"Vi scrivo nella luce del santo Rosario, preghiera che ci avvicina tanto al Signore, e che è l’oggetto di una festa liturgica della Chiesa. Alcuni si stupiscono come mai una preghiera possa diventare l’oggetto di una festa, sembrando loro che l’oggetto di una festa è Dio, Maria SS.ma o i Santi. Eppure questa preghiera è Maria Santissima che viene incontro ai cristiani, come viene incontro loro a Lourdes, a Fatima, alla Tre Fontane. Anzi nel Rosario viene con tutta la ricchezza dei Misteri della Vita, della Passione e Morte del Redentore, e a Lourdes, a Fatima, alle Tre Fontane, e dovunque appaia, viene con la ricchezza del santo Rosario.
Gli uomini non fanno la festa del grano?
E il Rosario è tutto un granaio di grazie.
Gli uomini non fanno la festa dell’uva?
E il Rosario è un vigneto che dà i grappoli per noi, e questi sono grappoli di Gesù e di Maria. Che furono e che sono vigna di Dio e vita inebriante per noi.
Maria Santissima ha voluto che si chiamasse Rosario. Roseto, cioè, poichè come lo sbocciare delle rose avviene nella bella stagione, e come vi sono rose di tutti i tempi, così il Rosario è, per il cristiano, il risbocciare della vita ed il roseto giornaliero che è donato a Dio nelle ore vespertine, come si offriva l’incenso sull’Altare di oro.
La corona non è semplicemente un oggetto per contare una serie di Ave Maria, di Pater, di Gloria, ma è come un libro che il cristiano - anche il più ignorante - porta con sé e legge; è un legame di amoroso ricordo che ci unisce a Gesù e a Maria; è una collana di perle celesti, perchè ogni granello è un tesoro di indulgenze e un pegno di misericordia per i meriti di Gesù e di Maria.
I grani del Rosario sono come lo svolgersi di una pellicola cinematografica, perché ricordano i grandi Misteri della Redenzione e li ripresentano all’anima. L’anima è come lo schermo sul quale si riproducono, ed in quella visione essa si mantiene ancora fedele a Dio e alla Chiesa.
Senza il Rosario chi avrebbe più ricordato i Misteri della Redenzione? Eppure il loro ricordo è il segreto della vita interiore, ed è indispensabile perchè noi possiamo essere cristiani veri e portare il suggello di Gesù.
In mezzo alle disarmonie di questa nostra vita rilassata, il Rosario è strumento, arpa, salterio di dieci corde per ogni gruppo di armonie, che fa risuonare ancora la terra di canti d’amore, e nella vita materialissima che viviamo è come una lucida nube di spiritualità che si leva da ogni casa e da ogni cuore.
Chi suona l’arpa non riproduce una musica scritta da un genio musicale? E non ricalca, con le dita sulle corde, dolcissime note che furono scritte dalla tenerezza di un cuore e furono stampate sotto la pressa di un torchio?
Ebbene, noi, recitando il Rosario riproduciamo le note di Amore sgorgate da Gesù e da Maria nei Misteri della Loro vita, e sui grani della Corona cantiamo i cantici di quell’Amore che ci redense.
Nell’anima risuonano le armonie di quest’amore e nella terra desolata si sente l’osannare di quella Carità che ci avvolse in un potente amplesso di amore.
Come un esercito ha la sua vibrante marcia che segna il passo ai militi della forza, così il Rosario è la sinfonia amorosa che segna il passo alla Chiesa militante. È come il fragore delle trombe che accompagnarono l’Arca nell’assedio di Gerico, e scossero le sue mura dalle fondamenta. Alla potenza di questo suono di fede non resistettero le armate dei Turchi, e furono sgominate; non resisteranno le armate comuniste, peggiori di quelle, e saranno annientate.
Ecco la preghiera alla quale la Chiesa dedica una festa solenne, perché sintesi di tutte le feste che sono un Rosario continuo nell’annuale ciclo liturgico.
Si intona questo mistico Rosario con l’Avvento, si chiude con le feste mariane d’ottobre, per ripigliarci di nuovo, fino a che la Chiesa militante sarà trionfante nella Gloria di tutti i suoi Santi.
Santissimo Rosario, preghiera amata e prediletta da Maria Santissima, profumo mescolato da Lei con arte di profumiera, poiché dai Misteri del Gaudio, della Passione e della Gloria si solleva la nube fragrante della preghiera…; oh, santissimo Rosario, fiorisci le desolate aiuole della miscredenza, affinchè rifiorisca la Fede semplice e viva".
(Sac. DOLINDO RUOTOLO - Da una lettera del 3 ottobre 1948 Festa del santo Rosario)
Gli uomini non fanno la festa del grano?
E il Rosario è tutto un granaio di grazie.
Gli uomini non fanno la festa dell’uva?
E il Rosario è un vigneto che dà i grappoli per noi, e questi sono grappoli di Gesù e di Maria. Che furono e che sono vigna di Dio e vita inebriante per noi.
Maria Santissima ha voluto che si chiamasse Rosario. Roseto, cioè, poichè come lo sbocciare delle rose avviene nella bella stagione, e come vi sono rose di tutti i tempi, così il Rosario è, per il cristiano, il risbocciare della vita ed il roseto giornaliero che è donato a Dio nelle ore vespertine, come si offriva l’incenso sull’Altare di oro.
La corona non è semplicemente un oggetto per contare una serie di Ave Maria, di Pater, di Gloria, ma è come un libro che il cristiano - anche il più ignorante - porta con sé e legge; è un legame di amoroso ricordo che ci unisce a Gesù e a Maria; è una collana di perle celesti, perchè ogni granello è un tesoro di indulgenze e un pegno di misericordia per i meriti di Gesù e di Maria.
I grani del Rosario sono come lo svolgersi di una pellicola cinematografica, perché ricordano i grandi Misteri della Redenzione e li ripresentano all’anima. L’anima è come lo schermo sul quale si riproducono, ed in quella visione essa si mantiene ancora fedele a Dio e alla Chiesa.
Senza il Rosario chi avrebbe più ricordato i Misteri della Redenzione? Eppure il loro ricordo è il segreto della vita interiore, ed è indispensabile perchè noi possiamo essere cristiani veri e portare il suggello di Gesù.
In mezzo alle disarmonie di questa nostra vita rilassata, il Rosario è strumento, arpa, salterio di dieci corde per ogni gruppo di armonie, che fa risuonare ancora la terra di canti d’amore, e nella vita materialissima che viviamo è come una lucida nube di spiritualità che si leva da ogni casa e da ogni cuore.
Chi suona l’arpa non riproduce una musica scritta da un genio musicale? E non ricalca, con le dita sulle corde, dolcissime note che furono scritte dalla tenerezza di un cuore e furono stampate sotto la pressa di un torchio?
Ebbene, noi, recitando il Rosario riproduciamo le note di Amore sgorgate da Gesù e da Maria nei Misteri della Loro vita, e sui grani della Corona cantiamo i cantici di quell’Amore che ci redense.
Nell’anima risuonano le armonie di quest’amore e nella terra desolata si sente l’osannare di quella Carità che ci avvolse in un potente amplesso di amore.
Come un esercito ha la sua vibrante marcia che segna il passo ai militi della forza, così il Rosario è la sinfonia amorosa che segna il passo alla Chiesa militante. È come il fragore delle trombe che accompagnarono l’Arca nell’assedio di Gerico, e scossero le sue mura dalle fondamenta. Alla potenza di questo suono di fede non resistettero le armate dei Turchi, e furono sgominate; non resisteranno le armate comuniste, peggiori di quelle, e saranno annientate.
Ecco la preghiera alla quale la Chiesa dedica una festa solenne, perché sintesi di tutte le feste che sono un Rosario continuo nell’annuale ciclo liturgico.
Si intona questo mistico Rosario con l’Avvento, si chiude con le feste mariane d’ottobre, per ripigliarci di nuovo, fino a che la Chiesa militante sarà trionfante nella Gloria di tutti i suoi Santi.
Santissimo Rosario, preghiera amata e prediletta da Maria Santissima, profumo mescolato da Lei con arte di profumiera, poiché dai Misteri del Gaudio, della Passione e della Gloria si solleva la nube fragrante della preghiera…; oh, santissimo Rosario, fiorisci le desolate aiuole della miscredenza, affinchè rifiorisca la Fede semplice e viva".
(Sac. DOLINDO RUOTOLO - Da una lettera del 3 ottobre 1948 Festa del santo Rosario)
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