“NON TRASCURARE LA PRATICA DELLA CORREZIONE FRATERNA”
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Non trascurare la pratica della correzione fraterna, manifestazione chiara della virtù soprannaturale della carità.
Costa; è più comodo non immischiarsi; più comodo!, ma non è soprannaturale. — E di queste omissioni renderai conto a Dio. (Forgia, 146)
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Quando nella nostra vita o in quella degli altri notiamo 'qualcosa che non va', qualcosa che richiede l'aiuto spirituale e umano che noi figli di Dio possiamo dare, sarà una chiara manifestazione di prudenza applicare il rimedio opportuno, a fondo, con carità e con fortezza, con sincerità.
Quando nella nostra vita o in quella degli altri notiamo 'qualcosa che non va', qualcosa che richiede l'aiuto spirituale e umano che noi figli di Dio possiamo dare, sarà una chiara manifestazione di prudenza applicare il rimedio opportuno, a fondo, con carità e con fortezza, con sincerità.
Non c'è posto per le inibizioni.
È sbagliato pensare che i ritardi e le omissioni risolvano i problemi.
La prudenza vuole che, quando la situazione lo richiede, si adoperi la medicina, totalmente e senza palliativi, dopo aver messo allo scoperto la piaga.
Non appena notate i più piccoli sintomi del male, sia che dobbiate curare, sia che dobbiate essere curati, siate sinceri, veritieri.
In questi casi si deve permettere, a chi è in grado di sanare in nome di Dio, di spremere da lontano, e poi più da vicino, sempre più vicino, per far uscire tutto il pus, in modo che il focolaio d'infezione resti ben pulito.
Innanzitutto dobbiamo fare così con noi stessi e con coloro che, per motivi di giustizia o di carità, siamo obbligati ad aiutare; lo raccomando soprattutto ai genitori e a coloro che si dedicano a compiti di formazione e di insegnamento. (Amici di Dio, 157)
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