Una delle paure più grandi dell'uomo è quella di soffrire. Spesso, davanti alla domanda: "Perchè proprio a me?", il primo ad essere interpellato è proprio Dio. Magari ci dimentichiamo spesso di Lui, ma basta un insuccesso, una delusione, una prova, un dolore... e subito diamo la colpa a Lui. La sofferenza resta un mistero: la fede dà, però, la forza di combattere la sofferenza e la pace interiore per viverci dentro, in modo da superarla.
Grazie ad una grande fede c'è persino chi è "beato nel pianto!".
Un giorno, mentre Gesù stava sulla barca con i Suoi discepoli, si sollevò una grande tempesta di vento, e questa gettava le onde sulla barca. I discepoli, per la paura di affondare, svegliarono Gesù che stava dormendo, e Gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Ma il Signore fece subito calmare le acque, rimproverando poi i discepoli per mancanza di fede.
Così siamo anche noi, che rimproveriamo Dio quando la nostra vita è in balìa degli eventi e delle tribolazioni, e sembra che Lui non si curi per nulla della nostra situazione.
Fratelli, la sofferenza fa parte della vita; dobbiamo imparare a rafforzarci sempre di più interiormente, per essere pronti a fronteggiare le avversità tragiche della vita stessa.
Dio, con la Sua sofferenza in Cristo Gesù, non ha eliminato il dolore, ma ha dato un senso alla sofferenza umana.
L'Onnipotente ci ha insegnato che il dolore e la morte non sono le ultime parole. L'ultima parola è la Vita, quella Eterna.
Spesso noi cristiani vorremmo che Dio intervenisse ogni qualvolta ci troviamo in difficoltà. Indubbiamente, Egli non è sordo alle nostre sofferenze, ma Lui sa quando e come intervenire, sempre pronto a dire al male "Taci, calmati!".
Inoltre, sulla Croce, Gesù accanto ai due miseri ladroni, ci fa capire che il Dio dei cristiani è una Persona che sta dalla parte dell'uomo; ci insegna che anche il più miserabile, il più disgraziato degli uomini trova qualcuno che gli sta vicino. Perciò non dobbiamo avere paura delle tribolazioni, perchè Gesù Risorto continua ogni giorno a remare con noi nel mare della vita.
Grazie ad una grande fede c'è persino chi è "beato nel pianto!".
Un giorno, mentre Gesù stava sulla barca con i Suoi discepoli, si sollevò una grande tempesta di vento, e questa gettava le onde sulla barca. I discepoli, per la paura di affondare, svegliarono Gesù che stava dormendo, e Gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Ma il Signore fece subito calmare le acque, rimproverando poi i discepoli per mancanza di fede.
Così siamo anche noi, che rimproveriamo Dio quando la nostra vita è in balìa degli eventi e delle tribolazioni, e sembra che Lui non si curi per nulla della nostra situazione.
Fratelli, la sofferenza fa parte della vita; dobbiamo imparare a rafforzarci sempre di più interiormente, per essere pronti a fronteggiare le avversità tragiche della vita stessa.
Dio, con la Sua sofferenza in Cristo Gesù, non ha eliminato il dolore, ma ha dato un senso alla sofferenza umana.
L'Onnipotente ci ha insegnato che il dolore e la morte non sono le ultime parole. L'ultima parola è la Vita, quella Eterna.
Spesso noi cristiani vorremmo che Dio intervenisse ogni qualvolta ci troviamo in difficoltà. Indubbiamente, Egli non è sordo alle nostre sofferenze, ma Lui sa quando e come intervenire, sempre pronto a dire al male "Taci, calmati!".
Inoltre, sulla Croce, Gesù accanto ai due miseri ladroni, ci fa capire che il Dio dei cristiani è una Persona che sta dalla parte dell'uomo; ci insegna che anche il più miserabile, il più disgraziato degli uomini trova qualcuno che gli sta vicino. Perciò non dobbiamo avere paura delle tribolazioni, perchè Gesù Risorto continua ogni giorno a remare con noi nel mare della vita.
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