La formazione cristiana non si può improvvisare, occorre valutare ogni cosa con l’aiuto dello Spirito Santo.
Uno dei punti più importanti del cammino spirituale è quello di domandarsi il motivo di questo cammino: perché si deve conoscere Dio e mortificare la natura incline al male? La vera realizzazione della persona umana è l’incontro con Dio, l’osservanza della Sua volontà e la salvezza eterna dell’anima. Molti si affannano correndo dietro a idoli vuoti e a sogni che dannano infine l’anima, si guardano dietro e vedono solamente fallimenti e cadaveri, perché chi cammina in mezzo ai morti viventi non può conoscere il vero significato della sua esistenza.
In un mondo che non parla più di Paradiso e di salvezza eterna, dell’anima immortale perché convinti che qui si conclude ogni cosa, non arriva neppure la vera risposta di noi cattolici perché non sappiamo cosa rispondere. Il relativismo che si è introdotto nella Chiesa e troneggia un po’ ovunque, insegnando che non esiste una verità oggettiva, ha accecato molti di quelli che pensano di vedere. Gesù lo diceva dei farisei: “Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi” (Gv 9,39).
Molti pensano di vedere tutto mentre non sono in grado di conoscere i propri limiti e la propria incoerenza. Sono convinti di possedere la verità ma hanno difficoltà nel distinguere anche le cose più banali.
La verità non è quello che pensi tu; quello che pensi devi confrontarlo con l’unica Verità Divina. Così conosci la Verità di Dio.
Dio vuole salvare tutti i Suoi figli e ad ognuno elargisce incalcolabili Grazie. Il problema sta nella risposta dei Suoi figli, di quanti non rispondono con una vita decorosa e onesta e si distaccano volontariamente dal disegno di Dio da rendere anche le loro preghiere inutili.
È sempre cosa buona pregare anche per i peccatori più induriti e chiedere alla Misericordia Divina di salvarli dalla dannazione eterna, ma se loro rifiutano le Grazie e le ispirazioni che arrivano da Dio? C’è un mondo che non vuole salvarsi, non riconosce Dio o addirittura Lo bestemmia in mille modi diversi. C’è un mondo senza amore e verità, immerso nel fango più pestilenziale e si rifiuta di adorare Gesù Cristo. Cosa può fare il Padre che rispetta ogni Sua creatura? Lascia ognuno alla sua scelta e la Crocifissione di Gesù per essi è inutile.
Gesù lo aveva detto: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi” (Mt 7,6). È inutile spesso parlare di Dio con chi si è trasfigurato nel male a causa dei suoi molteplici peccati. Vale più una Ave Maria che parlare inutilmente.
Dinanzi a questa situazione spiacevole, ricorro ai messaggi che mi inviate per trovare e farvi leggere una bella testimonianza di una conversione molto particolare. Tutte le conversioni sono belle e gradite alla Madonna, però quando uno psicologo-psicoterapeuta abbandona la verità assoluta della sua scienza e la sua sicurezza e comincia a recitare il Santo Rosario, riconosco che è avvenuto un grande miracolo.
Su quasi 70 mila psicologi italiani, i cattolici sono pochissimi. Ecco perché la conversione di uno psicologo-psicoterapeuta suscita attenzione e naturalmente grande gioia. Però cerchiamo di capire meglio chi è questo uomo di scienza, quasi sempre ateo.
Lo psicologo opera per favorire il benessere delle persone, dei gruppi, e della comunità. La sua attività ha l’obiettivo di favorire il cambiamento, accrescere le risorse e guidare gli individui, le coppie, le famiglie, nei momenti critici o di difficoltà.
Lo psicoterapeuta ha qualcosa in più perché possiede gli strumenti e le tecniche per intervenire sul problema e per svolgere attività di cura. Lo psicoterapeuta deve essere già laureato in psicologia o in medicina, e fa riferimento alle terapie della psiche che utilizzano strumenti psicologici, quali il colloquio, la relazione, le prescrizioni terapeutiche, con l’obiettivo di creare un cambiamento nella persona, la vuole condurre verso il benessere. La sua professione però lo conduce quasi inevitabilmente ad allontanarsi da Dio, a credere nella potenza di sé come “guaritore” e in quella della psiche da studiare e guarire.
Leggiamo una testimonianza sincera e molto bella. (padre Giulio Maria Scozzaro)
<< Caro Padre Giulio, ho 62 anni, sono uno psicologo-psicoterapeuta e da oltre 30 anni mi occupo di disagio e problemi delle persone. Sono stato quasi 50 anni lontano da Dio e dalla pace dello spirito. Due anni fa mia moglie, mi ha “trascinato” a Medjugorie e lì - ebbene sì, anche per me, nonostante il mio razionalismo, il mio approccio scientista e scettico all’esistenza, ecc. - è accaduto “qualcosa”. Da allora è stato un crescendo di accadimenti e segnali che mi hanno sempre più avvicinato alla Fede e a Gesù Cristo in particolare.
Insieme a mia moglie, in un rapporto di coppia ri-vivacizzato da questa comunione nella Fede, abbiamo frequentato gruppi di preghiera, abbiamo visto cose buone e meno buone che ruotano attorno alla Fede e alla Chiesa (carismatici, o presunti tali, uomini e donne con doni particolari, ma anche tanta Fede“consumistica”, gente che va a pregare come si va al supermercato: chiedendo, chiedendo e chiedendo ancora, solo per seèo per i propri parenti, non cambiando un minimo dei propri comportamenti egocentrici).
Faccio ancora fatica ad amare tutti, questo “prossimo”, anche se capisco…
Per me, la Fede ha rappresentato un’autentica “mazzata” alla mia superbia (con la psicoanalisi pensavo di spiegare il mondo e la vita!...).
Ora mi considero un “semplice” meccanico della mente: posso ancora (forse meglio di prima) riparare qualche guasto “nella testa” delle persone, ma non sono certo io che decido dove andrà quella persona e cosa ne farà della sua vita.
Ho scoperto, dopo una vita tutta orientata a “fare tutto da solo”, senza contare su nessuno, cosa voglia dire affidarsi al Signore e come questo sia stupendo per me. Non mi sento più solo, non combatto come un guerriero contro tutto e tutti, sento Gesù dentro di me, con il Suo Volto glorioso dentro il mio plesso solare.
Secondo i parametri classici del mio paradigma scientifico, dovrei considerami semplicemente impazzito o, quanto meno, imbecillito. Invece mi sento molto meglio di prima, anche se permangono ancora molte preoccupazioni per i miei figli,....
Il mio desiderio è quello di integrare tutte le mie conoscenze e competenze professionali con la Fede e la Spiritualità cristiana.
Ho un grande desiderio di servizio (non semplicemente quello di “curare” le persone, cosa che ho sempre fatto anche da agnostico, anche gratuitamente, semplicemente perché vivevo il mio lavoro con passione). Non so quale possa essere il “mio” servizio; prego il Signore per questo, per capire cosa vuole (se vuole qualcosa da me!) che io faccia per ricambiare la Grazia di avermi accolto e “perdonato” (anche se non ancora del tutto…, penso).
Tutte le volte che ho provato a fare testimonianza della mia conversione, ho visto l’incredulità delle persone, ma anche lo “stupore” di non sapere obiettare nulla, di fronte ad uno psicoanalista scettico e razionale che si converte all’età di 60 anni… (mica facile darmi del matto, dell’ignorante o del sempliciotto suggestionato dalle masse!!!).
Mi perdoni lo scritto di getto (quando ho iniziato non sapevo neanche cosa le avrei detto di me, al di là dell’evento della mia conversione).
Mi considero uno “studente” di catechismo, mi piace imparare e mi entusiasma ri-scoprire sempre più un “mondo” da cui mi ero evidentemente allontanato e che finalmente dà senso alla mia vita (praticamente un corpo che ritrova la sua anima!). Un caro saluto. >>
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