Non è strano che molti cristiani, posati e persino solenni nella vita di relazione (non hanno fretta), nelle loro poco attive attività professionali, a tavola, nel riposo (neanche in ciò hanno fretta), si sentano incalzati dalla fretta e incalzino il Sacerdote, nella loro ansia di abbreviare, di affrettare il tempo dedicato al Sacrificio Santissimo dell'Altare? (Cammino, 530)
Tutta la Trinità è presente nel Sacrificio dell'altare. Per la volontà del Padre e con la cooperazione dello Spirito Santo, il Figlio Si offre come Vittima Redentrice. Impariamo a rivolgerci alla Trinità Beatissima, Dio Uno e Trino: tre Persone Divine nell'unità della Loro sostanza, del Loro amore, della Loro efficace azione santificatrice.
Subito dopo il "Lavabo" il sacerdote pronuncia questa orazione: "Accetta, o Trinità Santa, quest'offerta che Ti presentiamo in memoria della Passione, Risurrezione ed Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo". E al termine della Messa c'è un'altra orazione di fervente omaggio a Dio Uno e Trino: "Placeat tibi, Sancta Trinitas, obsequium servitutis meae... Ti sia gradito, Trinità Santa, l'ossequio del tuo servo: possa questo Sacrificio, che io, benché indegno, ho offerto alla Tua Maestà, esserTi accetto, e per Tua misericordia, attirare il Tuo favore su di me e su tutti coloro per i quali l'ho offerto".
La Messa — ripeto — è azione divina, trinitaria, non umana. Il sacerdote che celebra, collabora al progetto del Signore, prestando il suo corpo e la sua voce; ma non agisce in nome proprio, bensì in Persona et in Nomine Christi, nella Persona di Cristo e nel Nome di Cristo.
L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla Presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il Sacrificio predetto da Malachia: "Dall'oriente all'occidente grande è il Mio Nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al Mio Nome: un' oblazione pura".
È il Sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: Oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare. (E' Gesù che passa, 86)
Tutta la Trinità è presente nel Sacrificio dell'altare. Per la volontà del Padre e con la cooperazione dello Spirito Santo, il Figlio Si offre come Vittima Redentrice. Impariamo a rivolgerci alla Trinità Beatissima, Dio Uno e Trino: tre Persone Divine nell'unità della Loro sostanza, del Loro amore, della Loro efficace azione santificatrice.
Subito dopo il "Lavabo" il sacerdote pronuncia questa orazione: "Accetta, o Trinità Santa, quest'offerta che Ti presentiamo in memoria della Passione, Risurrezione ed Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo". E al termine della Messa c'è un'altra orazione di fervente omaggio a Dio Uno e Trino: "Placeat tibi, Sancta Trinitas, obsequium servitutis meae... Ti sia gradito, Trinità Santa, l'ossequio del tuo servo: possa questo Sacrificio, che io, benché indegno, ho offerto alla Tua Maestà, esserTi accetto, e per Tua misericordia, attirare il Tuo favore su di me e su tutti coloro per i quali l'ho offerto".
La Messa — ripeto — è azione divina, trinitaria, non umana. Il sacerdote che celebra, collabora al progetto del Signore, prestando il suo corpo e la sua voce; ma non agisce in nome proprio, bensì in Persona et in Nomine Christi, nella Persona di Cristo e nel Nome di Cristo.
L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla Presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il Sacrificio predetto da Malachia: "Dall'oriente all'occidente grande è il Mio Nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al Mio Nome: un' oblazione pura".
È il Sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: Oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare. (E' Gesù che passa, 86)
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