Gli uomini di oggi che non seguono Gesù non hanno una mèta, un obiettivo lungimirante e spirituale. Circa il 90% dell’umanità non ha una mèta verso cui dirigere i passi della salvezza; si lasciano guidare dalle proprie scelte passionali senza capire né avere buone speranze per una efficace riuscita. Nel mondo c’è il regno della confusione, è una nuova babilonia dove si intrecciano egoismo, immoralità, bramosia di successo e libertà.
Dove vanno quei cattolici che abbandonano con il cuore Gesù anche se continuano a partecipare alla Santa Messa?
Dove vanno… Si illudono di possedere la libertà perché svincolati dal Vangelo ma è un concetto assolutamente falso di libertà. Miliardi di persone sono convinte che libertà significa seguire gli impulsi o gli istinti, lasciarsi prendere da ogni forma di passione e dai piaceri momentanei. Per libertà intendono una liberazione dalle regole morali e l’indipendenza dallo stesso concetto di Dio, senza rendersi conto che la loro libertà è una piena schiavitù.
Quando illusoriamente si sceglie la libertà per rifiutare ogni riferimento morale e si sceglie come stile di vita la sovranità del proprio Io su Dio e su ogni legge morale, in quello stesso momento si diventa schiavi del peccato, dell’orgoglio, della superbia, della sensualità, dell’egoismo disperato in cui tantissime persone si tormentano.
Lasciare Gesù come hanno fatto quelle persone che non accettavano il Suo insegnamento effettivamente esigente, significa lasciare la pace profonda e la gioia interiore. Lasciare Dio per abbracciare l’Io immenso significa sottoporsi ad una schiavitù massacrante. Quanti errori si commettono per seguire le pulsioni sensuali… quanti tradimenti nelle coppie sposate per appagare il falso senso di libertà, quante passioni ruggiscono come belve feroci nelle persone che lasciano Gesù o non hanno mai pregato Gesù.
Considerate tante persone ritenute perbene che conoscete e che non pregano Gesù: esse si mostrano educate, cordiali, gioiose e di compagnia. Valutando solo questi aspetti ci si trova bene insieme e ci si diverte. Ma se non seguono le virtù morali del Vangelo di Gesù e non conducono una vita cristiana, ne viene fuori che queste persone lontane da Gesù sono disponibili a tutte le pulsioni carnali dei sensi e disponibili ad ogni adulterio. Non hanno una morale e non c’è limite alla trasgressione… Ma non generalizzo né considero dannati gli atei. Al contrario, desidero con tutte le mie forze la loro conversione. Non li condanno, scrivo la verità.
Non è un giudizio che vogliamo fare, è la realtà. Mentre le persone che pregano Gesù hanno una maggiore padronanza e seguono un insegnamento morale impegnativo che le esalta davanti a Dio e le rende migliori nella società che frequentano.
Non è possibile vivere onestamente senza seguire Gesù: l’idolo che si segue è la libertà che permette ogni forma di peccato.
La libertà non può non avere una guida, ha bisogno di una bussola, altrimenti la persona rifiuta tutto quanto appartiene alla vita spirituale. “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”, le stesse parole le ripetono i cattolici di oggi che si limitano alla Messa e a qualche preghiera. Non entrando in comunione con Gesù e non avendo il Suo Spirito, pensano ed agiscono esclusivamente in modo carnale.
Il linguaggio di Gesù è duro per coloro che non vivono il Vangelo, non si rinnegano, non pregano molto, non sono buoni cristiani.
Dove và un cattolico che lascia i Sacramenti e la preghiera pur continuando a frequentare la Santa Messa ? Và nella strada larga opposta al Vangelo, và dove lo portano le pulsioni carnali che non era riuscito a bloccare ed addomesticare per la mancanza di rinnegamento, di penitenza e di digiuno anche da quei peccati che commetteva. E lascia Gesù, Lo lascia con il cuore anche se rimane all’interno della Chiesa e questo si chiama apostasia: perdita della Fede.
Forse, ci perde Gesù? No, Lui si addolora per quanti si perdono nel mondo e poi scivolano nell’inferno; chi ci perde è il peccatore abbagliato da un illusorio momento di piacere; è lui che non si mortifica, non riflette sulle conseguenze funeste dei peccati e della rovina della sua anima.
Dinanzi a questo e ad altri peccatori che dimenticano Dio o non Lo hanno mai considerato, Gesù fa il possibile per convertirli lanciando probabilmente milioni di segnali, in tanti modi diversi. Ma se i peccatori scelgono di rimanere nell’immoralità, Gesù alza le mani e lascia godere la loro falsa libertà.
La vera libertà è quella che ci libera da tutte le catene dei peccati, che ci dona la padronanza della volontà illuminata dalla Fede sulle passioni disordinate e sugli impulsi carnali che avvelenano l’anima di veleno mortale. L’effetto tossico dei peccati ripetuti è spesso letale e senza più speranze di conversione, per avere calpestato tutte le possibilità date da Gesù.
Ci troviamo dinanzi due sole possibilità: o figli di Dio o schiavi dei peccati e di ogni immoralità. “Tertium non datur”.
Gesù non sa cosa farsene dei cattolici presenti a Messa ma che vivono in piena opposizione al Vangelo con lucidità ed intenzionalità.
È diverso il peccatore che pecca e ricorre alla Confessione da quanti vivono abitualmente nel peccato e sanno di commettere peccati mortali, senza ricorrere mai alla Confessione per non rivelare aspetti immorali ed inquietanti della vita. A quel punto decidono di attaccare la Confessione stessa ed affermano che non c’è più bisogno di confessarsi, Dio perdona tutti perché è fin troppo buono e misericordioso. Sono affermazioni eretiche che ripetono molti nella Chiesa, non solo i laici.
Gesù ci indica un obiettivo, ci chiede dove vogliamo stare e dove vogliamo andare. Ognuno di noi deve dare la sua risposta a Gesù; non può restare con due piedi in una scarpa/staffa, deve fermarsi e riflettere sul cammino spirituale che sta compiendo e quale mèta raggiungere.
Dobbiamo avere una mèta nella nostra vita, un obiettivo santo da focalizzare lasciando perdere tutto ciò che è contrario.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
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