" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "

" O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE RICORRIAMO A TE! "
"Piena di grazia Ti chiamo perchè la grazia Ti riempie; e se potessi, molta più grazia Ti darei. Il Signore è con Te, anche più di quanto Tu sia con Dio; la Tua Carne non è più Carne Tua, il Tuo Sangue è per due. E benedetta sarai tra tutte le donne, perchè, se sei Madre di tutti, chi potrebbe non amarTi?"

29 agosto 2010

SCUSARE TUTTI

Sarai buono solo se saprai vedere le cose buone e le virtù degli altri. — Pertanto, se devi correggere, fallo con carità, nel momento opportuno, senza umiliare... e con la disposizione di imparare e di migliorare tu stesso in ciò che correggi. (Forgia, 455)

Una delle prime manifestazioni concrete della carità consiste nel dischiudere all'anima i cammini dell'umiltà. Se riteniamo sinceramente di essere nulla; se ci rendiamo conto che, senza l'aiuto divino, la più debole, la più inconsistente delle creature sarebbe migliore di noi; se ci vediamo capaci di tutti gli errori e di tutti gli orrori; se sappiamo di essere peccatori anche se combattiamo con impegno per prendere le distanze da tante infedeltà..., come possiamo pensar male degli altri, come possiamo alimentare nel cuore il fanatismo, l'intolleranza, l'alterigia?

L'umiltà ci conduce quasi per mano a quel modo di trattare il prossimo, che è il migliore di tutti: comprendere tutti, saper convivere con tutti, scusare tutti, non creare divisioni né barriere; comportarsi — sempre! — da strumenti di unità.

Non invano in fondo all'uomo esiste un forte anelito alla pace, all'unità con i propri simili, al reciproco rispetto dei diritti della persona, in una prospettiva che conduce alla fraternità. È un riflesso di ciò che vi è di più prezioso nella condizione umana: se tutti siamo figli di Dio, la fraternità non si riduce a luogo comune o a ideale illusorio: risplende come mèta difficile, ma reale.

Nell'orazione, con l'aiuto della grazia, la superbia può trasformarsi in umiltà. E germoglia nell'anima la vera gioia, pur dovendo constatare che ancora portiamo del fango sulle ali, la melma della nostra triste miseria, che comincia a essiccarsi. Più tardi, con l'aiuto della mortificazione, quel fango cadrà, e potremo volare molto in alto, perché il vento della Misericordia di Dio ci sarà favorevole. (Amici di Dio, nn. 233. 249)

DIO, CHE TI HA CREATO SENZA DI TE, NON PUO' SALVARTI SENZA DI TE


Perché tu non abbia a imitarlo, ricopio da una lettera questo esempio di viltà:
«Le sono senz'altro molto grato del suo ricordo, perché ho bisogno di molte preghiere. Ma le sarei anche grato se, nel supplicare il Signore di farmi “apostolo”, non si impegnasse molto nel chiederGli di esigere da me il dono della mia libertà». (Solco, 11)

Capisco molto bene quelle parole del vescovo di Ippona, che sono un meraviglioso inno alla libertà: Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te [Sant'Agostino, Sermo CLXIX, 13]. Infatti, ciascuno di noi — tu, io — conserva la possibilità — la triste sventura — di ribellarsi a Dio, di respingerLo — forse implicitamente, con il comportamento — o di esclamare: Non vogliamo che Costui venga a regnare su di noi [Lc 19, 14].

Vuoi considerare — anch'io mi sto esaminando — se mantieni immutabile e ferma la tua scelta per la vita? Se rispondi liberamente di sì alla voce di Dio, amabilissima, che ti stimola alla santità? Rivolgiamo lo sguardo a Gesù, mentre parlava alla folla nelle città e nelle campagne di Palestina. Non vuole imporSi. Se vuoi essere perfetto... [Mt 19, 21], dice al giovane ricco. Quel ragazzo respinse l'invito e, dice il Vangelo, abiit tristis [Mt 19, 22], se ne andò triste. Aveva perso la gioia, perché aveva rifiutato di dare a Dio la sua libertà. (Amici di Dio, 23-24)

L'ASSICURAZIONE

C'era una volta un brav'uomo che si chiamava Romoletto e che abitava in una villetta sulle rive del Tevere. Un mattino di primavera, Romoletto si accorse che l'acqua del fiume lambiva la porta di casa. Aveva piovuto molto e il Tevere era gonfio di acqua gialla e minacciosa.
La radio lo spaventò un po':
"Tutti coloro che abitano nelle vicinanze del Tevere devono lasciare le loro abitazioni: sta per arrivare una piena del fiume", ripeteva il Giornale Radio.
Romoletto era molto pio e aveva una grande fiducia nel Signore. Così si inginocchiò e cominciò a pregare.
"Signore, salvami!".
In quel momento sentì una voce proveniente dall'alto.
"Non avere paura, Romoletto! Ci penso io a te!". Era la voce del Signore.
Romoletto, pieno di gioia, si rialzò e cominciò a sbrigare le faccende quotidiane, come se niente fosse. Alle undici l'acqua del fiume gli arrivò alle spalle e Romoletto si rifugiò al piano superiore. Passò una lancia dei pompieri. Uno di essi lo vide e gridò: "Presto, venga via con noi! E pericoloso rimanere!".
"No. Ho un'assicurazione superiore!",
rispose Romoletto, indicando il cielo.
Alle quindici, l'acqua era più alta del letto e Romoletto si rifugiò in soffitta. Passò una barca della Protezione Civile e una voce gridò: "Venga via subito! L'acqua salirà ancora!".
Romoletto rifiutò ostinatamente: "Ho un protettore, io!", rispondeva.
Alle diciassette e un quarto l'acqua era più alta delle grondaie e Romoletto san sui tetto. Passò un gommone della Croce Rossa che cercava gli ultimi da salvare. Invano cercarono di portar via Romoletto. Lui si attaccò al camino come il caprifoglio ad un albero. "Non ne ho bisogno. Ho chi mi salva, io!".
L'acqua continuò a salire e alle diciotto meno dieci Romoletto annegò.
Appena si ritrovò in Paradiso, Romoletto andò su tutte le furie. Si presentò dal Signore e protestò: "Hai detto che pensavi a me? E invece sono bell'e morto!".
Il Signore lo fissò con il suo sguardo pieno di bontà.
"Ma io ho pensato a te, Romoletto. Tre barche ti ho mandato!".

27 agosto 2010

E' PROPRIO COSI'

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La felicità ti rende gentile . .
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I dolori ti rendono umano . .
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I fallimenti ti rendono umile . .
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Le prove ti rendono forte.

LA RELIGIONE E' LA PIU' GRANDE RIBELLIONE DELL'UOMO

Oggi, quando l'ambiente è pieno di disobbedienza, di mormorazione, di intrighi, di inganni, dobbiamo amare più che mai l'obbedienza, la sincerità, la lealtà, la semplicità: il tutto, con senso soprannaturale, che ci renderà più umani. (Forgia, 530)

La religione è la più grande ribellione dell'uomo che non sopporta di vivere da bestia, che non si rassegna — non trova riposo — finché non conosce ed entra in rapporto con il Creatore. Vi voglio ribelli, liberi da ogni legame, perché vi voglio — Cristo ci vuole! — figli di Dio. Schiavitù o filiazione divina: questo è il dilemma della nostra vita. O figli di Dio, o schiavi della superbia, della sensualità, dell'egoismo angoscioso in cui tante anime si dibattono.

L'Amore di Dio indica il cammino della verità, della giustizia, del bene. Se ci decidiamo a rispondere al Signore: «La mia libertà è per Te», ci troviamo liberati da tutte le catene che ci avevano legati a cose senza importanza, a ridicole preoccupazioni, ad ambizioni meschine. E la libertà — tesoro incalcolabile, perla meravigliosa da non gettare alle bestie [Cfr Mt 7, 6] — va interamente impiegata ad imparare a fare il bene. (Amici di Dio, 37-38)

SIGNORE, TANTE ANIME LONTANE DA TE!

Vedo la Tua Croce, Gesù mio, e mi rallegro della Tua grazia, poiché il premio del Tuo Calvario è stato per noi lo Spirito Santo... E Ti dai a me, ogni giorno, innamorato — pazzo! — nell'Ostia Santissima... E mi hai fatto figlio di Dio!, e mi hai dato Tua Madre. Non mi basta ringraziare: il mio pensiero corre altrove: Signore, Signore, tante anime lontane da te!
Alimenta nella tua vita desideri ardenti di apostolato, perché Lo conoscano..., e Lo amino..., e si sentano amati! (Forgia, 27)

Che rispetto, che venerazione, che affetto dobbiamo provare per ogni singola anima, di fronte all'evidenza che Dio la ama come qualcosa di Suo! (Forgia, 34)

Di fronte all'apparente sterilità dell'apostolato, ti assalgono le avvisaglie di un'ondata di scoraggiamento, che la tua fede respinge con fermezza... — Però ti rendi conto d'aver bisogno di più fede, umile, viva e operativa.

Tu, che desideri la salvezza delle anime, mettiti a gridare come il padre di quel ragazzo malato, posseduto dal demonio: “Domine, adiuva incredulitatem meam!”
Signore, aiuta la mia incredulità!

Non dubitare: si ripeterà il miracolo. (Forgia, 257)

25 agosto 2010

SE TI MANCA SLANCIO APOSTOLICO, DIVENTERAI INSIPIDO

Come vuole il Maestro, tu devi essere — ben inserito in questo mondo, nel quale ci tocca vivere, e in tutte le attività degli uomini — sale e luce. — Luce, che illumina le intelligenze e i cuori; sale, che dà il sapore e preserva dalla corruzione. Pertanto, se ti manca slancio apostolico, diventerai insipido e inutile, defrauderai gli altri e la tua vita sarà un'assurdità. (Forgia, 22)

Molti, come per autogiustificarsi, si domandano: — Ma io, perché dovrei intromettermi nella vita degli altri?

— Perché hai l'obbligo, in quanto cristiano, di intrometterti nella vita degli altri, per servirli!


— Perché Cristo Si è intromesso nella tua vita, e nella mia! (Forgia, 24)

Se sei un altro Cristo, se ti comporti da figlio di Dio, lì dove sei appiccherai il fuoco: Cristo infiamma, non lascia indifferenti i cuori. (Forgia, 25)

E' DAVVERO BREVE IL TEMPO CHE ABBIAMO PER AMARE

Un figlio di Dio non ha paura della vita e non ha paura della morte, perché il fondamento della sua vita spirituale è il senso della filiazione divina: Dio è mio Padre, egli pensa, ed è l'Autore di ogni bene, è tutta la Bontà. — Ma tu e io, agiamo davvero da figli di Dio? (Forgia, 987)

La fugacità del cammino su questa terra dovrebbe incitare noi cristiani a trarre maggior profitto dal tempo, non certo ad aver paura del Signore, e ancor meno a considerare la morte una tragica fine. Un anno che passa — lo si è detto in mille modi, più o meno poetici —, con la grazia e la misericordia di Dio, è un passo avanti verso il Cielo, nostra Patria definitiva.

Pensando a questa realtà, comprendo molto bene l'esclamazione di San Paolo ai Corinzi: Tempus breve est! [1 Cor 7, 29], come è breve la durata del nostro passaggio sulla terra! Queste parole, per un cristiano coerente, risuonano nel più intimo del cuore come un rimprovero per la propria mancanza di generosità, come un costante invito a essere leale.

È davvero breve il tempo che abbiamo per amare, per dare, per riparare. Non è giusto perciò che lo sperperiamo, che gettiamo irresponsabilmente questo tesoro dalla finestra: non possiamo sprecare il momento del mondo che Dio ha affidato a ciascuno di noi.

Verrà anche per noi quel giorno che sarà l'ultimo e che non ci spaventa: con ferma fiducia nella grazia di Dio, siamo pronti, fin da questo momento, con generosità, con fortezza, con amore alle cose piccole, ad accorrere all'appuntamento con il Signore portando le lampade accese. Perché ci attende la grande festa del Cielo. (Amici di Dio, 39-40)

23 agosto 2010

IL PROFESSORE ED IL BARCAIOLO

Un giorno, uno dei più grandi professori dell'Università, candidato al Premio Nobel, famoso in tutto il mondo, giunse sulle rive di un lago.
Chiese ad un barcaiolo di portarlo a fare una passeggiata sul lago con la sua barchetta. Il brav'uomo accettò. Quando furono lontani dalla riva, il professore cominciò ad interrogarlo.
"Sai la storia?" - "No!" - "Allora un quarto della tua vita è perduto".
"Sai l'astronomia?"
- "No!" - "Allora due quarti della tua vita sono perduti".
"Sai la filosofia?" - "No!" - "Allora tre quarti della tua vita sono perduti".
All'improvviso prese ad infuriare una tremenda tempesta. La barchetta, in mezzo al lago, veniva sballottata come un guscio di noce. Gridando sopra il ruggito del vento, il barcaiolo si rivolse al professore.
"Sa nuotare?" - "No!", rispose il professore.
"Allora tutta la sua vita è perduta!".

Ci sono tante strade, di solito belle e seducenti, che portano alla morte. Una sola è la strada della vita. Quella di Dio. Non perdere mai di vista ciò che è veramente essenziale.

ESAMINATI: LENTAMENTE, CON CORAGGIO!

Al momento dell'esame sta' in guardia contro il demonio muto. (Cammino, 235)

Esàminati: lentamente, con coraggio. —Non è vero che il tuo malumore e la tua tristezza senza motivi —apparentemente, senza motivi— derivano dalla tua mancanza di decisione nel rompere i lacci sottili, ma “concreti”, che ti ha teso —accortamente, con palliativi— la tua concupiscenza? (Cammino, 237)

Concludi sempre il tuo esame con un atto d'Amore, dolore d'Amore : per te, per tutti i peccati degli uomini... —E considera la paterna premura di Dio che ha rimosso gli ostacoli perché non inciampassi. (Cammino, 246)

C'è un nemico della vita interiore, piccolo, sciocco; ma molto efficace, purtroppo: il poco impegno nell'esame di coscienza. (Forgia, 109)

Non attendere la vecchiaia per essere santo: sarebbe un grande sbaglio!

— Comincia adesso, seriamente, di buon grado, con gioia, attraverso i tuoi doveri, il tuo lavoro, la tua vita quotidiana...

Non attendere la vecchiaia per essere santo, perché, oltre a essere un grande sbaglio — insisto —, non sai se per te arriverà. (Forgia, 113)

DIO PRESERVA VERAMENTE DA TUTTE LE AFFLIZIONI COLORO CHE RICONOSCONO MARIA MADRE DI DIO

Dio preserva veramente da tutte le afflizioni coloro che riconoscono Maria Madre di Dio : Ti ha condotta a Sé perché Tu possa intercedere per noi.
Dio ha deciso di mantenerTi vicina a Lui, affinché, attraverso le Tue preghiere, Si possa mostrare sempre favorevole al mondo intero.

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(San Modesto di Gerusalemme)
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Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con Te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesú.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

HAI BISOGNO DI UN BUON ESAME DI COSCIENZA

Considera attentamente la tua condotta. Vedrai che sei pieno di errori, che danneggiano te e forse anche coloro che ti stanno accanto. — Ricorda, figliolo, che i microbi non sono meno importanti delle bestie feroci. E tu coltivi questi errori, questi sbagli — come si coltivano i microbi in un laboratorio —, con la tua mancanza di umiltà, con la tua mancanza di orazione, con le tue omissioni nel compimento del dovere, con la poca conoscenza di te stesso... E, poi, questi focolai infettano l'ambiente. — Hai bisogno di un buon esame di coscienza quotidiano, che ti conduca a propositi concreti di miglioramento, affinché tu senta un vero dolore per le tue mancanze, per le tue omissioni e per i tuoi peccati. (Forgia, 481)

La conversione è cosa di un istante; la santificazione è opera di tutta la vita. Il seme divino della carità, che Dio ha posto nelle nostre anime, aspira a crescere, a manifestarsi in opere e a produrre frutti che in ogni momento corrispondano ai desideri del Signore. È indispensabile quindi essere disposti a ricominciare, a ritrovare, nelle nuove situazioni della nostra vita, la luce e l'impulso della prima conversione. E questa è la ragione per cui dobbiamo prepararci con un approfondito esame di coscienza, chiedendo aiuto al Signore, per poterLo conoscere meglio e per conoscere meglio noi stessi. Se vogliamo convertirci di nuovo, questa è l'unica strada. (E' Gesù che passa, 58)

22 agosto 2010

HO URGENTE BISOGNO DELLA TUA MISERICORDIA

Signore,
ho urgente bisogno della Tua Misericordia,
per poter sopportare di nuovo me stesso.
Ho urgente bisogno di stare con Te,
per rappacificarmi con gli altri e con me stesso.
Di me nulla conosco finché non conosco Te.
E nulla mi piaceva del mio intimo
prima di scoprirvi la Tua grazia,
il Tuo compiacimento e la Tua immagine.
Davanti a Te la vita
cambia completamente la sua essenza;
il tempo non viene contaminato da febbrili inquietudini,
e oppresso dall'inutilità.
Esso scorre denso, si svolge potentemente
e niente resiste al suo valore.
La sua densità fa male.
E tuttavia, non appena interrompo
la mia preghiera, mi sento costretto
a riprendere questa preghiera.

(Louis Evely)

20 agosto 2010

I CINQUE SASSI DI MARIA

La Regina della Pace ci dà alcune indicazioni per far sì che il nostro passo incerto possa essere sicuro sul cammino della santità.
La Madonna ripropone chiaramente ciò che la Chiesa ha sempre raccomandato.
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1 - Eucarestia
Punto di partenza è la partecipazione alla Santa Messa festiva. Senza questa un cristiano si trova nelle stesse condizioni di un fiorellino estirpato dal terreno: non ha alcuna possibilità di ricevere nutrimento e il suo deperimento è inevitabile.
Per capire l'importanza della Santa Eucaristia la Madonna disse inizialmente ai sei ragazzi confusi dalla grandezza di quegli avvenimenti con cui improvvisamente dovevano confrontarsi:
"Se un giorno doveste scegliere tra una Mia apparizione e la Santa Messa, partecipate al Sacrificio Eucaristico".
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2 - La Bibbia
La lettura quotidiana di un breve passo della Bibbia ci permette di cogliere diversi spunti fonte di meditazione nell'arco della giornata. La Mamma Celeste, sottolinea la grandezza della Parola di Dio suggerendo di porre la Bibbia in casa in un luogo ben visibile, così che le difficoltà della vita e le distrazioni non ce la facciano dimenticare.
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3 - Confessione
Viene suggerito di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione almeno una volta al mese. Non aspettiamo di avere peccati gravi per confessarci. Il confessionale è il tribunale di Misericordia dal quale, se abbiamo la dovuta contrizione, usciamo sempre assolti e rinnovati.
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4 - Preghiera
La Madonna fa più volte riferimento alla preghiera del cuore. Si tratta di aprirsi completamente e confidenzialmente a Dio essendo certi di rivolgerci ad un Papà Buono che non desidera altro che la nostra salvezza.
Si può fare ricorso alla preghiera spontanea, cioè intavolare un dialogo d'amore parlando a tu per tu con il Signore, oppure recitare il Santo Rosario, pratica che Maria raccomanda in molte apparizioni nei più svariati luoghi della terra.
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5 - Digiuno
L'invito che ci viene rivolto è digiunare il mercoledì ed il venerdì a pane ed acqua.
Con questa rinuncia si comprende che il cibo che abitualmente consumiamo non è un dovuto, ma è dono di Dio e come tale va trattato.
Conseguenza spirituale del digiuno è il distacco dai beni terreni in maniera tale da poter offrire tutto il proprio essere al Signore.
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Ave Maria!

CONSACRAZIONE DEL MONDO A MARIA

O Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno. “Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio! Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova! "
«Ecco, trovandoci davanti a Te, Madre di Cristo, dinanzi al Tuo Cuore Immacolato, desideriamo, insieme con tutta la Chiesa, unirci alla consacrazione che, per amore nostro, il Figlio Tuo ha fatto di Sè Stesso al Padre:
“Per loro — Egli ha detto — Io consacro Me Stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità” (Gv 17, 19).
Vogliamo unirci al nostro Redentore in questa consacrazione per il mondo e per gli uomini, la quale, nel Suo Cuore Divino, ha la potenza di ottenere il perdono e di procurare la riparazione. La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel cuore dell'uomo e nella sua storia e che, di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.
Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l'umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo, in unione con Cristo Stesso! L'opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa.
Sii benedetta sopra ogni creatura Tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisti alla Divina chiamata!
Sii salutata Tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del Tuo Figlio!
Madre della Chiesa! Illumina il Popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità!
Illumina specialmente i popoli di cui Tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento.
Aiutaci a vivere nella verità della consacrazione di Cristo per l'intera famiglia umana del mondo contemporaneo. AffidandoTi, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo anche la stessa consacrazione del mondo, mettendola nel Tuo Cuore Materno.
Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si radica nei cuori degli uomini d'oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla vita presente e sembra chiudere le vie verso il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, da un'autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall'odio e dall'avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i Comandamenti di Dio, liberaci!
Dal tentativo di offuscare nei cuori umani la Verità stessa di Dio, liberaci!
Dallo smarrimento della coscienza del bene e del male, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! Liberaci!
Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società!
Aiutaci con la potenza dello Spirito Santo a vincere ogni peccato: il peccato dell'uomo e il “peccato del mondo”, il peccato in ogni sua manifestazione.
Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo l'infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza dell'Amore Misericordioso! Che esso arresti il male! Trasformi le coscienze!
Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!
Amen, amen, amen.
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(Giovanni Paolo II)

LA PUREZZA NASCE DALL'AMORE

Guarda quanti motivi per venerare San Giuseppe e per imparare dalla sua vita: fu un uomo forte nella fede...; mandò avanti la sua famiglia — Gesù e Maria — con il suo lavoro gagliardo...; custodì la purezza della Vergine, che era sua Sposa...; e rispettò — amò! — la libertà di Dio, che non solo scelse la Vergine come Madre, ma scelse anche lui come Sposo della Madonna. (Forgia, 552)

Non sono d'accordo con il modo tradizionale di raffigurare San Giuseppe come un vecchio, anche se riconosco la buona intenzione di dare risalto alla verginità perpetua di Maria. Io lo immagino giovane, forte, forse con qualche anno più della Madonna, ma nella pienezza dell'età e delle forze fisiche.

Per praticare la virtù della castità non c'è bisogno di attendere la vecchiaia o la perdita del vigore. La purezza nasce dall'amore, e non sono un ostacolo per l'amore puro la forza e la gioia della giovinezza. Erano giovani il cuore e il corpo di Giuseppe quando contrasse matrimonio con Maria, quando conobbe il mistero della Sua Maternità Divina, quando Le visse accanto rispettando quell'integrità che Dio affidava al mondo come uno dei segni della Sua venuta tra gli uomini. Chi non è capace di capire tale amore vuol dire che sa ben poco del vero amore e che ignora totalmente il senso cristiano della castità. (E' Gesù che passa, 40)

SAPERSI VINCERE TUTTI I GIORNI

Non è spirito di penitenza fare in certi giorni grandi mortificazioni, e in altri tralasciarle. — Spirito di penitenza significa sapersi vincere tutti i giorni, offrendo cose — grandi e piccole — per amore e senza spettacolo. (Forgia, 784)

Ma è in agguato un nemico potente che si oppone al nostro desiderio di incarnare fino in fondo la dottrina di Cristo: è la superbia, che cresce quando non cerchiamo di scoprire dietro agli insuccessi e alle sconfitte la mano benefica e misericordiosa del Signore. L'anima si vela allora di penombra — di triste oscurità — e si sente perduta. L'immaginazione inventa ostacoli irreali che si dissolverebbero se guardassimo le cose con un briciolo di umiltà. A motivo della superbia e dell'immaginazione l'anima si caccia a volte in tortuosi calvari, nei quali però non v'è Cristo, perché dove è il Signore si gode la pace e la gioia, anche quando l'anima è in carne viva e circondata da tenebre.

C'è un altro nemico ipocrita della nostra santificazione: l'idea che la battaglia interiore vada sferrata contro ostacoli straordinari, contro draghi che buttano fuoco dalle fauci. È un altro tranello dell'orgoglio: vogliamo lottare, ma con grande spettacolo, tra squilli di trombe e svettare di stendardi.

Dobbiamo convincerci che il nemico più grande della roccia non è il piccone o altro strumento di demolizione, per potente che sia: è quell'acqua insignificante che penetra, a goccia a goccia, tra le sue fenditure, fino a disgregarne la struttura. (E' Gesì che passa, 77)

SE SEI FEDELE, POTRAI DIRTI VINCENTE

Se sei fedele, potrai dirti vincente. — Nella tua vita, benché perda qualche battaglia, non conoscerai sconfitte. Non esistono insuccessi — convincitene —, se agisci con rettitudine di intenzione e col desiderio di compiere la Volontà di Dio. — Allora, con o senza successo, vincerai sempre, perché avrai fatto il lavoro con Amore. (Forgia, 199)

Siamo creature, e come tali abbiamo tanti difetti. Direi che conviene che ve ne siano sempre: sono come un'ombra che fa sì che nell'anima, per contrasto, risaltino di più la grazia di Dio e il nostro sforzo di corrispondere al favore divino. Questo chiaroscuro ci fa più umani, più umili, più comprensivi, più generosi.

Cerchiamo di non ingannarci: se nella nostra vita costatiamo momenti di slancio e di vittoria, costatiamo pure momenti di decadimento e di sconfitta. Tale è stato sempre il pellegrinaggio terreno dei cristiani, non esclusi quelli che veneriamo sugli altari. Vi ricordate di Pietro, di Agostino, di Francesco? Non ho mai apprezzato quelle biografie che ci presentano — con ingenuità, ma anche con carenza di dottrina — le imprese dei santi come se essi fossero stati confermati in grazia fin dal seno materno. Non è così. Le vere biografie degli eroi della fede sono come la nostra storia personale: lottavano e vincevano, lottavano e perdevano; in tal caso, contriti, tornavano alla lotta.

Non sorprendiamoci di vederci sconfitti con relativa frequenza: di solito, o anche sempre, in cose di poca importanza ma che ci affliggono come se ne avessero molta. Quando c'è amor di Dio, quando c'è umiltà, quando c'è perseveranza e fermezza nella lotta, queste sconfitte non avranno mai molto peso. Non solo, ma verranno le vittorie, che saranno a nostra gloria agli occhi di Dio. Non esiste l'insuccesso quando si agisce con rettitudine di intenzione, quando si vuole compiere la volontà di Dio e si fa affidamento sulla Sua grazia, consapevoli del nostro nulla. (E' Gesù che passa, 76)

MARIA FACEVA TUTTO PER AMORE

L’amore era tutto e faceva tutto in Lei e per Lei.
Se Lei pregava, era l’amore che pregava in Lei e per Lei.
Se adorava e lodava Dio, era l’amore che Lo adorava e lodava in Lei.
Se Lei parlava, era l’amore che parlava in Lei e per Lei.
Se taceva, era l’amore che La teneva in silenzio.
Se Lei lavorava, era l’amore che La teneva al lavoro.
Se riposava, era l’amore che La metteva in riposo.
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San Jean Eudes (+ 19 agosto 1680)
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Ave Maria, piena di grazia,
il Signore è con Te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesú.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.

17 agosto 2010

VUOI TROVARE GESU'?

Se vuoi trovare con sicurezza Gesù,
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cercaLo tra le braccia di Maria.

NON DIALOGARE CON LA TENTAZIONE

Che ansia di riformare hanno molti! Non sarebbe meglio che ci riformassimo, tutti, singolarmente, per compiere fedelmente ciò che è comandato? (Solco, 132)

Dobbiamo alimentare nelle nostre anime un vero orrore per il peccato. Signore, ripetilo con cuore contrito , non voglio offenderTi mai più!

Ma non ti meravigliare se noti il peso del tuo povero corpo e delle umane passioni: sarebbe sciocco e ingenuamente puerile che ti accorgessi solo ora che «questo» esiste. La tua miseria non è di ostacolo, bensì di sprone per unirti di più a Dio, per cercarLo con costanza, perché è Lui che ci purifica. (Solco, 134)

Non dialogare con la tentazione. Lascia che te lo ripeta: abbi il coraggio di fuggire; e la forza di non soppesare la tua debolezza, pensando fino a che punto potresti arrivare. Taglia, senza fare concessioni! (Solco, 137)

Non hai scuse. La colpa è solamente tua. Se sai ti conosci quanto basta che, per questa strada con queste letture, con questa compagnia... , puoi finire nel precipizio, perché ti ostini a pensare che forse questa è una scorciatoia che facilita la tua formazione o fa maturare la tua personalità?

Cambia radicalmente progetto, anche se ti comporta maggior sforzo, meno svaghi a portata di mano. Ormai è ora che ti comporti da persona responsabile. (Solco, 138)

SE SIAMO UMILI, DIO NON CI ABBANDONERA' MAI

Queste depressioni, perché vedi o perché scoprono i tuoi difetti, non hanno fondamento... Chiedi vera umiltà. (Solco, 262)

Quanto più sei grande, tanto più umiliati, così troverai grazia davanti al Signore [Sir, 3, 18]. Se siamo umili, Dio non ci abbandonerà mai. Egli abbatte l'alterigia del superbo, ma soccorre gli umili. Egli libera l'innocente; questi sarà liberato per la purezza delle sue mani [Cfr Gb 22, 29-30].
L'infinita Misericordia del Signore non tarda a venire in soccorso di chi Lo invoca umilmente. Malgrado vi siano molti pericoli, benché l'anima si senta perseguitata, benché sia insidiata da ogni parte dai nemici della sua salvezza, non perirà. E ciò non è cosa d'altri tempi: avviene anche ora.

Anche noi, senza azioni portentose realizzando, nella normalità di una semplice vita cristiana, una semina di pace e di gioia, dobbiamo distruggere molti idoli: quello dell'incomprensione, quello dell'ingiustizia, quello dell'ignoranza, quello della pretesa sufficienza umana che volge orgogliosamente le spalle a Dio.

Non intimoritevi e non temete alcun male, anche se le circostanze in cui realizzate il vostro lavoro sono tremende, peggiori forse di quelle di Daniele nella fossa delle belve voraci. La mano di Dio è sempre possente e, se fosse necessario, opererebbe meraviglie. (Amici di Dio, 104)

16 agosto 2010

LA GROTTA

Un beduino, inseguito da feroci nemici, fuggì dove il deserto era più aspro e le rocce più taglienti. Corse e corse, finché non sentì che il rumore degli zoccoli dei cavalli che lo inseguivano si era affievolito e poi spento del tutto.
Solo allora si guardò intorno. Era giunto in una gola paurosa, su cui incombevano pareti di granito e guglie di scuro basalto. Con enorme meraviglia scoprì una specie di sentierino che si inerpicava attraverso la gola.
Lo seguì e dopo un po' si ritrovò all'imboccatura di una profonda grotta buia. Si infilò nell'oscurità con passo esitante.
"Vieni avanti, fratello".
Lo incoraggiò una voce benevola. Nella penombra, il beduino vide un eremita che stava pregando.
"Tu vivi qui?", chiese il beduino.
"Certo".
"Ma come fai a resistere in questa grotta, solo povero, lontano da tutti?".

L'eremita sorrise.
"Io non sono povero. Ho grandi tesori".
"Dove?".
"Guarda là". L'eremita indicò una piccola fessura che si apriva in un fianco della grotta e chiese: "Che cosa vedi?".
"Niente".

"Davvero niente?", domandò l'eremita.
"Solo un pezzo di cielo".
"Un pezzo di cielo: non ti sembra un tesoro meraviglioso?".

Ho letto il racconto di un prigioniero dei nazisti che scriveva tutto contento alla famiglia semplicemente perché era stato spostato da una cella con quattro nude mura ad un'altra in cui c'era una apertura in cima ad una delle pareti , attraverso cui si poteva intravvedere il cielo azzurro al mattino e qualche stella di notte. Questo per lui era un immenso tesoro.
Noi abbiamo tutta la volta celeste. E guardiamo la tv.

15 agosto 2010

BUONA SOLENNITA' DELL'ASSUNZIONE!

O Maria, Assunta nella gloria del Cielo, prega per noi!
.
Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.

PER CHI SI SENTE TRASCURATO

Fa', Signore,
che non infastidisca mai
gli altri con le mie pene.
Dopo tutto,
che importanza hanno,
per loro, i miei dolori?
Concedimi di non indignarmi mai,
per il fatto che nulla di quanto
mi ha ferito li commuove.
È normale.
Come potrebbero comprendere?
Fa' che dopo tutto quello
che ho sofferto,
non trovi strano che nel mondo
vi siano ancora dei fiori
e i raggi del sole.
E delle famiglie unite
e degli amori felici
e delle convivenza serene.
E dei fanciulli che vivono.
Salvami dal contemplare continuamente
nel fondo di me stesso
quei volti amati,
quei sorrisi perduti,
e tutta quell'antica felicità,
che è durata una sola stagione.
Salvami dallo scrutare le mie miserie.
.
(Lucien Jerphagnon)

SENTIRO' IL CALORE DELLA TUA DIVINITA'

Quando si lavora per Dio, bisogna avere “complesso di superiorità”, ti ho ricordato. Ma questa, mi domandavi, non è una manifestazione di superbia? — No! È una conseguenza dell'umiltà, di un'umiltà che mi fa dire: Signore, Tu sei Colui che è. Io sono la negazione. Tu hai tutte le perfezioni: la potenza, la fortezza, l'amore, la gloria, la sapienza, il dominio, la dignità... Se io mi unisco a Te, come un figlio che si mette nelle forti braccia di suo padre o nel grembo dolce di sua madre, sentirò il calore della Tua Divinità, sentirò le luci della Tua sapienza, sentirò scorrere nel mio sangue la Tua fortezza.(Forgia, 342)

Vi ricordo che se siete sinceri, se vi mostrate quali siete, se vi divinizzate sul fondamento dell'umiltà e non della superbia, voi e io ci sentiremo sicuri in ogni ambiente; potremo chiamarci vincitori e parlare soltanto di vittorie: vittorie interiori dell'amore di Dio, che danno la serenità, la felicità dell'anima, la comprensione.

L'umiltà ci spingerà a compiere grandi lavori, ma a condizione di non perdere la consapevolezza della nostra pochezza, la convinzione della nostra perenne indigenza. (Amici di Dio, nn. 106)

13 agosto 2010

BESTEMMIERESTI TUO PADRE O TUA MADRE ?

Un giorno, mentre San Massimiliano Maria Kolbe cam­minava per le vie di Roma, udì un uomo proferire un'or­ribile bestemmia contro la Madonna. Subito il Santo si avvicinò a quell'uomo, dicendogli con le lacrime agli occhi:
«Perché bestemmi la Madonna? Bestemmieresti tua madre?».
Alla vista di quelle lacrime e all'udir quel­le parole, il bestemmiatore si ravvide, chiese scusa e promise di non farlo più.
Se amiamo davvero la Ma­donna, dobbiamo tenerci a farLa rispettare. È nostra Ma­dre!
E, quando non si riesce ad ottenere la correzione del bestemmiatore, bisogna che almeno si faccia un po' di riparazione per le bestemmie udite.
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"È giunta ai miei orecchi un'orribile bestemmia con­tro la B.V.M. Addolorata. Quant'è buono il Signore Iddio che non punisce questi grandi oltraggi con la morte istantanea!" (San Massimiliano M. Kolbe).
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"[Maria Santissima] Si ritiene offesa non solo da coloro che Le fanno un'ingiuria esplicita - si trova­no infatti, specialmente fra i giocatori, anime co­sì perverse che talvolta per sfogo bestemmiano o ingiuriano questa dolce Regina - ma anche da co­loro che non Le chiedono nessuna grazia" (San Bo­naventura).
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Recitare il Santo Rosario per riparare le be­stemmie proferite contro la Madonna.

12 agosto 2010

MISSIONE

Dopo un lungo periodo di vita comune, passato nello studio e nella meditazione, tre discepoli avevano lasciato il vecchio maestro per incominciare la loro missione nel mondo.
Dieci anni più tardi, i tre discepoli tornarono a far visita al maestro.
L'anziano monaco li fece accomodare intorno, perché gli acciacchi ormai gli impedivano di alzarsi.
Ognuno cominciò a raccontare la propria esperienza.
"Io", cominciò il primo, con una punta di orgoglio, "ho scritto tanti libri e venduto milioni di copie".
"Tu hai riempito il mondo di carta", disse il maestro.
"Io", prese a dire il secondo, con fierezza, "ho predicato in migliaia di posti".
"Tu hai riempito il mondo di parole", disse il maestro.
Si fece avanti il terzo.
"Io ti ho portato questo cuscino perché tu possa appoggiare senza dolore le tue gambe malate", disse.
"Tu", sorrise il maestro, "tu hai trovato Dio".
.
.
Un grande asceta, noto in tutto il mondo per la sua grande santità, abitava in una profonda caverna. Sedeva tutto il giorno immerso in profonda meditazione e il suo pensiero era sempre rivolto al Signore.
Ma un giorno, mentre il santo asceta stava meditando, un topolino sbucò dall'ombra e cominciò a morsicargli un sandalo. L'eremita aprì gli occhi arrabbiatissimo.
"Perché mi disturbi durante la meditazione?".
"Ma io ho fame", piagnucolò il topolino.
"Vattene via, topastro della malora", sbraitò l'asceta, "come osi infastidirmi proprio mentre cerco l'unione con Dio?".
"Come fai a trovare l'unione con Dio", chiese il topolino, "se non riesci neppure ad andare d'accordo con me?".

L'UNICA LIBERTA' CHE SALVA E' CRISTIANA

Non è vero che vi sia opposizione tra l'essere buon cattolico e il servire fedelmente la società civile. Non c'è motivo di scontro tra la Chiesa e lo Stato, nel legittimo esercizio della loro rispettiva autorità, di fronte alla missione che Dio ha loro affidato. Mentono proprio così: mentono quelli che affermano il contrario. Sono gli stessi che, in ossequio a una falsa libertà, vorrebbero «amabilmente» che noi cattolici tornassimo nelle catacombe. (Solco, 301)

Schiavitù per schiavitù — dato che, in ogni caso, dobbiamo servire, perché, piaccia o no, questa è la condizione umana —, non c'è niente di meglio che sapersi schiavi di Dio, per Amore. Perché a quel punto perdiamo la condizione di schiavi, per diventare amici, figli.

Ed ecco la differenza: affrontiamo le occupazioni oneste del mondo con la stessa passione, con lo stesso slancio degli altri, ma con la pace in fondo all'anima; con gioia e serenità, anche nei momenti difficili: perché la nostra fiducia non è riposta nelle cose che passano, ma in ciò che dura per sempre. Non siamo figli della schiava, ma di una donna libera [Gal 4, 31].

Da dove ci viene questa libertà? Da Cristo, Signore nostro. Per questa libertà Egli ci ha redenti [Cfr Gal 4, 31]. Per questo ammonisce: "Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" [Gv 8, 36]. Noi cristiani non dobbiamo chiedere in prestito a nessuno il vero senso di questo dono, perché l'unica libertà che salva l'uomo è la libertà cristiana.

Mi piace parlare di avventura della libertà. È così, infatti, che si svolgono la vostra vita e la mia. Liberamente — da figli, ripeto, non da schiavi — percorriamo il sentiero che il Signore ha indicato a ciascuno di noi. Assaporiamo questa scioltezza di movimenti come un dono di Dio.

Siamo responsabili davanti a Dio di tutte le azioni che compiamo liberamente. Non c'è posto per l'anonimato; l'uomo si trova di fronte al suo Signore, e sta alla sua volontà decidere di vivere da amico o da nemico.

Questo è l'inizio del cammino della lotta interiore, che è compito di tutta la vita, perché finché dura il nostro passaggio sulla terra nessuno può dire di aver raggiunto la pienezza della propria libertà. (Amici di Dio, 35-36)

9 agosto 2010

SONO QUI A RAPPORTO!

Una volta un sacerdote stava camminando in chiesa verso mezzogiorno, passando dall'altare decise di fermarsi lì vicino per vedere chi era venuto a pregare.
In quel momento si aprì la porta, il sacerdote inarcò il sopracciglio vedendo un uomo che si avvicinava; l'uomo aveva la barba lunga di parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca
vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi.
L'uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e uscì.
Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in chiesa con una valigia...si inginocchiava brevemente e quindi usciva.
Il sacerdote, un po' spaventato, iniziò a sospettare che si trattasse di un ladro, quindi un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e quando l'uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese:
"Che fai qui?"
L'uomo gli rispose che lavorava nella zona e aveva mezz'ora libera per il pranzo e approfittava di questo momento per pregare;
"Rimango solo un momento, sai, perché la fabbrica è un po' lontana, quindi mi inginocchio e dico: "Signore, sono venuto nuovamente per dirTi quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati... non so pregare molto bene, però Ti penso tutti i giorni... Beh, Gesù... qui c'è Jim a rapporto".

Il padre si sentì uno stupido, disse a Jim che andava bene, che era il benvenuto in chiesa quando voleva.
Il sacerdote si inginocchiò davanti all'altare, si sentì riempire il cuore dal grande calore dell'amore e incontrò Gesù. Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore ripeteva la preghiera di Jim:
"Sono venuto solo per dirTi, Signore, quanto sono felice da quando Ti ho incontrato attraverso i miei simili e mi hai liberato dai miei peccati...non so molto bene come pregare, però penso a Te tutti i giorni... Beh, Gesù...eccomi a rapporto!"

Un dato giorno il sacerdote notò che il vecchio Jim non era venuto.
I giorni passavano e Jim non tornava a pregare. Il padre iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a chiedere di lui; lì gli dissero che Jim era malato e che i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute, ma che tuttavia credevano che avrebbe potuto farcela.
Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti cambiamenti, egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa. La caposala non poteva capire perché Jim fosse tanto felice dato che non aveva mai ricevuto né fiori, né biglietti augurali, né visite.
Il sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l'infermiera e questa gli disse, mentre Jim ascoltava: "Nessun amico è venuto a trovarlo, non ha nessuno".
Sorpreso il vecchio Jim disse sorridendo:
" L'infermiera si sbaglia... però lei non può sapere che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui, a mezzogiorno, un mio amato Amico viene, si siede sul letto, mi prende le mani, si inchina su di me e mi dice: "Sono venuto solo per dirti, Jim, quanto sono stato felice da quando ho trovato la tua amicizia e ti ho liberato dai tuoi peccati. Mi è sempre piaciuto ascoltare le tue preghiere, ti penso ogni giorno...Beh, Jim...qui c'è GESU' a rapporto!"

Da oggi, ogni giorno, non possiamo perdere l'opportunità di dire a Gesù: "Sono qui a rapporto!"

PERCHE' CREDO IN DIO ...



Credo in Dio perchè
nessuno ha mai fatto un fiore dal nulla. Se c'è il sole, una cellula, l'atomo, che contiene una forza immensa, allora c'è pure Dio.

Credo in Dio perchè
nella storia non ho trovato il perchè della storia; nell'uomo non ho trovato il perchè dell'uomo...

Credo in Dio perchè
ho capito che non sono le ideologie, i partiti, la violenza, la droga... a salvare l'uomo. Nell'uomo evangelico ho trovato il senso vero dell'elevazione dell'uomo...

Credo in Dio perchè
...amo! Se c'è l'uomo e la donna, se c'è un cuore che non si sazia mai d'amore...allora c'è pure Dio...
.
Credo in Dio perchè
io sono così piccolo, eppure ho desideri grandissimi. Io non voglio finire nel nulla. Io voglio vivere, essere felice, sempre, sempre... Questi sono desideri infiniti... Allora c'è Dio in me!

Credo in Dio perchè
solo Lui può fare felici milioni di bambini che muoiono di fame, guerra, aborto...Lui darà loro un'altra vita dove potranno avere tutta la vita...

Credo in Dio perchè
solo guardando la Croce capisco che il dolore non è perduto; Egli lo trasforma in vita nuova; il dolore fa grande l'amore...

Credo in Dio perchè
prima la mia vita era un caos. Non ci capivo niente. Da quando ho trovato fiducia in Lui, è cambiato tutto. Lo sento come Padre, anche se le cose vanno male. Ora vivo in pace. Mi sento sicuro per la vita e per la morte. Dio è Amore, ma si riesce a capirLo solo se Gli apriamo il cuore...

Credo in Dio perchè
se ti abbandoni a Lui, ti trasforma la vita, ti fa un altro S. Agostino, che scrive:
"Tardi Ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi Ti ho amato!".

Credo in Dio perchè
non è una favola. Egli Si è fatto conoscere in Gesù Cristo, che è veramente esistito, che è morto, crocifisso dai soldati di Roma; questa è storia! Poi Gesù Cristo è risorto, anche questo non è un fatto che si può inventare! Per questo i Suoi amici si fecero tutti uccidere.

Credo in Dio perchè
non è il motore immobile che sta nel cielo, ma Si è fatto Uomo, Persona: Gesù Cristo. Egli mi ha amato e ha dato Sè Stesso per me. Egli illumina ogni uomo che Gli apre le porte. Il Suo Spirito fa nuove tutte le cose...anche me!

Credo in Dio perchè
ci sono i Suoi testimoni che per Lui danno tutta la vita: pensa ai 18.000 missionari italiani nel terzo mondo! Dico anch'io:
"Non c'è realtà maggiore di Te e del Tuo amore per me! Sopra ogni verità, sopra ogni vita Tu sei e Tu mi ami, o mio Dio, o mio Dio."
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(don Giustino Russolillo)

IL SILENZIO

Un uomo si recò da un monaco di clausura.
Gli chiese:
"Che cosa impari mai dalla tua vita di silenzio?".
Il monaco stava attingendo acqua da un pozzo e disse al suo visitatore:
"Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?".
L'uomo guardò nel pozzo.
"Non vedo niente".
Dopo un po' di tempo, in cui rimase perfettamente immobile, il monaco disse al visitatore:
"Guarda ora! Che cosa vedi nel pozzo?".
L'uomo ubbidì e rispose:
"Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua".
Il monaco disse:
"Vedi, quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata. Ora invece l'acqua è tranquilla. E questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede sè stesso!".

QUANTE GRAZIE SI OTTENGONO DAVANTI A GESU' NASCOSTO!

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Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo,
.
quando non ci puoi andare col corpo.
.
(San Pio da Pietrelcina)

ECCOMI QUA, PER TUTTO CIO' CHE VUOI

Come farò perché il mio amore per il Signore continui, perché aumenti? Mi domandi con ardore. — Figlio, abbandonando man mano l'uomo vecchio, dando volentieri anche quelle cose, buone in sé stesse, che però impediscono il distacco dal tuo io...; dicendo al Signore, con i fatti e continuamente: “Eccomi qua, per tutto ciò che vuoi”. (Forgia, 117)

Di nuovo innalzo il mio cuore in rendimento di grazie al mio Dio e mio Signore, perché avrebbe potuto benissimo crearci impeccabili, dandoci un impulso irresistibile verso il bene, ma reputò che i suoi servi l'avrebbero meglio servito se fossero stati liberi di farlo [Sant Agostino, De vera religione, 14, 17].
Quanto sono grandi l'amore, la misericordia di Dio nostro Padre! Di fronte all'evidenza delle sue 'divine pazzie' per i Suoi figli, vorrei avere mille bocche, mille cuori, e più ancora, per poter vivere in continua lode a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo. Pensate che l'Onnipotente, Colui che con la Sua Provvidenza regge l'Universo, non vuole dei servi forzati; preferisce avere dei figli liberi.

È alla portata della creatura rispondere di no a Dio, respingere questo principio di felicità nuova e definitiva. Ma se così fa, non è più figlio e diventa schiavo.

Perdonate l'insistenza. È evidente, e del resto lo possiamo verificare spesso intorno a noi o in noi stessi, che nessuno sfugge a qualche tipo di servitù. Alcuni si inginocchiano davanti al denaro; altri adorano il potere; altri, la relativa tranquillità dello scetticismo; altri fanno della sensualità il loro vitello d'oro. E la stessa cosa accade in campi più nobili. Ci affanniamo in un lavoro, in un'impresa di proporzioni più o meno grandi, nello svolgimento di un'attività scientifica, artistica, letteraria, spirituale. Se c'è impegno, se c'è vera passione, chi si applica vive da schiavo, si dà con gioia al servizio del compito che si è prefisso. (Amici di Dio, 33-34)

I DEVOTI DEL SANTO ROSARIO SONO SOTTO IL MANTO DI MARIA

Ogni Rosario, ben recitato, prende la forma di un calice, che raccoglie le lacrime della Madonna per offrirle a Gesù in espiazione delle colpe dell'intera umanità, la quale è stata redenta e riportata all'assoluta grandezza dei figli di Dio per il sacrificio e l'amore del Redentore.
Ogni grano della Corona è una rosa che incorona il Cuore Materno di Maria; è un balsamo che lenisce il dolore ed accende una fiamma; è un profumo che parla di amore e di dolore per ogni anima afflitta; ogni grano della Corona è promessa dei figli devoti, prostrati al manto della Madonna, è muto mistero e dolce canto.
Amiamo, dunque il Rosario e diffondiamone la recita.
Ave Maria!

NON TI FIDI PER NIENTE DI TE, E TI FIDI IN TUTTO DI DIO


Non ti eri mai sentito più libero di adesso che la tua libertà è intessuta di amore e di distacco, di sicurezza e di insicurezza: perché non ti fidi per niente di te, e ti fidi in tutto di Dio. (Solco, 787)

L'amore di Dio è geloso; non lo si soddisfa se ci presentiamo all'appuntamento patteggiando condizioni: Dio attende con impazienza che ci diamo del tutto, senza conservare nel cuore degli angolini bui, ai quali non arrivano il piacere e la gioia della grazia e dei doni soprannaturali. Forse qualcuno può pensare: rispondere affermativamente a un Amore tanto esclusivo, non significa perdere la libertà?

Ciascuno di noi ha potuto sperimentare che servire Cristo Signore nostro talvolta comporta dolore e fatica.
Disconoscere questa realtà significherebbe non essersi mai incontrati con Dio. Ma l'anima innamorata sa anche che il dolore, quando sopraggiunge, non è che un'impressione fugace; si scopre ben presto che il peso è leggero e il giogo soave, perché è Lui a portarlo sulle Sue spalle, come ha portato la Croce, abbracciandola, quando era in gioco la nostra eterna felicità [Cfr Mt 11,30]. Eppure ci sono persone che non vogliono capire, che si ribellano al Creatore — ed è una ribellione impotente, meschina, triste —, che ripetono ciecamente la sterile invettiva raccolta dal Salmo: "Spezziamo le sue catene gettiamo via i suoi legami!" [Sal 2, 3].
Si rifiutano di compiere, in eroico silenzio, con naturalezza. senza sfoggio e senza lamenti, il duro dovere quotidiano. Non riescono a capire che la Volontà di Dio, anche quando si presenta con sfumature di dolore, di esigenze costose, coincide esattamente con la libertà, che risiede soltanto in Dio e nei Suoi progetti.

Sono anime che costruiscono barricate con la libertà. «La mia libertà, la mia libertà!».
Hanno la libertà, e non la seguono; la contemplano, ne fanno un idolo di terracotta nella loro mente ristretta. E questa la libertà? Che frutto ricavano da questa ricchezza senza un impegno serio, che orienti tutta la vita? Un simile modo di fare si oppone alla dignità, alla nobiltà della persona umana. Manca la rotta la strada sicura che indirizzi il cammino su questa terra: queste anime — ne avrete conosciute anche voi — si lasceranno rapidamente trascinare dalla vanità puerile, dalla boria egoista, dalla sensualità. (Amici di Dio, 28-29)

I SOGNI AIUTANO A VIVERE

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"Quando insegui i tuoi sogni più felici
.
si aprono porte anche là dove non c'erano porte."
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(J. Campbell)

METTERE AMORE NELLE COSE PICCOLE

Lontano laggiù, nell'orizzonte sembra che il cielo si unisca alla terra. Non dimenticare che, dove veramente la terra e il cielo si uniscono, è nel tuo cuore di figlio di Dio. (Solco, 309).

Questa dottrina della Sacra Scrittura, che si trova, come sapete, nel cuore stesso della spiritualità dell'Opus Dei, vi deve spingere a realizzare il vostro lavoro con perfezione, ad amare Dio e gli uomini facendo con amore le piccole cose della vostra giornata abituale, scoprendo quel qualcosa di divino che è nascosto nei particolari. Vengono a pennello, a questo proposito, i versi del poeta di Castiglia: « Pian pianino, con bella grafia: / ché fare le cose bene / vale più che farle».

Vi assicuro, figli miei, che quando un cristiano compie con amore le attività quotidiane meno trascendenti, in esse trabocca la trascendenza di Dio. Per questo vi ho ripetuto, con ostinata insistenza, che la vocazione cristiana consiste nel trasformare in endecasillabi la prosa quotidiana. Il cielo e la terra, figli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea dell'orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando vivete santamente la vita ordinaria... (Colloqui con Mons. Escrivá, 116)

5 agosto 2010

BUON COMPLEANNO, MAMMA!


OGGI, 5 AGOSTO, LA NOSTRA DOLCISSIMA, TENERISSIMA, ETERNAMENTE BELLA MAMMA MARIA COMPIE 2026 ANNI E.... NON LI DIMOSTRA!

Facciamo un regalo a Lei e a noi: recitiamo un Rosario e, chi può, vada alla Santa Messa, dove Lei è sempre presente accanto a Suo Figlio.

Messaggio del 1 agosto 1984
“Il cinque agosto prossimo si celebri il secondo millennio della Mia nascita.
Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a Me. In quei giorni non lavorate. Prendete la vostra corona del Rosario e pregate. Digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli Mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare almeno tre giorni a Me“?

INCONTRO CON MARIJA PAVLOVIC LUNETTI (veggente) - Medjugorje – Domenica di Pasqua, 11 aprile 2004 -

(…) La Madonna ci ha detto che il 5 di agosto era il Suo compleanno e noi abbiamo deciso di ordinare una torta. Era il 1984 e la Madonna compiva 2000 anni, così abbiamo pensato di fare una torta bella grande.
Nel gruppo di preghiera che si trovava in canonica eravamo 68, più il gruppo che si trovava sulla collina, in totale eravamo un centinaio. Abbiamo deciso di metterci tutti insieme per fare questa grande torta.
Non so come abbiamo fatto a portarla tutta intera, fin sulla collina della croce! Abbiamo messo le candeline e c’erano tante rose di zucchero. La Madonna poi è apparsa e abbiamo cantato “Tanti auguri a Te”.
Poi alla fine ad Ivan è venuto spontaneo di offrire una rosa di zucchero alla Madonna. Lei l’ha presa, ha accettato i nostri auguri e ha pregato su di noi. Noi eravamo al settimo cielo. Eravamo però perplessi per quella rosa di zucchero e il giorno dopo alle cinque di mattina siamo andati sulla collina per cercare la rosa, pensando che la Madonna l’avesse buttata, ma non l’abbiamo più trovata.
Così la nostra gioia era tanta, perché una rosa di zucchero la Madonna l’ha portata in cielo. Ivan era tutto fiero perché gli era venuta questa idea. Questo per dire che con Gesù e la Madonna potete sbizzarrirvi quanto volete.
Tanti mi dicono: “Ma non è il 5 agosto il compleanno della Madonna? Allora perché si festeggia l’8 di settembre?” Io dico: festeggiamoLa due volte. Perché dobbiamo complicare la vita?
Per la Madonna il compleanno possiamo festeggiarlo due volte. Durante il tempo di vacanza il 5 agosto lo possiamo festeggiare con gli amici. Ad esempio per un nostro amico che va con l’oratorio in montagna con 200 ragazzi, la festa più bella è quella. Lui fa scrivere le letterine di auguri alla Madonna. Durante l’anno si diverte da matti perché raccoglie tutti questi cesti con le letterine; pensava di bruciarle ma poi ha deciso di conservarle e quando ha momenti di tristezza, legge le letterine dei bambini e prova una grande gioia. Anche voi potete fare qualcosa di simile il 5 agosto con i vostri amici durante le vacanze per la Madonna. Noi abbiamo visto che la Madonna ci ha dato tante idee per poter fare festa con Lei.

(Fonte: Info da Medjugorie)
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O Vergine Immacolata,
Regina del cielo e della terra,
io so di essere indegno di avvicinarmi a Te.

Ma poiché Ti amo tanto,
oso supplicarTi di essere così buona
da volermi dire chi sei Tu.

Desidero conoscerTi sempre più,
per poterTi amare senza limiti.

Desidero rivelare a tutti chi sei Tu,
affinché un numero sempre maggiore di anime
Ti conosca sempre più perfettamente,
Ti ami sempre più ardentemente
e Tu possa divenire al più presto
la Regina di tutti i cuori
che battono e batteranno su questa terra.

O Vergine Immacolata,
Ti supplico perchè tutti gli uomini
Ti riconoscano per Madre
e che tutti, per Te, si sentano figli di Dio
e si amino come fratelli.

Concedimi, o Vergine Immacolata,
che io Ti lodi con tutte le mie forze,
che io viva soltanto per Te e per Te lavori,
soffra, mi consumi, muoia.

Concedimi di adoperarmi
per la Tua maggior gloria;
che io possa darTi tanta gioia.

Fa' che altri Ti glorifichino più di me,
affinché in nobile emulazione
la Tua gloria aumenti sempre più,
come desidera Colui che Ti ha elevata
al di sopra di tutte le creature.

Amen.

(San Massimiliano M. Kolbe)

3 agosto 2010

RIPOSO SIGNIFICA RIPRENDERSI: RIGENERARE LE FORZE

Riposo significa riprendersi: rigenerare le forze, gli ideali, i progetti... In poche parole: cambiare occupazione, per ritornare poi con nuovo brio al lavoro consueto. (Solco, 514)

La santità, l'autentico desiderio di raggiungerla, non si concede soste né vacanze. (Solco, 129)

Utilizzami bene il tempo. —Non ti dimenticare del fico maledetto. Faceva già qualcosa: dare foglie. Come te...

—Non dirmi che hai delle scuse. —Non valse al fico —narra l'Evangelista— il fatto che non fosse tempo di fichi quando il Signore andò a cercarne.

—E rimase sterile per sempre. (Cammino, 354)

Lottate contro l'eccessiva comprensione che ciascuno prova verso di sè: siate esigenti con voi stessi! Talvolta pensiamo troppo alla salute; al riposo, che peraltro non deve mancare, perché è necessario per ritornare al lavoro con rinnovate energie. Ma il riposo — come ho scritto tanto tempo fa — non consiste nel non far nulla: consiste nel distrarci con attività che richiedono meno sforzo. (Amici di Dio, 62)