" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

26 dicembre 2011

PAUSA PER PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE


Cari amici e sostenitori di questo blog,
domani partirò per compiere il mio pellegrinaggio nel 30° anniversario delle apparizioni a Medjugorje. Quindi, per circa 15 giorni, questo blog non verrà aggiornato. Vi chiedo di pregare per me e così farò anch'io per voi. Dio e la Sua Mamma vi benedicano tutti. A presto!
Scarlet

25 dicembre 2011

DIO SI UMILIA



E a Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! - Non c'è posto nella locanda: nasce in una stalla. E Sua Madre Lo avvolge in fasce e Lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7). Freddo. Povertà. Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e rimango per ore a dirGli cose dolci e ardenti! E Lo bacio - baciaLo anche tu - e Lo cullo, e canto per Lui, e Lo chiamo Re, Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto! Com'è bello il Bambino e com'è corta la decina! (Santo Rosario, misteri guadiosi, 3)
La Sua esistenza umana ha inizio nel seno di Sua Madre, ove permane nove mesi come ogni altro mortale, nel modo più naturale. Ben sapeva il Signore quale estremo bisogno avesse di Lui l'umanità, e ardente era la Sua ansia di scendere sulla terra per la salvezza di tutte le anime: eppure ogni cosa segue il suo corso. Egli nacque quando giunse il Suo momento, come ogni altro uomo sulla terra. Dal concepimento alla nascita, nessuno — tranne Giuseppe ed Elisabetta — si rende conto del prodigio: Dio viene a porre la Sua dimora tra gli uomini.
Il Natale di Gesù è soffuso di ammirevole semplicità: il Signore viene senza risonanza, sconosciuto a tutti. Qui in terra, soltanto Maria e Giuseppe partecipano a questa avventura divina. Poi i pastori, ai quali gli angeli recano l'annunzio. E, più tardi, quei saggi dell'Oriente. È così che ha compimento l'evento trascendente che unisce il cielo alla terra, Dio all'uomo.
È mai possibile tanta insensibilità di cuore al punto di abituarsi a queste scene? Dio viene nell'umiltà perché ci sia possibile avvicinarLo, perché ci sia possibile corrispondere al Suo amore con il nostro amore, perché la nostra libertà si arrenda non più soltanto alla manifestazione della Sua potenza, ma anche allo splendore della Sua umiltà.
Ineffabile grandezza di un Bambino che è Dio! Suo Padre è il Dio che ha fatto i cieli e la terra, eppure Egli è lì, in una mangiatoia, quia non erat eis locus in diversorio, perché non c'era altro posto sulla terra per il Signore di tutto il creato.
(E' Gesù che passa, 18)

23 dicembre 2011

SULLA VIA DEI SUOI PASSI


"La festa di Natale parla tanto all'anima e mi sembra che inviti a morire a tutto per rinascere ad una vita nuova, una vita tutta d'amore.
Oh, se potessi essere piccola come Gesù e poi crescere al Suo fianco mettendo i piedi sulle orme dei Suoi passi divini!"
(Beata Elisabetta della Trinità)

L'AMORE SI MANIFESTA CON I FATTI


Spìngiti fino a Betlemme, avvicìnati al Bambino, cùllalo, diGli tante cose ardenti, stringiteLo al cuore... — Non parlo di bambinate: parlo di amore! E l'amore si manifesta con i fatti: nell'intimità della tua anima, Lo puoi ben abbracciare! (Forgia, 345)
Dobbiamo contemplare Gesù Bambino, nostro Amore, nella culla. Dobbiamo contemplarLo consapevoli di essere di fronte ad un Mistero. È necessario accettare il Mistero con un atto di fede; solo allora sarà possibile approfondirne il contenuto, guidati sempre dalla fede. Abbiamo bisogno, pertanto, delle disposizioni di umiltà proprie dell'anima cristiana. Non vogliate ridurre la grandezza di Dio ai nostri poveri concetti, alle nostre umane spiegazioni; cercate piuttosto di capire che, nella Sua oscurità, questo Mistero è luce che guida la vita degli uomini.
Quando parlo davanti al presepe, cerco sempre di immaginarmi Gesù nostro Signore proprio così, avvolto in fasce e adagiato sulla paglia di una mangiatoia; ma al tempo stesso cerco di vederLo, mentre è ancora Bambino e non parla, come Dottore e Maestro. Ho bisogno di considerarLo in questo modo, perché devo imparare da Lui. Per imparare da Lui è necessario conoscere la Sua vita; è necessario leggere il santo Vangelo e meditare le scene del Nuovo Testamento per addentrarci nel senso divino dell'esistenza terrena di Gesù.
Dobbiamo infatti riprodurre la vita di Cristo nella nostra vita. Ma ciò non è possibile se non attraverso la conoscenza di Cristo che si acquista leggendo e rileggendo la Sacra Scrittura e meditandola assiduamente nell'orazione, così come facciamo ora, davanti al presepe.
Bisogna capire gli insegnamenti che Gesù ci dà fin dall'infanzia, fin da neonato, fin dal momento in cui i Suoi occhi si sono aperti su questa benedetta terra degli uomini.
Gesù, che cresce e vive come uno di noi, ci rivela che l'esistenza umana, con le sue situazioni più semplici e più comuni, ha un senso divino.
(E' Gesù che passa, nn. 13-14)

LA PREGHIERA DELL'UMILE PENETRA LE NUBI



"La preghiera è onnipotente e ottiene tutto. Io vi dico: chiedete e riceverete. Ad ogni modo non dimenticate che per essere sentiti è necessario chiedere nel modo giusto. In molti chiedono, non tutti ricevono, perché non chiedono come dovrebbero: con umiltà, con fede, con perseveranza. Io non tòllero i superbi: Mi rifiuto di ascoltare le loro preghiere". (Rivelazione di Gesù alla mistica Catilina Rivas del 24 settembre 1996)

LA DOLCEZZA DELLA MADRE DI DIO


Puntiamo l’attenzione sulla dolcezza della Madonna, sulla Sua assoluta capacità di dominare gli eventi e di non lasciare vincere da ciò che non è amore. Ci sono molte forme di violenza, ogni mancanza di amore è una violenza nei riguardi degli altri. Spesso non ci si accorge del male fatto a qualcuno e si rimane indifferenti dinanzi la sofferenza anche dei più vicini.
Se ci rivolgiamo a Lei con la recita del Santo Rosario, diventiamo sensibili alle gioie e alle sofferenze del nostro prossimo: riusciremo a sentire la condizione interiore degli altri e parteciperemo alla loro felicità, ai loro dolori e non solo a quelli di quanti amiamo.
Riempirsi di Spirito Santo dilata la capacità di amare.
La preghiera conduce ad amare tutti, ci fa sentire il dolore intimo degli altri e ci spinge ad agire con premura e disponibilità. Come fece la Madonna quando andò a trovare la cugina Elisabetta, aiutandola nelle faccende domestiche, servendola con tutto il suo ineffabile Amore.
La Madonna è chiamata Beata perché ha creduto in Dio, ha donato la sua vita a Dio e ha raggiunto la pienezza della vera felicità.
Chi conta solo su sè stesso non può essere beato, non vive nella gioia del Signore.
(padre Giulio Maria Scozzaro)

DOBBIAMO ESSERE UMILI


Tu devi obbedire — o devi comandare — mettendoci sempre molto amore. (Forgia, 629).
Pertransiit benefaciendo. Che cosa fece Gesù per prodigare tanto bene e nient'altro che bene lungo il Suo passaggio? I santi Vangeli ci danno la risposta facendoci conoscere, in tre parole, un'altra biografia di Gesù: Erat subditus illis. Egli obbediva. Oggi che il mondo è così pieno di disobbedienza, di mormorazioni, di disunione, tanto di più dobbiamo apprezzare l'obbedienza.
Sono un grande amico della libertà, e proprio per questo amo tanto la virtù cristiana dell'obbedienza. Dobbiamo sentirci figli di Dio e vivere il desiderio appassionato di compiere la volontà del Padre. Fare le cose secondo il volere di Dio perché ci va di farle: ecco il motivo più soprannaturale della nostra condotta.
... Quando Dio nostro Signore concede agli uomini la Sua grazia, quando li chiama con una vocazione specifica, è come se tendesse loro la mano; mano paterna, piena di fortezza, ma soprattutto di amore, perché Egli ci cerca a uno a uno, come figli e figlie, e conosce la nostra fragilità. Il Signore attende da noi lo sforzo di prendere la mano che ci porge: ci chiede questo sforzo come riconoscimento della nostra libertà. Per riuscire a compierlo è necessario essere umili, sentirci figli bambini e amare la benedetta obbedienza dovuta alla Sua paternità benedetta.
(E' Gesù che passa, 17)

21 dicembre 2011

L'ATTESA DI MARIA


Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all'infinito.

CONSENTIGLI DI ESSERE ESIGENTE CON TE!


Dio ci ama infinitamente di più di quanto tu stesso ti ami... consentiGli, dunque, di essere esigente con te! (Forgia, 813)
Il Signore conosce bene i nostri limiti, l'attaccamento alla nostra personalità, le nostre ambizioni; conosce quanto ci sia difficile dimenticare noi stessi e darci agli altri. Sa che cosa sia non trovare amore e constatare che anche quelli che dicono di seguirLo lo fanno solo a metà. Ricorderete le scene drammatiche, narrate dagli Evangelisti, nelle quali vediamo gli Apostoli pieni ancora di aspirazioni temporali e di progetti soltanto umani. Ma Gesù li ha scelti, li tiene con Sé, e affida loro la missione che Egli aveva ricevuto dal Padre.
Anche noi siamo chiamati da Gesù che ci domanda, come a Giacomo e a Giovanni: Potestis bibere calicem, quem ego bibiturus sum?, siete disposti a bere il calice che Io sto per bere, il calice dell'abbandono completo alla volontà del Padre? Possumus!, sì, siamo disposti, rispondono Giacomo e Giovanni.

Io e voi, siamo veramente disposti a compiere in tutto la volontà di Dio nostro Padre? Abbiamo dato tutto intero il nostro cuore al Signore, o ci manteniamo attaccati a noi stessi, ai nostri interessi, ai nostri comodi, al nostro amor proprio? C'è qualcosa che non si addice alla nostra condizione di cristiani e che ci impedisce di purificarci? Ecco oggi l'occasione di rettificare. (E' Gesù che passa, 15)

16 dicembre 2011

MARANATHA', VIENI SIGNORE GESU'!


A BETLEMME IL CIELO SCENDE SULLA TERRA


"Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi".
Unica Aurora che precede il Sole, Stirpe di Davide che spunta come una rosa in mezzo alle spine.
Miriam, Figlia di Israele che porti in grembo Colui che porta tutto,
candida Alba che annuncia nel silenzio verginale il sorgere tanto atteso del Sole che viene a visitarci.
Maria, grazie alla Tua luce che solo gli umili vedono, noi sappiamo che,
per tutti coloro che abitavano nella valle delle tenebre di morte, è giunta la liberazione.
Porta di comunicazione fra il cielo e la terra, attraverso Te io mi reco a Betlemme dove il Cielo scende sulla terra.

14 dicembre 2011

TUTTO PUO' E DEVE PORTARCI A DIO


Urge la diffusione della luce della dottrina di Cristo. Fa' provvista di formazione, riempiti di idee chiare, della pienezza del messaggio cristiano, per poterlo poi trasmettere agli altri. — Non aspettarti illuminazioni da Dio, che non ha motivo di dartene, dal momento che disponi di mezzi umani concreti: lo studio, il lavoro. (Forgia, 841)
Il cristiano deve avere sete di sapere. Dall'approfondimento della scienza più astratta, all'abilità manuale degli artigiani, tutto può e deve condurre a Dio. Non c'è lavoro umano che non sia santificabile, che non sia occasione di santificazione personale e mezzo per collaborare con Dio alla santificazione di coloro che ci circondano. La luce di coloro che seguono Gesù Cristo non deve essere collocata nel fondo della valle, ma in vetta alla montagna, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
Il lavoro così fatto è orazione. Lo studio così fatto è orazione. La ricerca scientifica così fatta è orazione. Tutto converge verso una sola realtà: tutto è orazione, tutto può e deve portarci a Dio, alimentando un rapporto continuo con Lui, dalla mattina alla sera. Ogni onesto lavoro può essere orazione; e ogni lavoro che è orazione, è apostolato. In tal modo l'anima si irrobustisce in un'unita di vita semplice e forte.
Il Signore fa affidamento su di noi per portare anime alla santità, per avvicinarle a Sé, unirle alla Chiesa ed estendere il Regno di Dio in tutti i cuori. Il Signore ci vuole disposti a donarci, fedeli, sensibili, innamorati. Ci vuole santi, totalmente Suoi.
(E' Gesù che passa, nn. 10-11)

SEGUIRE DA VICINO LE ORME DI CRISTO


La nostra condizione di figli di Dio ci porterà — insisto — ad avere spirito contemplativo in mezzo a tutte le attività umane — luce, sale e lievito, attraverso l'orazione, la mortificazione, la cultura religiosa e professionale —, facendo diventare realtà questo programma: quanto più siamo immersi nel mondo, tanto più dobbiamo essere di Dio. (Forgia, 740)
Non dobbiamo guardare il mondo con aria delusa. Hanno reso un cattivo servizio alla catechesi, forse involontariamente, quei biografi di santi che hanno voluto trovare ad ogni costo cose straordinarie nella vita dei servi di Dio fin dai loro primi vagiti. (…)
Ora, con l'aiuto di Dio, abbiamo imparato a scoprire lo spatium verae poenitentiae, il tempo di una vera penitenza; in quei momenti facciamo propositi di emendatio vitae, di migliorare la nostra vita. È questa la via per preparare l'anima alla grazia e alle ispirazioni dello Spirito Santo. E con la grazia — ve lo ripeto — viene il gaudium cum pace, la gioia, la pace e la perseveranza nel cammino (E' Gesù che passa, 9)

NELLE BRACCIA DI DIO COME BAMBINI


Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia.
Speri Israele nel Signore, ora e sempre.

13 dicembre 2011

8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA


Questa Solennità indica l’inizio della storia di una Creatura impareggiabile, ineguagliabile nella santità e nella docilità alla volontà di Dio. Da questo privilegio seguono tutti gli altri, senza questo privilegio non sarebbe mai potuta diventare Madre di Dio. Non poteva il Figlio di Dio incarnarSi in un corpo contaminato dal peccato originale e dunque macchiato dalla bava di satana.
Occorreva una Creatura speciale, purissima, innocente, Immacolata.
Il dogma dell’Immacolata Concezione non inventa nulla che non sia già inserito nella Sacra Scrittura. Il saluto “Piena di Grazia”, manifesta sufficientemente che l’Arcangelo Gabriele si rivolgeva ad una Fanciulla incontaminata dal peccato, senza alcuna macchia del peccato originale.
Altrimenti non avrebbe salutato Maria con questa definizione: “Piena di Grazia”.
Quando un bicchiere è pieno di qualsiasi liquido, non puoi aggiungere altro, perché è già pieno. La pienezza esclude la possibilità di aggiungere qualcos’altro. La Vergine Maria è Piena di Grazia e si esclude qualsiasi altra presenza. Un dono che Dio ha esclusivamente riservato all’unica Donna della storia, degna di diventare Madre del Creatore.
Ecco perché chi prega la Madonna e si avvicina a Lei diventa simile a Gesù. Diventa sempre più buono e onesto, giorno dopo giorno sente una forza interiore mai provata prima che permette di vivere le virtù con maggiore facilità. È la Madonna a trasmettere il Suo Spirito, ad agire nelle anime che La invocano e si consacrano al Suo Cuore Immacolato.
Attraverso la Corona del Santo Rosario la Madonna ci trasmette le Grazie e il Suo Spirito.
Dobbiamo però arrivare all’umiltà della mente e alla semplicità del cuore, lo chiede la Madonna, solo così comprenderemo in modo chiaro la necessità di vivere il Vangelo senza stravolgerlo e l’importanza del nostro apostolato verso quanti sono lontani da Gesù.

UN'ORAZIONE CONTINUA


Padre, mi hai confidato: io mi porto addosso molti sbagli, molti errori. — Lo so bene, ti ho risposto. Ma Dio nostro Signore, che pure lo sa e ci fa conto, ti chiede solo l'umiltà di riconoscerlo, e la lotta per rettificare, per servirlo ogni giorno meglio, con più vita interiore, con un'orazione continua, con la devozione e con l'impiego dei mezzi adeguati per santificare il tuo lavoro. (Forgia, 379)

Vita interiore, in primo luogo. Quanti ancora non lo capiscono! Quando sentono parlare di vita interiore pensano alle navate buie o all'aria viziata di alcune sacrestie. Da più di un quarto di secolo cerco di insegnare che non è nulla di tutto ciò. Io mi riferisco alla vita interiore dei comuni cristiani, quelli che abitualmente si incontrano in piena strada, all'aria aperta: quelli che per la strada, nel lavoro, in famiglia e nei momenti di svago non perdono di vista Gesù per tutta la giornata. Non è forse questa una vita di continua orazione? E non hai forse compreso anche tu la necessità di essere anima di orazione, di avere con Dio un rapporto che ti deifichi?Questa è la fede cristiana, e così l'hanno sempre intesa le anime d'orazione: Diventa Dio — scrive Clemente Alessandrino — l'uomo che vuole tutto ciò che Dio vuole.

L'inizio non è facile; costa sforzo rivolgersi al Signore e ringraziarlo della sua pietà paterna e concreta verso di noi. Poi, a poco a poco — benché non sia cosa del sentimento — l'amore di Dio si fa tangibile come una traccia profonda nell'anima. È Cristo che ci segue amorosamente:Ecco, sto alla porta e busso.
(E' Gesù che passa, 8)

8 dicembre 2011

VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI


«Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di Cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il Mio giogo infatti è dolce e il Mio peso leggero».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Se queste parole fossero accolte da tutti, avremmo sette miliardi di persone nelle Chiesa a pregare. Perché molti sono stanchi e oppressi, ognuno ha dei motivi personali, c’è chi è stanco per il lavoro e la vita intensa, c’è chi è oppresso dalle preoccupazioni, ansie inutili, desideri irrealizzabili. Che portano all’avvilimento e alla demoralizzazione.
Soprattutto l’oppressione scatenata da insoddisfazioni più o meno riconosciute, schiaccia la vita spirituale e paralizza ogni desiderio che conduce alla preghiera e ai Sacramenti. L’oppressione arriva soprattutto dall’interno, dai quei pensieri che martellano il cuore fino a realizzarli. Quei pensieri che portano al nulla e alla vanità esteriore che durano pochissimo tempo e poi svaniscono.
Oggi un po’ ovunque si festeggia il mito dell’apparenza, mostrarsi perfetti per suscitare ammirazione per alcuni minuti. E quanta preparazione per farsi bellissime, mentre non si dedicano dieci minuti a Gesù per ringraziarLo e adorarLo.
Quante ore molte persone trascorrono nei centri di bellezza o in palestra o sotto i bisturi del chirurgo per sistemare alcuni millimetri che non stanno bene… Quanto più si cerca di apparire belli esteriormente tanto più si perde la spiritualità interiore. Non si può ascoltare l’invito di Gesù: “Venite a Me”, non possono andare perché impegnati ogni giorno alla ricerca della perfezione del corpo.
Qui è tutto l’inganno… cercare la perfezione esteriore dimenticando la vita interiore.
Non è sbagliato curare il corpo e l’aspetto esteriore, ci mancherebbe, ma tutto si misura dall’intenzione: perché si fa? La maggior parte per sedurre, quindi, si tratta di vanità, vanagloria inutile. L’aspetto esteriore curato è manifestazione di controllo personale, ma non sempre viene curata anche l’anima. Occorre curare l’anima e il corpo.
La vita sedentaria fa male un po’ a tutto il corpo, si suggerisce di passeggiare ogni giorno, anche di fare un po’ di palestra in casa o altrove per aiutare il fisico. Spesso chi cerca di abbellire l’apparenza non ha tempo per aiutare il corpo con lunghe passeggiate. Non c’è più il tempo per fare altro, mentre l’apparenza passa e la salute del corpo rimane.
Il viso manifesta l’anima, niente può cambiare i lineamenti di chi non prega. Guardate invece i volti delle persone che pregano: c’è gioia, serenità, bontà. Traspare dal volto la verità e l’onestà.

7 dicembre 2011

IMPLORA LA MISERICORDIA DIVINA


Per ciascuno di noi, come per Lazzaro, fu proprio un “veni foras” — vieni fuori, a metterci in movimento. — Come fanno pena quelli che ancora permangono morti, e non conoscono il potere della misericordia di Dio! — Rinnova la tua santa gioia perché, di fronte all'uomo che si decompone senza Cristo, si alza l'uomo che è risorto con Lui. (Forgia, 476)
E' cosa buona considerare le insidie di questi nemici dell'anima: il disordine della sensualità e della leggerezza superficiale; l'insipienza della ragione che si oppone al Signore; la presunzione altèra che rende sterile l'amore a Dio e alle creature. Tali situazioni dello spirito sono ostacoli evidenti, e il loro potere perturbatore è grande. Per questo la liturgia ci porta nell'introito ad implorare la Misericordia Divina: "A Te, Signore, elevo l'anima mia. Dio mio, in Te, confido: non sia confuso! Non trionfino su di me i miei nemici". Nell'antifona dell'offertorio ripeteremo: "Confido in Te, che io non sia confuso!".
Ora che il tempo della salvezza è vicino, è consolante ascoltare dalle parole di San Paolo che quando si manifestarono la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il Suo amore per gli uomini, Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la Sua Misericordia.
Scorrendo la Sacra Scrittura scoprirete costantemente la presenza della Misericordia di Dio: essa riempie la terra e si estende a tutti i Suoi figli, super omnem carne: ci circonda, ci previene, si moltiplica, per venirci in aiuto, e costantemente viene riconfermata. Dio, venendoci incontro come Padre amoroso, ci accoglie nella Sua Misericordia: una Misericordia soave, buona come le nuvole apportatrici di pioggia.
Gesù completa e ricapitola tutta la storia della Misericordia Divina:

"Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia"; e ancora: "Siate misericordiosi, come e misericordioso il vostro Padre Celeste". (E' Gesù che passa, 7)

4 dicembre 2011

AIUTACI, SIGNORE...



.... quando, nel fragore della tempesta non sappiamo più come andare avanti, a ricordare che sei Tu che ci insegnerai la via per la quale dobbiamo camminare” (Salmo 32,8)

DIO AMA SCEGLIERE STRUMENTI DEBOLI


Stiamo volentieri, Signore, nella Tua mano piagata. Stringici forte! Spremici! Fa' che perdiamo tutta la miseria terrena!, che ci purifichiamo, che ci infiammiamo, che ci sentiamo imbevuti del Tuo Sangue! — E poi, gettaci lontano!, lontano, con fame di messe, in una semina ogni giorno più feconda, per amore di Te. (Forgia, 5)
Senza troppa fatica potremmo trovare nella nostra famiglia, tra i nostri amici e i nostri colleghi, per non parlare dell'immenso panorama del mondo, tante persone più degne di ricevere la chiamata di Cristo. Persone più semplici, più sagge, più influenti, più importanti, più riconoscenti, più generose.
Quando ci penso, ne sento vergogna. Però mi rendo anche conto che la nostra logica umana non serve per spiegare le realtà della grazia. Dio ama scegliere strumenti deboli perché appaia con maggiore evidenza che l'opera è Sua.
(…) Vi dicevo che tutto è avvenuto senza alcun merito da parte nostra, perché alla base della vocazione c'è la consapevolezza della nostra miseria, la certezza che la luce che illumina l'anima — la fede —, l'amore con cui amiamo — la carità —, e lo slancio che ci sostiene — la speranza — sono doni gratuiti di Dio. Pertanto, se non cresciamo in umiltà, perdiamo di vista lo scopo della scelta divina: ut essemus sancti, la santità personale.
È con questa umiltà che possiamo comprendere le meraviglie della chiamata divina. La mano di Cristo ci raccoglie dal granaio: il Seminatore stringe nella Sua mano piagata il pugno di frumento; il Sangue di Cristo imbeve il seme, lo impregna. Poi il Signore lo getta nel solco, perché morendo sia vita e, affondando nella terra, sia capace di moltiplicarsi in spighe dorate.
(E' Gesù che passa, 3)

NON POSSIAMO INSEGNARE QUELLO CHE NON METTIAMO IN PRATICA


“Coepit facere et docere” — Gesù cominciò a fare e poi a insegnare: tu e io dobbiamo dare la testimonianza dell'esempio, perché non possiamo condurre una doppia vita: non possiamo insegnare quello che non mettiamo in pratica. In altre parole, dobbiamo insegnare quello che, perlomeno, ci sforziamo di mettere in pratica. (Forgia, 694)
Il Signore non Si è limitato a dirci che ci amava, ma lo ha dimostrato con le opere. (…) Venne a insegnare, ma innanzitutto a fare; venne a insegnare, ma facendoSi modello, facendoSi Maestro ed esempio con la Sua condotta.
Possiamo ora continuare il nostro esame di coscienza davanti a Gesù Bambino. Siamo decisi a fare in modo che la nostra vita serva di modello e di insegnamento agli uomini, nostri fratelli e nostri uguali? Ognuno di noi è deciso a essere un altro Cristo? Ma non basta dirlo con le labbra. Tu, che come cristiano sei chiamato a essere un altro Cristo — lo domando a ciascuno di voi e lo domando a me stesso — , meriti che si dica anche di te: coepit facere et docere?, e cioè che hai incominciato a fare le cose da figlio di Dio, attento alla volontà del Padre, in modo da spingere tutte le anime a prendere parte alle cose buone e nobili, divine e umane della Redenzione? Vivi la vita di Cristo nella tua vita ordinaria in mezzo al mondo?
Fare le opere di Dio non è una bella frase: significa corrispondere all'invito di spendere la propria vita per Amore. Bisogna morire a sè stessi per rinascere a vita nuova. Tale è l'obbedienza di Gesù, usque ad mortem, mortem autem crucis: propter quod et Deus exaltavit illum, e per questo Dio Lo esaltò.
(E' Gesù che passa, 21)

LA COMPASSIONE DI GESU'


La compassione di Gesù era infinita come infinita è la Sua Persona Divina. La compassione della Madonna è quasi infinita perché pur essendo Madre di Dio non è Dio. La compassione di San Francesco d’Assisi e di San Pio da Pietrelcina certamente è stata elevatissima rispetto a tutti gli altri Santi ma sempre microscopica rispetto alla Madonna.
Ognuno di noi prova compassione per gli altri in misura proporzionata alla Grazia che possiede.
L’amore spirituale non è qualcosa che si inventa o si possiede quasi per caso. Solo una vita virtuosa e la frequenza dei Sacramenti ci permettono di riempirci dello Spirito di Dio. La Sua Grazia è la fiamma che incendia il nostro cuore di amore e lo spinge ad amare tutti.
La compassione cresce con la Grazia di Dio, si amano gli altri con maggiore facilità, si perdona immediatamente anche se nei casi di ingiustizia è opportuno ristabilire la verità.
Non dobbiamo valutare quante preghiere recitiamo e quante opere facciamo, la guida è sempre la retta intenzione, con quale amore compiamo queste opere. Se è un amore ipocrita le buone opere non servono a nulla, invece la vita spirituale impegnata permette la purificazione di questo amore e la crescita di buone disposizioni interiori.
(padre Giulio Maria Scozzaro)

PER PREPARARCI AL RITORNO DI GESU' NELLA GLORIA


Signore Gesù, Pastore delle nostre anime, la prima volta che sei venuto, sei venuto umilmente a cercarci.
Il Tuo ritorno invece sarà nella gloria, quando dissiperai l'oscurità di questo mondo ed eliminerai il peccato.
Concedici di prepararci alla Tua venuta, perché Tu possa, al Tuo ritorno, trovarci nella pace.

2 dicembre 2011

TROVIAMO IL TEMPO PER STARE CON LUI?


Sappiamo che Gesù è in Chiesa nel Tabernacolo e non Lo andiamo a visitare quasi mai!

Gesù ci chiama dal Tabernacolo, se vogliamo conoscerLo come Dio Amore e se abbiamo bisogno di grazie, ci ripete: “Venite e vedrete”.

LA DOLCEZZA DEL TUO AMORE


Gesù, sei la mia roccia, la mia forza, il mio baluardo, il mio scudo.
Tutto ciò che è in me Ti loda poiché Tu ci hai fatto passare dalle tenebre alla Tua luce mirabile.
Benedetto sei Tu per la Tua Chiesa, fondata sulla pietra ferita del Tuo Corpo che emette sangue ed acqua.
Sii lodato per questa ferita, per questa debolezza che ci comunica la forza e la vitalità.
Anche oggi, nel deserto torrido della modernità, Tu sei la roccia del Tuo popolo.
Tu accompagni il Tuo popolo errante affinché possa gustare la dolcezza del Tuo amore e non l'amarezza delle acque. Benedetti siano i successori di Pietro, le pietre su cui fondasti la Tua Chiesa affinché estendessero il Tuo Corpo ovunque sulla terra.