Il Santo Rosario è considerato una preghiera completa perché riporta in sintesi tutta la storia della nostra salvezza. Con il Rosario, infatti, meditiamo i “misteri” della gioia, della luce, del dolore e della gloria di Gesù e Maria. È una preghiera semplice, umile così come Maria. È una preghiera che facciamo insieme alla Madre di Dio. Quando con l’Ave Maria La invitiamo a pregare per noi, la Madonna esaudisce sempre la nostra domanda, unisce la Sua preghiera alla nostra.
Il Rosario è una sintesi di tutto il Vangelo, i misteri che si meditano sono armonie angeliche, che ci permettono di godere la pace del Cielo, ci trasmette la gioia e la delizia conosciuta su questa terra dai Santi.
Nel Rosario non possiamo separare l’aspetto puramente devozionale da quello teologico dottrinale. Questi due elementi sono così uniti da costituire un unico corpo. Se consideriamo i misteri e tutta la sua articolazione delle parti, scopriamo una preghiera tutta permeata della Parola di Dio, perché il fondamento del Rosario è la Parola di Dio ed è anche il suo modo di essere.
Il messaggio del Rosario è uno solo: il Vangelo. Se si condivide questo messaggio meditato nel Rosario, nasce la comunione di intenti nella Chiesa. Recitando il Rosario conosci il Vangelo, ti lasci assorbire dallo stesso Spirito che operava in Gesù nella Sua missione pubblica; che operava in Maria, dall’Annunciazione fino all’Assunzione, e che continua ad operare ineffabilmente e potentemente nella Persona della Sua Sposa amatissima.
Quando si parla dell’Annunciazione, conosciamo il dialogo tra la Vergine e l’Arcangelo Gabriele; ma anche sotto la Croce avvenne un’altra Annunciazione, la seconda. Nel primo annuncio la Madonna accolse il Figlio di Dio nel Suo grembo, nel secondo annuncio la Madonna ha accolto ognuno di noi nel Suo Cuore Immacolato. Poco prima di spirare, Gesù ha detto: “Figlio, ecco la tua Madre”. Questo è il secondo annuncio e lo compie Gesù, donando tutti gli esseri umani a Maria. Nel primo, Dio Padre per mezzo dell’Arcangelo dona Gesù a Maria; nel secondo, Gesù Stesso dona tutti noi a Maria. È sempre Maria a ricevere Gesù e tutti noi.
Il Rosario è un annuncio di Fede perché fondato sugli eventi che hanno determinato il Mistero della Redenzione di ciascuno di noi.
Il Rosario è Maria che contempla la storia del Suo Figlio e quanto è stato compiuto per la Redenzione. È la preghiera di Maria, è la preghiera che permette a Maria di agire in un’anima come piace a Lei, per ricolmare di Grazie quell’anima.
Il primo lavoro che compie la Madonna è quello di trasmettere il Suo Spirito, affinché il Suo Sposo -lo Spirito Santo- riversi i Suoi doni nell’anima in cui trova la Sua Sposa. È Maria ad attrarre lo Spirito Santo in un’anima, e senza la Sua presenza, lo Spirito di Dio non opererebbe. Così vuole Dio.
Scrive Paolo VI nella “Marialis cultus” al n. 44: “… è apparsa in più vivida luce l’indole evangelica del Rosario, in quanto dal Vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le principali formule; al Vangelo si ispira per suggerire, muovendo dal gioioso saluto dell’Angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitarlo: e del Vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave Maria, un mistero fondamentale: l’Incarnazione del Verbo contemplato nel momento decisivo dell’Annuncio fatto a Maria”.
Il Rosario è il Vangelo che diventa preghiera, l’inno a Dio per mezzo di Maria. La recita devota e fiduciosa del Santo Rosario è la preghiera di Gesù, preghiera cristocentrica, che ripresenta il ricordo di quanto fece Gesù, la Sua opera di Redenzione viene meditata e diventa sempre più dominante la presenza dello Spirito di Gesù.
Il Rosario fa rivivere tutte le tappe del “dogma della Redenzione”, equilibra il cuore e la mente, e li conduce nell’adesione al volere divino, il quale permette di accogliere la Parola e di metterla in pratica.
Un’adesione che non è puramente esteriore, ma investe e riveste di significato, ogni momento della nostra vita, per dire sempre sì a Dio, non solo quando siamo nella gioia, ma anche quando il dolore ci opprime e fa diventare pesante il nostro cammino.
Le anime buone e spirituali riconoscono la grande importanza del Santo Rosario e dedicano ogni giorno del tempo alla contemplazione dei divini misteri. È una preghiera piena di amore, così facile e al tempo stesso così ricca. È una sintesi della preghiera. Include la lode alla Madonna nell’Ave Maria, la supplica nella Santa Maria, la contemplazione nei misteri, il Padre Nostro come glorificazione ed invocazione al Padre, punto terminale di ogni nostra supplica, di ogni preghiera.
Possiamo affermare che il Rosario è una professione di Fede. “È il Credo fatto preghiera”, affermava il Cardinale Newman. Pregando il Rosario, dinanzi ai nostri occhi scorre tutto il mistero della nostra Redenzione, la nostra mente contempla la vita di Gesù e di Maria, il nostro cuore gioisce per quanto è stato compiuto per ognuno di noi, quanto amore hanno sprigionato i due Sacratissimi Cuori.
Inteso così, il Santo Rosario diventa una confessione di Fede storica, perché i misteri ci fanno riattraversare con Maria gli eventi salvifici della nostra Redenzione. In ogni mistero si considera ogni evento della vita di Gesù, ci aiuta a leggere più attentamente la Sua vita, ad entrare meglio e in modo esistenziale negli avvenimenti realmente accaduti di Gesù Cristo. Questa è la grande importanza del Santo Rosario, che non è solo preghiera vocale, ma considerazione approfondita di ciò che Gesù fece e disse.
Recitando il Santo Rosario, la Madonna ci trasforma nel Suo Figlio Gesù. La Maternità di Maria continua in noi.
Il lavoro che compie la Madonna nelle anime umili, è silenzioso e nascosto, ma interiormente ci trasforma e attira le compiacenze di Gesù su ognuno di noi.
È attraverso la recita del Rosario che chiediamo Grazie ed aiuto a Gesù e a Maria, e riceviamo da Loro la forza per realizzare degnamente il cammino della nostra santificazione, per essere “perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli” (Mt 5,48). Questa santa preghiera del Rosario, ci permette di imitare la Madonna che “conservava tutte queste cose meditandole nel Suo Cuore” (Lc 2,51).
La Madonna che accoglie la Parola diventa il terreno buono che, accogliendo il seme, fa germogliare il frutto (cf. Lc 8,15). Anche noi dobbiamo essere terreno buono per lasciare “riposare” la Parola di Dio, e crescere in santità proprio per avere accolto questa Parola di verità.
Il Santo Rosario è stato definito: “Catena d’oro che ci lega a Dio. Vincolo d’amore che ci unisce agli Angeli. Torre di salvezza negli assalti dell’inferno. Porto sicuro nel comune naufragio”.
È il libro di tutti. Il Santo Rosario è divenuto popolare come la Croce; è divenuto il libro di tutte le preghiere e delle preghiere di tutti.
Papa Paolo VI nella sua Enciclica “Marialis Cultus” ha scritto sul Rosario: «Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell’incarnazione redentrice, il Rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico -la ripetizione litanica del “Rallegrati, Maria”- diviene anch’esso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio dell’Angelo e del saluto della madre del Battista: “Benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1,42). Diremo di più: la ripetizione dell’Ave Maria costituisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave Maria richiama, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine, nato in una grotta di Betlemme; presentato dalla Madre al tempio; giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo; Redentore agonizzante nell’orto; flagellato e coronato di spine; carico della Croce e morente sul Calvario; risorto da morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il dono dello Spirito. È noto che, appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava un tempo -e la consuetudine si è conservata in varie regioni- aggiungere al nome di Gesù, in ogni “Ave Maria”, una clausola che richiamasse il mistero enunciato» (MC 44).
Il Papa Giovanni Paolo II ha sempre affermato: “Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità”.
Il Patrono dei moralisti, Sant’Alfonso M. dé Liguori scriveva nel suo celeberrimo libro “Le Glorie di Maria”: “Tra tutte le pratiche di lode a Maria, non ne conosco alcuna più gradita alla Madre di Dio del Rosario”.
“Il Rosario è un modo eminentemente vantaggioso di pregare, quando è recitato correttamente”, predicava San Francesco di Sales.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
Il Rosario è una sintesi di tutto il Vangelo, i misteri che si meditano sono armonie angeliche, che ci permettono di godere la pace del Cielo, ci trasmette la gioia e la delizia conosciuta su questa terra dai Santi.
Nel Rosario non possiamo separare l’aspetto puramente devozionale da quello teologico dottrinale. Questi due elementi sono così uniti da costituire un unico corpo. Se consideriamo i misteri e tutta la sua articolazione delle parti, scopriamo una preghiera tutta permeata della Parola di Dio, perché il fondamento del Rosario è la Parola di Dio ed è anche il suo modo di essere.
Il messaggio del Rosario è uno solo: il Vangelo. Se si condivide questo messaggio meditato nel Rosario, nasce la comunione di intenti nella Chiesa. Recitando il Rosario conosci il Vangelo, ti lasci assorbire dallo stesso Spirito che operava in Gesù nella Sua missione pubblica; che operava in Maria, dall’Annunciazione fino all’Assunzione, e che continua ad operare ineffabilmente e potentemente nella Persona della Sua Sposa amatissima.
Quando si parla dell’Annunciazione, conosciamo il dialogo tra la Vergine e l’Arcangelo Gabriele; ma anche sotto la Croce avvenne un’altra Annunciazione, la seconda. Nel primo annuncio la Madonna accolse il Figlio di Dio nel Suo grembo, nel secondo annuncio la Madonna ha accolto ognuno di noi nel Suo Cuore Immacolato. Poco prima di spirare, Gesù ha detto: “Figlio, ecco la tua Madre”. Questo è il secondo annuncio e lo compie Gesù, donando tutti gli esseri umani a Maria. Nel primo, Dio Padre per mezzo dell’Arcangelo dona Gesù a Maria; nel secondo, Gesù Stesso dona tutti noi a Maria. È sempre Maria a ricevere Gesù e tutti noi.
Il Rosario è un annuncio di Fede perché fondato sugli eventi che hanno determinato il Mistero della Redenzione di ciascuno di noi.
Il Rosario è Maria che contempla la storia del Suo Figlio e quanto è stato compiuto per la Redenzione. È la preghiera di Maria, è la preghiera che permette a Maria di agire in un’anima come piace a Lei, per ricolmare di Grazie quell’anima.
Il primo lavoro che compie la Madonna è quello di trasmettere il Suo Spirito, affinché il Suo Sposo -lo Spirito Santo- riversi i Suoi doni nell’anima in cui trova la Sua Sposa. È Maria ad attrarre lo Spirito Santo in un’anima, e senza la Sua presenza, lo Spirito di Dio non opererebbe. Così vuole Dio.
Scrive Paolo VI nella “Marialis cultus” al n. 44: “… è apparsa in più vivida luce l’indole evangelica del Rosario, in quanto dal Vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le principali formule; al Vangelo si ispira per suggerire, muovendo dal gioioso saluto dell’Angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitarlo: e del Vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave Maria, un mistero fondamentale: l’Incarnazione del Verbo contemplato nel momento decisivo dell’Annuncio fatto a Maria”.
Il Rosario è il Vangelo che diventa preghiera, l’inno a Dio per mezzo di Maria. La recita devota e fiduciosa del Santo Rosario è la preghiera di Gesù, preghiera cristocentrica, che ripresenta il ricordo di quanto fece Gesù, la Sua opera di Redenzione viene meditata e diventa sempre più dominante la presenza dello Spirito di Gesù.
Il Rosario fa rivivere tutte le tappe del “dogma della Redenzione”, equilibra il cuore e la mente, e li conduce nell’adesione al volere divino, il quale permette di accogliere la Parola e di metterla in pratica.
Un’adesione che non è puramente esteriore, ma investe e riveste di significato, ogni momento della nostra vita, per dire sempre sì a Dio, non solo quando siamo nella gioia, ma anche quando il dolore ci opprime e fa diventare pesante il nostro cammino.
Le anime buone e spirituali riconoscono la grande importanza del Santo Rosario e dedicano ogni giorno del tempo alla contemplazione dei divini misteri. È una preghiera piena di amore, così facile e al tempo stesso così ricca. È una sintesi della preghiera. Include la lode alla Madonna nell’Ave Maria, la supplica nella Santa Maria, la contemplazione nei misteri, il Padre Nostro come glorificazione ed invocazione al Padre, punto terminale di ogni nostra supplica, di ogni preghiera.
Possiamo affermare che il Rosario è una professione di Fede. “È il Credo fatto preghiera”, affermava il Cardinale Newman. Pregando il Rosario, dinanzi ai nostri occhi scorre tutto il mistero della nostra Redenzione, la nostra mente contempla la vita di Gesù e di Maria, il nostro cuore gioisce per quanto è stato compiuto per ognuno di noi, quanto amore hanno sprigionato i due Sacratissimi Cuori.
Inteso così, il Santo Rosario diventa una confessione di Fede storica, perché i misteri ci fanno riattraversare con Maria gli eventi salvifici della nostra Redenzione. In ogni mistero si considera ogni evento della vita di Gesù, ci aiuta a leggere più attentamente la Sua vita, ad entrare meglio e in modo esistenziale negli avvenimenti realmente accaduti di Gesù Cristo. Questa è la grande importanza del Santo Rosario, che non è solo preghiera vocale, ma considerazione approfondita di ciò che Gesù fece e disse.
Recitando il Santo Rosario, la Madonna ci trasforma nel Suo Figlio Gesù. La Maternità di Maria continua in noi.
Il lavoro che compie la Madonna nelle anime umili, è silenzioso e nascosto, ma interiormente ci trasforma e attira le compiacenze di Gesù su ognuno di noi.
È attraverso la recita del Rosario che chiediamo Grazie ed aiuto a Gesù e a Maria, e riceviamo da Loro la forza per realizzare degnamente il cammino della nostra santificazione, per essere “perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli” (Mt 5,48). Questa santa preghiera del Rosario, ci permette di imitare la Madonna che “conservava tutte queste cose meditandole nel Suo Cuore” (Lc 2,51).
La Madonna che accoglie la Parola diventa il terreno buono che, accogliendo il seme, fa germogliare il frutto (cf. Lc 8,15). Anche noi dobbiamo essere terreno buono per lasciare “riposare” la Parola di Dio, e crescere in santità proprio per avere accolto questa Parola di verità.
Il Santo Rosario è stato definito: “Catena d’oro che ci lega a Dio. Vincolo d’amore che ci unisce agli Angeli. Torre di salvezza negli assalti dell’inferno. Porto sicuro nel comune naufragio”.
È il libro di tutti. Il Santo Rosario è divenuto popolare come la Croce; è divenuto il libro di tutte le preghiere e delle preghiere di tutti.
Papa Paolo VI nella sua Enciclica “Marialis Cultus” ha scritto sul Rosario: «Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell’incarnazione redentrice, il Rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico -la ripetizione litanica del “Rallegrati, Maria”- diviene anch’esso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio dell’Angelo e del saluto della madre del Battista: “Benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1,42). Diremo di più: la ripetizione dell’Ave Maria costituisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave Maria richiama, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine, nato in una grotta di Betlemme; presentato dalla Madre al tempio; giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo; Redentore agonizzante nell’orto; flagellato e coronato di spine; carico della Croce e morente sul Calvario; risorto da morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il dono dello Spirito. È noto che, appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava un tempo -e la consuetudine si è conservata in varie regioni- aggiungere al nome di Gesù, in ogni “Ave Maria”, una clausola che richiamasse il mistero enunciato» (MC 44).
Il Papa Giovanni Paolo II ha sempre affermato: “Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità”.
Il Patrono dei moralisti, Sant’Alfonso M. dé Liguori scriveva nel suo celeberrimo libro “Le Glorie di Maria”: “Tra tutte le pratiche di lode a Maria, non ne conosco alcuna più gradita alla Madre di Dio del Rosario”.
“Il Rosario è un modo eminentemente vantaggioso di pregare, quando è recitato correttamente”, predicava San Francesco di Sales.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
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