Pubblico questa bellissima preghiera-riflessione inviatami da Gianandrea, iscritto al Gruppo Mariano Oremus. L'ho trovata edificante e penso che possa far tanto bene a chi avrà la fortuna di leggerla:
Quando si parla d'amore, Signore, forse gli uomini pensano ad una cosa sempre uguale.
Ma quanto è vario l'amore!
Ricordo che quando t'ho incontrato non mi preoccupavo d'amarti.
Forse perché eri Tu che mi hai incontrato e Tu stesso pensavi a riempire il mio cuore.
Ricordo che alle volte ero tutta fiamma, anche se il fardello della mia umanità mi dava noia e avevo l'impressione di trascinare il peso.
Allora, già d'allora per grazia tua, capivo un po' chi ero io e chi eri Tu e vedendo quella fiamma come un dono tuo.
Poi mi hai indicato una via per trovarti.
« Sotto la croce, sotto ogni croce - mi dicevi - ci sono io. Abbracciala e mi troverai».
Me l'hai detto molte volte e non ricordo le argomentazioni che adducevi. So che mi hai convinta.
Allora, al sopravvivere d'ogni dolore, pensavo a te, e con volontà ti dicevo il mio sì ... ...
Ma la croce restava il buio che incupiva l'anima, lo strazio che la dilaniava, o altro ...
.... Quante sono le croci della vita!
Ma Tu, più tardi, mi hai insegnato ad amarti nel fratello e allora, incontrato il dolore, non mi fermavo ad esso, ma accettatolo, pensavo a chi mi stava accanto, dimentica di me, e dopo pochi istanti, tornata in me, trovavo il mio dolore dileguato.
Così per anni e anni: ginnastica continua della croce, ascetica dell'amore.
Sono passate tante prove e Tu lo sai: Tu che conti i capelli del mio capo, le hai annoverate nel Tuo Cuore.
Ora l'amore è un altro: non è solo volontà.
Lo sapevo che Dio è Amore, ma non lo credevo così.
(dagli scritti spirituali vol. 2, di Chiara Lubich)
Nessun commento:
Posta un commento
scrivi qui il tuo commento: