Nella richiesta di San Francesco a Gesù c’era il grande desiderio della salvezza di tutte le anime, per questo chiese l’indulgenza della Porziuncola, la piccola Chiesa, voleva essere una “rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci”. Le continue preghiere e penitenze del Santo d’Assisi erano rivolte alla salvezza delle anime, che è sempre una costante in tutti coloro che seguono con assoluta fedeltà il Signore.
«La Porziuncola fu la terza Chiesa riparata da San Francesco dopo la sua vocazione: mentre egli pregava di fronte al Crocifisso di San Damiano sentì una voce che diceva: “Và e ripara la mia Chiesa che come vedi và in rovina…”.
Nella Porziuncola inoltre, Santa Chiara rinunciò al mondo e abbracciò sorella povertà e qui San Francesco morì la sera del 3 ottobre 1226».
Visitare almeno una volta la Basilica di Santa Maria degli Angeli nella parte bassa di Assisi, è un momento spirituale intenso, almeno se si rimane un po’ a riflettere su quanto avvenne nella piccola Chiesa che si trova all’interno della Basilica, la chiesetta della Porziuncola che conserva ancora le caratteristiche del tempo di San Francesco. La piccola Chiesa di soli 4 metri per 7 conserva tutt’ora le strutture trecentesche, compreso il tetto con la copertura in marmi bianco e rosa.
Ma il suo stile antico che emana povertà decorosa e prestigiosa, la rendono misticamente attraente, non solamente per i bellissimi affreschi esterni e l’interno che emana un incanto spirituale davvero fortissimo, è la piccola Chiesa a dare l’impressione anche guardandola da lontano, di essere un luogo di santità.
Sull’arco del portale d’ingresso, sulla fascia d’oro che incornicia l’affresco della facciata, sono scritte le parole: “La tua richiesta Francesco accolgo”, pronunciate da Gesù in risposta alla richiesta del Santo: “… che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa Chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
A sottolineare l’ingresso nel luogo dell’indulgenza altre due brevi iscrizioni, una incisa sulla soglia: Hic locus sanctus est (questo luogo è santo) e l'altra scritta alla base dell’altare dell’affresco sopra la porta: Haec est porta vitae aeternae (questa è la porta della vita eterna).
La chiesetta della Porziuncola San Francesco l’ha vista come “una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci”, come il luogo della conversione di tutti i peccatori: questo sentiva nel suo cuore ardente di amore per Gesù Crocifisso e la Madonna.
Come la rete gettata nel mare indicata da Gesù che raccoglie ogni genere di pesci, anche alla Porziuncola vanno in visita categorie diverse di persone, buone e cattive, credenti e turisti, e dentro la piccola Chiesa avviene la separazione, non decisa da Gesù ma dalle stesse persone. I credenti aumentano la loro Fede, i tiepidi e gli indifferenti si allontanano dal Regno dei Cieli.
Questo per quanto riguarda il grande dono dell’indulgenza plenaria che Gesù concesse a San Francesco, perché non è la chiesetta della Porziuncola l’unico luogo di salvezza, ma è sicuramente un mezzo buono di salvezza eterna. La Porziuncola oggi ci rappresenta il Vangelo, Gesù dice che molti pesci furono pescati, ma poi si fece la selezione e vennero divisi in buoni e cattivi. “… raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi”.
La selezione non la fa Gesù, Egli non manda nessuno all’inferno, è l’uomo che sceglie l’inferno con le sue opere disoneste.
Alla fine della vita di ogni essere umano su questa terra, c’è il Giudizio particolare e l’anima al cospetto di Gesù vede in un attimo tutte le cose buone e le cose cattive commesse in tutta la sua vita. E se quelle cattive sono molte e non confessate, da se stessa si getta nell’inferno.
Al contrario, se le opere buone sono superiori a quelle cattive e queste cattive furono confessate o comunque ci fu una richiesta interiore di perdono a Gesù, queste anime saranno sante e felici per l’eternità.
Ognuno di noi sceglie il suo destino. Siamo ancora in tempo per compiere grandi opere buone e riparare i peccati commessi.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
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