" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

31 dicembre 2009

1 GENNAIO: SOLENNITA' DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO


Iniziamo l'anno nuovo celebrando la festa di Maria, Madre di Dio, Theotokos.
La Vergine Santa offre al mondo il Messia che è la Benedizione di Dio per ogni uomo e per il mondo intero. Su questa benedizione si fondano gli auguri che ci scambiamo quest'oggi: auguri di bene, perchè in Cristo, Dio ci ha colmato di ogni bene; auguri di pace, perchè "Egli è la nostra Pace" (Ef 2, 14).
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(Giovanni Paolo II, Angelus 01.01.2005)
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CENNI STORICI SU QUESTA SOLENNITA' MARIANA
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La solennità di Maria Santissima Madre di Dio si festeggia il primo gennaio, denominato "in octava Domini", per ricordare il rito di circoncisione compiuto otto giorni dopo la nascita di Gesù.
Il "Natale Sanctae Mariae" è la prima festa mariana celebrata nella Chiesa occidentale.
La Maternità Divina della Madonna fu sancita dal Concilio di Efeso (431): i Padri della Chiesa la acclamarono Theotòkos (Genitrice del Signore) ed affermarono anche la natura umana e divina di Gesù Cristo.
"Maria, Figlia di Adamo, acconsentendo alla Parola Divina, diventò Madre di Gesù e, abbracciando con tutto l'animo e senza peso alcuno di peccato la Volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente Sè Stessa quale Ancella del Signore alla Persona e all'Opera del Figlio Suo, servendo al Mistero della Redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio Onnipotente" (Lumen Gentium, 56).

A TE, DIO!


Per ringraziare degnamente il nostro Dio alla conclusione di un altro anno di vita, la Chiesa propone il bellissimo inno del TE DEUM.
Anch'io, carissimi, desidero invitarvi a pregare con queste parole certa che le nostre parole....non basteranno mai per dire GRAZIE a Dio per tutti i Suoi doni!
Scarlet
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TE DEUM
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Noi Ti lodiamo, Dio,
Ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra T
i adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni
della Tua gloria.
Ti acclama
il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono
nella Tua lode;
la santa Chiesa proclama
la Tua gloria,
adora il Tuo Unico Figlio,
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, Re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
Tu nascesti
dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto
ai credenti
il Regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio,
nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo
alla fine dei tempi.
Soccorri i Tuoi figli, Signore,
che hai redento
col Tuo Sangue Prezioso.
Accoglici nella Tua gloria
nell'assemblea dei santi.
Salva il Tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i Tuoi figli.
Ogni giorno
Ti benediciamo,
lodiamo il Tuo Nome
per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi
la Tua Misericordia: in Te abbiamo sperato.
Pietà di noi,
Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.

29 dicembre 2009

" UMILTA' DI GESU': A BETLEMME, A NAZARETH, SUL CALVARIO... "

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Umiltà di Gesù: a Betlemme, a Nazareth, sul Calvario... —Ma la Sua umiliazione e il Suo annichilimento sono maggiori nell'Ostia Santissima: più che nella stalla, che a Nazareth, che sulla Croce. Perciò, quanto sono obbligato ad amare la Messa! (La “nostra” Messa, Gesù...). (Cammino, 553)

Figli miei, riempitevi di stupore e di gratitudine davanti a questo Mistero, e imparate: tutta la potenza, tutta la maestà, tutta la bellezza, tutta l'armonia infinita di Dio, le Sue grandi e incommensurabili ricchezze, un Dio tutt'intero, Si è celato nell'Umanità di Cristo per servirci. L'Onnipotente Si mostra risoluto ad offuscare per un certo tempo la Sua gloria, per facilitare l'incontro redentore con le Sue creature.

Dio nessuno L'ha mai visto — scrive San Giovanni Evangelista —; "proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, Lui Lo ha rivelato" [Gv 1, 18], presentandoSi allo sguardo attonito degli uomini: dapprima, come un Neonato, a Betlemme; poi, come un Bambino uguale agli altri; più tardi, nel Tempio, come un Adolescente assennato e sveglio; e, alla fine, con la figura amabile e attraente del Maestro, che faceva breccia nei cuori delle folle che Lo seguivano con entusiasmo. (Amici di Dio, 111).

28 dicembre 2009

SEMPLICI DAVANTI A DIO

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“DAVANTI A DIO, TU SEI UN BAMBINO”
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Davanti a Dio, che è Eterno, tu sei un bambino più piccolo di quanto lo sia davanti a te un piccino di due anni. E, oltre a essere bambino, sei figlio di Dio. —Non dimenticarlo. (Cammino, 860)

Se ci pensate, è cosa ben diversa che cada un bambino o che cada un adulto. Per i bambini, la caduta generalmente è senza conseguenze: vanno in terra tanto spesso! E se poi sono lacrime, il padre dice: "Gli uomini non piangono". Così si chiude l'incidente, perché il piccolo s'impegna a fare contento suo padre.

(…) Se ci comportiamo come loro, gli inciampi e gli insuccessi — peraltro inevitabili — della vita interiore non sboccheranno mai nell'amarezza. Reagiremo col pentimento, ma senza sconforto, e col sorriso che sgorga, come acqua limpida, dalla gioia della nostra condizione di figli di Dio, figli del Suo Amore di Padre, della Sua grandezza, della Sua sapienza infinita, della Sua misericordia. Ho imparato, nei miei anni di servizio al Signore, ad essere figlio piccino di Dio. E' ciò che chiedo a voi: siate quasi modo geniti infantes, bambini che desiderano la Parola di Dio, il pane di Dio, l'alimento di Dio, la fortezza di Dio, per comportarvi d'ora innanzi come veri cristiani. (Amici di Dio, 146)

27 dicembre 2009

UNA BELLA INIZIATIVA!

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Carissimi amici,
ricevo da Benedetta e vi inoltro questa bella proposta di preghiera proveniente dalle monache Benedettine di Bergamo. Dio vi benedica!
Scarlet
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Per il 28 dicembre prossimo, festa liturgica dei SS. Innocenti martiri, vorremmo riproporre, più a largo raggio, un’iniziativa di preghiera a chi avverte con particolare acutezza la difficile situazione dell’infanzia a livello globale, nella consapevolezza che solo valorizzando la preziosità e le risorse rappresentate dai bambini, la nostra società può nutrire una effettiva speranza per un futuro migliore. Quel giorno offriamo la nostra preghiera quotidiana, i nostri sacrifici, le nostre sofferenze per tutti i bambini in difficoltà. Qualcuno questo già lo faceva. Uniamo le nostre forze. Con molta semplicità. Perché il Signore illumini chi ha il dovere e i mezzi per intervenire in situazioni tanto delicate e complesse. Come Comunità monastica non abbiamo che “l’arma” della preghiera, espressione autentica e profonda della nostra “maternità” spirituale, una maternità secondo lo spirito, che sta accanto e sostiene nel silenzio, che condivide e aiuta attraverso la preghiera.
La cronaca del mondo mette sotto gli occhi, ogni giorno, notizie terrificanti che riguardano i bambini. I numeri sono così alti che il volto del bambino offeso scompare nella moltitudine anonima della strage. La strage degli innocenti continua, forme antiche e nuove di sopraffazione e violenza costellano le giornate, sono sotto i nostri occhi. E fa’ soprattutto soffrire quando vi sono coinvolti uomini e donne di Chiesa che così tradiscono la loro alta missione. Pregare per i bambini può forse aiutarci, tutti noi adulti, a capire anche come operare perché le bambine e i bambini possano essere “pienamente bambini”. Il Vangelo ha parole durissime per chi fa del male ai piccoli, ai tempi di Gesù neppure conteggiati nella popolazione perché appunto “non contavano”. Anche oggi troppo spesso i bambini non contano per se stessi, ma solo come mezzo di espressione e affermazione del potere e delle aspettative degli adulti. Ancora il Vangelo dice chiaro che bambini e Regno sono collegati: per la loro totale disponibilità all’oggi, alla vita, per la loro istintiva sete di giustizia e libertà. Così incredibilmente forti, capaci, simpatici. E così tristemente sfruttati, in così tanti modi. Condividiamo l’idea di un giorno di preghiera dedicato a ogni bambino, perché ogni bimbo possa avere dagli adulti ciò che gli spetta: le cose materiali per vivere, la scuola per crescere, l’amore, il rispetto, la tranquillità per fiorire e avere gioia. Come Gesù, che fu lasciato crescere in età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Saremo liete di sapere che altri accolgano questa umile proposta. Fatecelo sapere e passate parola perché in tanti possano aderire.

Augurando a tutti un Santo Natale e un Anno fecondo di grazia nel Dio che Si fa Bambino per noi.

(Madre Tarcisia con la Comunità monastica di S. Benedetto in Bergamo monsaben.bg@tiscali.it)

" SERVIRE IL SIGNORE NEL MONDO "

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Bada bene: nel mondo ci sono molti uomini e molte donne, e il Maestro non tralascia di chiamarne neppure uno. Li chiama a una vita cristiana, a una vita di santità, a una vita di elezione, a una vita eterna. (Forgia, 13)

Consentitemi di parlare ancora della schiettezza e della semplicità della vita di Gesù, che già tante volte vi ho fatto considerare.
Gli anni della vita nascosta del Signore sono tutt'altro che insignificanti, né rappresentano una semplice preparazione agli anni della vita pubblica. Fin dal 1928 ho compreso con chiarezza che Dio desidera che i cristiani prendano esempio dalla vita del Signore tutta intera. Da allora ho capito appieno la Sua vita nascosta, la Sua vita di umile lavoro in mezzo agli uomini: il Signore vuole che molte anime trovino la loro via in quei Suoi anni di vita silenziosa e senza splendore. Obbedire alla Volontà di Dio, pertanto, è sempre un uscire dal proprio egoismo; ma non è detto che ciò sia possibile solo a condizione di abbandonare le circostanze ordinarie di una vita come è quella di coloro che, per il loro stato, la loro professione e il loro posto nella società, sono in tutto uguali a noi.

Il mio sogno — un sogno che è divenuto realtà — è che vi sia una moltitudine di figli di Dio che si santificano vivendo la condizione comune dei loro simili, condividendone le ansie, le aspirazioni, gli sforzi.
Sento il bisogno di gridare loro questa divina verità: voi restate in mezzo al mondo non perché Dio si sia dimenticato di voi, non perché il Signore non vi abbia chiamati. Vi ha invitati a permanere in mezzo alle attività e agli impegni terreni facendovi capire che la vostra vocazione umana, il vostro lavoro, le vostre doti, lungi dall'essere estranee ai disegni divini, sono le cose che Egli ha santificato vivendole come offerta graditissima al Padre. (E' Gesù che passa, 20).

26 dicembre 2009

" GESU' TI CERCA CON AMORE "

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“GESU' STA ANCORA CERCANDO ALLOGGIO NEL TUO CUORE”
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Gesù nacque a Betlemme in una grotta, dice la Scrittura, “perché non c'era posto per loro nell'albergo”. — Non mi discosto dalla verità teologica, se ti dico che Gesù sta ancora cercando alloggio nel tuo cuore. (Forgia, 274)

Non mi discosto dal rigore della verità se affermo che Gesù cerca ancora una dimora: nel nostro cuore. Dobbiamo chiederGli perdono per la nostra sbadataggine, per la nostra ingratitudine. Dobbiamo chiederGli la grazia di non chiudere mai più davanti a Lui la porta della nostra anima.

Il Signore non ci nasconde che l'obbediente sottomissione alla Volontà di Dio richiede spirito di rinuncia e di dedizione, perché l'amore non reclama diritti: vuole soltanto servire. E a Lui, che per primo ha percorso questo cammino, noi domandiamo: Gesù, come hai vissuto l'obbedienza? Usque ad mortem, mortem autem crucis, fino alla morte, e morte di croce.
Bisogna uscire dal proprio guscio, complicarsi la vita, perderla per amore di Dio e delle anime. Ecco, tu volevi vivere, non volevi che ti accadesse alcunché: ma Dio ha voluto diversamente. Vi sono due volontà: ma la tua volontà si pieghi alla Volontà di Dio, e non la Volontà di Dio si torca alla tua. Ho visto con gioia molte anime mettere in gioco la propria vita — come hai fatto Tu, Signore, usque ad mortem — per compiere tutto quello che la Volontà di Dio chiedeva; hanno impegnato tutte le loro aspirazioni e il loro lavoro professionale al servizio della Chiesa, per il bene di tutti gli uomini.

Dobbiamo imparare a obbedire, dobbiamo imparare a servire. Non c'è nobiltà più grande che decidere di darsi volontariamente in aiuto agli altri. Quando sentiamo che l'orgoglio ribolle dentro di noi, la superbia ci fa credere di essere dei superuomini, allora è il momento di dire di no, di dire che il nostro unico trionfo deve essere quello dell'umiltà. In tal modo ci identificheremo con Cristo Crocifisso; e non nostro malgrado, insicuri e a malincuore, ma lietamente, perché la gioia nel momento dell'abnegazione è la dimostrazione più bella dell'amore. (E' Gesù che passa, 19)

25 dicembre 2009

E' NATALE, PICCOLO GESU' !

E' nato per noi un Bambino,
un Figlio ci è stato donato:
Egli avrà sulle spalle il dominio,
Consigliere ammirabile sarà il Suo Nome!

TANTI CARI AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI!


Buon Natale di vero cuore a tutti i visitatori e sostenitori del mio blog!
Il piccolo Bambino di Betlemme possa portare a tutti voi pace, serenità, salute ed ogni bene!
Auguri infiniti!
Scarlet

GESU' E' NATO !

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“ EGLI E' NATO ! ”
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Natale. — Cantano: “Venite, venite...”. — Andiamo, Egli è nato. E, dopo aver contemplato come Maria e Giuseppe si prendono cura del Bambino, mi azzardo a suggerirti: guardaLo di nuovo, guardaLo senza sosta. (Forgia, 549)

E' stato promulgato un editto di Cesare Augusto, che ordina il censimento di tutto l'impero. Perciò ognuno deve andare al paese d'origine della sua stirpe. Giuseppe, che è della casa e della famiglia di David, va con la Vergine Maria da Nazaret alla città chiamata Betlemme, nella Giudea (Lc 2, 1-5).

E a Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! - Non c'è posto nella locanda: nasce in una stalla. E Sua Madre Lo avvolge in fasce e Lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7).

Freddo. Povertà. Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e rimango per ore a dirGli cose dolci e ardenti!

E Lo bacio. BaciaLo anche tu e Lo cullo, e canto per Lui, e Lo chiamo Re, Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto! Com'è bello il Bambino e com'è corta la decina! (Santo Rosario, 3º Mistero guadioso)

24 dicembre 2009

" DIO CI CERCA: CORAGGIO ED AUGURI! "

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“DIO SI UMILIA”
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E a Betlemme nasce il nostro Dio: Gesù Cristo! - Non c'è posto nella locanda: nasce in una stalla. E Sua Madre Lo avvolge in fasce e Lo adagia nella mangiatoia (Lc 2, 7). Freddo. Povertà. Io mi metto al servizio di Giuseppe. Com'è buono Giuseppe! Mi tratta come un figlio. E mi perdona se prendo in braccio il Bambino e rimango per ore a dirGli cose dolci e ardenti! E Lo bacio - baciaLo anche tu- e Lo cullo, e canto per Lui, e Lo chiamo Re, Amore, mio Dio, mio Unico, mio Tutto! Com'è bello il Bambino e com'è corta la decina! (Santo Rosario, misteri guadiosi, 3)

La Sua esistenza umana ha inizio nel seno di Sua Madre, ove permane nove mesi come ogni altro mortale, nel modo più naturale. Ben sapeva il Signore quale estremo bisogno avesse di Lui l'umanità, e ardente era la Sua ansia di scendere sulla terra per la salvezza di tutte le anime: eppure ogni cosa segue il suo corso. Egli nacque quando giunse il Suo momento, come ogni altro uomo sulla terra. Dal concepimento alla nascita, nessuno — tranne Giuseppe ed Elisabetta — si rende conto del prodigio: Dio viene a porre la Sua dimora tra gli uomini.

Il Natale di Gesù è soffuso di ammirevole semplicità: il Signore viene senza risonanza, sconosciuto a tutti. Qui in terra, soltanto Maria e Giuseppe partecipano a questa avventura divina. Poi i pastori, ai quali gli angeli recano l'annunzio. E, più tardi, quei saggi dell'Oriente. È così che ha compimento l'evento trascendente che unisce il cielo alla terra, Dio all'uomo.

È mai possibile tanta insensibilità di cuore al punto di abituarsi a queste scene? Dio viene nell'umiltà perché ci sia possibile avvicinarLo, perché ci sia possibile corrispondere al Suo Amore con il nostro amore, perché la nostra libertà si arrenda non più soltanto alla manifestazione della Sua potenza, ma anche allo splendore della Sua umiltà.

Ineffabile grandezza di un Bambino che è Dio! Suo Padre è il Dio che ha fatto i cieli e la terra, eppure Egli è lì, in una mangiatoia, quia non erat eis locus in diversorio, perché non c'era altro posto sulla terra per il Signore di tutto il Creato. (E' Gesù che passa, 18)

23 dicembre 2009

RITORNA IL NATALE...

Ritorna il Natale, la Nascita a Betlemme del Figlio di Dio fatto Uomo.
Col Natale Dio educa il Suo popolo, lo conduce all'incontro con Gesù e, in Lui, all'incontro con ogni uomo.
L'impegno di solidarietà con il fratello, specialmente con il più povero, SI RICONOSCE DALL'ADORAZIONE DEL FIGLIO DI DIO IN GESU'.

" SI E' FATTO UOMO PER REDIMERCI "

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Sbalordisci di fronte alla magnanimità di Dio: Si è fatto Uomo per redimerci, perché tu e io — che non valiamo nulla, riconoscilo! — potessimo trattarLo con fiducia. (Forgia, 30)

Lux fulgebit hodie super nos, quia natus est nobis Dominus: oggi splenderà la luce su di noi, perché ci è nato il Signore.

Ecco il grande annuncio che commuove in questo giorno i cristiani e che, per loro mezzo, viene rivolto a tutta l'umanità. Dio è in mezzo a noi. È questa la verità che appaga la nostra vita. Ogni Natale deve essere per noi un nuovo e peculiare incontro con Dio, in modo tale che la Sua luce e la Sua grazia entrino fino in fondo nella nostra anima.

Mentre ci soffermiamo davanti a Gesù Bambino, a Maria e a Giuseppe, e contempliamo il Figlio di Dio rivestito della nostra carne, mi torna alla memoria il viaggio che feci a Loreto, il 15 agosto 1951, per visitare la Santa Casa e pregare per un'intenzione che mi stava molto a cuore. Vi celebrai la Messa. Volevo dirla con raccoglimento, ma non avevo fatto i conti con il fervore della folla. Non avevo pensato che un giorno di festa così solenne avrebbe richiamato dai dintorni un gran numero di persone che portavano con sé la fede benedetta di quella terra e tanto amore alla Madonna. La loro pietà li spingeva a manifestazioni non del tutto appropriate, se si considerano le cose — come dire? — soltanto dal punto di vista delle leggi rituali della Chiesa.

Infatti, quando baciavo l'altare secondo le prescrizioni del messale, tre o quattro donne lo baciavano con me. Ero distratto, ma commosso. La mia attenzione era scossa anche dal pensiero che nella Santa Casa — che la tradizione vuole sia il luogo ove vissero Gesù, Maria e Giuseppe — fossero scritte in alto, sopra l'altare, queste parole: Hic Verbum caro factum est. Qui, in una casa costruita da mano d'uomini, in un lembo della terra su cui viviamo, Dio ebbe la Sua dimora. (E' Gesù che passa , 12)

22 dicembre 2009

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

PAPA GIOVANNI XXIII
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Ahimè! E' già tardi, sono stato sopraffatto dal sonno, e la penna mi scivola dalle dita. Lasciami dormire, o Gesù, mentre Tua Madre e San Giuseppe Ti preparano la culla. Mi sdraierò e riposerò all'aria aperta. Non appena arriverai, lo splendore della Tua Luce abbaglierà i miei occhi. I Tuoi angeli mi sveglieranno con inni di gloria e pace, e io correrò da Te con gioia, Ti darò il benvenuto e Ti offrirò i miei poveri doni, la mia casa, tutto il poco che ho. Ti adorerò e Ti mostrerò tutto il mio amore, con gli altri pastori che si sono uniti a me e con gli angeli del Cielo, canteremo inni di gloria al Tuo Santo Cuore. Vieni, Ti aspetto impaziente.

" L'AMORE SI MANIFESTA CON I FATTI "

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Spingiti fino a Betlemme, avvicinati al Bambino, cullalo, diGli tante cose ardenti, stringiteLo al cuore... — Non parlo di bambinate: parlo di amore! E l'amore si manifesta con i fatti: nell'intimità della tua anima, Lo puoi ben abbracciare! (Forgia, 345)

Dobbiamo contemplare Gesù Bambino, nostro Amore, nella culla. Dobbiamo contemplarLo consapevoli di essere di fronte a un Mistero. È necessario accettare il Mistero con un atto di fede; solo allora sarà possibile approfondirne il contenuto, guidati sempre dalla fede. Abbiamo bisogno, pertanto, delle disposizioni di umiltà proprie dell'anima cristiana. Non vogliate ridurre la grandezza di Dio ai nostri poveri concetti, alle nostre umane spiegazioni; cercate piuttosto di capire che, nella sua oscurità, questo Mistero è luce che guida la vita degli uomini.

Quando parlo davanti al Presepio, cerco sempre di immaginarmi Gesù nostro Signore proprio così, avvolto in fasce e adagiato sulla paglia di una mangiatoia; ma al tempo stesso cerco di vederLo, mentre è ancora Bambino e non parla, come Dottore e Maestro. Ho bisogno di considerarLo in questo modo, perché devo imparare da Lui. Per imparare da Lui è necessario conoscere la Sua vita; è necessario leggere il Santo Vangelo e meditare le scene del Nuovo Testamento per addentrarci nel senso divino dell'esistenza terrena di Gesù.

Dobbiamo infatti riprodurre la vita di Cristo nella nostra vita. Ma ciò non è possibile se non attraverso la conoscenza di Cristo che si acquista leggendo e rileggendo la Sacra Scrittura e meditandola assiduamente nell'orazione, così come facciamo ora, davanti al Presepio.

Bisogna capire gli insegnamenti che Gesù ci dà fin dall'infanzia, fin da neonato, fin dal momento in cui i Suoi occhi si sono aperti su questa benedetta terra degli uomini.

Gesù, che cresce e vive come uno di noi, ci rivela che l'esistenza umana, con le sue situazioni più semplici e più comuni, ha un senso divino. (E' Gesù che passa, nn. 13-14)

21 dicembre 2009

PENSIERI SCOMODI PER IL NATALE


Fate festa, dite, per il Mio Natale
ma intanto pensate solo a mangiare e a bere.
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Fate festa perchè Io sono venuto a salvarvi
ma intanto non avete intenzione di essere salvati.
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Fate festa perchè, vi ho riaperto le porte del Paradiso
ma di entrare in Paradiso non avete nè fretta nè voglia.
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Fate festa perchè alla Mia nascita gli angeli annunciarono la pace
ma fino ad oggi avete solo pensato a fare guerre.
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Nel Mio Nome gridate pace, pace
ma quando non fate guerra, voi la fate fare agli altri.
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Fate festa perchè Io sono venuto a riconciliare il Cielo con la terra
ma voi avete abolito il Cielo e non pensate che alla terra.
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Fate festa nella vostre case perchè dite che è la festa della famiglia
ma intanto avete quasi distrutto la famiglia.
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Fate festa perchè Dio tra voi è nato Uomo
ma intanto tra voi non nasce Dio e sempre più di rado nasce l'uomo.
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Fate festa attorno al Presepe dove Io giaccio sul fieno
ma le vostre case traboccano di ogni bene.
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Dite che questi sono i giorni della fratellanza e dell'amore
ma non permettete che oltrepassi la vostra soglia un uomo di colore.
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Molti corrono alle stazioni invernali
mentre Io sto sullo stradone esposto a tutti i mali.
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Non voglio disturbare le vostre feste e la vostra coscienza
vi invito solo a riconoscere che questa è la festa vostra non la Mia.

" DOBBIAMO ESSERE UMILI "

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Tu devi obbedire — o devi comandare — mettendoci sempre molto amore. (Forgia, 629).

Pertransiit benefaciendo. Che cosa fece Gesù per prodigare tanto bene e nient'altro che bene lungo il Suo passaggio? I santi Vangeli ci danno la risposta facendoci conoscere, in tre parole, un'altra biografia di Gesù: Erat subditus illis. Egli obbediva. Oggi che il mondo è così pieno di disobbedienza, di mormorazioni, di disunione, tanto di più dobbiamo apprezzare l'obbedienza.

Sono un grande amico della libertà, e proprio per questo amo tanto la virtù cristiana dell'obbedienza. Dobbiamo sentirci figli di Dio e vivere il desiderio appassionato di compiere la volontà del Padre. Fare le cose secondo il volere di Dio perché ci va di farle: ecco il motivo più soprannaturale della nostra condotta.

Lo spirito dell'Opus Dei, che da più di trentacinque anni cerco di vivere e di insegnare, mi ha fatto comprendere e amare la libertà personale. Quando Dio nostro Signore concede agli uomini la Sua grazia, quando li chiama con una vocazione specifica, è come se tendesse loro la mano; Mano paterna, piena di fortezza, ma soprattutto di amore, perché Egli ci cerca a uno a uno, come figli e figlie, e conosce la nostra fragilità. Il Signore attende da noi lo sforzo di prendere la mano che ci porge: ci chiede questo sforzo come riconoscimento della nostra libertà. Per riuscire a compierlo è necessario essere umili, sentirci figli bambini e amare la benedetta obbedienza dovuta alla Sua paternità benedetta. (E' Gesù che passa, 17)

20 dicembre 2009

PERCHE' SONO NATO, DICE DIO


Sono nato nudo, dice Dio
perchè tu sappia spogliarti di te stesso.
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Sono nato povero
perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
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Sono nato in una stalla
perchè tu impari a santificare ogni ambiente.
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Sono nato debole, dice Dio
perchè tu non abbia paura di Me.
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Sono nato per amore
perchè tu non dubiti mai del Mio amore.
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Sono nato di notte
perchè tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
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Sono nato Persona, dice Dio
perchè tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
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Sono nato Uomo
perchè tu possa essere "dio".
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Sono nato perseguitato
perchè tu sappia accettare le difficoltà.
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Sono nato nella semplicità
perchè tu smetta di essere complicato.
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Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
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(Lambert Noben)

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

SAN PIO DA PIETRELCINA
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Una sola cosa è necessaria: essere vicini a Gesù. Voi sapete bene che nel giorno della Nascita di Nostro Signore, i pastori hanno udito i canti degli spiriti celesti.
Ma non dicono che la Sua Vergine Madre e San Giuseppe, che erano le Persone più vicine al Bambino, udirono le voci degli angeli o videro i miracoli dello splendore.
Sentirono invece il Bambino piangere e videro, alla debole luce di una lanterna, gli occhi del Bambino divino pieni di lacrime, che sospirando tremava per il freddo. Ora vi chiedo: non avreste preferito trovarvi nella stalla buia ad ascoltare le dolci melodie che venivano dal Cielo, e ad ammirare la bellezza della luce splendente che il Cielo emanava?

" UNA VITA NEL DIVINO "

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“LA NOSTRA TENDENZA ALL'EGOISMO NON MUORE”
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Non mettere il tuo “io” nella tua salute, nella tua reputazione, nella tua carriera, nel tuo lavoro, in ogni tuo passo... Che cosa sgradevole! Sembra che abbia dimenticato che “tu” non hai nulla, che tutto è Suo. Quando nel corso della giornata ti senti umiliato — magari senza motivo —; quando pensi che dovrebbe prevalere il tuo criterio; quando ti rendi conto che a ogni istante il tuo “io” borbotta, il tuo, il tuo, il tuo..., convinciti che stai ammazzando il tempo, e invece hai bisogno che sia “ammazzato” il tuo egoismo. (Forgia, 1050)

Al Signore dobbiamo permettere di entrare nella nostra vita e di entrarvi agevolmente, e lo faremo sgombrando ostacoli e illuminando i nascondigli interiori. Noi uomini abbiamo la tendenza a difenderci, ad aggrapparci al nostro egoismo. Cerchiamo sempre di essere dei re, sia pure del regno della nostra miseria. Capite bene, allora, quanto grande è il bisogno di ricorrere a Gesù: Egli solo può farci veramente liberi per poter servire Dio e tutti gli uomini. (...)

Procediamo tuttavia guardinghi, perché la nostra tendenza all'egoismo non muore e la tentazione può infiltrarsi in mille modi. Dio esige che nell'obbedienza venga esercitata la fede, perché la Sua volontà non si manifesta con strepito. Sovente il Signore suggerisce la Sua volontà sottovoce, nell'intimo della coscienza: per riconoscere tale voce e seguirla fedelmente, è necessario ascoltare con attenzione. (E' Gesù che passa, 17)

19 dicembre 2009

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

PAPA PAOLO VI
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Natale è vicino, e Natale è pace.
Vuol dire pace con Dio, col quale Cristo ci ha riconciliati, e vuol dire pace interiore, dentro noi stessi, nelle coscienze, nei cuori: l'abbiamo noi questa pace?
Vuol dire pace nelle famiglie. Non è il Natale la festa dell'intimità domestica?
Vuol dire pace sociale. Non siamo tutti fratelli?
Vuol dire ancora: pace fra le nazioni, della quale abbiamo ancora, dopo le ultime guerre, l'alto e ansioso ideale, ma lo andiamo tradendo e perdendo, con nuove interminabili guerre locali, con la gara di armamenti sempre più costosi e formidabili, con l'insorgenza delle ideologie irriducibilmente avversarie, dei razzismi esclusivisti ed egoisti e con il facile ricorso alla oppressione e alla violenza.

" SENZA DI LUI NON POSSIAMO FARE NULLA "

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Quando senti l'orgoglio che ribolle dentro di te — la superbia! —, che ti fa considerare un superuomo, è arrivato il momento di esclamare: no! E così, assaporerai la gioia del buon figlio di Dio, che passa sulla terra commettendo errori, ma facendo il bene. (Forgia, 1054)
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Vedete quant'è necessario conoscere Gesù e studiare con amore la Sua vita? Molte volte ho cercato nella Scrittura una sintesi biografica di Gesù, una definizione della Sua attività terrena. L'ho trovata, coniata dallo Spirito Santo, in due parole: Pertransiit benefaciendo. Giorno per giorno, tutta la vita di Gesù sulla terra, dalla nascita alla morte, non è che questo: Pertransiit benefaciendo, riempì tutto di bene. In un altro punto la Scrittura dice ancora di Lui: Bene omnia fecit, fece bene ogni cosa, portò tutto a termine e non operò altro che il bene.
Tu e io, che cosa ne deduciamo? Esaminiamoci per vedere che cosa abbiamo da correggere. Io trovo in me tanto da rifare! Ma poiché da solo mi riconosco incapace di operare il bene, e Gesù Stesso ci ha detto che senza di Lui non possiamo nulla, decidiamoci, tu e io, a implorare il Suo aiuto, con la mediazione di Sua Madre. Ci rivolgiamo a Lui in questi colloqui intimi, propri delle anime che amano Dio. Non aggiungo altro, perché ognuno deve parlare a tu per tu, secondo i suoi bisogni. Mentre vi do questi consigli, dentro di me e senza suono di parole applico questo criterio alla mia personale miseria. (E' Gesù che passa, 16)

18 dicembre 2009

COME SI PUO' NON AMARLO?

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

PAPA GIOVANNI XXIII
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Gesù, Ti aspetto; oh, i cattivi Ti rifiutano; fuori, spira un vento glaciale; Ti lasciano gelare, vieni nel mio cuore; sono poverello, ma Ti riscalderò più che posso; almeno, voglio che Ti compiaccia del mio buon desiderio che ho di farTi buona accoglienza, di volerTi un gran bene, di sacrificarmi per Te.
A Tua volta, Tu sei ricco, e vedi i miei bisogni; Tu sei Fiamma di Carità e mi purificherai il cuore da tutto ciò che non è il Tuo Cuore Santissimo; sei la Santità Increata, e mi ricolmerai di grazie fecondatrici di progresso vero nello spirito.
Vieni, Gesù, ho tante cose da dirTi! ... Tante pene da confidarTi! Tanti desideri, tante promesse, tante speranze. Ti voglio adorare, baciare in fronte, o piccolo Gesù, darmi a Te un'altra volta, per sempre. Vieni, o Gesù, non tardare più oltre, accetta il mio invito, vieni.

" SCHIETTI E SEMPLICI COME BAMBINI "

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“FACCIAMO PRESENTE A GESU' CHE SIAMO BAMBINI”
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Facciamo presente a Gesù che siamo bambini. E i bambini, i bambini piccolini e impacciati, che fatica fanno per salire un gradino! Se ne stanno lì, sembra, a perdere tempo. Alla fine, ce l'hanno fatta. Adesso, un altro gradino. Con le mani e con i piedi, e con la spinta di tutto il corpo, ottengono un nuovo trionfo: un altro gradino. E si torna a cominciare. Che sforzi! Ormai ne mancano pochi..., ma, proprio allora, un ruzzolone... e, ahi!, giù di nuovo. Pieno di lividi, inondato di lacrime, il povero bimbo comincia, ricomincia a salire. Così è di noi, Gesù, quando siamo soli. Prendici Tu nelle Tue braccia amabili, come un Amico grande e buono del bambino impacciato; non lasciarci finché non siamo arrivati in cima; e allora — oh, allora! — sapremo corrispondere al Tuo Amore Misericordioso, con audacia infantile, dicendoTi, dolce Signore, che, a parte Maria e Giuseppe, non c'è stato né ci sarà alcun mortale — e ce ne sono stati di molto pazzi — che Ti ami come Ti amo io. (Forgia, 346)

Sto continuando la mia orazione ad alta voce, ma è dal suo intimo che ognuno di noi confessa al Signore: Gesù, che poca cosa sono, quanta viltà in tante occasioni, quanti errori in questa o in quella circostanza, in quel luogo e in quell'altro...! Ma possiamo anche aggiungere: meno male, Signore, che mi hai sorretto con la Tua mano, perché mi riconosco capace di ogni infamia; tienimi stretto, non mi lasciare, trattami sempre come un bambino. Vorrei essere forte, coraggioso, coerente; ma Tu aiutami come si aiuta una creatura inesperta. Conducimi per mano, Signore, e fa, che anche Tua Madre sia accanto a me e mi protegga. E allora, possumus!, lo potremo, ci sentiremo capaci di prendere Te come modello.

Non è presunzione affermare: possumus! Gesù stesso ci insegna questo cammino divino e ci chiede di intraprenderlo, dal momento che Egli lo ha reso umano e accessibile alla nostra debolezza. Ecco perché si è abbassato tanto. Questo è il motivo per cui quel Signore, che in quanto Dio era uguale al Padre, si è umiliato prendendo la forma di Servo; ma Si è abbassato per quanto riguarda la maestà e la potenza, non per quanto riguarda la bontà e la misericordia.

La bontà di Dio ci rende agevole il cammino. Non possiamo respingere l'invito di Gesù, non possiamo dirGli di no, non possiamo renderci sordi al Suo appello: non avremmo scuse, non avremmo argomenti per continuare a credere che non possiamo. Egli ci ha istruiti con il Suo esempio. Pertanto, vi supplico, fratelli miei: non permettete che vi sia stato mostrato invano un Modello così prezioso, ma configuratevi a Lui e rinnovatevi nell'intimo della vostra anima. (E' Gesù che passa, 15)

17 dicembre 2009

LETTERA DI UN EGIZIANO DI 2000 ANNI FA

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Sapete chi è diventato mio amico?
Era ancora piccolo quando è arrivato nel mio villaggio, credo fosse un rifugiato politico...
Sua Madre, mi ricordo, si chiamava Maria...Era dolce e bella. Tutti nel villaggio La stimavano molto perchè era sempre sorridente e pronta a rendersi utile agli altri.
Malgrado ciò, appena arrivati hanno fatto molta fatica ad adattarsi, perchè è difficile imparare una lingua straniera, e noi non siamo molto ospitali con gli stranieri, soprattutto i Giudei.
Il mio amico parlava la nostra lingua.
Giocava con noi sulla piazza del villaggio...
Naturalmente, noi qualche volta lo trattavamo da "sporco Giudeo"...ora che ci ripenso mi dispiace moltissimo...adesso non è più con noi...
Suonava bene il flauto e noi danzavamo...sull'aria delle musiche del suo paese.
Ci parlava spesso del suo popolo...
Ne era talmente fiero che noi lo ascoltavamo anche quando ciraccontava delle ingiustizie che i nostri antenati avevano fatto ai suoi.
Voleva molto bene agli Egiziani, ma aveva un altro modo di pregare...
La sera chiacchieravamo di queste cose.
Un giorno non l'ho visto.
Mi hanno detto che era tornato al suo paese...
Ho nostalgia di lui, sento la sua mancanza...
Ah sì, dimenticavo di dirvi: si chiamava Gesù.
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(da: Il piccolo missionario, P.I.M.E.)

UN PENSIERO SUL NATALE DI...


SAN GIOVANNI NEWMAN
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O amabile Bambino Gesù, ancora una volta mi sopporterai. Prego perchè io possa preparare nel mio cuore una dimora degna di Te.
Gesù, onnipotente Salvatore, vieni in mio aiuto!
Carissimo Gesù, lavami con le lacrime che scendono dal Tuo Viso per i peccati da me commessi.
Beneditemi, Mani del mio Salvatore! Labbra del mio Gesù, apritevi per dirmi: "Ti perdono dei tuoi peccati".
Possa il Tuo Amore restare nel mio cuore, buon Gesù! (...)
Rinasci in me. Benedicimi e dammi un cuore semplice, umile ed obbediente.

IL SIGNORE CI SOSTIENE

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"CONSENTIGLI DI ESSERE ESIGENTE CON TE!"
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Dio ci ama infinitamente di più di quanto tu stesso ti ami... consentiGli, dunque, di essere esigente con te! (Forgia, 813)

Il Signore conosce bene i nostri limiti, l'attaccamento alla nostra personalità, le nostre ambizioni; conosce quanto ci sia difficile dimenticare noi stessi e darci agli altri. Sa che cosa sia non trovare amore e costatare che anche quelli che dicono di seguirLo lo fanno solo a metà. Ricorderete le scene drammatiche, narrate dagli Evangelisti, nelle quali vediamo gli Apostoli pieni ancora di aspirazioni temporali e di progetti soltanto umani. Ma Gesù li ha scelti, li tiene con Sé, e affida loro la missione che Egli aveva ricevuto dal Padre.

Anche noi siamo chiamati da Gesù che ci domanda, come a Giacomo e a Giovanni: Potestis bibere calicem, quem Ego bibiturus sum?, Siete disposti a bere il calice che Io sto per bere, il calice dell'abbandono completo alla Volontà del Padre? Possumus!, Sì, siamo disposti, rispondono Giacomo e Giovanni. Io e voi, siamo veramente disposti a compiere in tutto la volontà di Dio nostro Padre? Abbiamo dato tutto intero il nostro cuore al Signore, o ci manteniamo attaccati a noi stessi, ai nostri interessi, ai nostri comodi, al nostro amor proprio? C'è qualcosa che non si addice alla nostra condizione di cristiani e che ci impedisce di purificarci? Ecco oggi l'occasione di rettificare. (E' Gesù che passa, 15)

" SIAMO COMUNI FEDELI CHE CONDUCONO UNA VITA IN TUTTO UGUALE A QUELLA DI TANTI "

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Dio non ti strappa dal tuo ambiente, non ti allontana dal mondo, né dal tuo stato, né dalle tue nobili ambizioni umane, né dal tuo lavoro professionale... però, lì, ti vuole santo! (Forgia, 362)

Benché abbiamo considerato tante volte questa verità, ci deve pur sempre riempire di ammirazione la considerazione di quei trent'anni di oscurità che costituiscono la maggior parte del tempo che Gesù ha trascorso tra gli uomini Suoi fratelli. Anni oscuri, ma per noi luminosi come la luce del sole. Sono, anzi, lo splendore che illumina i nostri giorni, che dà ad essi il loro autentico significato: perché altro non siamo che comuni fedeli che conducono una vita in tutto uguale a quella di tanti milioni di persone dei più diversi luoghi della terra.

Per sei lustri Gesù non fu che questo: fabri filius, il figlio dell'artigiano. Quando poi vengono i tre anni di vita pubblica e l'osanna delle folle, la gente si stupisce: chi è Costui e dove ha appreso tante cose? Perché la Sua vita era stata la vita comune della gente della Sua terra. Egli stesso era noto come faber, filius Mariae, l'artigiano, figlio di Maria. Ed era Dio, e veniva a compiere la Redenzione del genere umano, ad attirare a Sé tutte le cose.

Come per ogni altro avvenimento della sua vita, mai dovremmo contemplare quegli anni nascosti di Gesù senza sentirci coinvolti, senza coglierne il significato che più da vicino ci riguarda: sono appelli che il Signore ci rivolge per farci uscire dal nostro egoismo, dalla nostra comodità. (E' Gesù che passa, nn. 14-15)

15 dicembre 2009

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

PAPA GIOVANNI XXIII
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Già è inoltrata la notte; le stelle chiare e lucenti brillano nella fredda atmosfera; voci chiassose e discordi giungono al mio orecchio, dalla città: sono i gaudenti del mondo che ricordano coi bagordi la povertà del Salvatore; [...]ed io veglio ancora, pensando al Mistero di Betlemme.
Vieni, vieni Gesù, io Ti attendo.
Maria e Giuseppe, sentendo l'ora vicina, rifiutati dai cittadini, si danno alla campagna, in cerca di ricovero. Io sono un povero pastore, non ho che una miserabile stalla, una piccola mangiatoia, alcune poche paglie; offro tutto a Voi, compiaceteVi accettare questo povero tugurio.
Gesù, eccoTi il mio cuore; l'anima mia è povera e nuda di virtù, le paglie di tante mie imperfezioni Ti pungeranno, Ti faranno piangere; ma, o mio Signore, che vuoi? E' tutto quel poco che ho.
Mi commuove la Tua povertà, mi intenerisce, mi strappa le lacrime; eppure io non so qual cosa di meglio offrirTi.
Gesù, abbellisci l'anima mia con la Tua Presenza, adornala con le Tue grazie, brucia queste paglie e cambiale in soffice giaciglio al Tuo Corpo Santissimo.

PREGHIERA DETTATA DA GESU' STESSO

Padre Pio, riguardo a questa preghiera, ha detto: "diffondetela, fatela stampare!"
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"Signor mio, Gesu' Cristo,
accetta tutto me stesso per il tempo che mi resta:
il mio lavoro, la mia parte di gioia,
le mie ansie, la mia stanchezza,
l'ingratitudine che può venirmi dagli altri,
il tedio, la solitudine che mi attanaglia durante il giorno,
i successi, gli insuccessi,
tutto ciò che mi costa, le mie miserie.
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Di tutta la mia vita voglio fare un fascio di fiori,
deporli nelle mani della Vergine Santa;
Lei stessa penserà di offrirTeli.
Fa' che possano diventare
frutto di misericordia per tutte le anime
e di meriti per me lassu', nel Cielo".

" PER BEN UBBIDIRE "

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“ PER OBBEDIRE CI VUOLE UMILTA' ”
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Quando devi comandare, non umiliare: comportati con delicatezza; rispetta l'intelligenza e la volontà di chi ubbidisce. (Forgia, 727)
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In molte altre occasioni il Signore ci parla per mezzo di altri uomini, e può capitare che la vista dei loro difetti o il dubbio sulla loro idoneità a comprendere tutti i dati di una situazione concreta siano come un invito a non obbedire. Tutto ciò può avere un senso divino, perché Dio non impone un'obbedienza cieca, ma un'obbedienza intelligente, che ci faccia sentire la responsabilità personale di aiutare gli altri con i lumi del nostro intelletto. Cerchiamo però di essere sinceri con noi stessi: esaminiamo, caso per caso, se a muoverci è l'amore alla verità, o non piuttosto l'egoismo e l'attaccamento al nostro criterio. Quando le nostre idee personali ci dividono dagli altri, quando ci portano a rompere la comunione con i nostri fratelli, a rompere l'unità, è evidente allora che non operiamo secondo lo Spirito di Dio.

Non dimentichiamocelo: per obbedire — ripeto — ci vuole umiltà. Consideriamo ancora l'esempio del Signore. Gesù obbedisce, e obbedisce a Giuseppe e a Maria. Dio è venuto sulla terra per obbedire, e obbedire a delle creature. Sono, è vero, due creature di grande perfezione: Maria Santissima, Madre nostra, più di Lei solo Dio; e San Giuseppe, uomo castissimo. Ma sono pur sempre creature. E Gesù, che è Dio, era Loro sottomesso. Dobbiamo amare Dio, e così ameremo la Sua Volontà e avremo il desiderio di rispondere agli appelli che ci rivolge attraverso gli impegni abituali della nostra vita quotidiana: attraverso i doveri del nostro stato, l'attività professionale, il lavoro, la famiglia, i rapporti sociali, le sofferenze proprie e altrui, l'amicizia, lo zelo per compiere ciò che è buono e giusto. (E' Gesù che passa, 17)

14 dicembre 2009

LA FESTA DEL "DARE" O DEL "PRENDERE"?

Avviso per i "pastori" un po' distratti. Stanno allestendo le stelle nelle strade. Sono belle, attraenti, rendono più bella e affascinante la città, creano il clima di festa, fanno aleggiare poeticamente la magica atmosfera del Natale. Però, attenzione! Queste stelle non conducono alla grotta di Betlemme, ma ai negozi.
Alla grotta si va per dare, ai negozi per prendere.
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(da "Bliz"; in "L'Azione", Fabriano AN, 24 novembre 1990, p. 1)

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

SAN PIER DAMIANI
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" La Beata Vergine Maria concepì da sola il Cristo, tuttavia sono tutti gli eletti a custodirLo con devozione nel loro cuore. Beata è Colei che per nove mesi Lo ha portato nel Suo grembo.
Anche noi dobbiamo essere felici, se lottiamo per conservarLo nei nostri pensieri. E' meraviglioso che il Cristo sia stato concepito nel grembo di una Donna, ma è altrettanto bello che nasca continuamente nelle prigioni del cuore.
Considerate, miei amati figlioli, quale immensa dignità sia per noi essere così simili a Maria. Maria concepì il Cristo nel Suo ventre, noi Lo custodiamo nel nostro cuore. Maria nutrì il Cristo col Suo latte materno, noi Lo nutriamo con le nostre buone opere ".

COLLABORATORI DEL SIGNORE

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"IL SIGNORE SI SERVE DI NOI COME TORCE"
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Figli di Dio. — Portatori dell'unica fiamma capace di illuminare i cammini terreni delle anime, dell'unico fulgore, nel quale mai potranno darsi oscurità, ombre o penombre. — Il Signore si serve di noi come di torce, perché questa luce illumini... Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre, ma percorrano sentieri che conducono fino alla vita eterna. (Forgia, 1)

Iesus Christus, Deus homo: ecco i magnalia Dei, le opere meravigliose di Dio, dinanzi alle quali dobbiamo meditare e di cui dobbiamo rendere grazie al Signore, a Colui che è venuto a portare la pace in terra agli uomini di buona volontà, a tutti coloro che vogliono unire la loro volontà alla Volontà Santa di Dio: non soltanto ai ricchi, né soltanto ai poveri, ma a tutti gli uomini, a tutti i fratelli. Perché tutti siamo fratelli in Gesù, tutti figli di Dio e fratelli di Cristo; e Sua Madre è nostra Madre.

Sulla terra non c'è che una razza: quella dei figli di Dio. Tutti dobbiamo parlare la stessa lingua, quella che ci insegna il Padre nostro che è nei cieli, la lingua del dialogo di Gesù col Padre, la lingua che si parla col cuore e con la mente, quella stessa che usate ora nella vostra orazione. È la lingua delle anime contemplative, di coloro che sanno essere spirituali perché consapevoli della loro filiazione divina; una lingua che si esprime in mille mozioni della volontà, in tante illuminazioni radiose dell'intelligenza, negli affetti del cuore, nelle decisioni di condurre una vita retta, santa, lieta e pervasa di pace. (E' Gesù che passa, 13)

13 dicembre 2009

UN PENSIERO SUL NATALE DI...

DON ORIONE
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"... Perchè i pastori antichi erano poveri, perchè erano semplici e pii, ad essi apparve l'angelo; e, chiamati alla grotta di Betlemme, il loro cuore si intenerì davanti a Gesù Bambino. Il Signore parla agli umili, ai puri, ai semplici. Erano uomini di buona volontà, e gli angeli chiamarono su di essi la pace.
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Ecco, è apparso il Salvatore e Dio nostro, il Messia! E' nato a salvare tutti gli uomini; e lo splendore divino di Lui rifulge oggi su noi, ristorati dalla Sua grazia, inondati dalla Sua luce e dalla Sua pace. Solo la Sua vita riempie i cuori!
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E' nato Gesù, che darà il perdono ai nemici, vincerà il male col bene e comanderà l'amore a tutti: Gesù, l'Autore della vita, il Redentore del mondo, il Largitore d'immortalità...".

APRITE LE PORTE AL SALVATORE

GESU' E' LA VERA CHIAVE DELLA FELICITA'
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Vorrei che ognuno di noi avesse quattro chiavi.
Una chiave per la porta che dà sul retro: il Signore viene, dove e come noi non lo sappiamo. Viene in coloro che non hanno il coraggio di accostarsi alla grande porta maestra.
Una chiave per la porta che dà verso l'interno: il Signore ci è più intimo del più profondo dell'anima nostra. Da lì entra nella casa della nostra vita.
Una chiave per la porta di comunicazione che è stata murata, ricoperta dall'intonaco, quella che dà su ciò che ci sta accanto: in coloro che ci sono più prossimi, che sono anche coloro che ci sono più estranei, il Signore bussa alla nostra porta.
Una chiave per la porta principale, il portale: su quella porta Gesù, con Maria e Giuseppe furono respinti. Non esitiamo a lasciarLo entrare nella nostra casa, nella nostra vita, nel nostro mondo!
Sapremo essere, oggi, la Sua Betlemme?
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Klaus Hemmerle (1929-1994) - Vescovo di Aquisgrana

IL FIGLIO DI DIO - IL FIGLIO DELL'UOMO

" Volevo credere con fede esatta, ma i molti eretici avevano confuso le mie idee.
Mi tormentavano queste domande:
- Gesù era veramente Uomo? Aveva un Corpo reale? Se è nato da Maria, come può essere Figlio di Dio? Come in Lui la natura divina si unisce a quella umana? Ecc...
Cercavo con tormento la vera dottrina, quando una notte in sogno mi apparve una persona molto venerabile. Ebbi timore sacro, ma quella mi confortò così:
- Non temere! Io sono Giovanni apostolo. Sono stato mandato da te per istruirti sulle verità che riguardano la Persona di Gesù, perchè tu possa credere in Lui con fede ortodossa.
Mi feci allora coraggio ed egli, sollevando lentamente la mano, mi indicò una meravigliosa figura di Donna, apparsa accanto a lui. Allora vidi in tutto il Suo splendore Maria. Poi, S. Giovanni apostolo continuò, sempre indicandomi di guardare la Vergine Santissima:
- Ella manifesta il Mistero di Cristo Gesù. Essendo Vergine, il Figlio Suo è veramente il Figlio di Dio; essendo Madre, il Figlio Suo è veramente Figlio dell'uomo. In Lei trovi tutta la verità sulla Persona di Gesù.
Io ero beato in quella visione, quando per ordine della Vergine Maria, l'apostolo Giovanni si avvicinò a me e, sotto il Suo sguardo, mi insegnò il CREDO senza errori.
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(S. Gregorio Taumaturgo)

IL VALORE DIVINO DEL MATRIMONIO

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In mezzo al giubilo della festa, a Cana, soltanto Maria si accorge che manca il vino... L'anima giunge fino ai minimi dettagli di servizio se, come Lei, vive appassionatamente intenta ai bisogni del prossimo, per il Signore. (Solco, 631)

L'amore puro e limpido degli sposi è una realtà santa che io, come sacerdote, benedico con tutte e due le mani. La tradizione cristiana ha visto frequentemente nella presenza di Gesù alle nozze di Cana una conferma del valore divino del matrimonio: il nostro Salvatore si recò a quelle nozze — scrive san Cirillo d'Alessandria — per santificare il principio della generazione umana.

Il matrimonio è un sacramento che fa di due corpi una sola carne. La teologia afferma con forte espressione che la sua materia è costituita dal corpo stesso dei contraenti. Il Signore santifica e benedice l'amore del marito verso la moglie e quello della moglie verso il marito: ha disposto non solo la fusione delle loro anime, ma anche dei loro corpi. Nessun cristiano, sia o no chiamato alla vita coniugale, può quindi disprezzarla.

Il Creatore ci ha dato l'intelligenza, quasi una scintilla dell'Intelletto Divino che ci consente — assieme alla libera volontà, altro dono di Dio — di conoscere e amare; e ha posto nel nostro corpo la capacità di generare, partecipandoci il Suo Potere creatore. Dio ha voluto servirsi dell'amore coniugale per donare al mondo nuove Creature e accrescere il corpo della Sua Chiesa. Il sesso non è una realtà vergognosa, ma un dono divino ordinato schiettamente alla vita, all'amore, alla fecondità. (Es Cristo que pasa, 24)

12 dicembre 2009

LASCIATI VINCERE DALL'AMORE DI DIO!


CON IL PILOTA A BORDO

L'aereoporto di una città dell'Estremo Oriente venne investito da un furioso temporale. I passeggeri attraversavano di corsa la pista per salire su un DC3 pronto al decollo per un volo interno.
Un missionario, bagnato fradicio, riuscì a trovare un posto comodo accanto ad un finestrino. Una graziosa hostess aiutava gli altri passeggeri a sistemarsi.
Il decollo era prossimo e un uomo dell'equipaggio chiuse il pesante portale dell'aereo.
Il missionario guardava fuori. La pioggia continuava ad abbattersi sulla pista.
Improvvisamente si vide un uomo che correva verso l'aereo, riparandosi come poteva, con un impermeabile. Il ritardatario bussò energicamente alla porta dell'aereo, chiedendo di entrare. L'hostess gli spiegò a segni che era troppo tardi. L'uomo raddoppiò i colpi contro lo sportello dell'aereo. L'hostess cercò di convincerlo a desistere, cercava di farsi capire a segni dall'oblò.
Niente da fare: l'uomo insisteva e chiedeva di entrare.
Alla fine, l'hostess cedette e aprì lo sportello. Tese la mano e aiutò il passeggero ritardatario a issarsi nell'interno.
E rimase a bocca aperta. Quell'uomo era il pilota dell'aereo.
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(B. Ferrero, Dossier Catechista, 3/1989, LDC)

10 dicembre 2009

LA CHIAVE DELLA VITA

Il giovane Gerardo Maiella, che la Chiesa venera come santo, era al servizio del vescovo di Lacedonia, padrone burbero e severo.
Gli capitò un giorno di perdere la chiave di casa: s'era affacciato al parapetto del pozzo e inavvertitamente l'aveva lasciata cadere dentro.
Che fare?
Pieno di fede, corse in chiesa, prese dal presepio la statuetta di Gesù Bambino, la legò ad una cordicella e la calò nel pozzo, supplicando:
- Caro Gesù, Tu solo puoi aiutarmi. Ti prego, portami su la chiave!
E cominciò a ritirare la corda.
Alla fine diede un grido di gioia e di meraviglia: sull'orlo del pozzo ecco Gesù Bambino: aveva la chiave in una manina!
Non so se questo fatto sia leggenda o storia; so di certo però che Gesù è capace di donarci la chiave della salvezza e della vita.

"L'ORAZIONE COME IL BATTITO DEL CUORE"

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Se davvero vuoi essere anima penitente - penitente e allegra -, devi difendere, al di sopra di tutto, i tuoi tempi quotidiani di orazione - di orazione intima, generosa, prolungata -, e devi fare in modo che questi tempi non siano a scappa e fuggi, ma a ora fissa, se possibile. Non cedere in questi particolari. Sii schiavo di questo culto quotidiano a Dio, e ti assicuro che ti sentirai sempre contento. (Solco, 994)

Come va la tua vita di orazione? Non senti a volte, durante il giorno, il desiderio di conversare con Lui, senza fretta? Ti càpita di dirGli ogni tanto: poi Ti racconterò tutto, ne parleremo insieme?
Nei momenti espressamente dedicati a tale colloquio col Signore, il cuore si apre, la volontà si irrobustisce, l'intelligenza — aiutata dalla grazia — imbeve di realtà soprannaturali le vicende umane. Come frutto, matureranno sempre propositi chiari e concreti di migliorare la tua condotta, di affinare la carità nel rapporto con tutti, di impegnarti a fondo — con lo zelo di un vero sportivo — nella lotta cristiana di amore e di pace.

L'orazione diventa allora incessante, come il battito del cuore e il pulsare delle arterie. Senza questa presenza di Dio non c'è vita contemplativa; e senza vita contemplativa a ben poco serve lavorare per Cristo, perché se Dio non edifica la casa, invano si affaticano i suoi costruttori.

Il cristiano comune — che non è un religioso, né si allontana dal mondo, perché il mondo è il luogo del suo incontro con Cristo — non ha bisogno, per la sua santificazione, di alcun abito esteriore, né di alcun segno distintivo. Le sue caratteristiche sono interiori: la costante presenza di Dio e lo spirito di mortificazione. In realtà, si tratta di una cosa sola, perché la mortificazione non è altro che
l'orazione dei sensi. (E' Gesù che passa, nn. 8-9)

9 dicembre 2009

SUPPLICA ALLA MADONNA DI LORETO (a mezzogiorno del 10 dicembre)

O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera.
L'umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano dal Tuo Figlio.
O Madre! Tu portasti il Salvatore Divino nel Tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella Santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i Suoi esempi che conducono alla salvezza.
Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla Tua Casa benedetta. Per la presenza della Tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l'ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l'umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.
Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio, per questo Ti preghiamo affinchè Tu ci ottenga che ognuna imiti la Tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il Tuo Figlio Divino.
Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, Egli uscì da questa Casa santa per far sentire la Sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l'eco della Sua Parola onnipotente che illumina e converte.
Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa universale, per l'Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinchè tutti divengano discepoli di Dio.
O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell'Arcangelo Gabriele: Ave, o Piena di grazia, il Signore è con Te!
Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei cristiani.
Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta del Cielo; ave, Stella del mare!
Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra.
Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen.
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Salve, o Regina...

LE MANI VUOTE

Tutte le statuine del presepio erano in agitazione: tutte si davano un gran da fare per preparare i doni da portare a Gesù. Ne valeva la pena: Gesù è troppo Grande, è troppo Buono: è Dio: merita tutta la nostra riconoscenza e il nostro amore.
Solo una statuina, la più povera di tutte cercava e ricercava qualcosa da portare al Signore, ma non trovava niente di presentabile. Era infinitamente sconsolata quando le sue compagne si misero in fila per andare alla grotta: tutte con le mani piene di doni, tutte sorridenti. Anche la statuina più povera, che non aveva niente, si mise in processione. Restò sulla soglia: aveva le mani vuote e il cuore pieno di tristezza. Ripeteva dentro di sè:
- Signore, non ho niente da offrirTi, neppure un atto di bontà!
Ma accadde allora un fatto degno d'essere per sempre ricordato, a lode di quel Dio che riempie di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote e ha detto: "Beati i poveri di spirito perchè di essi è il Regno dei Cieli".
Maria, che teneva in braccio, con infinito amore, Gesù Bambino, per prendere più facilmente i doni che le venivano offerti dalle varie statuine, voleva cedere il Figlio Divino a San Giuseppe, ma questi era indaffarato nel chiudere gli spiragli del freddo. A chi dare allora Gesù? Guardò intorno e vide sulla soglia l'unica statuina che aveva le mani libere. Proprio a lei Maria diede Suo Figlio.
Così quella statuina che non aveva niente, ebbe Tutto!
Gesù è veramente la Gloria dei poveri, il Tesoro degli umili.

8 dicembre 2009

" VIENI...VIENI...! "

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni Figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni nella disperazione,
ci è tanto difficile sperare:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
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Vieni, Tu che ci ami,
nessuno è in comunione con il fratello
se non è in comunione con Te, Signore.
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Noi siamo tutti lontani, smarriti,
nè sappiamo chi siamo, cosa vogliamo
vieni Signore, vieni sempre, Signore.
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(David M. Turoldo)