9 marzo 2010

PENSIERI

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Sono convinto che il nostro più grande peccato è quello di omissione: bene non fatto, responsabilità non vissute, gesti buoni e doverosi non compiuti, impegni disattesi.
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L’ultimo passo della ragione umana sta nel riconoscimento che vi sono infinite cose che la superano (B. Pascal).
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Più tutto manca sulla terra e più troviamo ciò che la terra può darci di migliore: la Croce. Più abbracciamo la Croce e più stringiamo strettamente Gesù, che vi è attaccato (C. De Foucauld).
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Dio non esclude nessuno. Non esistono davanti a lui figli privilegiati e figli dimenticati: in Dio c’è posto per tutti.
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Se vogliamo estirpare la zizzania, cominciamo dal nostro cuore: avremo lavoro sufficiente per impegnare una vita intera.
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Il primo frutto della verità è l’umiltà: l’umiltà personale e quella collettiva di popolo di Dio. Se non matura il frutto dell’umiltà, spunteranno immediatamente i frutti dell’orgoglio, dell’intolleranza, dell’intransigenza, della crudeltà.
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La distanza tra noi e Dio è il peccato: la superbia, l’orgoglio, l’egoismo, l’infedeltà… Appena sono eliminate queste distanze, si trova Dio: sempre.
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Chi ha trovato Dio, non si lascia più incantare da nulla e non si lascia più deludere da nulla.
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La vita ci è data per cercare Dio, la morte per trovarLo, l’eternità per possederLo (P. Nouet).

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