Le Beatitudini del Vangelo sono degli insegnamenti che rappresentano l'essenza del Cristianesimo. Davanti al Giudice Divino ogni essere umano deve spiegare se le ha vissute bene ed in che modo. Anche se le conosciamo sommariamente, pochi credenti le ricordano tutte. Rileggiamole e rimaniamo a riflettere su ogni frase; sono questi otto insegnamenti a dare alla nostra vita l’impronta di Gesù. Rileggiamoli:
Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli.
Beati i miti, perché questi possederanno la terra.
Beati quelli che piangono, perché saranno consolati.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati quelli che soffrono persecuzioni per amor della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli.
La misura della nostra Fede viene indicata dalla pratica delle Beatitudini, non ci può essere vita cristiana senza assumere questi comportamenti come modus vivendi, devono essere come abiti permanenti che rivestono la nostra persona. Il cristiano è capace di amare e di perdonare se vive le Beatitudini; non è in grado di agire con spirito soprannaturale se non ne ha la forza.
Tutti vediamo e conosciamo l’ondata di paganesimo che si è abbattuto sul mondo, anche nella Chiesa si respira un’aria intensa di modernità, che in questo caso significa eresie e dottrine opposte al Vangelo di Gesù. Sono incalcolabili i casi di eresie che si insegnano nelle omelie e nelle catechesi, si tacciono anche gli insegnamenti di Papa Benedetto XVI.
Molti credenti oggi hanno una fede senza morale, questa è l’eresia moderna.
Molti parlano di Gesù e della Chiesa senza conservare un briciolo di fede, oramai svanita e sommersa da molteplici peccati mortali e da una mentalità corrotta. È vero che anche per questi c’è sempre la possibilità della conversione perché Gesù offre a tutti la Sua Misericordia, ma è proprio il peccatore a non volere il perdono di Dio perché non lo cerca, non lo considera importante. Più il peccatore è sceso giù, in fondo al burrone a causa di tutti i peccati, meno forza e desiderio ha di risalire ed uscire da quella condizione disperata e dissoluta.
Il peccatore che vive la sua apparente fede senza la morale, è pronto a qualsiasi trasgressione, tutti i peccati li pratica con prontezza e delizia. La trasgressione diventa la sua vita, la mentalità si riveste di malizia e crudeltà, dirigerà ogni pensiero e ogni opera per appagare la sua ambizione e il suo egoismo, sapendo di calpestare i diritti degli altri.
Qualsiasi credente può praticare una fede apparente senza morale, vescovo, sacerdote e laico.
In molte omelie e catechesi si afferma che siamo tutti salvati e il Paradiso aspetta tutti, non occorre pregare molto o fare penitenze o rinunciare a ciò che piace. Se tutti siamo salvati a che serve la Confessione? Queste dottrine eretiche oramai trionfano nelle menti di svariati milioni di cattolici, di conseguenza l’osservanza della morale diventa inutile.
Il Giudizio finale di ogni anima riguarderà l’osservanza dei Comandamenti, la pratica delle otto Beatitudini, quindi l’amore oppure l’odio praticato in vita. È questa nostra vita a preparare quello che ci meriteremo davanti a Gesù, nessuno potrà più accampare scuse o pentirsi.
In questa Quaresima abbiamo l’opportunità di ricominciare una nuova vita incentrata sul Vangelo. Invochiamo la Madonna con il Rosario, chiediamoLe di proteggerci e di conservarci nel Suo Cuore Immacolato.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
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