" Quando Dio tormenta i Suoi amici, con una mano distribuisce le tribolazioni e con l'altra offre la grazia per conformarvisi che porta verso le vette della santità.
Dio non ci lascia mai soli, soprattutto nel momento della prova: diviene luce e forza per poterla recepire e vivere in maniera "divina".
Quando i fedeli reagiscono con fede e con amore, è Cristo che in essi si riconosce, accetta e ama la prova.
Così, dunque, la fecondità spirituale della prova dipende dall'intensità della vita interiore.
La vita teologale è una vita di fede, di speranza e di carità. Il progresso in una sola di queste virtù porta con sè il progresso delle altre due, come l'incrinatura in una di esse abbassa il livello spirituale dell'anima e, quindi, la capacità di vedere, giudicare e agire secondo il progetto di Dio.
L'interdipendenza reciproca della fede, della speranza e della carità è profonda, e sono importanti le occasioni di progresso o di regresso in ciascuna di queste virtù per l'insieme della vita soprannaturale.
Le prove che Dio invia ai Suoi amici sono destinate, nel Suo Piano, a diventare dei mezzi di progresso. Esse devono essere dei trampolini di lancio, non degli ostacoli. Ovviamente, per questo è determinante l'atteggiamento della creatura.
Il sole resta sole, illumina e riscalda anche quando io chiudo le imposte e non gli permetto di entrare ad illuminare e riscaldare la mia stanza.
Se io resto al buio e al freddo, la colpa non è certo del sole, ma solo mia perchè non ho posto le premesse per avere luce e calore. "
San Francesco (preghiera semplice)
4 mesi fa
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