Un uomo imprecò contro il suo direttore, perché in quel momento era arrabbiato. Il direttore arrivò a casa sua, e gridò contro sua moglie, accusandola di spendere troppo, perché a tavola c’era un pranzo abbondante.
La moglie licenziò la domestica perché aveva rotto un piatto. La domestica diede un calcio al cane, perché l’aveva fatta inciampare. Il cane uscì di corsa e diede un morso ad una signora che in quel momento passava da lì e gli ostacolava l’uscita.
La signora fu portata all’ospedale, e imprecò contro il giovane medico, perché gli aveva fatto sentire la puntura. Il giovane medico arrivò a casa sua e gridò contro sua madre perché il cibo non era di suo gradimento.
Sua madre con amore gli accarezzò i capelli, poi aggiunse: “Figlio mio, ti prometto che domani ti preparerò il tuo pranzo preferito. Tu lavori molto, sei stanco ed hai bisogno di una buona notte di sonno. Vedrai che domani ti sentirai meglio”. In quel momento la dolcezza, il perdono e l’amore di quella donna spezzarono il cerchio dell’odio.
“Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.”
La moglie licenziò la domestica perché aveva rotto un piatto. La domestica diede un calcio al cane, perché l’aveva fatta inciampare. Il cane uscì di corsa e diede un morso ad una signora che in quel momento passava da lì e gli ostacolava l’uscita.
La signora fu portata all’ospedale, e imprecò contro il giovane medico, perché gli aveva fatto sentire la puntura. Il giovane medico arrivò a casa sua e gridò contro sua madre perché il cibo non era di suo gradimento.
Sua madre con amore gli accarezzò i capelli, poi aggiunse: “Figlio mio, ti prometto che domani ti preparerò il tuo pranzo preferito. Tu lavori molto, sei stanco ed hai bisogno di una buona notte di sonno. Vedrai che domani ti sentirai meglio”. In quel momento la dolcezza, il perdono e l’amore di quella donna spezzarono il cerchio dell’odio.
“Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.”
(Romani 12,21)
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