terribili tormenti del Corpo e dello Spirito, la sua preziosa Morte e l'incruento suo rinnovarsi in tutte le Sante Messe celebrate sulla Terra. Ti offro tutto questo in espiazione di tutte le mancanze fatte ai voti e alle regole negli Ordini religiosi, in riparazione di tutti i miei e altrui peccati, per i malati e i moribondi, per i sacerdoti e per i laici, per le intenzioni del Santo Padre riguardanti la ricostruzione della famiglia cristiana, il rafforzamento della Fede, il nostro Paese, l'unità in Cristo fra le nazioni e all'interno della sua Chiesa, e per la Diaspora. Pater... Ave...

7. LA FERITA DEL COSTATO DI GESU'
Eterno Padre, accetta, per le necessità della Santa Chiesa e in espiazione dei peccati di tutta l'umanità, l'Acqua e il Sangue Preziosissimi usciti dalla ferita inflitta al Cuore Divino di Gesù e gli infiniti meriti che essi effondono. Ti supplichiamo, sii buono e misericordioso verso di noi! Sangue di Cristo, ultimo prezioso contenuto del Sacro Cuore di Gesù, purificami e purifica tutti i fratelli da ogni colpa! Acqua di Cristo, liberami da ogni pena meritata per i miei peccati e spegni le fiamme del Purgatorio per me e per tutte le anime purganti. Amen.
Pater... Ave... Angelo di Dio... Gloria al Padre...

PREGHIERA DEL MATTINO


Un nuovo giorno di sèmina, o Signore, Tu concedi alla mia vita.
Anche oggi infatti Tu mi chiami a collaborare con Te nel seminare il bene ovunque il lavoro mi attende, come campo privilegiato della mia missione di uomo e di cristiano.
Che io vinca, o Signore, il male che è in me, perché possa impedirlo negli altri. E cresca in me il bene seminato da Te, perché cresca nella Chiesa e nel mondo.

DIVINIZZATI IN CRISTO


“Sento nel mio cuore desideri immensi,
e con intera confidenza Ti domando, mio Dio,
di prendere possesso dell’anima mia.
Non posso ricevere la Santa Comunione

così spesso come vorrei,

ma Signore, non sei Tu Onnipotente?
Rimani, dunque, in me come nel Tabernacolo,
non Ti allontanare mai dalla Tua piccola ostia”.
(Santa Teresa di Lisieux)

METTERE CRISTO AL VERTICE DI TUTTE LE ATTIVITA' UMANE


Qualsiasi attività — umanamente importante o no — deve trasformarsi per te in un mezzo per servire il Signore e gli uomini: è questa la vera misura della sua importanza. (Forgia, 684)
Lavora sempre, e in tutto, con sacrificio, per mettere Cristo al vertice di tutte le attività umane. (Forgia, 685)
La corrispondenza alla grazia sta anche nelle piccole cose della giornata, che sembrano senza importanza e, invece, hanno la trascendenza dell'Amore. (Forgia, 686)
Non bisogna dimenticare che il lavoro umanamente degno, nobile e onesto, può — e deve! — essere elevato all'ordine soprannaturale, e diventare un'occupazione divina. (Forgia, 687)
Gesù, nostro Signore e Modello, crescendo e vivendo come uno di noi, ci rivela che l'esistenza umana — la tua —, le occupazioni comuni e ordinarie, hanno un senso divino, di eternità. (Forgia, 688)

21 luglio 2011

METTERE CRISTO IN MEZZO AI POVERI


Per «il sentiero del giusto malcontento», le masse se ne sono andate e continuano ad andarsene. Fa male..., però, quante persone risentite abbiamo fabbricato tra coloro che sono spiritualmente o materialmente bisognosi! Bisogna tornare a mettere Cristo in mezzo ai poveri e agli umili: è proprio fra loro che Egli sta più volentieri. (Solco, 228).
I poveri diceva quel nostro amico sono il mio miglior libro spirituale e il motivo principale delle mie preghiere. Soffro per loro, e soffro per Cristo in loro. E, siccome mi addolora, capisco che Lo amo e che li amo. (Solco, 827)
Gesù nostro Signore ha tanto amato gli uomini, che Si è incarnato, ha preso la nostra natura ed è vissuto in contatto quotidiano con poveri e ricchi, con giusti e peccatori, con giovani e vecchi, con gentili e giudei.
Ha dialogato costantemente con tutti: con quelli che Gli volevano bene e con quelli che cercavano solo il modo di travisare le Sue Parole, per condannarLo.
— Cerca di comportarti anche tu come il Signore.
(Forgia, 558)
Non ti rallegra provare così da vicino la povertà di Gesù?... Com'è bello essere privi anche del necessario! Però come Lui: in modo nascosto e silenzioso. (Forgia, 732)

19 luglio 2011

LA DESCRIZIONE DI GESU' FATTA DA UN SUO CONTEMPORANEO


Lettera di Publio Lentulo, Governatore della Giudea (antecessore di Pilato), nella quale si descrivono le fattezze di Gesù Cristo all’Imperatore di Roma, tradotto dal latino originale che si conserva dai Signori Cesarini di Roma.
“Ho inteso, o Cesare, che desideri sapere quanto ora ti narro: essendo qui un uomo, il quale vive di grandi virtù chiamato Gesù Cristo, dalla gente è detto profeta ed i suoi discepoli lo tengono per divino e dicono, che egli è figlio di Dio Creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose che in essa si trovano e son fatte. In verità, o Cesare, ogni giorno si sentono cose meravigliose di questo Cristo: risuscita morti, e sana gli infermi con una sola parola. Uomo di giusta statura, è molto bello di aspetto; ed ha maestà nel Volto, e quelli che lo mirano sono forzati ad amarlo e temerlo.
Ha i capelli di color della nocciola ben matura, sono distesi sino alle orecchie e dalle orecchie alle spalle sono di color della terra, ma più risplendenti. Ha nel mezzo della fronte in testa in crin spartito ad usanza dei Nazareni, il Volto senza ruga, o macchia, accompagnato da un colore modesto. Le narici e le labbra non possono da alcuno essere riprese con ragione; la barba è spessa ed ha somiglianza dei capelli, non molto lunga, ma spartita nel mezzo.
Il suo mirare è molto spaventoso e grave: ha gli occhi come i raggi del sole e nessuno può guardarlo fisso per lo splendore; e quando ammonisce, si fa amare, ed è allegro con gravità. Dicono che nessuno l’ha veduto mai ridere, ma bensì piangere. Ha le mani e le braccia molto belle, nella conversazione contenta molti ma si vede di rado: e quando vi si trova, è molto modesto all’aspetto, e nella presenza è il più bell’uomo che si possa immaginare; tutto simile alla madre la quale è la più giovane che si sia mai vista in queste parti.
Però se la Maestà Tua, o Cesare, desidera di vederlo come negli avvisi passati mi scrivesti, fammelo sapere, che non mancherò subito di mandartelo. Di lettere fa stupire la città di Gerusalemme. Egli non ha studiato giammai con alcun, eppure sa tutte le scienze, cammina scalzo, senza cosa alcuna sulla testa; molti ne ridono nel vederlo, ma in presenza sua nel parlare con lui tremano e stupiscono.
Dicono che un tal uomo non è stato mai veduto, né inteso da queste parti. In verità, secondo mi dicono gli ebrei, non si è sentito mai di tali consigli, di così grande dottrina, come insegna questo Cristo e molti dei Giudei lo tengono per divino e lo credono; e molti altri me lo querelano con dire che è contro la Maestà tua, o Cesare. Si dice di non aver mai fatto dispiacere ad alcuna persona, ma sì bene tutti quelli che lo conoscono, che l’hanno provato dicono di aver ricevuto benefizi e sanità.
Però alla Maestà tua, o Cesare, alla tua obbedienza sono prontissimo: quanto mi comandi sarà eseguito.

Della Maestà tua fedelissimo e obbedientissimo.

LA MADONNA DEL CARMELO


Come nasce la Devozione
I Carmelitani celebrano ogni settimana, di sabato, la commemorazione liturgica di Maria.
Nella seconda metà del ‘300, ebbe inizio in Inghilterra una “solemnis memoria Beatae Mariae Virginia”. Essa man mano andò assumendo una fisionomia completa anche nelle varie parti liturgiche, con l’oggetto preciso del “ricordo e del ringraziamento dei benefici impartiti da Maria al Carmelo e quale esaltazione della Patrona”.
E chiaro che la festa voleva essere un riconoscimento a Maria quale autrice “della pace” dell’Ordine dalle lotte esterne, incontrate in Europa, dopo la fuga dalla Palestina invasa dai Mussulmani. In Europa, infatti, non si voleva dare spazio a questo nuovo Ordine eremitico. È importante sottolineare che la primitiva data della festa – 17 luglio sembra richiamarsi alla data dell’ultima sessione del concilio di Lione (17-7-1274) nella quale si decretò: “Concediamo all’Ordine Carmelitano di rimanere nel suo stato attuale, finché non si decida altrimenti”. Decreto che lo salvò dalla soppressione.
Nell’intenzione originale l’oggetto della festa è perciò molto chiaro: la “celebrazione dell’amore della Patrona”.
Soltanto inseguito la data venne spostata al “16 luglio” per ricordare l’apparizione di Maria a San Simone Stock, superiore dei Carmelitani. In quel momento di grande difficoltà per l’Ordine, verso il 1251 la Santa Vergine avrebbe promesso il suo intervento in favore dei suoi “fratelli” e dato lo Scapolare come segno della sua particolare intercessione.
Comunque nel ‘500 la festa – già diffusa in altre nazioni europee e nella stessa America – pur non perdendo la fisionomia primitiva di “celebrazione di Maria Patrona”, assunse gradualmente, fino a prevalere, il carattere di “festa dell’abito” contribuì a ciò il moltiplicarsi dei fedeli che, specialmente in Spagna ed in Italia, venivano aggregati all’Ordine per mezzo dello Scapolare – segno di devozione alla Vergine ed insieme della sua protezione nell’ora della morte.
Ciò che ulteriormente accentuò tale nuovo carattere fu pure la cosiddetta “Bolla Sabatina”, con cui Papa Giovanni XXII (1322) riferisce di una sua visione della Vergine. Ella avrebbe promesso la liberazione dal purgatorio il primo sabato dopo la morte per i Carmelitani e anche per i “confratelli” dell’Ordine, che avessero osservato la castità del loro stato recitato alcune preghiere e portato l’abito del Carmelo.
L’abito, che all’inizio indicava specificamente il mantello, presto venne inteso solo come “Scapolare”. È certo che le due asserite promesse a San Simone (salvezza eterna) e a Giovanni XXII (liberazione dal purgatorio il primo sabato dopo la morte) incisero molto sulla diffusione della devozione alla “Madonna del Carmine” (com’è più usualmente chiamata tra i fedeli) e sul moltiplicarsi di “confratelli” aggregati all’Ordine, mediante il piccolo abito (“abitino”) o Scapolare.
Non è quindi strano che la celebrazione del 16 luglio sia imposta gradualmente come “festa dell’abito”, fino a divenire nel 1606, “Festività delle Confraternite Carmelitane”. Tale festa, dapprima diffusasi spontaneamente in molte nazioni – ed anche nei riti mozarabico, caldeo, maronita, ambrosiano greco-albanese -, nel 1726 venne estese da Papa Benedetto XIII a tutta la Chiesa.
Si tratta di una celebrazione che direttamente riguarda soltanto un Ordine religioso e quanto ad esso s’aggregano per amore di Maria, alla quale l’Ordine è dedicato per mezzo del segno dello Scapolare. Tale segno è, insieme al Rosario, il più diffuso nella pietà dei fedeli di tutto il mondo. In certe regioni di Spagna e d’Italia viene ancora oggi consegnato dopo il battesimo; in alcune nazioni d’America fa parte della tradizione cristiana, tanto che col 16 luglio termina il precetto pasquale; in molte zone dell’India del sud è segno di appartenenza alla chiesa cattolica.
La celebrazione della Madonna del Carmelo – quindi – è la festa dell’Ordine Carmelitano e di quanti sono uniti al Carmelo nel riconoscere Maria quale sorgente di ogni bene in Cristo, e quale modello evangelico nel vivere l’ideale della preghiera contemplativa.
Contemporaneamente la festa predica la certezza di fede nell’aiuto di grazia di Maria. l’amore particolare e la fedele imitazione danno sicura speranza che Colei che ha l’ufficio di essere “Madre dell’Ordine della grazia…, ha cura dei fratelli del Figlio ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli ed affanni, fino a che non siano introdotti nella patria beata” (LG. 61, 62).
Ella sarà segno di sicura speranza e consolazione per coloro che, attraverso l’umile “segno” della particolare dedizione, cercano di rifletterne la presenza nel mondo, sia in mezzo alle prove della vita, sia nei dolori dell’ultimo combattimento. Come pure sarà segno di speranza anche nel luogo della “purificazione” che prepara l’incontro eterno con l’Amore, fino a che non “siamo introdotti nel cielo”.

“O Maria se tu fossi Teresa e io la Regina del Cielo vorrei essere Teresa perché tu sia la Regina del Cielo”.
(S. Teresa di Gesù Bambino)

PORTA SUL PETTO IL SANTO SCAPOLARE O LA MEDAGLIA DELLA MADONNA DEL CARMELO


Porta sul petto il santo scapolare del Carmine. Poche devozioni —ci sono molte e bellissime devozioni mariane— sono così radicate tra i fedeli e così ricche di benedizioni dei Pontefici. E poi, è così materno quel privilegio sabatino! (Cammino, 500)
Quando ti domandarono quale immagine della Madonna t'ispirava più devozione, e rispondesti —come chi ne ha ben fatto esperienza— “Tutte”, compresi che eri un figlio buono: perciò ti piacciono —“Mi fanno innamorare”, dicesti— tutti i ritratti di tua Madre. (Cammino, 501)
Maria, Maestra di orazione. Guarda come prega Suo Figlio, a Cana. E come insiste, senza perdersi d'animo, con perseveranza. E come ottiene.
Impara.
(Cammino, 502).
Se vuoi essere fedele, sii molto mariano.
La Madre nostra —dall'annuncio dell'Angelo fino alla Sua agonia al piedi della Croce— non ha avuto altro cuore né altra vita che quella di Gesù.
Ricorri a Maria con tenera devozione di figlio, ed Ella ti otterrà la lealtà e l'abnegazione che desideri.
(Via Crucis, Stazione. XIII, n.4)

SIATE MOLTO BAMBINI!


Ti consiglio di provare qualche volta a ritornare... all'inizio della tua «prima conversione», il che, se non è proprio come ridiventare bambini, gli assomiglia molto: nella vita spirituale, bisogna lasciarsi condurre con piena fiducia, senza timori né doppiezze; si deve parlare con assoluta chiarezza di ciò che si ha nella testa e nell'anima. (Solco, 145)
Siate molto bambini! Quanto più piccoli, tanto meglio. Ve lo dice l'esperienza di questo sacerdote, che ha dovuto rialzarsi molte volte in tanti anni — mi sembrano tanto brevi e tanto lunghi! — vissuti cercando di compiere un'esplicita Volontà di Dio. Una cosa mi ha sempre aiutato: essere rimasto bambino, continuare a rifugiarmi nel grembo di mia Madre e nel Cuore di Cristo, mio Signore.
Le grandi cadute, quelle che causano gravi devastazioni nell'anima, talvolta con effetti quasi irrimediabili, procedono sempre dalla superbia, dal credersi adulti, autosufficienti. In tali casi, prevale nella persona una sorta di incapacità di chiedere aiuto a chi lo può dare: non solo a Dio, ma anche all'amico, al sacerdote. E quella povera anima, isolata nella sua disgrazia, cade nel disorientamento, nel traviamento.
(Amici di Dio, 147)

L'AFFASCINANTE FIGURA DI CRISTO


Gesù ebbe coscienza ed ha proclamato di essere il Messia promesso, il Maestro e Redentore dell’umanità. Se Egli non era quello che diceva di essere o Si è ingannato o ha voluto ingannare.
Ma ciò è in stridente contrasto con la grandezza intellettuale e morale della Sua personalità come risulta dai Vangeli. La Sua personalità, quindi, è garanzia della verità di quanto ha affermato di Sè Stesso.

1. La figura spirituale di Gesù
Gesù ha un intimo e delicato sentimento della natura, come si può vedere dalle Sue similitudini. Ma più che alla natura, la Sua azione ed il Suo amore sono rivolti agli uomini;
ama tutti fino all’inverosimile!
Ama i bambini e questi si stringono attorno a Lui
(Mc 10, 13-16). Ha compassione degli ammalati e degli emarginati. Il dolore della vedova rimasta sola (Lc 7, 13), l’ansietà del cuore paterno preoccupato (Mc 5, 36), l’afflizione delle sorelle di Lazzaro morto (Gv 11, 1-44), Gli toccano profondamente il cuore...
...Ma l’elemento più alto e più grande che caratterizza la vita di Gesù è la Sua unione con Dio, la Sua intima, permanente ed assoluta dedizione alla Volontà del Padre. “Egli vive nella religione e questa è per Lui respiro nel timore di Dio. Tutta la Sua vita, il Suo sentire ed il Suo pensare erano assorbiti nel rapporto con Dio e tuttavia Egli non ha parlato come un fanatico ed un sognatore” (Harnack).
E soprattutto la Sua preghiera! Giustamente Gesù è stato chiamato “l’orante più forte della storia”. Nella solitudine dei monti Egli passa notti segrete dinanzi al Padre, tenendo con Lui colloqui amorosi; questa unione con Dio non la perde neppure nelle lotte e nelle dispute con i Suoi avversari, neppure nelle tenebre del venerdì santo. Se consideriamo questa ricca vita interiore, restiamo sorpresi dall’equilibrio armonico di Gesù....
...La Sua bontà attira i bambini ed agisce sugli ammalati. La Sua Misericordia disarma i peccatori. Ma Egli rivolge accuse contro i sentimenti ipocriti dei Farisei. E’ una immagine di grandezza umana, quale non troveremo più nella storia.

2. Il miracolo intellettuale della sapienza di Gesù
La Persona di Gesù non è soltanto una garanzia, umanamente attendibile, ma diventa anche un criterio dato da Dio, una testimonianza dall’Alto. Gesù non può essere incluso nei limiti tracciati agli uomini. Egli infrange i confini del puro umano.
...Nella Persona di Gesù appare visibile il sigillo che Dio Gli ha impresso per legittimare la Sua missione.
...Gesù dà una risposta alle questioni più palpitanti dell’anima umana, che riguardano Dio e l’uomo, la vita presente e futura, il corpo e l’anima, la società e l’individuo; e questa risposta è formulata in modo così equilibrato, che ne risulta una dottrina, meravigliosa, coerente ed armonica.
Singolare e nuova è l’idea di Dio in Gesù.
In essa appaiono sia la maestà infinitamente sublime di Dio, sia la Sua bontà paterna che ha pietà di tutti, l’assoluta dipendenza e soggezione dell’uomo a Dio, come il valore dell’anima immortale. Egli ha affermato la vanità di ogni cosa terrena, ma anche l’importanza del presente periodo di prova in funzione dell’eternità. Tutto ha il suo centro ed il suo fine in Dio, ma tutto riceve da Dio il suo splendore ed ottiene dal servizio di Dio il suo valore.
... La dottrina di Gesù è del tutto originale; Egli non l’ha derivata né da fonti giudaiche né da fonti extragiudaiche. Non l’ha attinta alla sapienza delle scuole rabbiniche; scuole che Egli non ha nemmeno frequentato, suscitando proprio per questo stupore ed ammirazione
(Mc 6, 2; Lc 2, 47). “Come mai costui conosce le Scritture senza avere studiato?”(Gv 7, 15).

...La dottrina di Gesù è indirizzata e adatta a tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura, di ogni età e condizione. Suscita meraviglia che la dottrina di Gesù, al pari della sua persona, non conosca limiti nazionali o restrizioni dipendenti dal tempo. Egli ama e conosce il suo popolo, ma non ne condivide la grettezza. La lingua da lui usata è soltanto l’involucro; l’ambiente giudaico è soltanto la forma in cui egli versa un contenuto che ha un valore universale ed eterno.
Perciò le Parole di Gesù risuonano familiari a tutti gli uomini, senza distinzione di età, di professione di classe sociale, di appartenenza etnica e culturale. Occorre aggiungere che Gesù di Nazareth è l’Unico in tutta la storia che ha conservato sempre ugualmente chiara e determinata la Sua dottrina, senza sviluppo e senza tentennamento, dal primo momento della Sua comparsa fino al Suo ultimo respiro!

Si è constatato che Gesù non rivela mai stupore e sorpresa. Gesù non pone alcuna vera domanda;
(Mc 6, 38; 8, 28; 14, 37 sono domande con cui Egli intende sollecitare una constatazione, ma non attestare una conoscenza). Non ha neppure bisogno di correggersi, non ha nulla da ritrattare e non deve mai fare la confessione: mi sono sbagliato!
Infine, Gesù ha presentato le più profonde verità religiose con semplicità naturale e con chiarezza. Nella Sua bocca i dati della vita quotidiana si trasformano in similitudini sublimi, incomparabilmente superiori a quelle dei rabbini, per il loro contenuto profondo e la loro viva chiarezza.
Ma nella disputa con i Suoi avversari Egli sa pure snervare con acutezza e prontezza tutti i loro argomenti e scansare le loro insidie
(Mc 10, 2; 11, 27; 12, 13). Perciò suscita l’ammirazione del popolo che stupisce sia della grazia delle Sue Parole (Lc 4, 22), sia della loro autorità sbalorditiva (Mt 7, 29).

(Padre Giulio Maria Scozzaro)

12 luglio 2011

PUOI IMMAGINARE COSA SUCCEDEREBBE SE NOI TRATTASSIMO LA BIBBIA NEL MODO IN CUI TRATTIAMO IL NOSTRO TELEFONO CELLULARE?



... se noi trasportassimo la Bibbia nella nostra 24 ore, nella borsetta, appesa alla cintura, o nel taschino della nostra giacca?
... se le dessimo un colpo d'occhio molte volte nella nostra giornata?
... se tornassimo sui nostri passi per cercarla, dopo averla dimenticata a casa o in ufficio?
... se l'utilizzassimo per mandare dei messaggi ai nostri amici?
... se la trattassimo come se non potessimo vivere senza di lei?
... se la regalassimo ai nostri figli, per essere sempre in contatto con loro?
... se la portassimo con noi in viaggio, nel caso in cui avessimo bisogno di aiuto?
... se la aprissimo immediatamente in caso di pericolo?
Contrariamente al cellulare, la Bibbia ha sempre 'campo'.
Possiamo connetterci ed essere in contatto con Dio, in qualsiasi luogo
(persino in alta montagna, o in mare aperto).
Non dobbiamo preoccuparci della mancanza di credito, perché Gesù ha già pagato per sempre la ricarica, e i crediti sono illimitati.
Ancora meglio: la comunicazione non viene mai interrotta, e la batteria è caricata per tutta una vita...


NUMERI DA DIGITARE IN CASO DI PERICOLO:
Se sei triste componi Giovanni 14.
Se la gente mormora contro di te componi Salmo 27.
Se sei innervosito o stressato componi Salmo 51.
Se sei ansioso componi Matteo 6,19-24.
Se sei in pericolo componi Salmo 63.

Se la tua fede ha bisogno di essere fortificata componi Ebrei 11.
Se ti senti solo e hai paura componi il Salmo 22.
Se sei duro e critico componi 1 Corinzi 13.
Per conoscere il segreto della felicità componi 1 Colossesi 3,12-17.
Se ti senti triste e solo componi Romani 8,31-39.
Se desideri la pace e il riposo componi Matteo 11,25-30.
Se il mondo ti sembra più grande di Dio componi Salmo 90.

DIO TI BENEDICA GRANDEMENTE....

L'ORAZIONE: CONVERSAZIONE AMOROSA CON GESU'


Ho sempre inteso l'orazione del cristiano come una conversazione amorosa con Gesù, che non si deve interrompere neppure nei momenti in cui siamo fisicamente lontani dal Tabernacolo, perché tutta la nostra vita è fatta di strofe d'amore umano, rivolte a Dio..., e sempre siamo in grado di amare. (Forgia, 435)
Non manchino mai, nella nostra giornata, alcuni minuti dedicati in modo speciale a frequentare Dio, elevando verso di Lui il nostro pensiero, senza che le parole debbano affiorare alle labbra, perché cantano nel cuore.

Dedichiamo a questa norma di pietà un sufficiente periodo di tempo, a ora fissa, se è possibile. E accanto al Tabernacolo, facendo compagnia a Colui che vi si è stabilito per Amore.

Ma se questo non è possibile, in un luogo qualsiasi, perché il nostro Dio dimora in modo ineffabile nelle nostre anime in grazia. Ti consiglio, comunque, di recarti in oratorio, sempre che possa: e faccio attenzione a non chiamarlo cappella, perché sia più chiaro che si tratta di un luogo ove stare non già con atteggiamento da cerimonia ufficiale, bensì in raccoglimento e intimità per innalzare la mente al cielo, convinti che dal Tabernacolo Gesù ci vede, ci ascolta, ci attende e ci presiede, perché Egli è là, realmente presente, nascosto sotto le specie sacramentali.
Ognuno di voi, se vuole, può trovare la sua propria via per questo colloquio con Dio. Non mi piace parlare di metodi o di formule, perché non mi è mai garbato costringere la gente dentro schemi rigidi: ho cercato di aiutare tutti ad avvicinarsi al Signore rispettando ogni anima così com'è con le sue caratteristiche proprie.

Chiedete al Signore che metta i Suoi progetti nella vostra vita; non solo nella mente, ma anche nell'intimo del cuore e in tutta la nostra attività esterna. Siate sicuri che in tal modo vi risparmierete una gran parte delle amarezze e delle pene che l'egoismo procura e sentirete la forza di promuovere il bene attorno a voi. Quante contrarietà si dileguano quando interiormente ci mettiamo ben vicini al nostro Dio che non ci abbandona mai! Si rinnova, con modalità diverse, quell'amore per i Suoi, per i malati, per gli infelici, che fa dire a Gesù: «Che ti succede?». «Mi succede...» e, subito, la luce o, almeno, la forza di accettare, e la pace.
Invitandoti a queste confidenze con il Maestro, mi riferisco soprattutto alle difficoltà che nascono dentro di te, perché la maggior parte degli ostacoli alla nostra felicità provengono da un orgoglio più o meno nascosto. Ci giudichiamo di grande valore e dotati di qualità straordinarie; e quando gli altri non ci stimano tali, ci sentiamo umiliati. Ecco una buona occasione per ricorrere alla preghiera e rettificare, con la convinzione che non è mai tardi per cambiare di rotta. Ma è molto opportuno dare inizio a questo cambiamento quanto prima.
Nell'orazione, con l'aiuto della grazia, la superbia può trasformarsi in umiltà. E germoglia nell'anima la vera gioia, pur dovendo costatare che ancora portiamo del fango sulle ali, la melma della nostra triste miseria, che comincia a essiccarsi. Più tardi, con l'aiuto della mortificazione, quel fango cadrà, e potremo volare molto in alto, perché il vento della misericordia di Dio ci sarà favorevole.
(Amici di Dio, 249)

IL DIAVOLO DILAGA SUI SOCIAL NETWORK


Allarme della Chiesa per gruppi e discussioni via web, in aumento le chiamate di aiuto e le richieste di esorcismi.
Il fenomeno del SATANISMO FAI-DA-TE è preoccupante.

Il male corre sul web. Se ne parla e se ne discute. Così tanto che, secondo gli esperti, il diavolo si nasconde tra le pagine virtuali di internet. E in particolare dei social network. Cioè in quelle comunità virtuali in cui si può discutere anche di tematiche a sfondo «satanico» senza essere censurati. Il tutto in condivisione. E a qualcuno può venire l'idea di evocare addirittura il Maligno, invitandolo a manifestarsi. Insomma, la Chiesa lancia l'allarme «satanismo fai da te» soprattutto tra i giovanissimi.

GLI ESORCISTI - Per don Gabriele Nanni, sacerdote che ha praticato esorcismi per molti anni e in varie parti del mondo, il fenomeno è preoccupante. «In effetti fino a non molto tempo fa l'evocazione del diavolo era un fenomeno di nicchia. Con l'avvento di Internet e soprattutto dei social network, il fenomeno è diventato di piazza e ormai il diavolo viene evocato anche attraverso il web», spiega il parroco. Il rischio è che «l'evocazione del diavolo su Internet possa far finire nella trappola i più indifesi».

Proprio per questo sono stati istituiti corsi organizzati in varie parti d'Italia e a Roma all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dove si radunano i sacerdoti esorcisti per imparare a combattere anche questi nuovi fenomeni.

SATANA - Ma chi è il diavolo? «È una persona che genera il male nella società e negli individui perché è l'omicida fin dal principio», spiega don Nanni. La diffusione del cosiddetto «contatto satanico» dipende molto dal Paese in cui si vive. I più colpiti, aggiunge Nanni, «sono quelli che lottano contro il Maligno, perché chi vive nella fede è anche il maggior antagonista del diavolo». Da qui l'importanza del sacerdote esorcista, che deve capire in quali casi una persona è realmente posseduta dal diavolo e in quali casi, invece, si tratti semplicemente di un abbaglio o di malattie psichiche.

ALLERTA - E i social network non aiutano. Anzi. Da qui l'aumento dei casi. «C'è un'alta percentuale di chiamate che arrivano in vicariato a Roma in cui si chiede l'intervento dell'esorcista», dice Padre Cesare Truqui, veterano tra gli organizzatori dei corsi per esorcisti. E la diocesi di Frascati è corsa ai ripari. Ha creato un vademecum con le preghiere da recitare «in casi di minore influsso del demonio». Si tratta, spiegano, di «una raccolta di preghiere da recitarsi privatamente da parte dei fedeli, quando essi sospettano con fondatezza di essere soggetti ad influssi diabolici».

«NO A MAGHI E MEDIUM» - La diocesi di Frascati consiglia inoltre di «non ricercare il sensazionale ed evitare sia la stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo preconcetto che esclude a priori qualsiasi forma di intervento del maligno nel mondo»; «stare in guardia nei confronti di libri, programmi televisivi, informazioni dei mezzi di comunicazione, che a scopo di lucro sfruttano il diffuso interesse per fenomeni insoliti o malsani».
Il vademecum anti-Satana della diocesi consiglia anche di «non ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori di poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri particolari».
Nel dubbio sulla presenza di un influsso diabolico, «è necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei sacerdoti esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei Sacramenti».
(fonte: Adnkronos)

ABBIAMO BISOGNO DI TROVARE DIO...


... ma non possiamo di certo trovarLo
nel rumore e nell'inquietudine.
Dio è amico del silenzio.
Osservate come la natura
- gli alberi, i fiori, e l'erba -
cresce in silenzio.
Osservate le stelle, la luna e il sole,
come si muovono in silenzio.
Più riceviamo in silenziosa preghiera,
più riusciamo a dare
con le nostre azioni.

PER TROVARE LA TUA VITA DEVI ANDARE A GESU'



Non serve andare lontano per cercare Gesù...Lui è al tuo fianco ogni giorno, in ogni momento della tua vita ti chiama. Fèrmati e ascolta; Lui ti parlerà, cambierà la tua vita. PregaLo con tutto il tuo cuore: non ci sono parole imparate a memoria ma con tutto il tuo cuore.
E Lui, per certo, Si farà trovare e ti soccorrerà….TI AMA e ti sta aspettando.

QUANDO MI SENTIRO' SOLO...



... DIO sarà con me,

e non mi abbandonerà nelle mani

di che vuole che io soffra!

9 luglio 2011

GESU', SEMINATORE DI AMORE


Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
(dal Vangelo di Matteo 13,1-9)

Molto strano l’insegnamento di questa pagina di Vangelo.
Se uno lo prende alla lettera in modo superficiale, sembra davvero un invito allo spreco: questo seminatore sprecone, getta la semente in modo sconsiderato, senza guardare se cade sulla strada, o sulle rocce o tra le spine. Solo una piccola parte cade nel posto giusto….
Non penso proprio che Gesù ci inviti a sprecare quello che abbiamo, le risorse e i beni. Il nostro mondo occidentale è ricco, fa dello spreco di risorse una delle sue caratteristiche, e davvero non serve che ci sia anche il Vangelo a incitarlo!!
Qual è dunque l’insegnamento nascosto in queste parole così particolari di questa parabola? Gesù prima di tutto parla di Sè Stesso e di Dio. Nel seminatore Gesù descrive Sè Stesso, nel Suo cammino e nella Sua predicazione: non Si è mai tirato indietro quando si trattava di parlare di Dio e del Suo Regno. Gesù non ha mai avuto “le braccine corte” quando i poveri Lo avvicinavano in cerca di una parola e di una guarigione. Gesù non ha mai avuto paura di esagerare nel distribuire perdono e accoglienza, e non ha mai avuto nemmeno paura di dire quel che pensava ai Suoi accusatori.
E anche se molto spesso le parole e i segni di Gesù sono caduti come i semi sulla strada, sulle rocce e tra le spine, e non hanno portato il potenziale frutto che avevano, Gesù non Si è fermato, convinto dell’importanza di seminare sempre, senza sosta.
Mi piace pensare così Gesù con me, seminatore instancabile e sprecone. Conosce le mie zone aride come una strada, piene di durezze come le rocce e paurose come le spine. Ma conosce che ho anche tanta terra buona in me. Parole, predicazioni, testimonianze, esperienze di vita… in tutto questo sento che il Signore semina nella mia vita. E come è raccontato nella parabola, appena il seme giusto entra nella mia terra buona, produce molto.
E anch’io, che in Gesù ho un modello di vita, sono chiamato a seminare amore in chi mi sta vicino. Anche se tanti dei miei gesti e parole buone cadono inutilmente nelle zone infruttuose del mio prossimo, non mi devo scoraggiare, perché almeno un 5% di terra buona in ognuno c’è, e lì il seme di bontà che getto non rimane senza frutto.
(don Giovanni)

7 luglio 2011

IO SONO SEMPRE CON TE


"Vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo molte lacrime e grandi fatiche?
"Spera nel Signore, sii forte"
(Sal 26,14) e fatti forza; non perdere la fiducia, non disertare; anzi dispòniti con costanza, corpo e anima, per la gloria di Dio.
Io te ne ricompeserò con larghissima misura; Io sarò con te in ogni tribolazione".

(Imitazione di Cristo)

NELLA PROVA...


... dobbiamo avere fiducia nel Signore che non abbandona mai le anime ma anzi le sostiene per portarle dove Lui vuole; questa è l'essenza dell'Amore... viviamo in grazia e saremo sostenuti dal Suo Amore Misericordioso.

NON BASTA POSSEDERE UNA BIBBIA, BISOGNA LEGGERLA




NON BASTA LEGGERE LA BIBBIA, BISOGNA CREDERLA.
NON BASTA CREDERE ALLA BIBBIA,
BISOGNA VIVERLA.

OGGI HO CHIESTO A DIO DI PRENDERSI CURA DI TE...


...Lui, sorridente mi ha fatto vedere le Sue mani socchiuse e dentro c'eri tu..! Mi sorrise di nuovo e mi disse: cosa pensi che gli possa accadere se ogni istante è nelle Mie mani? Ho detto: grazie, Signore perché quella persona che hai tra le mani è molto speciale.. Lui mi guardò e dolcemente mi disse: se lo è per te... immagina per Me! Mi disse anche che ogni amico che benedico, Lui lo tiene stretto tra le Sue mani.

OGNI GIORNO DIO CI RAGGIUNGE CON LA SUA PAROLA


Ogni giorno ci chiama sotto la Croce del Figlio per ricevere nuovamente Maria. Non sempre è facile. Spesso siamo tentati di chiudere le porte della nostra casa. Ecco perché affidarsi a Maria significa convertirsi continuamente, facendoci raggiungere da grandi domande ... nella consapevolezza che il cercare è già un trovare, e che il viaggio è già la mèta.

4 luglio 2011

VOGLIO PREGARTI DI PIU'...


Voglio pregarTi di più, voglio lodarTi di più, voglio parlare di più di Te, voglio donarTi tutta me stessa sempre di più!!
Sì, Gesù! Perché ciò che faccio per Te non è mai abbastanza!

E grazie perchè nonostante le mie mancanze mi ami di un Amore Unico, Immenso ed Eterno!

[M.Vorelli]

RICEVI, O SIGNORE



Ricevi, o Signore, le nostre paure e trasformale in fiducia.
Ricevi la nostra sofferenza e trasformala in crescita.
Ricevi le nostre crisi e trasformale in maturità.
Ricevi le nostre lacrime e trasformale in intimità.
Ricevi la nostra rabbia e trasformala in preghiera.
Ricevi il nostro scoraggiamento e trasformalo in fede.
Ricevi la nostra solitudine e trasformala in contemplazione.
Ricevi le nostre amarezze e trasformale in calma interiore.
Ricevi le nostre attese e trasformale in speranza
Ricevi la nostra morte e trasformala in risurrezione.
Così sia.

GRAZIE, GESU'!


Gesù Si era dichiarato Re, e Lo era veramente. Ma i soldati Lo ritengono un impostore e Gli mettono sul Capo una corona di spine.

Grazie, Signore, per aver sopportato quelle sofferenze; grazie perché lo hai fatto solo per amore nostro!

2 luglio 2011

2 LUGLIO 2011: FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA E PRIMO SABATO DEL MESE


O Cuore Immacolato di Maria, colmo di bontà, mostra il Tuo amore verso di noi. La fiamma del Tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini. Noi Ti amiamo immensamente. Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di Te.

O Maria, Mite e Umile di Cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Tu sai che tutti gli uomini peccano. Donaci, per mezzo del Tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale. Fa' che sempre possiamo guardare alla bontà del Tuo Cuore materno e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del Tuo Cuore. Amen.
(Dettata dalla Beata Vergine Maria a Medjugorje il 28/11/1983)

"Il mio Cuore Immacolato sarà il vostro Rifugio e la Via che vi condurrà a Dio" (Fatima)

A Te, Madre nostra dolcissima, come piccoli bimbi ci affidiamo; e ci consacriamo al Tuo Cuore: rendilo simile al Tuo per poter amare Gesù, come Lo ami Tu.

LA VIA SEMPLICE DEL VANGELO


In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella Tua benevolenza. Tutto è stato dato a Me dal Padre Mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro. Prendete il Mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono Mite e Umile di Cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il Mio giogo infatti è dolce e il Mio peso leggero».
(dal Vangelo di Matteo 11,25-30)


Gesù ha usato la vita, fatta di gesti, sentimenti, parole… per aprire all’uomo la profondità di Dio.
Non è stata una vita semplice quella di Gesù, come non lo è nessuna vita. Ma la semplicità del linguaggio di Gesù sta proprio perché è lo stesso che uso io, perché anche io vivo e affronto la vita che è fatta, come quella di Gesù, di parole, sentimenti, relazioni, fallimenti, dolori, gioie…
Leggere il Vangelo per me è prima di tutto leggere il racconto di una vita, così come i primi testimoni l’hanno ricordata e vissuta accanto al Maestro e Signore.
Nessuno conosce Dio Padre se non colui che viene da Dio Padre Stesso, cioè il Suo Figlio. E Gesù, Figlio di Dio, ha voluto, proprio con la carnalità della Sua Esistenza, far conoscere la profondità del Padre, che altrimenti sarebbe rimasto inaccessibile e conoscibile solo da lontano, e quindi facilmente equivocabile.
Senza Gesù, così come ci è narrato nei Vangeli, Dio rimane davvero difficile da comprendere e rimane davvero lontano, misterioso, pauroso…
Non credo che le parole del Vangelo (“hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli…”) siano un invito all’ignoranza religiosa. Credo sia davvero il contrario.
Sono parole che i primi testimoni hanno riportato nel Vangelo, perché sono un chiaro richiamo a non “saltare” la testimonianza del Vangelo per conoscere Gesù e quindi Dio Padre. Nel Vangelo, letto con la comunità dei cristiani che è la Chiesa, troviamo la via per arrivare a conoscere Dio e in fondo anche chi siamo noi. Senza Vangelo, corriamo il rischio di inabissarci nei nostri ragionamenti su Dio in modo astratto e alla fin fine inutile.
Ho dunque bisogno di rimanere con uno spirito da bambino, per poter accogliere la stupenda storia di Gesù, e riconoscere me stesso in Lui e nei personaggi che di volta in volta Lo incontrano e sono da Lui istruiti, guariti e amati. Devo farmi piccolo e povero, solo così posso sentirmi continuamente bisognoso di ricevere da Dio, senza rischiare la mortale autosufficienza spirituale.
Ti lodo dunque anche io, o Padre, perché con Gesù e la Sua storia, Ti scopro più vicino e meno misterioso. Con il Vangelo, che pian piano conosco (ho tempo tutta la vita…) la paura di Te, tipica di chi non Ti conosce, sparisce, e sento che il carico della vita sopra di me diventa leggero, anche nelle situazioni più dure e difficili.
(don Giovanni)

LAMPADA AI MIEI PASSI...

... è la Tua Parola, Signore; Luce sul mio cammino!