Nata a Siena il 25 marzo 1347, figlia di Jacopo e Lapa Benincasa, Caterina celebrò a sette anni il suo matrimonio mistico con Cristo. Che ciò non fosse il frutto di fantasie infantili, ma l'inizio di una straordinaria esperienza mistica, lo si potè costastare molto presto.
A 15 anni Caterina entrava a far parte del Terz'Ordine di S. Domenico, iniziando una vita di penitenza di estremo rigore.
Per vincere la repulsione verso un lebbroso maleodorante si chinò a baciarne le piaghe.
Analfabeta, cominciò a dettare le sue lettere, accorate e sapienti, indirizzate a papi, re, condottieri e umile gente del popolo.
Il suo coraggioso impegno sociale e politico suscitò non poche perplessità tra i suoi stessi superiori e dovette presentarsi davanti al Capitolo Generale dei Domenicani, celebrato a Firenze nel maggio del 1377, per rendere conto della sua condotta.
A Siena, nel raccoglimento della sua cella, dettò il Dialogo sulla Divina Provvidenza per sciogliere a Dio il suo ultimo canto d'amore. Rispose quindi all'appello di Urbano VI col quale si era schierata dall'inizio del grande scisma, perchè il Papa la volle a Roma in quel momento di grave confusione.
Qui cadde ammalata e, attorniata dai suoi numerosi discepoli, ai quali raccomandò soltanto di amarsi gli uni gli altri, rese la sua anima a Dio.
Era il 29 aprile 1380: aveva compiuto da un mese 33 anni.
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