Ho letto che i 750 mila euro di cachet Celentano li devolverà ai poveri. Una iniziativa buona senza dubbio, voluta per zittire quanti avevano espresso contrarietà e dubitato sulla necessità di pagare il canone. Celentano devolve questi soldi ai poveri, ma sono soldi degli italiani, soprattutto di tutte quelle famiglie monoreddito che riescono a malapena ad arrivare a fine mese e non riescono a comprare nulla oltre le cose strettamente necessarie. I soldi del canone pagato da famiglie povere finiscono ad altri poveri…
È corretto fare beneficienza con i soldi degli altri?
Il dubbio nasce dal cachet spropositato, il male è all’origine di tutto, non si poteva intavolare una trattativa con chi pretende 750 mila euro e dopo avere sentito lamentele che arrivavano anche dalle mense dei poveri e da tutti i quartieri italiani simili a zone abbandonate dell’Africa, ha escogitato l’idea della beneficienza. Non ci incanta Celentano con questa beneficienza.
Ciò che stona è la sua battaglia contro la Rai per pretendere un cachet esorbitante, l’ottiene e ne gode molto, ma non aveva previsto la reazione popolare e “aveva dimenticato” per alcuni giorni che 8 milioni di italiani sono poveri in canna, “aveva dimenticato” la crisi economica che sta terrorizzando decine di milioni di italiani, “aveva dimenticato” che l’esempio devono darlo proprio i ricchi e non i poveri che non hanno nulla.
La beneficienza di Celentano sarebbe stata apprezzata da me e credo da tutti, se lui fin dall’inizio avesse manifestato l’intenzione di donare ai poveri questa enorme somma. Perde valore se viene compiuta in una situazione di costrizione per tutte le accuse sollevate. E se lui paga l’Iva della donazione, cosa volete che sia questa piccola somma rispetto alla sua ricchezza?
Non ce l’ho contro il personaggio Celentano, considero ipocrita l’azione che sta compiendo, davanti a Dio forse vale pochissimo questa beneficienza ai poveri perché fatta non per amore ma per salvare la sua faccia.
Se poi devo valutare i veri motivi della sua presenza a Sanremo… Sappiamo che lui ha sempre avuto una certa fissazione di considerarsi una specie di messia (minuscolo), chissà da cosa sia partita questa alterazione soggettiva. Ne fece pure un film, ma soprattutto esprime nelle sue apparizioni televisive i suoi sermoni confusi e contraddittori. Si lamenta delle case che si costruiscono a Milano, ma lui vive in una mega villa bunker di cemento, dopo avere comprato una collina e denunciato il suo amico contadino perché pascolava le pecore vicino al suo terreno.
Anche politicamente Celentano è andato dietro gli umori del tempo, del suo tempo, perché lui ha i suoi tempi… Ha votato per tutti, da Berlusconi a Pannella e tutti gli altri partiti, ed è libero di farlo, quindi non scrivo per una questione politica, assolutamente, trovo un’offesa ai veri poveri la sua beneficienza con i soldi degli italiani che pagano il canone. Tutto qui.
In lui esiste un’eccessiva considerazione di se stesso, è convinto che l’Italia senza le sue confuse prediche è perduta e finirà nel fallimento. Pensa che se non parteciperà a Sanremo, gli italiani non conosceranno la verità della crisi mondiale e le soluzioni per uscirne fuori che conosce solamente lui.
Ma la sua presenza a Sanremo ha anche un altro motivo: promuovere l’ultimo suo album. Gratuitamente. Le vendite arriveranno alle stelle ed incasserà un fiume di denaro. È stato facile rinunciare a 750 mila euro. Ma non voglio giudicare le sue intenzioni, anche se molti pensano che la sua presenza sia legata al nuovo disco.
Aldo Grasso sul Corriere della Sera lo ha accusato di partecipare al Festival di Sanremo per promuovere il suo nuovo disco e Celentano gli ha risposto: “Caro Grasso, tu hai capito male, io non vado a Sanremo a promuovere il disco. C'erano altri modi per farlo e non l'ho fatto. Vado a Sanremo soprattutto per parlare e parlerò anche di te e di quelli come te”. Ecco, Adriano Celentano vuole parlare e così conosceremo i nuovi dieci comandamenti…
Capisco che i suoi fan sono dispiaciuti da queste storie e gradiscono la sua presenza a Sanremo, anche perché è sempre stato un bravo cantante. Mi ricordo qualche canzone di molti anni fa, non conosco alcuna sua canzone degli ultimi vent’anni. Come non seguo la musica in genere, preferisco i canti gregoriani e la musica classica quando ho un po’ di tempo.
Per salvare la faccia, Celentano dovrebbe donare ai poveri tutti i proventi del nuovo album, che si moltiplicheranno grazie alla sua presenza a Sanremo. A quel punto anch’io gli direi bravo, senza dimenticare che la montagna di soldi guadagnati con il suo lavoro potrebbe farla diventare collina, donando cospicue somme in beneficienza. Cosa se ne fa un ricco di mille milioni di euro? Corrispondono a quasi duemila miliardi di lire. Cosa se ne fa?
Ho scritto su Celentano proprio oggi che il Vangelo afferma: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. Una coincidenza, ma Celentano crederà che si è trattata di una coincidenza? Non siamo poi noi a dargli la patente di profeta e a spingerlo a declamare i nuovi dieci comandamenti…?
A parte la battuta, io vedo Celentano come una brava persona, con sani principi morali, però incapace di controllare l’istinto di voler dire la sua, quando sarebbe preferibile il silenzio. Parlo per il passato, per questo Sanremo spero che possa portare parole serene e di conciliazione insieme al suo umorismo, gradito a milioni di italiani. Ecco, la risata che porterà nei cuori degli italiani è una cosa buona, perché quando si sorride anche il cuore gradisce, la persona sta meglio.
Per il futuro, Celentano accetti di partecipare gratis e di fare beneficienza ai poveri con i suoi soldi. Dio lo benedirebbe. Come Dio benedice quanti aiutano le famiglie povere che non hanno nulla, sostengono le mense dei poveri, pregano per far arrivare la Provvidenza di Dio a quanti muoiono di fame.
...Vi assicuro che quando pensate ai poveri, Dio aumenta di beni la vostra casa oltre alle benedizioni che vi manda.
È corretto fare beneficienza con i soldi degli altri?
Il dubbio nasce dal cachet spropositato, il male è all’origine di tutto, non si poteva intavolare una trattativa con chi pretende 750 mila euro e dopo avere sentito lamentele che arrivavano anche dalle mense dei poveri e da tutti i quartieri italiani simili a zone abbandonate dell’Africa, ha escogitato l’idea della beneficienza. Non ci incanta Celentano con questa beneficienza.
Ciò che stona è la sua battaglia contro la Rai per pretendere un cachet esorbitante, l’ottiene e ne gode molto, ma non aveva previsto la reazione popolare e “aveva dimenticato” per alcuni giorni che 8 milioni di italiani sono poveri in canna, “aveva dimenticato” la crisi economica che sta terrorizzando decine di milioni di italiani, “aveva dimenticato” che l’esempio devono darlo proprio i ricchi e non i poveri che non hanno nulla.
La beneficienza di Celentano sarebbe stata apprezzata da me e credo da tutti, se lui fin dall’inizio avesse manifestato l’intenzione di donare ai poveri questa enorme somma. Perde valore se viene compiuta in una situazione di costrizione per tutte le accuse sollevate. E se lui paga l’Iva della donazione, cosa volete che sia questa piccola somma rispetto alla sua ricchezza?
Non ce l’ho contro il personaggio Celentano, considero ipocrita l’azione che sta compiendo, davanti a Dio forse vale pochissimo questa beneficienza ai poveri perché fatta non per amore ma per salvare la sua faccia.
Se poi devo valutare i veri motivi della sua presenza a Sanremo… Sappiamo che lui ha sempre avuto una certa fissazione di considerarsi una specie di messia (minuscolo), chissà da cosa sia partita questa alterazione soggettiva. Ne fece pure un film, ma soprattutto esprime nelle sue apparizioni televisive i suoi sermoni confusi e contraddittori. Si lamenta delle case che si costruiscono a Milano, ma lui vive in una mega villa bunker di cemento, dopo avere comprato una collina e denunciato il suo amico contadino perché pascolava le pecore vicino al suo terreno.
Anche politicamente Celentano è andato dietro gli umori del tempo, del suo tempo, perché lui ha i suoi tempi… Ha votato per tutti, da Berlusconi a Pannella e tutti gli altri partiti, ed è libero di farlo, quindi non scrivo per una questione politica, assolutamente, trovo un’offesa ai veri poveri la sua beneficienza con i soldi degli italiani che pagano il canone. Tutto qui.
In lui esiste un’eccessiva considerazione di se stesso, è convinto che l’Italia senza le sue confuse prediche è perduta e finirà nel fallimento. Pensa che se non parteciperà a Sanremo, gli italiani non conosceranno la verità della crisi mondiale e le soluzioni per uscirne fuori che conosce solamente lui.
Ma la sua presenza a Sanremo ha anche un altro motivo: promuovere l’ultimo suo album. Gratuitamente. Le vendite arriveranno alle stelle ed incasserà un fiume di denaro. È stato facile rinunciare a 750 mila euro. Ma non voglio giudicare le sue intenzioni, anche se molti pensano che la sua presenza sia legata al nuovo disco.
Aldo Grasso sul Corriere della Sera lo ha accusato di partecipare al Festival di Sanremo per promuovere il suo nuovo disco e Celentano gli ha risposto: “Caro Grasso, tu hai capito male, io non vado a Sanremo a promuovere il disco. C'erano altri modi per farlo e non l'ho fatto. Vado a Sanremo soprattutto per parlare e parlerò anche di te e di quelli come te”. Ecco, Adriano Celentano vuole parlare e così conosceremo i nuovi dieci comandamenti…
Capisco che i suoi fan sono dispiaciuti da queste storie e gradiscono la sua presenza a Sanremo, anche perché è sempre stato un bravo cantante. Mi ricordo qualche canzone di molti anni fa, non conosco alcuna sua canzone degli ultimi vent’anni. Come non seguo la musica in genere, preferisco i canti gregoriani e la musica classica quando ho un po’ di tempo.
Per salvare la faccia, Celentano dovrebbe donare ai poveri tutti i proventi del nuovo album, che si moltiplicheranno grazie alla sua presenza a Sanremo. A quel punto anch’io gli direi bravo, senza dimenticare che la montagna di soldi guadagnati con il suo lavoro potrebbe farla diventare collina, donando cospicue somme in beneficienza. Cosa se ne fa un ricco di mille milioni di euro? Corrispondono a quasi duemila miliardi di lire. Cosa se ne fa?
Ho scritto su Celentano proprio oggi che il Vangelo afferma: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. Una coincidenza, ma Celentano crederà che si è trattata di una coincidenza? Non siamo poi noi a dargli la patente di profeta e a spingerlo a declamare i nuovi dieci comandamenti…?
A parte la battuta, io vedo Celentano come una brava persona, con sani principi morali, però incapace di controllare l’istinto di voler dire la sua, quando sarebbe preferibile il silenzio. Parlo per il passato, per questo Sanremo spero che possa portare parole serene e di conciliazione insieme al suo umorismo, gradito a milioni di italiani. Ecco, la risata che porterà nei cuori degli italiani è una cosa buona, perché quando si sorride anche il cuore gradisce, la persona sta meglio.
Per il futuro, Celentano accetti di partecipare gratis e di fare beneficienza ai poveri con i suoi soldi. Dio lo benedirebbe. Come Dio benedice quanti aiutano le famiglie povere che non hanno nulla, sostengono le mense dei poveri, pregano per far arrivare la Provvidenza di Dio a quanti muoiono di fame.
...Vi assicuro che quando pensate ai poveri, Dio aumenta di beni la vostra casa oltre alle benedizioni che vi manda.
Nessun commento:
Posta un commento
scrivi qui il tuo commento: