" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

3 dicembre 2009

"LA LOTTA CONTRO LA SUPERBIA DEVE ESSERE COSTANTE"

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È cosa molto grande sapersi nulla davanti a Dio, perché è proprio così. (Solco, 260).
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L'altro nemico — scrive Giovanni — è la concupiscenza degli occhi, un'avarizia di fondo che porta a dar importanza solo a ciò che si può toccare: occhi che restano attaccati alle cose terrene, ma anche occhi che, proprio per questo, non sanno scoprire le realtà soprannaturali.
Possiamo dunque utilizzare l'espressione della Sacra Scrittura nel senso di avarizia dei beni materiali e inoltre nel senso di deformazione che porta a guardare unicamente con visione umana ciò che ci circonda: gli altri, le circostanze della nostra vita e quelle del nostro tempo.
Gli occhi dell'anima si annebbiano; la ragione si crede autosufficiente per comprendere tutto prescindendo da Dio. E una tentazione sottile, che si nasconde dietro la dignità dell'intelligenza che Dio nostro Padre ha dato all'uomo perché Lo conosca e Lo ami liberamente. Trascinata da questa tentazione, l'intelligenza umana si considera il centro dell'universo, si esalta ancora una volta al "diventerete come Dio" e, tutta piena d'amore per sè stessa, volge le spalle all'Amore di Dio.
A questo punto, la nostra vita può capitolare senza condizioni nelle mani del terzo nemico, la superbia vitae.
Non si tratta solamente di effimeri pensieri di vanità o di amor proprio: è uno stato di totale presunzione.
Non inganniamoci: questo è il peggiore dei mali, la radice di tutti i traviamenti. La lotta contro la superbia deve essere costante; non a caso è stato detto, in modo espressivo, che l'orgoglio muore il giorno dopo la morte dell'individuo.
È l'alterigia del fariseo che Dio non può giustificare, perché trova in lui la barriera dell'autosufficienza. È l'arroganza che porta a disprezzare gli altri, a dominarli, a maltrattarli: perché dove c'è superbia c'è offesa e umiliazione. (E' Gesù che passa, 6)

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