“Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli”: queste parole di Gesù sono per coloro che innalzano le ricchezze a idoli, adorandoli come divinità.
Per coloro che abbondano nelle ricchezze, Gesù afferma: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Un paragone improponibile: Gesù, così, ha voluto rendere maggiormente chiaro il Suo insegnamento sulla pericolosità dell’adorazione dei beni materiali. Ma Lui non vuole fare una condanna indiscriminata dei beni materiali: ci sono persone ricche che compiono grandi opere e fanno molta beneficienza, rendendo sicuramente felice il Signore.
È impossibile che il cammello passi per la cruna dell’ago, è impossibile che quanti vivono per le ricchezze entrino nel regno dei Cieli.
Ma non esistono solo i ricchi che adorano i loro beni e ignorano Dio, che calpestano i poveri bisognosi di tutto; ci sono altri tipi di ricchezza che in realtà danneggiano parecchio la nostra vita spirituale. Ci sono ricchi di beni materiali e ricchi di sé, del proprio Io, considerandosi il centro dell’universo e vivendo in una perenne superbia della vita. I ricchi di beni materiali possono salvare le loro anime se non vivono sotto la schiavitù e non mettono al centro della vita le loro ricchezze.
Devono possederle senza riporre in esse tutto l’affetto ed utilizzarle per i bisogni familiari e le opere di bene.
I beni materiali possono essere un mezzo di santificazione o di dannazione: occorre verificare l’uso che se ne fa. In questi tempi la ricerca esagerata del benessere ha contagiato molti e non per colpa della crisi economica, si dà al denaro un valore esagerato. È la perdita di Gesù e della Fede a trasformare anche molti buoni cattolici in avidi cercatori di agiatezza che spesso desiderano vivere nell’opulenza.
Il motivo di questa deriva è appunto la perdita di Gesù e della Fede; la causa ovviamente è da addebitare all’inesistenza della preghiera giornaliera, delle opere virtuose, dei Sacramenti che sono quelli determinanti per la santificazione: la Confessione e l’Eucaristia mangiata nella Messa. Anche un Vescovo che non prega più corre il rischio di diventare un pagano nel cuore per la perdita della Fede ed allora si ha l' apostasia.
Continuo a distinguere la ricchezza di Dio che può avere un cattolico, dalla ricchezza di sé o del proprio Io, che può avere oltre l’ateo anche il cattolico. Qualsiasi cattolico senza vera preghiera giornaliera e senza il rinnegamento quotidiano, senza gli sforzi per rimanere affabile e cordiale con tutti, si allontana talmente da Gesù da diventare egli stesso un idolo. Finisce per idolatrare sè stesso e lo vediamo in molte circostanze da parte di personaggi famosi che si definiscono cattolici.
Restare con Gesù è la ricchezza spirituale che ci libera dai vizi e dalla schiavitù del peccato, mentre idolatrare la ricchezza materiale fa diventare schiavi di tutto ciò che esiste. I bisogni non finiscono mai, tutto diventa indispensabile. Non si è mai appagati, mai felici né sereni, la pace interiore è inesistente e la rabbia aumenta fino ad arrivare a odiare gli altri. Invece di cercare la ricchezza dell’Amore di Dio e dei beni spirituali che elargisce abbondantemente Gesù, si rivolgono affannosamente alla ricerca dei beni che non appagano mai e portano anche molti dispiaceri.
Non comprendono che Gesù dona cento volte tanto in questa vita ed appaga ogni desiderio se ci affidiamo totalmente a Lui.
Le preoccupazioni talvolta doverose possono diventare preoccupazioni esagerate che scombussolano la mente e si ribaltano i valori della vita: Gesù dal primo posto si mette all’ultimo e ciò che deve stare all’ultimo diventa l’idolo principale. Gesù non chiede a tutti voi che vivete nel mondo di non avere beni o di bruciare le ricchezze, chiede il distacco del cuore da tutto ciò che significa ricchezza materiale. Chi ci riesce può aspirare a beni spirituali ben più importanti ed eccellenti di quelli materiali.
I beni materiali bramati come idoli offuscano mente e cuore e poi si devono lasciare qui; invece i beni spirituali santificano e durano eternamente.
I cattolici che si attaccano a qualche ricchezza materiale o egoistica hanno difficoltà ad entrare nel Regno di Dio; il cuore è schiavo della materia e non può assolutamente provare a cercare Gesù, non ne è più capace. Questa è la pericolosità della ricchezza materiale, essa avvolge la persona di arroganza e presunzione, la svuota di ogni forma di bontà e la rende indurita come il granito. Non è tanto la ricchezza il pericolo, ma l’affetto idolatrico e l’uso distorto che ne fa la persona.
Chi si distacca affettivamente dai beni materiali e non fa dipendere la sua felicità da questi beni, mostra a Gesù di contare esclusivamente su Lui e non sulle ricchezze, mostra piena fiducia nella Sua Provvidenza e cresce nella vita spirituale.
Al contrario, chi si affida alle ricchezze materiali e in esse ripone sicurezza, non cresce ma perde quello che aveva di spirituale. Per questo molti non avvertono più fervore nella preghiera, non hanno desiderio di pregare, non avvertono più Gesù!
Stare con Gesù vivendo il Suo Vangelo è la più grande gioia della vita, Egli riempie ogni istante di vera felicità, ed anche nelle sofferenze si rimane nella pace interiore.
È vero che per difendere il Vangelo e seguire la sua causa molti cattolici incontrano sofferenze anche in famiglia o tra i colleghi, dobbiamo guardare Gesù in Croce e la vita dei Santi per trovare la forza di proseguire con umiltà, aumentando le nostre preghiere. Solo così il cuore troverà pace e non cadrà nell’idolatria delle ricchezze.
Anche le ricchezze egoistiche disturbano molto la persona e offuscano la sua mente. Se questa avesse la capacità di dominare i sensi, comprenderebbe che la ricchezza materiale viene da Dio quando è onesta, e una parte si deve mettere a disposizione di Dio compiendo opere buone, aiutando tutti i bisognosi.
(padre Giulio Maria Scozzaro)
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