Qualunque cosa noi possiamo immaginare e desiderare da Dio, per nostra consolazione, non dobbiamo aspettarla ora, ma in futuro.
Anche se potessimo avere e godere tutte le gioie e le delizie del mondo, certamente ciò non potrebbe durare a lungo. Sicchè la nostra anima non potrà mai essere pienamente consolata e perfettamente confortata se non in Dio, che allieta i poveri e accoglie gli umili.
Aspettiamo ciò che Dio ha promesso, ed avremo in Cielo la pienezza di ogni bene. Se bramiamo disordinatamente i beni temporali, perderemo quelli eterni del Cielo: dei beni di quaggiù dobbiamo avere soltanto l'uso temporaneo, col desiderio fisso a quelli eterni.
Anche se avessimo tutti i beni del mondo, non potremmo mai essere pienamente felici, perchè è solamente in Dio, Creatore di tutte le cose, che consiste la nostra completa beatitudine e la nostra felicità.
Non una felicità quale appare nella esaltazione di coloro che amano stoltamente questo mondo, ma una felicità quale si aspettano i buoni seguaci di Cristo, la quale è pregustata, fin da questo momento, da coloro che vivono dello spirito e dai puri di cuore, il cui pensiero è già nei Cieli.
Vano e di breve durata è il conforto che viene dagli uomini; santo e puro è quello che la Verità fa sentire dal di dentro. L'uomo pio porta con sè, dappertutto, il suo Consolatore, Gesù Cristo, e Gli dice:
"Signore, stammi vicino in ogni luogo ed in ogni tempo".
La nostra consolazione sia questa: è sicuramente quella migliore, che ci fa superare anche i momenti della vita che appaiono terribilmente difficili.
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