" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

10 novembre 2011

IL SENSO DELLA GRATITUDINE




C’è un grosso equivoco nella vita della quasi totalità degli esseri umani: moltissimi sono convinti di non dovere ringraziare nessuno, tantomeno Dio, se sono vivi e vegeti. Non sono solo i pagani o non credenti a rifiutare il ringraziamento a Dio, anche molti cristiani hanno dimenticato che niente si crea da solo, tutto ha un inizio da un Essere che non ha mai avuto inizio.
Gli Stati Uniti d’America hanno conservato dal 1621 una ricorrenza particolare chiamata "il giorno del ringraziamento" e che inizialmente era una festa cristiana, in segno di gratitudine per la fine della stagione del raccolto. Da molti anni è stata trasformata in una ricorrenza secolare, una festa per ringraziare chissà chi, comunque i buoni cristiani si ricordano di ringraziare Gesù.
Il senso di gratitudine può accompagnare anche la vita dei non credenti; sicuramente esistono molti atei che praticano i valori umani con molta sincerità ma tutto non è riferito a Gesù, solo a sè stessi. A volte, un ateo onesto è più bravo di un cristiano immorale. Tra i due non si può che apprezzare l’ateo, forse potrà trovare anche la fede e credere proprio per la sua correttezza.
Di sicuro però l’ateo non crede nei valori cristiani e questo è un inconveniente notevole.
Si potrà dire che il cristiano immorale conosce già Gesù e può cercare la Confessione, ed è vero, ma proprio perché conosce Gesù la sua responsabilità è maggiore. I suoi peccati sono deliberati perché conosce la sua fede, invece l’ateo pecca non contro Dio e i Comandamenti.
Allora conviene diventare atei, potrebbe dire qualche simpaticone, ma è evidente che conoscere è una grazia immensa, permette di scegliere il bene e di evitare il male, di aumentare i meriti davanti a Dio e di sperare nella vita eterna.
Noi viviamo non per morire ma per rinascere alla vita eterna.
Mentre gli atei vivono riconoscendo questa vita come l’unica fuggente esperienza.
Noi cristiani viviamo con un fine, un riferimento divino, una speranza che non ci abbandona mai. Noi cristiani obbediamo al Dio Creatore che Si è rivelato in un Uomo unico e infinito.
È un’obbedienza che ci gratifica, ci permette di diventare sempre più somiglianti a Colui che ci ha indicato la Via della vera pace e della gioia. E più si obbedisce alla volontà di Gesù, più Egli prende dimora nel cuore del cristiano obbediente.
Gesù stesso obbedì sempre alla volontà del Padre; la Madonna non si muoveva se non sentiva l’ispirazione dello Spirito Santo; San Giuseppe guardava Gesù e Maria e dopo si muoveva. Obbedire è amare la Persona che comanda i precetti dell’amore e della giustizia.
Tutti i più grandi Santi sono stati grandi obbedienti al Vangelo, alla volontà di Dio.
Non è facile riconoscere la voce di Dio nella propria vita, ma tutti possiamo seguire gli insegnamenti del Catechismo ed evitare di sbagliare. La confusione dottrinale si supera ricorrendo proprio al Catechismo e meditando le spiegazioni chiare e incisive.
D’altronde Gesù non ci mette mai confusione: se siamo puri riusciamo ad ascoltare la Sua voce.
La nostra vita deve essere sempre e solo gratitudine verso Dio, non dobbiamo stancarci di ringraziarLo e di benedirLo per tutto quanto ci ha donato e per tutti i pericoli evitati.

Chissà quante volte Gesù ci ha aiutato nei momenti di pericolo, risparmiandoci sofferenze gravi! Non lo sappiamo ma lo sapremo, adesso impegniamoci ogni giorno nel trovare un po’ di tempo e ringraziare Gesù di tutto, parlando con Lui di tutto.
DiciamoGli moltissime volte che Lo amiamo davvero!
(padre Giulio Maria Scozzaro)

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