Gesù
sempre ci invita a perdonare e a dimenticare le piccole offese che
spesso accadono nella convivenza quotidiana. È facile ricevere in famiglia e al
lavoro offese, scorrettezze e alle volte anche danneggiamenti; in queste
circostanze si misura la nostra spiritualità; dalla reazione che abbiamo viene
fuori chi siamo dentro. Spesso non si reagisce con durezza per mancanza di
amore: è la tensione e l’ira accumulata a dare scintilla al nervosismo.
Ho parlato spesso dell’importanza del perdono, che è un dono per l’altro, per chi ha sbagliato e si
comporta male. Il nostro perdono deve essere sincero, di cuore, come Gesù
perdona tutti noi.
Il perdono si deve avvertire nel cuore;
quindi, è sempre travagliato, nasce con un po’ di violenza, ed è bene
considerare che se non si incontra la persona che ha causato la sofferenza, è
sufficiente il perdono sentito nel cuore.
Molti dicono che non riescono a perdonare
perché i loro nemici non lo meritano, ma allora chi merita il perdono di Dio?
Chi non vuol perdonare deve chiedersi se ci sono state circostanze nella vita
in cui non era stato meritevole del perdono del Padre. Noi mostriamo di amare
Gesù se perdoniamo i nostri nemici, comunque se dimentichiamo i loro errori e
non li condanniamo perché solo Dio può svolgere questo compito.
Se siamo umili nel riconoscere i nostri
debiti nei confronti di Dio, questo ci aiuterà a perdonare a discolpare gli
altri.
Oltre il perdono da offrire a tutti, c’è
anche l’atteggiamento di discolpare chi ha sbagliato, non rivoltando la verità
né falsando qualcosa, ma si discolpa qualcuno perché egli non si rende conto
del male che fa a sè stesso e poi agli altri! Si inserisce qui la comprensione
senza negare l’evidenza dei fatti: è un atto di amore che si esplicita con la
pazienza e la convinzione che chi sbaglia è accecato e non si rende conto della
sofferenza che causa negli altri.
L’inimicizia nasce tra le persone che si
conoscono quando qualcuno ripete gli stessi errori e non mostra alcun segno di
ravvedimento; questo è un supplizio per chi deve sopportare le torture magari
nell’ambiente di lavoro. Tutto si può superare insieme a Gesù, invocando con
Fede il Suo Cuore e chiedendo di intervenire per convertire quella persona e
per ricevere la pazienza e la capacità di perdonare.
È sempre determinante invocare Gesù per
ricevere da Lui la forza di amare e di perdonare anche nelle condizioni più
difficili.
Senza l’aiuto di Gesù, se non c’è la Sua Grazia , è impossibile
perdonare cristianamente; al contrario si ha una forte inclinazione
nell’emettere giudizi e sospetti temerari, molto gravi e che richiedono la Confessione. Con l’aiuto
di Gesù invece c’è l’umiltà di comprendere ed invece di falsare gli episodi e
di ingigantire un fatto, si cerca di minimizzarlo, di sgonfiarlo per non
ricordarlo.
Chi è umile è obiettivo, quindi
realistico, senza pregiudizi e giusto. Riesce a discolpare i difetti degli altri perché non se ne
scandalizza. Il superbo invece li cerca per giudicare e dirlo a tutti, se non
ne trova li inventa e così distrugge la sua vita spirituale.
Guardiamo la Vergine Maria ed imitiamo le Sue virtù. È importante
conoscere i Suoi consigli leggendo i messaggi di Medjugorje.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
Nessun commento:
Posta un commento
scrivi qui il tuo commento: