" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

21 aprile 2011

IL TRIDUO PASQUALE



Il Triduo Pasquale, ricco di riti e celebrazioni, costituisce per i cristiani il cuore della liturgia in quanto memoriale dell'essenza della fede in Gesù Cristo, Morto e Risorto.
Con il termine “Triduo Pasquale” si fa riferimento "ai tre giorni precedenti la Domenica di Pasqua", nei quali si fa "memoria della Passione e Morte di Cristo", "prima della Risurrezione nel giorno di Pasqua".
Secondo il Rito Cattolico Romano il Triduo ha inizio con i Vespri del Giovedì Santo e la celebrazione della "Cena del Signore"; e si conclude con i Vespri del giorno di Pasqua.

Le celebrazioni principali sono:
* La Messa vespertina (Cena del Signore) il Giovedì Santo;
* L’Azione liturgica il Venerdì Santo;
* La Veglia Pasquale nella notte del Sabato Santo;
* La Celebrazione della Pasqua nella giornata della Domenica.

Il Giovedì Santo inizia con la "Messa del Crisma, celebrazione che si svolge al mattino" e che, soprattutto per i sacerdoti, riveste una importanza notevole.
Infatti, durante questa celebrazione non vengono solo "benedetti gli olii santi", ma vengono anche rinnovate le promesse sacerdotali.
Ogni Vescovo presiede questa celebrazione nella propria cattedrale, cui sono invitati a partecipare tutti i presbiteri.
Nel pomeriggio del Giovedì Santo, con la Messa vespertina “nella Cena del Signore”, iniziano ufficialmente i " riti del Triduo Pasquale ".
Durante questa liturgia si compie il tradizionale rito della “lavanda dei piedi“, ricordando appunto l’ultima Cena di Gesù e, soprattutto, l’istutizione dell’Eucaristia.

Il Venerdì Santo, giorno in cui "si ricorda la Crocifissione, Morte e Deposizione di Gesù", si svolge un' “azione liturgica” e l’adorazione della Croce.
In questo giorno e nel giorno seguente (Sabato Santo), la Chiesa, per antichissima tradizione," non celebra l’Eucaristia ".
"Nelle ore pomeridiane ha luogo la celebrazione della Passione del Signore ".
Si commemorano insieme i due aspetti del Mistero della Croce: "la sofferenza" che prepara " la gioia di Pasqua"," l’umiliazione e la vergogna di Gesù " da cui " sorge la Sua glorificazione. Alla sera del Venerdì Santo si celebra tradizionalmente la Via Crucis ".

Il Sabato Santo è un giorno “a-liturgico“, cioè privo di liturgie.
Non si compie nessuna celebrazione," se non alla sera la grande veglia pasquale ", che S. Agostino definiva “la madre di tutte le Veglie“.
La Chiesa cattolica invita tutti i fedeli a partecipare, se possono, "alle celebrazioni principali del Triduo Pasquale", cioè "la Messa vespertina “in Cena Domini” il Giovedì Santo, l’Azione liturgica in chiesa il Venerdì Santo, la Veglia Pasquale il Sabato Santo, la Messa della Domenica di Risurrezione", poichè "queste celebrazioni sono il nucleo più profondo della liturgia della Chiesa", e perciò sono più importanti delle altre devozioni che pure si accompagnano alla liturgia in questi giorni, come le processioni e le Via Crucis.
E’ nelle celebrazioni di questi Misteri la radice della fede in "Gesù Cristo, che è Morto e Risorto per la salvezza dell’umanità".
Caratteristica delle celebrazioni del Triduo è che sono organizzate come un’unica liturgia; infatti la Messa in Coena Domini non termina con l’ite missa est (”la Messa è finita”), bensì in silenzio; l’azione liturgica del venerdì non comincia con l’usuale saluto e con il Segno della Croce e termina anch’essa senza saluto, in silenzio; infine la solenne veglia comincia in silenzio e termina finalmente con il saluto finale.

Il Triduo Pasquale costituisce pertanto un’unica solennità, la più importante di tutto l’Anno liturgico cattolico; dal Gloria della messa del Giovedì a quello della Veglia le campane devono stare in liturgico silenzio; "anticamente anche gli strumenti musicali dovevano tacere il Venerdì e il Sabato Santo, fino alla Veglia Pasquale", per meglio esprimere il senso penitenziale proprio di questi giorni; per questo molte composizioni di autori antichi per il Venerdì Santo furono scritte per solo coro.

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